lunedì 5 novembre 2012

Balneari: pronto decreto Governo, spiagge all'asta (Matrimonio con Direttiva Bolkestein)


Quando la soluzione tarda ad arrivare è perché la soluzione non c’è, o qualcuno fa il possibile per non trovarla.

E quella della Direttiva Bolkenstein sui balneari, che ormai si sta trascinando da anni senza mai arrivare al suo dunque, non vuole dire altro che questo, comunque …

Il decreto del Governo sulle concessioni balneari e' pronto e nei prossimi giorni i ministri Enzo Moavero (Affari Europei) e Piero Gnudi (Affari regionali, turismo e sport) dovrebbero volare a Bruxelles per parlarne con la Commissione europea. Subito dopo verra' portato in Consiglio dei ministri.

Il problema e' che il decreto prevede che le concessioni demaniali marittime vadano a gara (le Regioni entro il 31 dicembre 2014 dovranno definire i bandi) e che la durata sia non inferiore a 6 anni e non superiore a 25 anni per le spiagge e non inferiore a 30 anni e non superiore a 50 per i porti turistici.

Tutto quello, insomma, che proprio non volevano gli operatori balneari che da molto tempo, con incontri, convegni e iniziative anche sulle spiagge, premono affinché il Governo chieda all'Unione europea una deroga dalla Direttiva servizi Bolkestein, la stessa che, dal 2006, prevede l'evidenza pubblica per i servizi sui litorali italiani ed europei.
Cosi' stamane tutti i sindacati dei balneari - Sib Confcommercio, Fiba Confesercenti e Assobalneari Italia Confindustria - hanno preso carta e penna per chiedere al Parlamento italiano ''l'immediata revoca della delega al Governo per la disciplina della materia, concessa con la legge n. 217 del 15 dicembre 2011, e così negligentemente, dallo stesso, esercitata''.

I balneari ricordano inoltre che il Parlamento si è più volte espresso, all'unanimità, come nell'odg del Senato il 5 maggio 2011, ''per una tutela delle imprese balneari attualmente operanti attraverso principi e meccanismi che non sono stati, in alcun modo, raccolti nella bozza di decreto legislativo elaborato, nella più totale segretezza, da parte del ministero degli Affari Regionali''.
Il decreto, inoltre, scrivono, ''sarebbe in contrasto con la risoluzione approvata all'unanimità dal Parlamento europeo il 27 settembre 2011 che ha chiesto l'adozione da parte degli Stati di adeguate 'misure compensative' a tutela dei diritti delle imprese balneari''.

La bozza di decreto messa a punto dall'Esecutivo, in 12 articoli, spiega che il fine del provvedimento e' quello di ''incrementare l'efficienza del sistema turistico italiano, riqualificando e rilanciando l'offerta turistica'' e garantisce ''il diritto libero e gratuito di chiunque all'accesso e alla fruizione della battigia, anche ai fini di balneazione''.
Le offerte migliori saranno selezionate ''con il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa'' ma si guarderanno anche altri fattori: gli standard qualitativi offerti, la qualità degli impianti, la fruibilità dei servizi per i diversamente abili ecc.
Gli operatori attuali che volessero partecipare alle gare avranno un punteggio in più che non potrà superare il 40% del punteggio complessivo.

Con questo provvedimento, il Governo mira anche a bloccare la riapertura di una procedura di infrazione, nei confronti del nostro Paese, che la Commissione europea aprì nel 2008 e che ha archiviato nel febbraio scorso. Il Governo infatti - a quanto si apprende - non crede nella possibilità di deroghe su modello di quanto avvenuto in Spagna.

Ma difficoltà all'Esecutivo potrebbero arrivare dal Parlamento, ora che si avvicina la campagna elettorale. I balneari, dal canto loro, si dicono sicuri che con i bandi si assisterà al dissolvimento di 30.000 imprese, di altrettante famiglie e di oltre 300.000 lavoratori del settore.



P. S.: Ma non ti preoccupare … quando sei in difficoltà c’è sempre qualcuno (il Governo?) che ti dà una “mano” … però stai attento a non mettere la testa sotto la staccionata!



12 commenti:

  1. 300.000 impiegati che il lavoro lo ritroveranno nel settore.


    RispondiElimina
  2. @Luciano

    Lo sapevi?

    Sarebbe in stand by la nomina di Andrea Babbi, che da fine mese doveva ricoprire l’incarico di direttore generale dell’Enit: da Rimini a Roma, in questi giorni, rimbalzano voci su un rilievo che la Corte dei Conti avrebbe sollevato circa la sua nomina, bloccando di fatto la formale designazione.

    Il rilievo sarebbe ispirato dal criterio di “spending review”: la nomina di Andrea Babbi richiederebbe in automatico un emolumento che, visto il magrissimo budget a disposizione dell’Agenzia, sarebbe interpretato come una forte contraddizione alla politica dettata da Mario Monti. Tutto resta al condizionale perché dalla Corte dei Conti giunge un “no comment”, prassi peraltro consueta su queste vicende. Nell’eventualità tornerebbe a quanto pare in pole-position Marco Bruschini, dirigente interno, già direttore generale ad interim, che non implicherebbe alcun esborso aggiuntivo se non lo scatto previsto per i dirigenti della PA. Ma è lo stesso Andrea Babbi, che abbiamo raggiunto telefonicamente, a gettare acqua sul fuoco: «Il magistrato – dice Babbi – ha formulato una normale di richiesta di chiarimento, che ha già avuto risposta. A giorni si chiuderà la pratica. Spero solo che finisca questo stillicidio per Enit e i suoi poveri dipendenti: io vado avanti perché non ci possiamo permettere le cerimonie e le dietrologie romane. Per me parlano i fatti, la storia, l’impegno. Il turismo e gli uomini seri sono un’altra cosa». Di certo l’intero comparto appare sospeso, tra un Piano Strategico per il Turismo, presentato alle Regioni ma tuttora sostanzialmente misterioso, e un Enit dai vertici ancora da definire; dalla modifica del Titolo V data prima per certa e poi parzialmente rientrata, alla generale incertezza sulle nuove regole fiscali per le imprese. A pochi giorni dal WTM di Londra, ma soprattutto a poche settimane dalla fine dell’anno, sarebbe forse il caso di sciogliere qualche nodo per riportare serenità e operatività all’interno del settore. - Fonte: L'Agenzia di Viaggi giornale on line (di Andrea Lovelock)

