Lo scopo è quello di lottare
contro la cattiva reputazione del personale turistico nella città e nella
regione parigina.
Infatti, il ritratto dei
parigini non è sempre lusinghiero da parte dei turisti che frequentano la Ville
Lumière, che a quanto pare viene giudicato maleducato, incivile e impaziente.
Di tale malumore, s'è accorta
la Camera
di Commercio parigina, che ha lanciato una campagna con sito
internet “Do
You speak tourist” per spiegare al personale come essere più educato e
gentile con i clienti stranieri innamorati di Parigi.
Cercando così di dare una
migliore assistenza secondo i più nobili canoni dell'ospitalità e del galateo,
e anche perché non si può accogliere alla stessa maniera un giapponese, un
inglese o un italiano, ci sono codici culturali diversi e bisogna conoscerli
per adattarsi.
Le cifre
33milioni di turisti all'anno
per 500mila dipendenti del settore.
La clientela internazionale rappresenta il
42,4% degli arrivi in Ile-de-France.
E' significativo l'aumento di turisti
cinesi (+21,5%), Medio Oriente (+7,8%) e Americhe (+6,8%).
Segno più anche per
la clientela europea ma solo di un 2,8%.
Inglesi (13,2%), Americani (11,7%) e
Spagnoli (9,9%) sono le prime tre nazionalità che scelgono Parigi secondo i
dati Crt Paris Ile de France-Dgcis-Insee, mentre per quelli di Paris Info le
presenze degli italiani nel 2012 sono state 631.448, in calo del 4,8% rispetto al 2011.
Identikit del turista. Proprio per questa ragione sul sito e nella
guida che verrà distribuita ai commercianti e al personale di alberghi e
ristoranti è possibile trovare un identikit dal turista americano a quello
cinese passando per quello italiano.
Durata del soggiorno, natura
della spesa, codice di gentilezza spiegati nazionalità per nazionalità. Così si
scopre anche come i turisti sono percepiti dai parigini.
Gli inglesi "apprezzano
essere chiamati per nome, l'autenticità degli ambienti locali e sono amanti
della gastronomia francese" ai cinesi "è sufficiente un semplice
sorriso e un buongiorno nella loro lingua per soddisfarli
pienamente" mentre i giapponesi "non si lamentano mai subito
quando non sono appagati, ma le critiche arrivano solo quando mettono piede nel
loro Paese".
Gli italiani. "Italiani: simpatia e raffinatezza,
un'immagine di lusso e di moda.
I parigini si aspettano che si parli la loro lingua,
prediligono particolare attenzione nell'organizzazione della vacanza, che gli
vengano proposte attività da fare con la famiglia e un buon rapporto qualità
prezzo" .
Il sito sottolinea che
"gli italiani saranno particolarmente colpiti dalle piccole attenzioni
dedicate ai loro bambini".
Per quanto riguarda il codice
di gentilezza è rimarcato che "gli italiani tengono alla stretta di mano e
passano direttamente al tu".
Il precedente di
Pechino.
Anche la capitale cinese incoraggiò i propri connazionali ad essere più educati
con i turisti in occasione delle Olimpiadi del 2008.
A Pechino era stato
distribuita una guida con otto consigli sull'ospitalità.
"Non chiedere l'età, non
domandare nulla sulla vita sentimentale o il matrimonio, religione e
politica" ma soprattutto vi erano elencati consigli su come comportarsi in
maniera civile ed evitare di saltare la fila, divieto di sputare in terra e
parlare con un tono di voce più basso.
Attualmente il sito “Do you
speak tourist”comprende le preferenze dei clienti di undici Stati ma presto
aumenteranno.
In Italia non esiste una cosa del genere?
RispondiElimina@Vincenzo
RispondiEliminaNo
:(
Simpatica iniziativa che mi porta a pensare ......... perché non si inventano in Italia?
RispondiEliminaChe qui non esistano questi problemi?