lunedì 26 novembre 2012

Due miliardi per la cultura buttati, e che ritornano a Bruxelles


I 2 miliardi di euro del “Programma Attrattori Culturali 2007-2013”, destinati a migliorare l’offerta culturale nelle Regioni del Sud, non sono stati spesi e dovranno essere restituiti a Bruxelles.
A questi si aggiungono gli 1,5 miliardi di fine 2011. Uno spreco, proprio mentre il nostro patrimonio cade a pezzi.

Un miliardo e mezzo di euro destinati alla cultura italiana sono già rientrati nelle casse di Bruxelles, e altri due sono sulla buona strada.
Sono le risorse del “Programma Attrattori Culturali 2007-2013”, che – a dispetto del nome – non sono mai state impegnate operativamente, nonostante gli innumerevoli progetti stilati in questi anni, tutti rimasti sulla carta.
Si tratta dei cosiddetti Poin e Pain, acronimi che indicano i programmi operativi e attuativi interregionali per il Sud, cioè «lo strumento principale attraverso cui promuovere e sostenere lo sviluppo socio-economico delle Regioni del Mezzogiorno attraverso la valorizzazione, il rafforzamento e l’integrazione su scala interregionale del patrimonio culturale, naturale e paesaggistico in esse custodito».

Obiettivi per realizzare i quali l’Europa aveva previsto «una dotazione complessiva di circa 2 miliardi di Euro, di cui una quota di poco superiore al miliardo di euro (1.031 M€) a valere sui fondi strutturali del FESR e del relativo cofinanziamento nazionale ed una leggermente inferiore (898 M€) resa disponibile dalle risorse aggiuntive della programmazione nazionale del Fondo Aree Sottoutilizzate (FAS)», come si legge sul relativo sito.
Fondi che non solo non sono stati spesi, ma sono stati riallocati per finanziare altre voci di spesa che non c’entrano nulla con la cultura.
È quanto ha denunciato il presidente della Provincia di Siracusa Nicola Bono, che è responsabile del settore Cultura e turismo dell’Unione delle provincie italiane e membro del Consiglio di sorveglianza del Poin, in una missiva indirizzata, tra gli altri, al ministro della Coesione Territoriale, Fabrizio Barca.



È infatti dal suo dicastero che dipende la gestione del programma comunitario, dopo il commissariamento di un anno fa, in seguito a cui le competenze sono passate dalla Regione Campania, che agiva sotto il controllo del Comitato Tecnico Congiunto di Attuazione del Ministero dei beni culturali, a Roma.
Bono, che da ex sottosegretario ai Beni e attività culturali conosce bene Barca per le innumerevoli riunioni al Cipe, ha chiesto non solo di individuare i responsabili dei controlli, ma anche di cambiare la destinazione dei 330 milioni del Piano di azione e coesione – nato a fine 2011 per accelerare l’allocazione delle risorse provenienti dall’Europa – destinati a «interventi di restauro di Beni Culturali» per 130 milioni, e altri 200 milioni «per il sostegno a programmi di assistenza ad anziani non autosufficienti e all’infanzia». Iniziative – deliberate dall’Autorità di gestione del ministero – che per quanto nobili non hanno molti punti in comune con la mission del Poin, relativa al miglioramento dei servizi. 

Il Programma Attrattori Culturali «non è andato male: è stato un disastro.
Abbiamo restituito a fine 2011 un milione e mezzo di euro alla Commissione europea.
Non era un problema di soldi: dunque perché è evaporato quel programma?
Perché sono stati spesi tre anni a ragionare di processi, invece che a fare progetti», è stata la risposta di Barca, attraverso un comunicato diramato alle agenzie un paio di giorni fa, nel quale il ministro ha aggiunto che per il rilancio di Pompei il ministero è ripartito da solidi progetti «costruiti nel giro di 60 giorni: questo stesso modello viene ora applicato ad altri 22 siti all'interno del ricostituito Programma Operativo Nazionale Beni Culturali, un programma da 600 milioni di euro».
Secondo i calcoli della Ragioneria generale dello Stato (vedi pag 9 di questo documento) a maggio 2011 il 10,29% dei fondi del “Poin Attrattori culturali” risultava impegnato.
Alcuni danno una lettura politica al botta e risposta tra Upi e ministero, con un occhio rivolto alle elezioni: il nuovo assessore al Bilancio della Regione Sicilia, nominato poche ore fa da Crocetta, è Francesca Basilico d'Amelio, ex componente della segreteria tecnica del ministero dell'Istruzione, considerata vicina a Barca e a Bersani. 

Un altro aspetto sollevato dalla lettera riguarda i “progetti di sponda” – 655,8 milioni di euro su 2 miliardi complessivi, il 64,8% del totale, di cui 220,8 milioni deliberati nel 2011 – altrimenti detti “progetti coerenti”: spese pubbliche già finanziate, inserite nei rendiconti comunitari allo scopo di ottenere un secondo finanziamento, in modo da incassare risorse fresche da destinare ad altre attività.
Un meccanismo denunciato dalla Corte dei Conti per bocca del suo presidente Luigi Giampaolino, in quanto comportano: «Una dilatazione temporale della spesa che posticipa l’effetto degli interventi e dei benefici per lo sviluppo e per la crescita del territorio».
Particolare non secondario: questi progetti sono selezionati «non per la loro qualità ma per la loro ammissibilità al finanziamento».

Per impegnare quei 2 miliardi in progetti credibili il tempo è praticamente scaduto. Entro il 31 dicembre va dimostrato che ci siano dei progetti in corso d’opera, con i relativi investimenti, da realizzare entro il prossimo giugno.
Termine entro il quale scade la programmazione comunitaria al 2013.
Peccato che, da qui a giugno, ci sia prima la campagna elettorale, e poi un nuovo esecutivo. 





5 commenti:

  1. Non è per niente facile ottenerli

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  2. E' il problema delle varie fazioni è che oltre alla litigiosità che manifestano per un non nulla, non vogliono neanche risolvere i problemi.
    Il motivo probabilmente è che non sanno neanche come poter fare.

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  3. @Anonimo

    Nulla è facile se non si sanno le cose.
    :)

    @Vincenzo

    Colpito e affondato
    :)

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  4. Abbi pazienza Luciano, ma stamattina mi sono svegliato un tantino polemico, per cui la metto così: non mi è chiara questa corsa sfrenata per la conquista dell'amministrazione di un Paese allo sbando, dove si sono stravolti i ruoli fondamentali dello Stato: abbiamo una magistratura assente, in fregola di politica e dei politici incapaci che non fanno altro che accusarsi a vicenda dei fallimenti che essi stessi hanno cagionato. Infuriarsi? Sdegnarsi? Incollerirsi? A che servirebbe ... solo a farci ulteriore male al fegato!!

    Beh, mi passerà, speriamo ... :-)

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  5. @Jennaro

    Beato te caro amico che è "solo" per questa mattina.

    Credo che Infuriarsi? Sdegnarsi? Incollerirsi? ... sarebbe più produttivo se lo facessimo tutti.

    ;-)

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