    RispondiElimina
  3. @Vincenzo

    ;-)

    @Anonimo

    E' probabile che sia come dici tu, ma conosci di già i contratti di chi vincerà le gare?

    RispondiElimina
  4. E' uno scherzo?

    Catanzaro, 5 nov - Cresce l'interesse del mercato verso il turismo montano e naturalistico calabrese. La Calabria - informa una nota dell'Ufficio stampa della Giunta regionale -, grazie ad un intesa raggiunta nell'ambito dello Skipass di Modena, fa il suo ingresso nel sistema di analisi e di promozione dello Skipass Panorama Turismo, l'osservatorio turistico della montagna italiana che raccoglie, elabora, fornisce dati, statistiche ed informazioni su 50 destinazioni sciistiche di 13 regioni italiane, 1720 operatori del ricettivo alberghiero ed extra-alberghiero, 122 scuole di sci, 104 enti di promozione, 107 agenzie di affittanza, 765 ristoratori, 611 attivita' commerciali, 20 tour operator nazionali.

    ''Finalmente anche le nostre destinazioni sciistiche - ha dichiarato il dirigente generale del dipartimento turismo, Raffaele Rio - potranno beneficiare di un importante circuito di analisi e di promozione della stagione invernale. E' necessario mettere in campo azioni incisive mirate alla valorizzazione di una linea di prodotto turistico, in coerenza con il piano triennale sul turismo sostenibile, che ha generato poco meno di 750 mila pernottamento per un giro d'affari stimato di circa 130 milioni di euro. Entrare nel sistema Skipass Panorama Turismo - conclude Raffaele Rio - rappresenta un ulteriore piccolo passo in avanti nella logica di rafforzamento delle credibilita' dell'offerta turistica dei nostri operatori e delle azioni di allungamento della stagione''.

    RispondiElimina
  5. Anche questo?

    L'Aquila, 5 nov - La Provincia di Pescara e' presente con un suo spazio espositivo alla Wtm-World Travel Market di Londra, fiera mondiale dell'industria turistica. La Wtm e' l'evento leader dedicato all'industria turistica.

    Quattro giorni di appuntamenti B2B per i professionisti che operano nel settore turistico a tutti i livelli. Lo comunica, in una nota, la Provincia di Pescara.

    ''A dimostrazione che la Provincia non e' un ente inutile - commenta l'assessore al Turismo e Sport della Provincia di Pescara, Aurelio Cilli - siamo presenti con una nostra area espositiva per promuovere l'intero territorio e in particolare i 21 comuni dell'interno del pescarese interessati al progetto 'Montagne a portata di mare'. I fondi sono quelli del Por-Fesr Abruzzo 2007-2013''.

    RispondiElimina
  6. @BC

    Ecco sulla questione della Provincia di Pescara al wtm di Londra, è meglio che non dica nulla.


    :(

    RispondiElimina
  7. C'è gente molto contenta di questa storia della direttiva Bolkenstein applicata alle concessioni demaniali.

    RispondiElimina
  8. @Frap

    Bellissimo il commento che segue al post nel blog di Beppe Grillo ...


    In quei tempi, nel mese di novembre dell'anno 2012, c'erano due problemi fondamentali in Italia:
    il fuorigioco del primo gol di Juve Inter e il debito pubblico del Paese.
    Alla gente piaceva discutere, anche sui vari social network che erano nati in quei tempi, più del fuorigioco di Juve Inter.
    La gente discuteva animatamente, oltre che in internet, anche nei bar e nei posti di lavoro.
    La gente si impegnava a ricordare altri episodi simili (gol annullati, gol in fuorigioco, mancate espulsioni, ecc.) successi nel passato....
    La gente si ricordava di episodi successi anche 10-20-30 anni prima!
    Molte persone, parlando di questi episodi, erano in grado anche di bestemmiare.
    Bestemmiando, riuscivano a dare più concretezza ai loro discorsi.
    La bestemmia era una prova di coraggio, la bestemmia dava ancora più importanza al discorso in questione.
    Poi, queste persone parlavano di questi episodi anche ai loro figli e alle loro famiglie … e così continuarono per giorni, settimane, mesi e anni interi.



    RispondiElimina
  9. In linea del tutto generale, imho, è corretto che le concessioni siano messe in asta. Dopodiché, secondo me, dovrebbero essere posti alcuni vincoli (tipo il divieto di subappalto della concessione e un limite alle concessioni ottenibili sul territorio nazionale) tali da scongiurare l'arrivo in massa di multinazionali & C.
    Ma soprattutto sarebbe magari il caso di chiedersi come funzioni negli altri paesi.
    Il modello spagnolo non mi sembra del tutto male male...

    RispondiElimina
  10. No, quello spagnolo non sarebbe per niente male, ma per ora è solo una proposta che hanno fatto all'Europa (credo).
    Bisogna quindi aspettare il responso.

    RispondiElimina

Visualizzazioni totali