lunedì 26 novembre 2012

La forbice


Vivo ogni giorno ed ogni notte l’esperienza di una forbice, in continua, costante divaricazione.

La sera, la notte, il rutilante mondo di Facebook  mi affascina e mi intriga, mi confonde e mi stupisce, mi fa pensare di essere davvero in un mondo, in una nazione dove la tecnologia ormai regna sovrana, gli startuppers sono più numerosi dei vigili urbani, le idee più straordinarie vengono partorite a getto continuo, tra ali di folla ricolme di sacro furore ed entusiasmo.

Poi dormo, poco e male.

E poi mi sveglio e vado in ufficio o da clienti.
O meglio da potenziali clienti. 
Perché le aziende in questo ‘intrigante’ momento storico hanno un piccolo problema.
La settimana scorsa ero da un amico commercialista a Bergamo ( non a Genova, non ad Enna, a Bergamo ) e mi ha detto bello sereno che teme che una percentuale significativa, sopra il 30%, delle sue aziende clienti chiuderanno nel 2013.

E lui, commercialista, ha identificato nella diffusa incapacità di adottare seriamente l’informatica come uno dei drammi collettivi di un’intera generazione.

Dopo 18 anni di attività di marciapiede, di vendita di internet-stuff, vedo ancora un mondo di aziende che hanno colto così poco delle straordinarie potenzialità del mezzo!
A fronte delle attrezzatissime grandi multinazionali e delle poche grandi aziende italiane, c’è ancora un universo di PMI (che non sono più trendy, non sono più ‘piccolo è bello’, sono fortemente consigliate anche dalle amabili banche di aggregarsi o suicidarsi) che rappresentano, piaccia o no, l’universo Italia, a cui l’innovazione basilare fa fatica ad arrivare.
Ma la colpa, a mio modesto avviso, non è solo della vil razza dannata dei vecchi imprenditori che non sono Indigeni Digitali, ma anche dell’Offerta.

Perché per i grandi player seguire le PMI è una gran rottura di scatole, non conviene, non interessa.
Ed i piccoli player sono troppo tecnici e troppo poco consulenziali  per farsi capire da chi dirige all’antica la baracca.

E le due punte della forbice, invece di richiudersi, si allargano.
La notte assisto attonito a discussioni di cui faccio fatica a comprendere il significato.
La mattina mi trovo di fronte al cliente che mi dice ‘lo so che il mio sito fa schifo, ma non ho tempo di pensarci.
E comunque all’e-commerce continuo a non credere, perché gente che compri su internet non ne conosco’.
Una soluzione c’è: vivere solo di notte.
Ma non mi paga nessuno per leggere meravigliose follie su facebook.

Un vero peccato .


8 commenti:

  1. Bellissima ma triste triste.

    Soluzione?

    :-)

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  2. @Vincenzo

    Hem ... hem ... per ora non si può neanche accennare.
    Sai come sono i copincollatori, neh?

    :)

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  3. E' un vero peccato, perché l'importanza del web marketing non si ferma alla sola promozione dei prodotti o servizi on-line, ma include anche un importante sistema, che è quello dell'informazione tramite la posta elettronica. Oggi le e-mail marketing si sono dimostrate essere l'arma migliore per comunicare direttamente coi propri e potenziali avventori. Non solo una e-mail può stimolare interesse del cliente, ma può assicurare con questi una relazione che dura nel tempo, in special modo quando queste e-mail vengono inviate con regolarità all'indirizzo di posta dei consumatori in forma di newsletter...

    :-)

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  4. @Jennaro

    Me lo sento dire troppo spesso (anche dagli ingegneri o dagli altri liberi professionisti) ma sono convinto che sia un grosso errore. Considerata l'immensa visibilità offerta da Internet, non possedere un sito Web oggigiorno equivale a non sfruttare un'immensa opportunità per il successo della propria libera professione . Infatti le possibilità offerte dal Web si rivelano talvolta determinanti per raggiungere e conquistare nuovi clienti, affermarsi come un esperto del settore, ottenere un vantaggio competitivo rilevante sulla concorrenza e crescere professionalmente.

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  5. @Jennaro e Sergio

    Che bello vedervi scrivere queste cose

    :)

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  6. @Luciano

    le ultime sulle presenze natalizie sono catastrofiche.
    Ne sai qualcosa?

    :-(

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  7. @Francesco

    Quasi otto italiani su dieci non faranno nemmeno un giorno di vacanza fra Natale e Capodanno.

    Il resto qui

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