L’Italia ha un
enorme patrimonio culturale ma non ha una visione coerente per metterlo a
frutto, considerandolo semplice volano per il turismo.
Con il doppio
rischio di vederlo presto spazzato via tra tagli e mancanza di politiche
adeguate, e di perderlo come strumento per uscire dalla crisi.
Un processo,
questo, che si riflette già nell’utilizzo dei fondi Ue, sfruttati dalle regioni
italiane più per il rafforzamento di servizi orientati al turismo che per la
creazione di nuove infrastrutture culturali.
E’ il quadro
tracciato da uno studio realizzato per la Commissione Ue dalla Rete di esperti
culturali europei (Eenc), da cui emerge un chiaro monito all’Italia: cambiare
strada ora o mai più, perché dopo potrebbe essere troppo tardi.
“In Italia, il potenziale
economico della cultura è visto come ancillare al settore turistico”, dove “il
valore aggiunto legato alla cultura” è generalmente identificato solo
“nell’impatto del turismo culturale”, si legge nello studio realizzato da Pier
Luigi Sacco, docente di economia della cultura allo Iulm.
Di conseguenza
viene messa solo una “piccolissima enfasi sulla produzione culturale” a
detrimento delle stesse città d’arte italiane, che diventano sempre più “parchi
a tema senza vita culturale”.
Un trend riflesso
anche dalle cifre: se l’Italia è il terzo Paese Ue per utilizzo dei fondi
strutturali in chiave culturale (dopo Cipro e Malta) ed il secondo (dopo la
Polonia) in termini assoluti, si scopre che la spesa è di oltre il 17%
inferiore rispetto alla media Ue per lo sviluppo delle infrastrutture. Mentre
segna un +19% rispetto agli altri Paesi per l’allocazione dei fondi nei servizi
legati al miglioramento dell’offerta turistica.
Uno degli esempi
italiani di maggior successo citati è l’operazione di riconversione di Torino
da città industriale a polo di produzione culturale che ha saputo attirare non
solo turisti, ma anche imprenditori e creativi.
Genova, invece,
non ha saputo sfruttare l’occasione di essere Città capitale della cultura Ue
nel 2004, limitandosi ad interventi di restauro del centro storico con poche
ricadute al di fuori di quelle turistiche.
L’approccio
italiano ai fondi Ue riflette questa “mancanza di visione strategica” (esempio
“positivo” invece è la Toscana per la sua programmazione a lungo respiro) e
“tende” quindi a “premiare approcci poco innovativi”.
Ma, sottolinea il
rapporto Ue, “se ci fosse un tentativo serio di dare alla cultura la sua giusta
priorità nell’agenda politica”, ci potrebbe essere una “reale possibilità” che
questa dia un “contributo maggiore” alla crescita.
E, si avverte,
“nell’attuale congiuntura economica, è un’opportunità che si ha una volta nella
vita”. Ma la tendenza non sembra essere questa: dal 2001 al 2011 il ministero
per i Beni Culturali ha visto tagliate del 36,4% le sue risorse, mentre tra il
2008 ed il 2011 la spesa delle città per la cultura è scesa del 35%.
Un “trend molto
pericoloso” che “rischia di spazzare via” l’intero settore da cui potrebbe
invece arrivare la rinascita economica del Paese.
Fonte
P.S.: Poi, per l'ennesima volta rileggo quanto segue e ... mi c'inrazzo!
In Germania, a Ruhr, dopo la chiusura della miniera, la Regione del Land e lo Stato hanno investito più di 300 milioni di euro per la riqualificazione ambientale e la bonifica del territorio. La miniera è diventata un Museo. Ogni anno ci sono 2 milioni e duecento mila visitatori che sono andati al Museo della miniera. Per fare un confronto, a Pompei i turisti sono 2 milioni e seicento mila. Appena quattrocento mila in più. La vecchia miniera è diventata una nuova attività che produce cultura e guadagni. Il Museo ha creato 10 mila posti di lavoro.
Se volete saperne di più ... qui
P.S.: Poi, per l'ennesima volta rileggo quanto segue e ... mi c'inrazzo!
In Germania, a Ruhr, dopo la chiusura della miniera, la Regione del Land e lo Stato hanno investito più di 300 milioni di euro per la riqualificazione ambientale e la bonifica del territorio. La miniera è diventata un Museo. Ogni anno ci sono 2 milioni e duecento mila visitatori che sono andati al Museo della miniera. Per fare un confronto, a Pompei i turisti sono 2 milioni e seicento mila. Appena quattrocento mila in più. La vecchia miniera è diventata una nuova attività che produce cultura e guadagni. Il Museo ha creato 10 mila posti di lavoro.
