Ho visto gli spot organizzati dalla Brambilla per il rilancio turistico di Lampedusa e …
… vidi per la prima volta (anni ’80) lo sketch pubblicitario che descriveva il turismo australiano, “Shrimps on the barbie”, di passaggio nella hall di un albergo a Fort Lauderdale e ne rimasi talmente ben impressionato che non molto tempo dopo mi ritrovai ad esercitare la mia professione in quei lontani lidi nell’oceano Pacifico.
A quei tempi il commentatore, un certo Paul Hogan, ex bagnino, ex verniciatore e sindacalista, era il classico signor nessuno, ma più avanti, anche per merito di quell’indovinata pubblicità, diventerà famoso con il nome di Crocodile Dundee.
A quei tempi il commentatore, un certo Paul Hogan, ex bagnino, ex verniciatore e sindacalista, era il classico signor nessuno, ma più avanti, anche per merito di quell’indovinata pubblicità, diventerà famoso con il nome di Crocodile Dundee.
Diventato un tormentone negli Stati Uniti in cui Paul Hogan invitava col rozzo vernacolo australiano a raggiungerlo per una grigliata, al tempo stesso voleva creare una nuova percezione della destinazione Australia.
Lo si vedeva chiaramente nel filmato: spiagge infinite, gite in cammello, foreste verdi, barriere coralline, golf fra i canguri, cene di alta cucina, il glamour delle città, il deserto e le tribù aborigene… il tutto fortemente intriso di australian lifestyle.
E a concludere, l’invito esplicito.
Come dire: tutto è pronto, manchi solo tu.
A seguito di questo e pochi altri brevi video (1 minuto cadauno) il turismo australiano ebbe un’impennata incredibile, raddoppiando le presenze turistiche nel breve giro di pochi anni e con grandi percentuali di americani e giapponesi.
A seguito di questo e pochi altri brevi video (1 minuto cadauno) il turismo australiano ebbe un’impennata incredibile, raddoppiando le presenze turistiche nel breve giro di pochi anni e con grandi percentuali di americani e giapponesi.
E fu lì che avvenne uno di quegli epocali cambiamenti negli spot del turismo.
Infatti non c’era più lo stretto bisogno di zoomare cartoline o video di paesaggi da mozzafiato per determinare eventuali scelte turistiche e non solo, ma occorreva anche un certo non so che di accattivante per monopolizzare l’attenzione dell’anche svogliato e non attento osservatore.
Un ottimo esempio si ebbe anche con questo che andrò a raccontarvi, e che nonostante non abbia alcunché in comune col turismo, può chiaramente dimostrare che …
… L’esempio che segue si riferisce alla produzione di un commercial “storico”, fatto per una marca di caffé solubile. Obiettivo primario dello spot pubblicitario è suggerire un nuovo modo di preparare un caffé solubile per ottenere un caffé ghiacciato, mischiando e agitando in uno shaker la polvere, ghiaccio e acqua. La chiave creativa è: storia + paradosso. L’idea creativa si basa sulla storia di un uomo che, vivendo in una capanna in mezzo al deserto dell’Arizona posta nelle vicinanze di una linea ferroviaria, attende il passaggio del treno per prepararsi il suo caffé. Le forti vibrazioni che il treno provoca nella capanna agitano fortemente lo shaker e permettono la preparazione di un caffé ghiacciato particolarmente invitante, denso e cremoso. L’ambientazione dello spot pubblicitario nel deserto sottolinea la funzione rinfrescante e dissetante del prodotto.
Innanzitutto i creativi scrivono il trattamento della storia che vogliono realizzare.
Paesaggio dell’Arizona, arido e brullo. Il binario di un treno taglia di netto il paesaggio. Il caldo è davvero al massimo e si sentono degli accordi di un lento blues.
Accanto ai binari c’è una piccola casa. Fuori, sul patio, un uomo è comodamente adagiato su una sedia. Si capisce che sta aspettando qualcosa: controlla attentamente i binari del treno, che si perdono all’orizzonte. Lo spot pubblicitario mostra un primo, piccolo segnale: una lampada, lì accanto a Lui, comincia a vibrare. È il momento. L’uomo, con decisione, entra in casa e comincia a prepararsi il caffè. Si vedono i dettagli della preparazione: la polvere viene versata nello shaker, così come lo zucchero, il ghiaccio e l’acqua. Intanto, l’atmosfera dello spot pubblicitario si carica sempre più di attesa e di tensione. Si vede il treno che, da lontano, si avvicina alla casa. Lo spettatore dello spot pubblicitario deve avere la sensazione che qualcosa stia per accadere.
Chi sta arrivando su quel treno? Perché l’uomo prepara il caffé ghiacciato proprio in quel momento?
Il treno, ormai, è a pochi passi dalla casa: sempre più vicino, sempre più vicino. Mentre gli oggetti all’interno detta casa vibrano sempre più forte, l‘uomo chiude lo shaker con il coperchio. Ed ecco finalmente che arriva il momento clou dello spot pubblicitario . Il treno è davanti alla casa ma non si ferma. Passa invece velocissimo, con grande rumore di terraglia. Le vibrazioni fanno tremare tutto: anche l‘uomo vibra vistosamente, tenendo in mano Lo shaker. Questa scena dello spot pubblicitario dura pochi secondi ma è intensissima. Lo shaker nella mano dell’uomo si agita e mischia bene il contenuto.
