Il peggior binomio che possa esistere per un essere umano è quello
di avere del tempo da perdere e non disporre di una esagerata capacità intellettuale,
dai mettiamola così.
Poi ce ne sarebbe anche una terza, ed è che noi italiani in
queste cose, probabilmente (?), ci marciamo come soldatini di ferro all’aria
aperta, arrugginendoci ma godendo del male altrui.
Poi se questo male si ripercuote su di noi stessi, beh; per alcuni
miei compatrioti è ancora meglio.
Ed è da qui infatti che nasce il famoso detto: “Me lo taglio
per far dispetto a mia moglie”, che ti viene da dire: “E bravo bel …one”, che
non è la fine della parola “campione”, neh!
Ma vengo al perché.
Ieri apro il giornale web (Il Giornale d’Italia diretto da
Francesco Storace) e leggo che di giusti in Italia non ce n’è poi così tanti …
dicono loro.
Ma come mai?
Come ben sappiamo la destra è contro la sinistra e pure
viceversa, poi ci sono dell’altri che ce l’hanno con tutti, e tra di loro non
fanno altro che spararsi addosso delle quintalate di sterco, profetizzandosi
gli uni migliori degli altri.
Mentre il più delle volte queste risultano tutte balle (!) per i … oni (vedi sopra).
Comunque sia una tale Grazia Bontà, dice che Andrea Babbi
non può ricoprire la carica di DG dell’Enit per i seguenti motivi.
E lo dice con una tale superbia, adottando dei termini anche
banali, a presunta dimostrazione che il pezzo sia più che altro, politicizzato.
Infatti usa degli aggettivi come “giovane o giovanotto” (e per
più volte) che per un signore che ha 51 anni (Andrea Babbi) suona più come una
presa per i fondelli, dimenticando (volutamente ?) che non esiste migliore età per
un uomo per poter dirigere qualsiasi ambaradan o far diventare ex un famoso carrozzone
di tale misura.
Non mancano nemmeno delle terminologie come il “fedelissimo”
nei confronti di Pier Luigi Celli che è il Presidente del medesimo ente … e via
cantando, ma tutte supposizioni che manco li cani …
In poche parole e per quanto mi riguarda, un fondo da far
paura per la sua inconcludenza che ha dei riporti addirittura sul Governatore
dell’Emilia Romagna, sugli eventuali ministri futuri e chi più ne ha più ne
metta.
Mancano solo delle supposizioni sull’eventuale prossimo
Papa, ma probabilmente nel prossimo ci rientrerà anche lui con tutta la Chiesa subito
appresso.
Ma per piacere!
Questo detto,
tutto italiano, si adatta perfettamente alla scandalosa vicenda (?) che sta per
essere raccontata … dice la Grazia Bontà.
Bontà e Grazia sua!
Sono
mesi oramai che tutti gli italiani sentono parlare, purtroppo, di Spendig
Review, la riforma che, letteralmente, revisiona la spesa pubblica. In che
modo? Semplicissimo, tagliando i fondi a tutti i settori di competenza statale,
senza alcuna pietà. Anzi no. Perché, come si suol dire, “fatta la legge,
trovato l’inganno”. Questo detto, tutto italiano, si adatta perfettamente alla
scandalosa vicenda che sta per essere raccontata. Ma cominciamo dal principio. E.N.I.T.,
acronimo che sta per: Ente Nazionale Italiano Turismo, oggi rinominata “Agenzia
Nazionale per il Turismo” (il nome cambia poco la sostanza), è una delle
aziende pubbliche più importanti e con maggior peso specifico nel nostro Paese.
