Ieri (3 aprile 2014), Dario Franceschini, il ministro del Turismo, ha firmato online il Laboratorio per il turismo digitale del Mibact collegandosi in video conferenza con il Travel next di Trento per firmare in streaming il decreto che istituisce il “Laboratorio per il Turismo Digitale” (TDLAB) che avrà il compito di definire e favorire l’attuazione della strategia digitale per il turismo in Italia ... etc. etc. (ved. qui), di cui fortemente consiglio la lettura dell'ultime due righe che poi ci saranno utili.
Nasce però spontaneo un bel o un brut millesimato quesito, e vale a dire se la medesima cosa non "sarebbe" già per caso partita più di un anno fa, e più precisamente il 31 gennaio del 2013.
A darne notizia fu il DG dell'Enit Andrea Babbi che nel corso della Conferenza sul Turismo del PD così diceva:
"Questo Laboratorio sull'E-Tourism, cioè sul creare uno spazio d'innovazione proprio collegato alle nuove tecnologie, ai nuovi rapporti che comunque si devono creare con il pubblico attraverso questi strumenti.
Tutto questo era stato bloccato e non abbiamo fatto altro che liberare queste risorse, dare la libertà anche alle strutture e ai nostri uffici all'estero di comunicare attraverso queste nuove forme e questo qui è stato immediatamente possibile".
Pertanto a suo dire in un battibaleno, un batter d'occhio e forse anche un batter d'ali per volare più in alto, avrebbe "liberato" delle risorse che erano bloccate per poter attuare questo "Laboratorio".
Ma la cosa strana è che per dargli gambe abbia avuto bisogno di "risorse" (quali? ... e dove sono?) poiché, e qui mi rifaccio alle due righe di sopra, che pari pari dicono così: Il funzionamento del Laboratorio non comporta oneri aggiuntivi per la finanza pubblica e la relativa partecipazione è a titolo gratuito.
Ci sarebbe anche da aggiungere che da quel 31 gennaio 2013 e quel suo (di Babbi) "immediatamente possibile" non è mai stato "possibile vedere".
Ma qui la questione si fa lunga e ... buona notte al secchio.
Nasce però spontaneo un bel o un brut millesimato quesito, e vale a dire se la medesima cosa non "sarebbe" già per caso partita più di un anno fa, e più precisamente il 31 gennaio del 2013.
A darne notizia fu il DG dell'Enit Andrea Babbi che nel corso della Conferenza sul Turismo del PD così diceva:
"Questo Laboratorio sull'E-Tourism, cioè sul creare uno spazio d'innovazione proprio collegato alle nuove tecnologie, ai nuovi rapporti che comunque si devono creare con il pubblico attraverso questi strumenti.
Tutto questo era stato bloccato e non abbiamo fatto altro che liberare queste risorse, dare la libertà anche alle strutture e ai nostri uffici all'estero di comunicare attraverso queste nuove forme e questo qui è stato immediatamente possibile".
Pertanto a suo dire in un battibaleno, un batter d'occhio e forse anche un batter d'ali per volare più in alto, avrebbe "liberato" delle risorse che erano bloccate per poter attuare questo "Laboratorio".
Ma la cosa strana è che per dargli gambe abbia avuto bisogno di "risorse" (quali? ... e dove sono?) poiché, e qui mi rifaccio alle due righe di sopra, che pari pari dicono così: Il funzionamento del Laboratorio non comporta oneri aggiuntivi per la finanza pubblica e la relativa partecipazione è a titolo gratuito.
Ci sarebbe anche da aggiungere che da quel 31 gennaio 2013 e quel suo (di Babbi) "immediatamente possibile" non è mai stato "possibile vedere".
Ma qui la questione si fa lunga e ... buona notte al secchio.
@Luciano,
RispondiEliminaforse non ho capito bene: Ma questo Laboratorio è per caso uno dei "Pozzo di San Patrizio" della politica?
:(
@Jennaro
RispondiElimina... e senza fondo
:(
Scommetto che la gente ha applaudito e che nessuno si ricordava più di quelle parole.
RispondiElimina:-DDD
Scommetto che se Franceschini avesse rivelato da subito il piccolo "dettaglio" del laboratorio aggratis, gli applausi scroscianti trentini sarebbero stranamente mancati. ;-)
RispondiElimina@Frap
RispondiEliminaFigurati quelli sul web che hanno gridato di gioia?
:)