Ho appeso delle bottiglie alle piante, le ho colorate, ci ho
scritto il nome di uno scrittore che amo e dentro ho infilato, ben arrotolato,
un breve racconto sullo stile messaggi in bottiglia: Poe, King, Deledda,
Pirandello, Neruda, Hemingway etc.
Così, chi va al parco, che ho chiamato “Campo delle Storie”,
può sedersi e in tutta serenità, stappare la bottiglia, recuperare il messaggio
e leggere a contatto con la natura.
Per me è il massimo … scrive Roberto Mura.
Mentre per me è geniale.
Roberto è un giornalista pubblicista che oltre a scrivere
divinamente (mannaggia a lui, perché addirittura io sbaglio i congiuntivi) è di
Sadali (Cagliari), un paesino ben curato da mani sapienti come solo gli avi
sapevano fare..
Mille abitanti che conoscono l’arte di curare i profumi e
gli aromi di un tempo, e dove puoi ancora scoprire quei gusti che non si
trovano più in nessun’altra parte del mondo.
Come nasce “Il Campo
delle Storie”
Dalla mia finestra si vedono gli alberi.
Finalmente.
Sono partito da questo mio paesino - si chiama Sadali - una ventina di anni fa.
In treno.
Con le lacrime agli occhi.
Lasciavo tutto, anche se non avevo nulla.
Solo affetti.
Bisnonni e nonni.
Amici. Zii e zie, che in paese sono praticamente tutti gli
anziani.
Dopo 3 ore e 40 di tutum-tatatam ecco la città che
s’affaccia sul mare.
La capitale di un’Isola che ho sempre considerato
fantastica.
Dopo 14 anni dai nonni, andavo a vivere con mia madre.
In una casa piccolina, che dividevamo con altri.
Per noi due solo una stanza.
La città non mi piaceva, la casa ancor meno.
Poi la città l’ho apprezzata.
E per fortuna ho cambiato casa.
Non molto più grande, ma almeno nostra.
Ho studiato.
Liceo, università.
Ho lavorato, nei giornali, in una casa editrice.
Poi è venuta la crisi - ma per noi sardi c’è sempre stata -
e sono entrato nel magico mondo dei cassintegrati.
“Va bene - mi son detto - è ora di tornare in paese”.
Senza lacrime, però.
Un giorno d’autunno, sono andato in un posto che tante volte
mi ha visto da bambino.
Uno di quei posti magici, straordinari, dove vedi proprio il
sole sorgere.
E tramontare.
Ci andavo con mio bisnonno e con la mia bisnonna.
Era “la vigna”.
E faceva roba buona.
Accanto alla vigna, ecco un bel bosco di sughere.
In previsione della sua morte - è andata davvero così - mio
bisnonno piantò nel terreno una settantina di ulivi.
Vent’anni fa.
E io ci son tornato.
Gli ulivi son cresciuti.
E pure i rovi, da quando i miei bisnonni sono morti.
Il terreno, infatti, è stato abbandonato.
Quante storie simili in Sardegna?
Migliaia.
Eppure quel luogo mi ha attirato a sé come una calamita.
È un luogo dell’anima.
Mi son detto: perché non farne un parco?
Un parco letterario.
Artistico, magari.
Dove condividere la mia passione per la letteratura con tanti
amici, anche futuri.
Ebbene, mi sono rimboccato le maniche e, con tutta la mia
buona volontà, sto cercando di ritrovare il mio spirito contadino, per fare
muri, stradine, terrazzini, piazzole.
Curare gli alberi e fare una piccola biblioteca nella casetta
che ancora è tutta da sistemare.
Si potranno fare degli eventi, serate di letteratura, di
musica e arte.
Il Campo delle Storie è proprio a due passi dal centro
storico di Sadali, un paese che già di per sé è splendido e va visto.
In più, il Campo produce frutti.
Olive, sì.
Mele cotogne, sì.
Mandorle.
Ma produce anche libri, come ogni parco letterario che si
rispetti.