Questo per un fatto molto semplice: l’economia italiana ha dal turismo una
parte considerevole dei suoi introiti. Con la crisi che avanza e con la
Spending Review che incalza, però, anche questo prestigiosissimo Ente avrà
cominciato ad avere qualche problema. Sembrerebbe proprio di no. Capita infatti
che, il 21 settembre del 2012, sia scaduto il contratto dell’ex Direttore
Generale dell’Enit, tal Paolo Rubini e che il Consiglio d’Amministrazione ne
debba nominare uno nuovo. In casi come questo, la riforma voluta
dall’incorruttibile Governo dei tecnici, vuole che vengano applicare regole
ferree ed inderogabili. Per esempio, il comma 6 dell’articolo 2 del testo
definitivo ed approvato dal Parlamento della citata Spending Review che prevede
“l’espresso divieto –per le Amministrazioni per le quali non siano stati emanati
provvedimenti attuativi da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri (e
l’Enit non è tra questi,ndr)- di procedere ad assunzioni di personale a
qualsiasi titolo e con qualsiasi contratto”.Bene. Però, in qualche modo il
posto dell’uscente Rubino dovrà pur essere occupato da qualcuno. Il nome
estratto dal cilindro dal CdA dell’ente è quello di Andrea Babbi. Nato a
Ravenna (occhio, il luogo natio è importante), classe 1962 -un giovanotto, si
potrebbe dire- e Amministratore Delegato uscente di “Apt Emilia Romagna”,
agenzia che si occupa della promozione e sviluppo del turismo locale. Perfetto,
come competenza ci siamo, dunque. Peccato però che la “Apt” sia una
società privata e che, quindi, con la sua nomina, Babbi abbia violato non
solo la regola che impone agli enti pubblici di non assumere nuovo personale,
visto il periodo di crisi, ma anche un’altra. L’art.19, della legge165/2001
impone che “gli incarichi dirigenziali possono essere conferiti a dipendenti
pubblici, purché dipendenti da altre amministrazioni pubbliche o da organi
costituzionali”. E non è proprio questo il caso del nuovo DG dell’Enit. È bene
capire il perché la scelta del Consiglio d’Amministrazione sia ricaduta proprio
su Babbi, violando più di una norma di legge, invece che su un dirigente
interno all’ente. Beh, per esempio perché il giovane ex AD dell’Apt è uno dei
fedelissimi del Presidente dell’Enit, un certo Pier Lugi Celli. Il quale, oltre
ad essere il DG di una delle più prestigiose università di Roma, la“LUISS –
Guido Carli”, ha un curriculum da imprenditore lungo una decina di pagine. Il
caso vuole che sia Celli che Babbi siano, per così dire, in ottimi rapporti con
l’attuale Presidente della “Conferenza Stato-Regioni”, nonché Governatore
dell’Emilia Romagna (guarda caso), Vasco Errani. Ma non basta. Certe
malelingue, viste le elezioni alle porte, sostengono che uno degli aspiranti
alla poltrona di Presidente del Consiglio, l’emiliano (la regione è la stessa)
Pierluigi Bersani, vorrebbe proprio Errani nel suo futuro Governo o almeno
quale suo successore alla guida del Partito Democratico, in barba a eventuali
primarie e quant’altro. C’è di più. Sempre le stesse malelingue avrebbero
insinuato cheBabbi sia stato “promosso” all’Enit per giustificare un suo
–eventuale- ulteriore scatto di carriera, laddove il suo “protettore”fosse
effettivamente chiamato a più alti incarichi. Queste, però, sono solo perfide
illazioni. Alle intenzioni, non possono farsi processi. Ma ai fatti sì, eccome.
Lasciando perdere le trame di potere, è bene approfondire che tipo di vantaggio
(economico, oltre che “di curriculum”) abbia ottenuto il giovane Babbi grazie
al suo nuovo incarico. Mentre il Governo dei tecnici tar-tassa i suoi cittadini
con ogni possibile tipo di imposta, un dirigente pubblico ha uno “stipendio
tabellare, annuo, lordo” di 51.320 euro, cui si vanno ad aggiungere 23.633 euro
di “indennità di posizione –parte fissa-” , 75.047 euro di “retribuzione di
posizione –parte variabile-” e la bellezza di 30.000 tondi tondi di
“premio annuo residuato”. Per un totale di 180.000 euro all’anno. Tutto
indicato per filo e per segno nel contratto di lavoro di Babbi (in foto) e che,
in calce, riporta anche la sua firma quale DG di Enit, oltre che quella del
Presidente Celli. In pratica si è assegnato la paga da solo! Insomma, una cifra
che un dipendente pubblico medio non vede neppure in 10 anni di lavoro, sempre
che il lavoro (con tutti questi tagli) ce l’abbia ancora. Tutta questa storia
non sarebbe mai venuta fuori senza il lavoro instancabile di Giuseppe Russo,
dirigente della FILP, il sindacato indipendente dei lavoratori pubblici. Russo
ha iniziato a segnalare ai dirigenti Enit che la nomina di Babbi era del tutto
illegittima ancor prima che il CdA la votasse definitivamente. Non ricevendo,
in mesi e mesi, dall’ente alcun riscontro in merito alla sua denuncia, è dovuto
passare alle vie di fatto, presentando un regolare esposto alla Corte dei
Conti, che dovrà pronunciarsi in merito alla eventuale violazione delle norme
di legge, verificatasi con la designazione di Babbi. Raggiunto telefonicamente
da “il Giornale d’Italia”, il sindacalista della FILP ci ha tenuto a precisare
una serie di cose. “Allo stato attuale, all’Enit non è cambiato nulla. La
dirigenza continua a non dare alcuna risposta in merito alla mia segnalazione.
