Il Governo greco ha intenzione di ridurre l’Iva sulla ristorazione per il nuovo anno (2013), come parte degli sforzi per affrontare la recessione, attirando di conseguenza anche più turisti attraverso un buon piano di marketing che pubblicizzerà la cosa.
La proposta è del ministro
del turismo greco, Olga Kefalogianni, che prevede di ridurla dall’attuale 23 al
13 per cento con l’obiettivo di invertire la contrazione del settore e
sostenere un piano più ampio per promuovere l’industria del turismo greco.
La cosa non è neanche
nuova, per carità, poiché già nel 2009 l’allora presidente francese Sarkozy decise
che mangiare al ristorante in Francia sarebbe
costato fino al 12% in meno per merito di un accordo con i delegati dei
ristoratori che si riunirono, ben 8 associazioni senza accapigliarsi e senza
contraddirsi come sovente accade qua, e fecero delle proposte all’Eliseo.
Questi signori considerarono per il prossimo futuro (dati “seri” alla mano) un calo del 3% nella ristorazione e che avrebbe arrecato molti rischi di licenziamenti, fallimenti e quindi chiusure a gogò.
Questi signori considerarono per il prossimo futuro (dati “seri” alla mano) un calo del 3% nella ristorazione e che avrebbe arrecato molti rischi di licenziamenti, fallimenti e quindi chiusure a gogò.
E senza tanto patimento e in poche parole, l’Iva scese dal 19,6% al 5,5%, ma in cambio i ristoratori si impegnarono ad abbassare i prezzi del 12% e a 40.000 nuove assunzioni per i tre anni a venire.
Inutile dire che avvenne l’immediata
firma e il ministro di allora all’Economia francese, Christine Lagarde, propose
l’accordo al parlamento europeo di cui non si seppe poi nulla, almeno io.
Ma come andò a finire?
Beh, l’ultima notizia che
ho trovato in merito è questa ed è del recente 29 ottobre 2012 su Le Figaro;
quindi è abbastanza recente.
E dove si dice che un tal Thomas
Thévenoud (?) sia molto critico sull’avvenuto calo di allora dell’Iva per opera
di Sarkozy e promessa a suo tempo da Chirac, poiché i prezzi sono diminuiti del
solo 2,5% e non come promesso.
Inoltre i lavoratori non sono
aumentati di 40.000 unità ma di 5.000.
In questo momento non ho
tanta voglia di andare a cercare la verità sul web, ma se “questo” s’è pure
incazzato, presumo realtà sia.
Anche perché avrà di certo portato
i dati a lui più pertinenti e produttivi per attestare poi la sua tesi.
Però mi chiedo se questo (Thomas
Thévenoud) ci sia, nel senso che … se ragioni o meno.
E senza alcun dubbio
propendo per il meno.
Ma come diavolo si fa a
dire queste strunz stranezze senza pensare minimamente al cosa sarebbe successo
se l’Iva fosse stata mantenuta al 19,6% ?
E l’esempio eccolo qua.
Infatti in Italia il
risultato è stato che nel solo 2009, senza l’abbassamento dell’Iva, dati Fipe
(Federazione italiana pubblici esercizi), se ne sono andati per la tangente
qualcosa come 16.200 posti lavorativi (più dell’Ilva di Taranto), con oltre
22.000 chiusure.
Poi per gli anni 2010 –
2011 e 2012, sul sito della Fipe, puoi trovare come si cucinano i ravioli
(scherzo, neh?) ma una cippa in merito alla forza lavoro di quegli anni presi
in considerazione … e questa roba qua.
Questo poi fa anche ridere e riguarda ... vedere da 4'15".
Comunque per darci una
botta, nel prossimo anno è preventivato un aumento dell’Iva dal 10 all’11% (le
minacce sono già arrivate), e questo comporterà un aumento della perdita di
posti lavorativi (un’altra Ilva?); la chiusura di un numero non ben definito di
attività, e tante altre cosette che fanno un po’ pena, per non dire di peggio.
Quindi perché non copiare i
greci e a suo tempo i francesi, che nonostante la crisi mondiale con l’abbassamento
dell’Iva ristorativa si sono salvati l’interno posteriore delle braghe?
… alberghi compresi che
oltretutto hanno l’imposta del valore aggiunto più alta che tutti i concorrenti
europei nonostante quest’industria
sia quella che da le maggior palanche al nostro Pil.
In Grecia dicono che lo fa Gianni (Olga Kefalogianni), qui chi lo fa?
I Babbi Natale?
@Luciano
RispondiElimina... Spero tanto che un giorno possa darti del pazzo ...
:-)
@Jennaro
RispondiEliminaSono 60anni che lo faccio.
:)
Si è arricchito di strumenti sia per il consumer, sia per il trade il sito internet della Tat, l'Ente del turismo tailandese in Italia.
RispondiEliminaLa nuova versione del portale consentirà ai principali tour operator di avere una maggiore visibilità e perfino la possibilità di veicolare l'utente dal sito dell'ente a quello dell'operatore stesso. Nelle intenzioni della Tat c'è anche la possibilità di inserire nel sito le offerte dei singoli operatori.
Il consumer, invece, troverà pagine web di più facile lettura e fruibilità. Tra le novità una sessione multimediale dove poter scaricare foto e video, una sessione centrale con le ultime news sulla destinazione e una colonna con le attività in essere dell'ente.
In progetto ci sono anche l'aggiunta di una mappa interattiva e di un'area social media, una vera e propria novità che porrebbe l'ente come un vero e proprio precursore di un nuovo modo di operare nell'ambito dei SM, tutte attività svolte fino ad oggi sulla pagina di Facebook o tramite Twitter. I visitatori potranno dunque interagire direttamente tramite il sito della Tat.