martedì 16 aprile 2013

Expo 2015 ... tutta colpa della consonante "D"?


Quasi un anno fa scrivevo questo, e mi chiedo, a parte le belle parole che non mancano mai, se sia cambiato qualcosa da allora in merito all’Expo 2015 …

… all’inizio dell’anno in corso si venne a sapere che mentre tutta l’organizzazione che ruotava intorno all’Expo 2015 era ancora in alto mare, qui su queste pagine del blog s’incominciò a dare qualche suggerimento del tipo “dateci ‘na mossa”, “poche balle” e "finitela di perdere tempo".

Infatti c’era chi si dimetteva (Pisapia), che poi veniva reinvestito (addirittura dal Monti) in una simil posizione manlevandosi da alcuni incarichi, ex presidenti di provincia che nonostante le “cosette” sapute e risapute di cui s’aspetta l’esito della magistratura e il normale seguito dell’indagine che l’andrà “presumibilmente” ancora per le lunghe tra corsi e ricorsi, viali e caruggi, piazze e ripiazzamenti da qualche altra parte … e dove qui continuano polemiche insulse, rimpiattini tra Pisapia, Formigoni e la burocrazia.
Mentre loro al di là del confine, metodici, precisi ed efficienti ci lasciano la “D” su quest’ultima parola.
Insomma un’ambaradan (il nostro) che non dà granché buoni segnali, mentre (il loro) si può riassumere in una sola parola: “Svizzeri”.

Ebbene, i vicini svizzeri invece cominciavano già a farla rendere come business.
E il tutto alla luce del sole, coinvolgendo anche il Comune di Milano.

Di che cosa si trattava?
Gli operatori turistici della confederazione, coordinati tra di loro dalle autorità turistiche federali, stavano mettendo a punto pacchetti volo-soggiorno-visite da vendere ai clienti del medio ed estremo Oriente, a cominciare da Cina, India e Indonesia, ma anche di Stati Uniti e Brasile.

Una bella operazione commerciale e organizzativa: infatti saranno venduti insieme il volo aereo per Zurigo (in prima fila, ovviamente, c'è Swiss, la compagnia svizzera del gruppo Lufthansa), i pernottamenti nel Ticino, l'area elvetica più vicina all'Italia, i trasferimenti in treno per Milano e l'Expo, poi, volendo, un tour per le città d'arte italiane e il ritorno con partenza da Roma (o, in alternativa, il rientro in Svizzera e il volo da Zurigo).
Non risultava, allo stato, che organizzazioni italiane si stessero muovendo in tal senso, se non per iniziative marginali.

Ed è chiaro che l'attivismo svizzero si basa naturalmente sui numeri.

Le stime dicono che l'Expo attende circa 22 milioni di visitatori in sei mesi, il che equivale a circa 120 mila al giorno, quando il sistema alberghiero di Milano dispone di circa 70mila posti letto. Il Ticino mette dunque a disposizione le sue risorse di ospitalità, pari a circa 30 mila posti letto, che salgono a 240mila nell'intera Svizzera.

Passano i mesi, e mentre da noi non cambia una benemerita mazza (almeno non ho letto da nessuna parte la benché minima novità), anzi qui continuano polemiche insulse, rimpiattini e bla bla bla in gran quantità, mentre loro al di là del confine, metodici, precisi ed efficienti ci lasciano la “D” su quest’ultima parola.
Pardon, questo l'ho già detto, ma volevo solo ricordarlo.

Così la compagnia di bandiera elvetica, Swissair, sta già vendendo pacchetti viaggio più soggiorno in Asia e in America per incoraggiare i turisti che nel 2015 verranno a visitare l’Expo milanese.
Voli, alberghi e ristoranti svizzeri ringraziano.
L’indotto italiano invece resta all’asciutto.
Genova poi ... ma lo racconterò la prossima volta perché c’è troppo da dire.
Comunque sia, gli svizzeri, approfittando dei nostri ritardi e della scarsa capacità previsionale, tirano diritto per la loro strada attraverso l’ente federale che come missione ha la promozione turistica del Paese.

Noi?
Interpellato l’Enit, il nostro ente che su queste pagine abbiamo già descritto a più non posso e non certamente come “efficiente come dovrebbe”, ammette che: “Non ci risulta che ci siano ancora progetti approvati”.
Nemmeno nella Federviaggio, l’associazione degli imprenditori della filiera turistica, hanno notizia che tra i propri membri ci siano iniziative in corso.
Abbè!

Non si ha notizia, allo stato, che enti, organizzazioni o compagnie aeree italiane stiano lavorando con piani altrettanto articolati.
Anche Alitalia dice che è un po’ presto, i tempi non sono ancora maturi.
???
Mentre in Svizzera è stato già avviato un programma di aumento e miglioramento dell’ospitalità, sempre in vista del 2015, che per questa nazione sembra ed è un appuntamento strategico.
Va ricordato, per inciso, che la Confederazione ha confermato l’investimento di 33 milioni di franchi (circa 27,5 mln di euro) per il proprio padiglione nazionale alla rassegna universale: è stato, riferiscono orgogliosamente a Svizzera Turismo, il primo Paese a firmare il contratto.
Per quanto riguarda la compagnia aerea Swiss, il direttore per l’Italia, Luca Graf, conferma che il nostro Paese, con 16,5 voli al giorno da e per la Svizzera, è strategico per la compagnia, con un flusso di passeggeri tra i due Paesi che nel 2011 è stato di 940mila persone (in aumento del 10% sul 2010).
Ecco quindi che cosa vuol dire “fare sistema”.

E a Genova?
E a Genova il “sistema” al massimo se lo giocano ai cavalli o al lotto … credo.

... forse perché non ci capiscono "un'ombra" (ved. foto a fianco).


 Di Paolo Stefanato e un pò mio








5 commenti:

  1. L'ombra spiega alla grande la nostra efficienza.

    :-(

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  2. @Luciano

    Ma è mai possibile che noi dobbiamo essere sempre gli ultimi...

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  3. @Luciano

    Il fatto strano è che non ci mettono rimedio se non a parole incolpandosi l'un l'altro.

    Che non lo sappiano fare?

    Credo di si!!!

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  4. Credo d'essere rimasto senza parole dopo essermi ricordato che in quasi un anno non è migliorato niente, anzi ...


    :(

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