Noto sempre di più di non essere il solo a pensare
che il digitale ci ha davvero rotto, considerando il risultato che da al turismo.
Ormai tutti pensano che la digitalizzazione sia l'arma migliore per combattere la crisi di questo settore, forse perché chi dovrebbe (le istituzioni, le associazioni e via dicendo) non sanno che fare, ma di turisti non se ne vede quasi l'ombra se non in quelle statistiche e in quei dati di chi ci marcia per dimostrare la sua
grande bontà, sapienza e il saperci fare nonché per dare un senso agli
stipendi (buoni) che percepiscono; ma dati e statistiche "fabbricati" ad hoc che però e
immancabilmente non sono mai suffragati dai fatti.
Suicidi, fallimenti, chiusure definitive o
temporanee sono all'ordine del giorno se non a quello di ore, minuti
e pure i secondi.
Il ricettivo per sopravvivere deve sempre più
limitare e limare le uscite e questo ovviamente a danno della
qualità, dell'indotto e chi più ne ha più ne metta.
Non manca poi l'ingaggio di collaboratori pagati in nero, ovviamenti derivanti da palanche non certo bianche, per lo stesso motivo sopra descritto (non ce la si fa più con
le tasse e balzelli vari), cosa che non mi sento assolutamente di
condannare.
E molte altre cosette che non credo valga la pena di
ricordare ma che ahinoi esistono senza ombra di dubbio.
Nei giorni scorsi persino Repubblica
(due paginoni sull’edizione cartacea) si è intrigata di Fondi
Strutturali, Obiettivi Tematici, Agenda Digitale e Accordi di
Partenariato.
Roba tosta, di solito per soli addetti ai lavori.
Sarà il fatto che a Repubblica (ma anche su Il
fattoquotidiano) vogliono enfatizzare cose risapute, ovvero che
la UE ci ha accusato di non aver predisposto un piano strutturale per
sostenere la competitività e dunque la crescita con i soldi che ci
da.
Sarà che la componente digitale (Obiettivo Tematico
2) è stata buttata giù alla buona, con poche competenze, zero
strategie e per l’ennesima volta con la Pubblica Amministrazione al
centro dei possibili finanziamenti.
Tanto per cambiare.
Sarà che l’accusa in sintesi dice: ‘regimi
di aiuto “generalisti” orizzontali andrebbero evitati”. E
sostituiti da “un sostegno mirato alle imprese legato allo sviluppo
tecnologico”.
Sarà che per l’ennesima volta l’incompetenza
della nostra classe dirigente pubblica (la
più pagata a livello europeo) ha partorito l’ennesimo
pateracchio all’italiana.
Dunque veniamo a noi e prepariamoci a risolvere
questo grave problema con l’ennesima stagione di convegni e di
seminari su ‘come sarebbe bello il bel paese con il digitale e
bla, bla, bla, bla‘. Dove una serie di non ben identificati
pseudo-esperti di qualche cosa (la maggior parte delle volte sono
esperti di lettura web e di copia e incolla) ci racconteranno delle
mirabolanti avventure delle start-up della Silicon Valley, delle
tante app che ci fanno vivere meglio, di come ci stamperemo la
dentiera con una stampante 3D e di quella novità che si chiama
internet (25 anni, ripeto 25 anni e ancora la chiamano innovazione)
che è la cosa più bella, democratica e divertente del mondo.
A loro si uniranno amministratori delegati che
diranno: ‘ehi ho scoperto l’eCommerce, che figata!‘. E
tanti dirigenti pubblici che mostreranno come son riusciti a erogare
servizi digitali 20 anni dopo dei loro cugini europei, spendendo 4
volte tanto.
Ma bullandosi il doppio.
E il problema resterà irrisolto perché tutti
confonderanno tecnologie abilitanti con innovazione, internet con il
digitale e markette con piani industriali.
Ok, fine del piagnisteo da vecchio rompiballe.
Passiamo alla proposte.
La prima potrebbe essere una moratoria di almeno due
anni.
Zero convegni, zero seminari, zero chiacchiere.
Tornare in trincea (cordite, sangue e merda) e
risolvere i problemi di tutti i giorni che son tanti, perché
chiacchierando di digitale il paese non cresce.
Poi vorrei che si smettesse di parlare di digitale
perché è fuorviante.
Parliamo di futuro e basta.
Che ne dite?
Per ultimo direi ‘normalità’.
Nel senso che il digitale non è per niente
innovativo, è semplicemente una componente matura per lo sviluppo
dell’economia come lo sono le strade asfaltate, i cavi elettrici e
la carne in scatola.
L'innovazione sono solo ed unicamente le idee e non
gli hashtag, i “mi piace” con gli immancabili “retuit” che c'hanno fatto due bocce grosse così.
Di Gigi Cogo (il corsivo) e poco poco (il meno bello) di me
P. S.: Che poi non riesco a capire il perché lor signori non comprendano che con l'ausilio di quelli della cordite, sangue e della merda, i digitalizzanti avrebbero ... innanzi tutto una vita più facile e poi ce ne sarebbero molti di più.
Boh!
Boh!
> con l'ausilio di quelli della cordite, sangue e della merda, i digitalizzanti avrebbero ... innanzi tutto una vita più facile e poi ce ne sarebbero molti di più.
RispondiEliminaE qui mi sa che ti sbagli...
Perché
a) la differenza tra i primi ed i secondi si coglierebbe subito al volo;
b) la fuffa web 2.0 in salsa marketing non andrebbe più via come il pane.
Eh no!
RispondiElimina:)
Se se se se se va in porto quel cavolo di mio programma per la CAdQ i digitalizzanti aumentano in maniera spropositata, ma questa volta con progetti davvero mirati e non la solita fuffa.
E forse, ripeto forse, si potrebbe cominciare a pensare a contrbattare le varie OLTAs.
:)