E, inoltre, Andrea Babbi sostiene che la denuncia per l’irregolarità della sua
nomina, sia un attacco personale a lui e non alle modalità con le quale è stato
scelto. Qui nessuno ce l’ha con lui. Vogliamo solo che venga chiarito il perché
sia stato scelto un dirigente ‘esterno’ alla P.A. in violazione (almeno così
pare) delle regole stabilite dal Governo”. Oltretutto, in un momento delicato
come questo, verrebbe da aggiungere. La domanda è sempre la stessa e la
risposta non arriva mai. Se esistono delle leggi, perché i primi ad infrangerle
sono quelli che, per primi, dovrebbero seguirle alla lettera?
E
allora esaminiamo un po’ ciò che ha scritto l'ardita signora, sotto consiglio o personale ricerca o sotto dettatura e artefice
del pezzo.
Amministratore Delegato uscente
di “Apt Emilia Romagna” … non mi risulta uscente
affatto.
E peccato però che la “Apt” sia
una società privata: è sì una srl, ma il capitale sociale è versato da
enti pubblici (soci).
Il giovane o giovanotto
Andrea Babbi, ex AD dell’Apt è uno dei fedelissimi del Presidente dell’Enit; non sapevo; ma da quando?
Poi
per giustificare un suo, eventuale, ulteriore scatto di carriera, laddove il
suo “protettore”fosse effettivamente chiamato a più alti incarichi: da DG non si diventa AD di ENIT;
questa mi pare proprio una ca..ata … che non è una cascata.
In
calce, riporta anche la sua firma quale DG di Enit, oltre che quella del
Presidente Celli.
In
pratica si è assegnato la paga da solo!
Beh,
se è un contratto l'avrà dovuto firmare
per forza, o no; altra ca..ata (ved. sopra).
Regolare esposto alla
Corte dei Conti, che dovrà pronunciarsi in merito alla eventuale violazione
delle norme di legge: credo che la nomina l'abbiano
già dovuta vidimare, per cui è banalmente del tempo perso e delle rotture di ... oni.
Circa lo stipendio, mi pare sia in linea con quello dei
predecessori, anzi sembrerebbe qualcosa di meno e che vada a parare addirittura
sugli obiettivi raggiunti.
E al fine … perché Tutto sbagliato tutto da rifare che su
quell’ente ha speso milioni e milioni di parole criticandoli (costruttivamente)
aspramente, adesso si mette dalla loro parte?
Semplice!
E' mai possibile che quando ne arriva uno che potrebbe saper fare
il proprio lavoro nel migliore dei modi si cerchi in tutte le maniere di
tornare all’antico, e vale a dire … meglio non dire, va!
Tutto sbagliato tutto da rifare non è un blog che vuole
rompere i …oni (vedi sopra) perché non ha da fare un razzo, anzi (se sapeste …
), e non è neanche un blog che si schiera da una o dall’altra del
firmamento politico italiano.
Personalmente sto solo col turismo e il turismo con la
politica non c’entra una benemerita mazza di niente, e di conseguenza sto con chi lo sa fare. E di certo non penso minimamente al bene di pochi nonché interessati al proprio benessere, vero?
E chi ha da capire, capisca neh ... e sapevatelo!
Poche balle e camminare
Bontà mia!
P. S.: Tutte CAZZATE