E certo che resto scettico sul futuro turistico di Genova,
come potrei altrimenti.
E’ da mo che leggo o sento, ma solo da queste parti, che siamo diventati i campioni
del mondo, turisticamente parlando.
Infatti appena esci dai confini di questa città, non c’è più
nessuno che te lo dice e manco lo leggi.
Beh, dopotutto è anche meglio così, giusto per evitare di fare delle gran brutte figure, neh!
Beh, dopotutto è anche meglio così, giusto per evitare di fare delle gran brutte figure, neh!
E chi se ne sta zitto c’ha anche ragione, perdiana, perbacco, perdinci e per
quello che vuoi ma non certo per il turismo.
Anche perché se le idee innovative le prendono da un blog
(naturalmente senza nemmeno ringraziare) stiamo freschi.
Vabbeh, giusto per non menare oltremodo il can per l’aia
vengo subito al dunque e pochi giorni fa ho letto, ma sul web ci sono anche dei
video, che a Genova si sono studiati questa cosa qua … solo che la stessa e precisa cosa l’avevo scritta oltre nove mesi fa e un tocco, e vale a dire ben due mesi prima che la signora Sibilla diventasse assessore alla cultura e al turismo di Genova.
Sarà anche una combinazione (non ci credo) ma qualcosa non mi quadra nel modo giusto.
Comunque sia, ieri, sul presunto copia e incolla c’ho
scritto un post ed ho informato la stampa che almeno un grazie lo potevano anche dare, ma solo
La Repubblica (addirittura in prima pagina), tra Il Secolo XIX, Il Giornale, Il
Corriere Mercantile e la TV che qui la va per maggiore, Primo Canale, ha
raccolto la mia supplica e … eccovi il pezzo sul giornale La Repubblica.
In corsivo quello che ha scritto la gentile giornalista Wanda Valli, mentre i puntini e la scrittura normale l'ho inseriti io tanto per darci una botta.
In corsivo quello che ha scritto la gentile giornalista Wanda Valli, mentre i puntini e la scrittura normale l'ho inseriti io tanto per darci una botta.
… Luciano Ardoino eccetera eccetera “bacchetta”
Odone e l’assessore Sibilla dopo l’accordo: L’idea l’ho lanciata io sul web.
Almeno un grazie …”.
Un “miserrimo grazie”.
Non chiedeva di più, Luciano Ardoino ... all’assessore Carla Sibilla e al presidente della Camera di Commercio, Paolo Odone che, pochi giorni fa, hanno siglato un accordo, il primo in Italia,
per usare a beneficio dell’immagine di Genova, i soldi pagati dai turisti per
la tassa di soggiorno.
Lui, Luciano, però, l’aveva già pensato da tempo, dopo
aver studiato a lungo la vita turistica di Barcellona dove è in atto dai
primi anni Novanta un meccanismo simile e che dà ottimi risultati.
Ma non è certo Barcellona l'unica città del mondo che ha fatto da tempo 'sta cosa qua, e nell'emisfero se ne contano a iosa con gli stessi risultati brillanti.
Basta leggerli un po' per benino e farsene una idea per poi tramutarla nella realtà genovese ed il gioco è bello che fatto.
Basta leggerli un po' per benino e farsene una idea per poi tramutarla nella realtà genovese ed il gioco è bello che fatto.
Tanto che sul suo blog “Tutto sbagliato tutto da
rifare” aveva scritto verso la fine di marzo: “A Barcellona la Fondazione per
la promozione turistica è un mix tra pubblico e privato, tra Comune e Camera di
Commercio, con il finanziamento diviso esattamente a metà”.
Per poi aggiungere, e si si arriva al punto: “A Genova si
potrebbe incominciare con le “palanche” della tassa di soggiorno, anche per
fare in modo che queste vadano a finire proprio al turismo”.
Mesi dopo è successo proprio così, e lui si lamenta del manco un grazie.
Poi segue dell'altro che si può tranquillamente bignamizzare con ... beh, Luciano c'è rimasto anche male, anche perché da quello che ha sentito nell'intervista rilasciata da Odone e dalla Sibilla, non è che questo marketing per la sua città venga fatto nella maniera più giusta.
