mercoledì 26 dicembre 2012

Turismo: adesso BASTA, scrivere o dire sempre le stesse cose


Che lo staff di Mario Monti abbia copincollato qualcosa o tutto, di quanto scritto precedentemente da Pietro Ichino sul suo blog e a favore delle primarie PD di Matteo Renzi, beh; ormai è alquanto risaputo, ma che lo stesso Ichino sia l’artefice del “saggio” sulla cultura e il turismo (pag. 13) che appare sull’Agenda dell’ex Primo Ministro, non c’è verso di saperlo.
E allora chi cacchio l’avrà scritte quelle strun stranezze lì riportate sull’Agenda di Mario Monti?

Di Pietro Ichino dicono sia un giuslavorista di indubbia fama e valore, ma io che di queste cose non me ne capisco un passero; di valutarne la veridicità della nomea non ci penso proprio.

E poi come faccio a fidarmi di uno che dice d’aver riportato sul suo blog parte dell’Agenda già dal 29 settembre 2012 … blog dove per altro, non trovi un post con la data manco a pagarlo oro?

Diciamo che assomiglio un po’ a San Tommaso che come ben si sa eccetera eccetera.
Infatti, per quanto riguarda il mio ambito, il turismo, molte volte non sono mancate le opinioni della gente sulle presunte eccelse conoscenze nel settore di tal Tizio o tal Caio (forse lo dice Sempronio che con loro è sempre insieme), competenze che poi alla fine dei conti si sono riscontrate delle catastrofiche panzane.
E i fatti, poche balle, lo attestano più che ampiamente.

Dando così sempre maggior adito al fatto che, pur disponendo di grandissimi campioni (se lo dicono tra di loro), beh; l’Italia non è che eccella poi molto in tutti i settori che si conoscano (lavoro, finanza, sanità, turismo e bla bla bla), e non credo sia proprio il caso d’incominciare un’attenta disamina per far capire in che situazione di “emme” ci troviamo per farlo capire anche ai più agnostici o a quelli interessati a parlar bene di loro.

Comunque sia sta faccenda qua, esaminiamone la grande innovazione su quanto riportato a pag. 13 dell’Agenda, e poi fate un po’ voi se non vi stanno prendendo per il retro.

Il patrimonio culturale del nostro Paese non ha eguali al mondo, per vastità nello spazio (dai monumenti alla gastronomia, dai teatri alle chiese) e nel tempo (dalle incisioni rupestri alle avanguardie).
E’ una ricchezza non de localizzabile, non riproducibile altrove.
Per il nostro Paese è dunque una scelta strategica “naturale” puntare sulla cultura, integrando arte e paesaggio, turismo e ambiente, agricoltura e artigianato, all’insegna della sostenibilità e della valorizzazione delle nostre eccellenze.

E ora ditemi se non avete almeno sentito o letto queste parole almeno qualche svariato milione di volte e … ma per piacere.

I progetti promossi recentemente per il sito archeologico di Pompei, l’Accademia di Brera, la Galleria dell’Accademia di Venezia, il Museo di Capodimonte dimostrano che anche in periodi difficili è possibile trovare le risorse per tutelare il nostro patrimonio.
Intese con le fondazioni di origine non bancaria o forme calibrate di partnership pubblico-privato potrebbero consentire un allargamento dello spettro delle iniziative finanziabili.
Musei, aree archeologiche, archivi, biblioteche devono essere accessibili ai cittadini e ai turisti in modo più agevole e la qualità dell’offerta deve migliorare, anche sperimentando forme di sinergia e collaborazione tra il privato sociale e le istituzioni statali.
Investire nella cultura significa anche lavorare per rafforzare il potenziale del nostro turismo, poiché già oggi cultura, bellezze naturali ed enogastronomia sono i pilastri della nostra attrattività, anche rispetto a Paesi che presentano il maggior potenziale di sviluppo turistico (Russia, Brasile, Cina, India, Golfo).

Beh, qui oltre alla logorroicità del racconto, ci sarebbe anche da dire che probabilmente all’autore è sfuggito che oltre alle belle parole ci sono queste cose In Germania, a Ruhr, dopo la chiusura della miniera, la Regione del Land e lo Stato hanno investito più di 300 milioni di euro per la riqualificazione ambientale e la bonifica del territorio.
La miniera è diventata un Museo.
Ogni anno ci sono 2 milioni e duecento mila visitatori che sono andati al Museo della miniera.
Per fare un confronto, a Pompei i turisti sono 2 milioni e seicento mila.
Appena quattrocento mila in più.
La vecchia miniera è diventata una nuova attività che produce cultura e guadagni.
Il Museo ha creato 10 mila posti di lavoro.

E poi?
E poi si organizzano tour sulle orme di Lutero o percorsi culinari nella Foresta Nera: anche in Germania, scoprono i turisti, si mangia bene, e si paga di meno.
I tedeschi sono stati i primi a intuire lo sviluppo del turismo dalla Cina e stanno aprendo i primi alberghi ideati per i turisti orientali, che hanno le loro esigenze.

Ora, alla vigilia dell'Itb, la gigantesca fiera del turismo, la più grande al mondo, che si aprirà il 5 marzo a Berlino, si cerca di convincere la Merkel a tornare sui suoi passi: la cancelliera ha voluto una tassa straordinaria sui voli, che penalizza le compagnie low cost e il turismo giovane.
Forse ci riusciranno, ormai la crisi è alle spalle.
In rapporto con la Germania, l'Italia dovrebbe triplicare almeno il suo fatturato turistico. 
Ma negli ultimi tre anni all'Itb non si è presentato nessuno dei nostri responsabili politici per il turismo, evidentemente occupati da cose più importanti.
Vedremo se mancheranno anche il prossimo appuntamento. 

Qualche altro esempio?
Beh, se volete fare la notte del 2020 … ma personalmente non ne ho già più voglia di dire sempre le stesse cose.

Ovviamente, per quanto concerne il turismo sull’Agenda di Monti o Ichino qualsivoglia, non poteva di certo mancare che … la macchina turistica va però governata meglio: oggi ci sono troppi centri decisionali, poco coordinati e con insufficiente massa critica per affrontare con successo la competizione globale.
Per questo è necessario rafforzare il coordinamento centrale e incidere sul sistema ricettivo, fieristico, infrastrutturale, formativo, normativo e fiscale per renderli coerenti con un’offerta turistica che intercetti nuovi bisogni e migliori la qualità complessiva.

Ma no?
Ma va?

E di cambiare quelli che comandano il turismo e magari metterci qualcuno che finalmente ci racconta delle cose nuove ma soprattutto che poi le fa, non se ne parla mai, vero?






2 commenti:

  1. Luciano, abbi pazienza, per il momento, i nostri tentacolati comandanti hanno dato l'anima nello studiare come poter guadagnare dai turisti (e convieni che lo han fatto egregiamente). Adesso dovremo solo attendere alcuni decenni per sapere come decidono di invogliarli a venire ... questi turisti...

    :-)

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  2. @Jennaro

    Vabbeh, allora ci faremo venire i loro figli, va.

    :)

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