Egregio o Caro Vittorio Feltri, è dai tempi della Berta, si quella che filava per intenderci, che La/ti leggo assiduamente.
Vado sul "tu" sperando d’essere perdonato di tanta sfrontatezza, ma è da così tanto tempo che macino e seguo i tuoi scritti e le tue parole, che quasi quasi credo d’esserti amico.
Una tua prerogativa che mi ha sempre affascinato, è che sai far capire il concetto di ciò che vuoi dire con la metà delle parole (se non addirittura di meno) invece necessarie a molti dei tuoi esimi colleghi, per arrivare alla meta.
Magari ne fossi io altrettanto capace.
Ad onor del vero e per quanto mi riguarda, sei in buona compagnia, poiché amo anche leggerne altri, e questo a prescindere da qualsivoglia fede politica.
Chi sa scrivere e dare un piacere alla lettura non è una prerogativa unicamente di destra o tantomeno solo di sinistra.
Tutto questo prefazio per dire che nell’ultimo tuo editoriale su Il Giornale del 26 ottobre 2010, l’hai fatta fuori dal vasino (?); almeno per me.
Non mi permetto d’entrare nel merito; non sono cose di cui mi capisco anche se una certa mia idea per l’ovvietà io l’ho, e che non è granchè distante dalla tua.
Ma quello che ha fatto traboccare il vaso (?), ahimè stracolmo, è questa frase: “La gente non riesce neppure a sfruttare la miniera d’oro del turismo, le meraviglie naturali, i paesaggi incantevoli, il mare più bello del mondo, il clima migliore del globo, figuriamoci se è in grado di eccetera eccetera.”
La gente?
Caro Vittorio, è si colpa di quella gente che di turismo ne parla un tanto al chilo e te ne vende un due per tre (frasi a te tanto care), ma non credi che altrettanta colpa, se non di più, sia da imputare alla Brambilla e a quei “signorotti” che l’hanno preceduta?
O forse ti riferivi all’entourage, all’Enit, alle associazioni, ai sindacati e a tutto quel “ben di Dio” che in mille anni in questo comparto, non ha combinato una benemerita mazza?
Vabbè che la "Signora" è una tua “protetta”, e dimostrazione in più si è avuta da quando le hai regalato l’asino Ugo che adesso lì, può fare la coppia.
Hei, un momento; non intendo con la Sciura Michela, ma coppia con l’asina che credo lei abbia da tempo.
E poi La ministra non è certo il Marchionne; magari.
Che cavolo d’esempio c’hai fatto?
Ma non importa poiché sono certo che è stato un lapsus e di questo te ne sei già pentito.
A presto e a domani… sempre se scrivi.
Il secondo asino (dopo Ugo) si chiama Fabio.
RispondiEliminaSembra che entrambi non lamentino l'assenza di una compagna.
Un motivo ci sarà.
Ah si ?
RispondiEliminaQuindi non c'è nessuna femmina!
Perdiana, la cosa stupisce e mi rimane incomprensibile.
;-)
In compenso pare ci siano otto capre (Martina, Natalina, Valentina, Orazio, Clarabella, Minnie, Paperina e Nino).
RispondiEliminaQualcuno, dall'analisi di alcune foto, sostiene invece siano nove.
I preferiti sono comunque il cane Silvy e il gatto Silvrito, attualmente in attesa di Piermicio. ;-)
RispondiEliminaVedo che la presenza femminile è maggiore di quella maschile negli animali.
RispondiEliminaCome mai allora nelle scelte "umane" lavorative (lavorative per modo di dire) la "Sciura" preferisce gli uomini?
Ma soprattutto mi viene un dubbio: Chi metterà a Capo dell'UNTWO per il 2011?
:-D
Perdiana, la cosa stupisce e mi rimane incomprensibile.
RispondiEliminaA me, no.
"Ugo è commovente, è il mio amore. Vive sotto le mie finestre, quando mi sente alzare al mattino, anche all'alba, comincia a ragliare, mi chiama. Purtroppo non fa 'hi-ho', come nei cartoni animati: ha un raglio roco, fortissimo, e mi precipito a rispondergli 'Ciao Ugo', se no sveglia mio figlio.
Poi scendo, lui mi mette il muso sulla spalla e mi segue."
c.v.d.
E ieri compiva gli anni (43) e non le hai nemmeno fatto gli auguri.
RispondiEliminaVERGOGNA !!
Mi pento e mi dolgo di tutto questo... "peccato" non averlo ricordato prima, sennò ci facevo un piccolo post.
RispondiEliminaMa sono sempre in tempo.
;-)