E ci sarebbe, secondo lui (intendo me), molto dell'altro per produrre una cosa veramente certosina con tutte quelle palanche.
E ci sarebbe, secondo lui (intendo me), molto dell'altro per produrre una cosa veramente certosina con tutte quelle palanche.
E poi un grazie non costa niente come niente è costato il
suggerimento, che diamine!
Di Wanda Valli e un po' di me
@Luciano
RispondiEliminaSono matti da legare se si limitano a copiarti e a non sfruttare le tue conoscenze nel settore.
Veramente matti.
:-(
@Luciano
RispondiEliminaTu sei un grande e loro sono piccini
:-D
Non aspettarti niente di diverso da quello che hanno fatto finora.
RispondiEliminaVieni via di li
:)
@Cptc
RispondiEliminaMa non cambi mai registro tu?
:-D
La meritocrazia è una forma di governo dove le cariche amministrative, le cariche pubbliche, e qualsiasi ruolo che richieda responsabilità nei confronti degli altri, è affidata secondo criteri di merito, e non di appartenenza lobbistica, familiare (nepotismo e in senso allargato clientelismo) o di casta economica (oligarchia).
RispondiElimina@Sergio
RispondiEliminaAlludi?
;-)
@Vincenzo
RispondiEliminaDici?
;-)
In un contesto generalmente conservatore e pigro, le persone poco innovative si sentono confortate quando un innovatore non riesce o quando riesce ma viene scoperto qualcosa che ne peggiora l’immagine. Il sospetto che dietro ogni successo ci sia qualcosa di losco è, a sua volta, confortante. Quando poi qualcuno ha successo con l’innovazione e dunque mette a rischio i conservatori che fondano il loro potere sulla rendita che richiede network di protezioni incrociate, il resto della società tenta di metterlo in difficoltà. Nessuno deve salire troppo se non restituisce garanzie alla rendita.
RispondiEliminaLe rendite di posizione organizzate per categorie sono molto importanti per poche persone che tendono a difenderle con ogni mezzo mentre le politiche volte a eliminarle offrono un vantaggio generale ma percepito piccolo e ipotetico dalla maggioranza. Se le rendite sono diffuse, piccole o grandi, tendono ad allacciarsi tra loro sul piano culturale: per riuscire a difendersi, ogni corporazione è di fatto alleata con ogni altra corporazione e tende a combattere l’innovazione. Se la maggioranza ha una piccola o grande rendita da difendere, di fronte all’innovazione che attenta alle rendite la maggioranza finisce per essere o indifferente o contraria.
RispondiEliminaGli innovatori nella burocrazia sono quasi sempre isolati, mentre i conservatori o formalisti nella burocrazia sono spesso di fatto alleati. Per innovare la burocrazia occorre molta energia. Per conservare la situazione esistente ne occorre poca. E soprattutto basta aspettare che gli innovatori si stanchino, vengano trasferiti, vengano promossi…
RispondiEliminaSe l’ascensore sociale meritocratico che passa attraverso una faticosa e rischiosa accumulazione di esperienza è sovrastato dall’ascensore sociale che funziona per lealtà, disponibilità alla connivenza con rendite e piccole illegalità, conquista della notorietà puntando sulla comunicazione e i media a prezzo di qualche compromesso sul piano etico, la competizione non si gioca sull’innovazione ma sulla compatibilità con il sistema esistente.
RispondiElimina@Anonimo
RispondiEliminaEh?
:)
@Luciano
RispondiEliminaper una volta sono d'accordo col capitano e vale a dire che non faranno niente.
Non certo che tu vada via dall'Italia.
;-)
@Luciano
RispondiEliminaTi hanno contattato?
:-(
@Per l'ottimo Luciano Ardoino
RispondiElimina"Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta.
Non smettete di pensare.
Siate voci fuori dal coro.
Siate il peso che inclina il piano.
Siate sempre informati e non chiudetevi alla conoscenza perché anche il sapere è un’arma. Forse non cambierete il mondo, ma avrete contribuito a inclinare il piano nella vostra direzione e avrete reso la vostra vita degna di essere raccontata.
Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai”
(Bertrand Russell)