La differenza tra la morale e
la politica sta nel fatto che per la morale l'uomo è un fine, mentre per la
politica è un mezzo.
La morale, quindi, non può
mai essere politica, e la politica che sia morale cessa di essere politica.
Poi, per il semplice fatto
che la morale è soprattutto etica (deriva dal latino moràlia ed ha significato quasi coincidente ad etica),
in senso stretto, con etica e con morale si
deve (almeno si dovrebbe) intendere un insieme di criteri, di valori, di
norme, in base ai quali ognuno orienta il proprio agire, che di colpo assume la
parola professionalità.
E la sempre più professionalità si acquisisce con la sola esperienza.
Il concetto è abbastanza semplice se rapportato al mio
settore: il turismo … e non solo.
L’equazione sarà quindi che con la politica te la puoi
scordare la morale o l’etica.
Infatti, se vai a ben guardare (anche se sei miope e pure presbite),
la politica in Italia non inserirà (quasi) mai delle persone con la
professionalità e con l’acquisita esperienza necessaria in quei posti, dove
invero sarebbe indispensabile.
Il turismo
Il Turismo è da mo che ha
imboccato la strada del fallimento (inammissibile per qualsiasi nazione,
fuguriamoci la nostra con quel popò di roba che abbiamo per il volere del buon
Dio), perché non ha puntato tutto su quei fattori sopra descritti (etica e
morale) e i risultati sono più che lampanti.
E se non bastasse, ecco che
ci sentiamo soffocati dalla crisi e privi di fiducia nei partiti incapaci, non
solo di fronteggiare l'emergenza, ma anche di darsi una regolata, di moderare
le loro pretese di privilegi e di denaro pubblico da sperperare con sciatteria
e dabbenaggine.
Ma la cosa che più di tutte reputo veramente “schifosa”, è
il loro volere a tutti i costi (e ahinoi, il loro potere) di inserire dei presunti
saccenti nelle “careghe” che contano a livello decisionale, e per quei settori
che mai hanno praticato.
Nel turismo poi, ci danno che è una bellezza … sì, ma la
loro.
Quindi, o c’incazziamo e non glielo permettiamo più, senza
grandi clamori o del gran casino, per carità … o prepariamoci al peggio del
peggio.
Come si fa?
Uniamoci tra gente veramente perbene (e di quella ancora ce n'è) con un solo e comune
denominatore, inglobando sotto un’unica bandiera tutti gli spicchi di questo
settore per non permettere più che le decisioni siano solo e unicamente
politiche.
Anche perché non si può pensare che le cose cambino se
quelle “schifezze” sono ripetute all’infinito.
Come quando notiamo che i responsabili dei vari ambaradan,
sono stati lì inseriti per il solo motivo che appartengono alla corrente di
questo o quell’altro; a quella data associazione o Fondazione … e basta così
con altri esempi a questi paralleli, che tanto s’è capito bene, neh!
Come quando veniamo a sapere che putacaso (?) ci sono finiti i
loro amici o gli amici degli amici; la moglie del tale o il marito di tal altra;
il figlio o la figlia, del genero o del padre (che a loro volta "beneficiano" sempre gli stessi) … e che a sentire loro sembra che sia per diritto divino o che addirittura sia anche opera dello Spirito Santo.
Basta!
Bisogna cambiare mentalità perché in questa maniera si creano solo delle strutture per la
gestione del consenso e delle poltrone, e si continuano a prendere delle decisioni sulla base della
maggioranza dei partiti o per favorire chi usa più la lingua che il proprio
intelletto nonché il sapere attraverso una grande esperienza.
Qualcuno ben prima di me e con una testa
sicuramente migliore affermava che … non possiamo pretendere che le cose
cambino, se continuiamo a fare le stesse cose … e, se m’è consentito, oserei aggiungere:
“Con della gente che di quel dato settore (turismo) non ne capisce una
benemerita mazza”.
E come si può credere che questi facciano il
nostro bene o che lo sappiano solo che fare?
E' ora di finiamola
RispondiEliminaIn effetti pare che molti Enti Pubblici siano a "conduzione familiare", in un Ufficio ci bivacca il padre, in un altro la madre e un altro ancora c'è il figlio... dello "Spirito Santo" che ce lo ha messo.
RispondiElimina:-)
@Jennaro
RispondiEliminaPer non parlare delle università dei "baroni" ...
:(
@Vinc
RispondiEliminaDici bene, ma voglio spezzare una lancia in testa ai "baroni", perlomeno loro hanno il buon gusto di "tirare le cuoia" prima di passare la "eredità" al figlio ... almeno così era un tempo ...
:-)