Ora il treno è passato; tutto torna calmo come prima. L’uomo apre lo shaker, versa il caffé nel bicchiere e beve con gusto.
Lo spot pubblicitario si conclude con la voce di uno speaker che dice: “Scopri il movimento con... (nome del prodotto)”.
La storia viene poi definita in tutte le sue componenti, per renderne possibile il trasferimento sullo schermo, con la puntualizzazione di dettagli importanti, che danno il “sapore” allo spot pubblicitario:
• la prima parte dello spot deve creare, in modo stereotipico, un’atmosfera di attesa e suspense;
• il personaggio deve dare la sensazione di attendere qualcosa di molto preciso e di aver scelto proprio quel momento per prepararsi un caffé ghiacciato;
• la scena del passaggio del treno davanti alla casa dura pochi secondi, ma deve essere clamorosa ed esagerata;
• il protagonista dello spot pubblicitario deve avere un aspetto bello, virile, sicuro di sé e vivere in quella casa per libera scelta e non perché è vittima della solitudine;
• le immagini della preparazione del caffé devono essere sempre in dettaglio e comunicare una sensazione di grande freschezza e refrigerio.
[Tratto da Lehmann E., “Come si realizza una campagna pubblicitaria”, Carocci]
Paesaggio dell’Arizona, arido e brullo. Il binario di un treno taglia di netto il paesaggio. Il caldo è davvero al massimo e si sentono degli accordi di un lento blues.
Accanto ai binari c’è una piccola casa. Fuori, sul patio, un uomo è comodamente adagiato su una sedia. Si capisce che sta aspettando qualcosa: controlla attentamente i binari del treno, che si perdono all’orizzonte. Lo spot pubblicitario mostra un primo, piccolo segnale: una lampada, lì accanto a Lui, comincia a vibrare. È il momento. L’uomo, con decisione, entra in casa e comincia a prepararsi il caffè. Si vedono i dettagli della preparazione: la polvere viene versata nello shaker, così come lo zucchero, il ghiaccio e l’acqua. Intanto, l’atmosfera dello spot pubblicitario si carica sempre più di attesa e di tensione. Si vede il treno che, da lontano, si avvicina alla casa. Lo spettatore dello spot pubblicitario deve avere la sensazione che qualcosa stia per accadere.
Chi sta arrivando su quel treno? Perché l’uomo prepara il caffé ghiacciato proprio in quel momento?
Il treno, ormai, è a pochi passi dalla casa: sempre più vicino, sempre più vicino. Mentre gli oggetti all’interno detta casa vibrano sempre più forte, l‘uomo chiude lo shaker con il coperchio. Ed ecco finalmente che arriva il momento clou dello spot pubblicitario . Il treno è davanti alla casa ma non si ferma. Passa invece velocissimo, con grande rumore di terraglia. Le vibrazioni fanno tremare tutto: anche l‘uomo vibra vistosamente, tenendo in mano Lo shaker. Questa scena dello spot pubblicitario dura pochi secondi ma è intensissima. Lo shaker nella mano dell’uomo si agita e mischia bene il contenuto.
Ora il treno è passato; tutto torna calmo come prima. L’uomo apre lo shaker, versa il caffé nel bicchiere e beve con gusto.
Lo spot pubblicitario si conclude con la voce di uno speaker che dice: “Scopri il movimento con... (nome del prodotto)”.
La storia viene poi definita in tutte le sue componenti, per renderne possibile il trasferimento sullo schermo, con la puntualizzazione di dettagli importanti, che danno il “sapore” allo spot pubblicitario:
• la prima parte dello spot deve creare, in modo stereotipico, un’atmosfera di attesa e suspense;
• il personaggio deve dare la sensazione di attendere qualcosa di molto preciso e di aver scelto proprio quel momento per prepararsi un caffé ghiacciato;
• la scena del passaggio del treno davanti alla casa dura pochi secondi, ma deve essere clamorosa ed esagerata;
• il protagonista dello spot pubblicitario deve avere un aspetto bello, virile, sicuro di sé e vivere in quella casa per libera scelta e non perché è vittima della solitudine;
• le immagini della preparazione del caffé devono essere sempre in dettaglio e comunicare una sensazione di grande freschezza e refrigerio.
[Tratto da Lehmann E., “Come si realizza una campagna pubblicitaria”, Carocci]
Poi, come detto, ho visto quelli che la Brambilla ha ordinato e selezionato per il rilancio turistico di Lampedusa e che ti riportano indietro negli anni (almeno 30 o 40), e sono andato a rivedermi quelli dell’Islanda e della Svizzera che nonostante non dispongano dei nostri incantevoli paesaggi … mamma mia che differenza!
La possibilità di fare una cattiva impressione alla TV è grande, e a mio parere molte ditte ne hanno largamente approfittato ...
Uno spot pubblicitario deve offrire allo spettatore qualcosa oltre al messaggio commerciale. Il pubblico deve ricevere qualche sorta di premio emotivo per aver guardato lo spot pubblicitario”. In altre parole, occorre lavorare sul pubblico in profondità.
[tratto da Packard Vance, “I persuasori occulti”, 1958, Einaudi, pag. 166]
[tratto da Packard Vance, “I persuasori occulti”, 1958, Einaudi, pag. 166]
Poi, se ne volete sapere di più … qui.