Sarà che sono per la biodiversità e perciò, quando vedo un
bell’albero, sto tutto beato a rimirarlo. A godere la sua ombra, la sua
compagnia, i suoi frutti.
I quindici scrittori che hanno donato un racconto al Campo
delle Storie sono come alberi, e i loro scritti sono i frutti.
Sta a voi gustarli.
Basta voltare pagina.
Io posso solo augurarvi buona lettura.
… e si legge seduti all’ombra di un ulivo.
Inoltre il terreno è disseminato di oggetti che, a guisa di
installazioni artistiche, ricordano i grandi temi della letteratura e gli
elementi principali che caratterizzano le storie: il tempo, il viaggio, il
sogno, la solitudine, l’identità dei personaggi.
Simbolo ideale del
Campo delle Storie è lo spaventapasseri, vero e proprio guardiano del Campo.
Ma l’opera di creazione del parco è appena iniziata: la
casetta che sorveglia il terreno verrà risistemata e diventerà una piccola biblioteca per i
frequentatori del parco: già tante persone, grazie alla sensibilizzazione fatta
su facebook, hanno donato (anche dal continente) dei libri per la biblioteca
del parco.
Per realizzare l’opera, l’Associazione ha stimato servano 3
mila euro, ed è la rete il luogo dove è iniziata la raccolta fondi.
Il parco servirà per fare eventi, di letteratura e d'arte in
generale, per farci escursioni a tema letterario, per portarci i bambini delle
scuole e per fare da punto di incontro per gli scrittori e gli artisti.
Oltre al parco fisico ci saranno delle "stazioni
dormienti", cioè luoghi belli del paese (o del centro storico o
della campagna: la cascata di San Valentino, le querce secolari della foresta
di Tiriccu, le Grotte de Is Janas, su Stampu de su Turrunu etc) che faranno idealmente parte del parco,
luoghi che saranno risvegliati dagli scrittori e dagli artisti in determinati
momenti, durante gli eventi ... Per finanziare i lavori necessari a rendere
fruibile il parco (recinzioni, stradelli, terrazzini, casetta) l’associazione
Alba Scriptorum di Sadali ha realizzato un'antologia con 15 scrittori da tutta
la Sardegna: Roberta Uscidda, Mario C.
Borghi, Roberto Mura, Ivo Murgia, Luca Fadda, Enrico Fresu, Paola Alcioni,
Luciana Ortu, Mauro Atzei, Francesco Melis,
Carlo Sulis, Mario Mereu, Fabio Marcello,
Roberto Alba, Manuelle Z. Mureddu.
Di Roberto Mura e poco poco di me … anche perché quando le
cose sono scritte così e con questo amore, è molto meglio che non c’aggiunga niente
di mio.
P. S.: … e se non è turismo questo ... con la giusta cultura ...
Semplice ma originale.
RispondiEliminabella idea
:-D
@Luciano
RispondiEliminaQuando la cultura propone innovazione ad antichi valori e tradizioni e non il loro sconvolgimento, fa d'uopo lasciarsi risvegliare dai nostri scrittori ed artisti sardi e godere tutti del loro estro ...
:-)
Geniale
RispondiEliminaBello davvero
RispondiEliminaQuasi quasi
RispondiElimina;-)
Ottima idea da realizzare anche in altre parti d'Italia.
RispondiEliminaEsistono già?
RispondiEliminaDa #invasionidigitali no?
RispondiEliminasono stata nel campo delle storie 2 volte e ci tornerò il 6 ..ho vissuto con i ragazzi che vedete nelle foto e nei video momenti molti emozionanti. per me roberto e il suo campo delle storie sono un originale laboratorio di marketing esperenziale ed umano, dove i sogni si mischiano con le 4p e tante altre cose ...non c'è business al campo, ma c'è la volontà da parte di tanti sognatori di ristrutturare la biblioteca e dare vita permanente a un modello di cultura dinamica e permanente.
RispondiElimina@Tiziana
RispondiEliminaIl business non deve assolutamente essere al Campo, per amor del cielo, ma nei pressi.