Se volete saperne di più ... qui
Dopo i dubbi avanzati dall'Unione Europea, il Governo potrebbe rafforzare il Fondo risarcimenti per i danni da vacanza rovinata.
RispondiEliminaL'ipotesi, che sarà discussa domani nel corso del Consiglio dei Ministri (secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore) potrebbe aprire le porte a una maggiore tutela per i vacanzieri. Allo stato attuale, infatti, il Fondo è alimentato con il 2 per cento dell'ammontare del premio delle polizze di assicurazione obbligatoria della responsabilità civile degli organizzatori e dei venditori di pacchetti turistici. La proposta che verrà presa in considerazione domani, invece, prevede il passaggio dal 2 al 4 per cento.
L'ottica, però, non è solo quella di aumentare la disponibilità di liquidi del fondo. Secondo quanto affermato dal quotidiano finanziario, infatti, l'incremento del gettito avrebbe anche lo scopo di stipulare delle polizze ad hoc per l'eventuale copertura di somme che oltrepassino la disponibilità immediata del capitolo di spesa della presidenza del Consiglio. Un'assicurazione, insomma, a copertura di cifre superiori alla liquidità del Fondo stesso.
E naturalmente Genova ha saputo far meglio di altre città.
RispondiEliminaGiusto per scherzare un pò, dai
La cultura ... in fronte!! gliela darei ai tanti "acculturati" che sanno solo "frignare". E' vero, noi in Italia abbiamo un patrimonio culturale che altri Paesi se lo sognano, ma questi viene gesto così male come nemmeno il più "zotico" dei "villani" riuscirebbe a fare tanti danni... e io parlo da zotico: Il Vesuvio, Pompei, Ercolano ed Oplonti, da soli potrebbero sovvertire il deficit nazionale ... Ma i nostri enciclopedici amministratori non consentono che nascano nei pressi strutture di accoglienza come Alberghi, Bar, Ristoranti, Negozi, perché ... rovinerebbero l'ambiente ... che intanto. però, perisce di inedia ...
RispondiEliminaSempre grazie, Luciano, di ospitare questo zotico con tanta pazienza ...
meglio allora aver un patrimonio meno ricco?
RispondiEliminae che i nuovi turisti...son troppo ignoranti per apprezzare la nostra cultura... a proposito di organizzazione e promozioni varie di enti, agenzie, organisismi, societa partecipate eccetera eccetera...ieri da operatore ho partecipato ad un'importante fiera di segmento...non c'era nessun ente o istituzione pubblica a rappresentare in modo unitario l'italia...voi penserete, ci pensiamo noi operatori italiani a tenere alto il valore italico....e invece no...non potete immaginare come sia caduta in basso la nostra rappresentanza dell'industria turistica....e poi, siamo sempre gli stessi da decenni....feste, party, festini, e sempre le stesse cose....ma come possiamo pretendere che lorsignori del pubblico risolvano i problemi se alla base valiamo quello che valiamo...che spettacolo, tutti ubriachi a ballare su una piattaforma roteante....solo disgusto
@Jennaro
RispondiEliminaTu qui sei a casa tua, caro amico.
E se già non lo sapevi ...
In Germania, a Ruhr, dopo la chiusura della miniera, la Regione del Land e lo Stato hanno investito più di 300 milioni di euro per la riqualificazione ambientale e la bonifica del territorio. La miniera è diventata un Museo. Ogni anno ci sono 2 milioni e duecento mila visitatori che sono andati al Museo della miniera. Per fare un confronto, a Pompei i turisti sono 2 milioni e seicento mila. Appena quattrocento mila in più. La vecchia miniera è diventata una nuova attività che produce cultura e guadagni. Il Museo ha creato 10 mila posti di lavoro.
vedi qui
@Anonimo
RispondiEliminaE come faccio a non darti ragione?
Condivisibile al 100%
:)
@Luciano: questo paragone me lo potevi risparmiare ... adesso sto ancora più male ...
RispondiElimina:-D
@Jennaro
RispondiEliminaPardon, ma l'era per mettere in mostra il paragone ai professoroni del nulla che abbiamo in Italia.
In Germnaia che così tanto Unesco non c'è ... se lo inventano un progetto cultura.
Noi ... vabbeh!
:(
grazie Luciano! ;-)
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