sabato 29 settembre 2012

Quando un cane se ne va


Quando se ne va un cane, se ne vanno lembi della nostra pelle e restano peli attaccati ai maglioni.
E l’impronta della testa e del muso nel concavo della nostra mano si leggerà dal mattino alla sera. Mentre la voce dell’abbaio e la coda frenetica rimbomberanno nel vuoto al nostro rientro incredibilmente silenzioso, senza quel ticchettio delle unghie sul pavimento né gli ululati di gioia.

E tutto tornerà in mente.
I prati verdi dei parchi, le impronte sulla neve, le zampe sott’acqua che ci nuotano accanto.
I bastoni lanciati, la sabbia nelle orecchie e nel naso, la conca sui cuscini del divano.

Quando se ne va un cane, la ciotola rimane lì, e il guinzaglio è appeso inerte.
Ci si guarda tra i piedi mentre si cammina in cucina, e non c’è più il guaito di una coda pestata per sbaglio.
Ci si sente defraudati e spersi … muti.

Poi si chiacchiera a vanvera di cose che non c’importano un granché, purché ci distolgano dall’assenza del corpo caldo e peloso sdraiato e addormentato sulle nostre scarpe mentre guardiamo la TV o leggiamo il giornale.

Quando un cane se ne va piangiamo sangue, senza ritegno né controllo.
Senza l’ambivalenza di ciò che conserviamo alla morte di un amato umano, carica di conflitti e litigi, tormento e passione di una vita intera.
Conosciamo, al contrario, la purezza.

La purezza del cane che se n’è andato resta invece in noi, ce l’ha offerta sempre senza esitazioni, regalata senza pause, contenuta nel suo sguardo infinito, dolcemente vellutato, costantemente vigile che non si è mai abbassato incrociando i nostri occhi.

Di Silvia Raponi

3 commenti:

  1. @Luciano

    E' successo qualcosa?

    :-(

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  2. @B.C.

    No, al mio non è successo niente per fortuna.
    Ho solo trovato questa lettera sul web e m'è piaciuta un sacco.

    That's all!

    :)

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  3. Che tristezza leggere queste parole "RAZZO", mi sono ricordato di ........ razzo razzo razzo

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