sabato 29 giugno 2013

Finalmente hanno trovato un italiano che corrisponde ai parametri richiesti da Enrico Letta. Lui è ...

Non ci crederete ma è appena stato trovato l’unico italiano che corrisponde ai parametri per rientrare negli sgravi fiscali “lettiani” di Enrico.

Lui si chiama Pasquale Cafiero e suo fratello (Cafiero Pasquale), che porta lo stesso nome, fino a poco tempo fa lavorava come brigadiere a Poggio Reale, attività iniziata nel lontano ’53.
Ma andiamo per gradi!

Enrico Letta li vuole così:

- essere privo d’impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi
- essere privo di un diploma di scuola media superiore o professionale
- vivere da solo con una o più persone a carico.

E Pasquale Cafiero corrisponde perfettamente a questi criteri.
Infatti, non ha mai lavorato fin dalla tenera età; è privo di un diploma di scuola media superiore e quello della media inferiore è stato conseguito all’età di trentadue anni dopo varie peripezie, mentre suo fratello, la nonna e il nonno della nonna sono a suo carico.
Nel senso che, stante la sua considerevole mole (è alto più di due metri per 120 chili), quando i famigliari vogliono uscire da casa per dei rari motivi, ebbene; lui li trasporta di peso e se li “carica” agevolmente sulle spalle.

Pasquale Cafiero che ama e sa fare il caffè (con la famosa ricetta di Ciccirinella), negli ultimi quindici anni ha fatto quaranta concorsi, novanta domande e duecento ricorsi, ma dichiara che questi sono sempre stati vinti da degli infamoni, briganti, papponi, cornuti e lacchè … e che con lui, lo Stato si costernava, s’indignava, s’impegnava ma poi gettava la spugna con gran dignità.

Ma adesso no, lo Stato lo aiuterà e tra non molto troverà il lavoro.
Almeno uno, va!

… sempre che qualcuno lo assuma considerato che sia l’Irpef, l’Ires che l’Irap, sono aumentati.

E nel turismo?
Manco quell'uno!


Mentre il problema delle PMI (e nel turismo ce n'è un botto) continua a rimanere la cassa, la liquidità, l'argent e per farla in breve: i danèe.
Le banche non fanno credito impegnate come sono a comprare titoli di Stato italiani.
Lo Stato non rimborsa i crediti delle aziende arrivati a circa 130 miliardi. I clienti dilatano i tempi di pagamento a 120, 180 giorni, quando va bene, perché, quando va male, i clienti falliscono e il credito diventa di fatto inesigibile. Il governo però ha assoluto bisogno di soldi per rimandare l'Iva e l'Imu a data da destinarsi.
Cosa di meglio allora di un salasso alle imprese invece di tagliare costi inutili?
La crisi delle piccole e medie imprese sta facendo crollare il gettito fiscale, che necessita di circa 800 miliardi all'anno, su cui si regge l'Italia.
Cosa vuoi di più dalla vita?
Un Luciano?



Parte mia e parte del blog di Beppe Grillo







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