Ed eccoci ai risultati finali dell’Euroflora di Genova, la fiera florovivaistica più famosa d'Europa e che quest’anno ha perso circa 100.000 presenze.
Anzi, non “eccoci” ancora, perché a sentire Roberto Urbani, l’AD della medesima, ci vorrà del tempo, “lui” ci deve pensare.
Insomma per avere delle risposte sul calo dei visitatori e sul come s’intenda intervenire per drenare l’emorragia delle presenze, il “buon” Urbani dice che bisognerà aspettare i “carotaggi” per avere un quadro il più preciso possibile.
Che voglia cercare il petrolio nei pressi della Fiera di Genova con il suo “carotaggio”, o che cerchi nel sottosuolo qualche risposta plausibile a quei centomila che mancano?
Propendo per la seconda ipotesi, ma leggendolo non scarterei neanche la prima, con ‘sta gente non si sa mai, e a quanto pare s’irrita pure nello rispondere ai giornalisti che naturalmente vorrebbero saperne qualcosa di più; il 20% in meno delle presenze non sono mica noccioline, e che se anche lo fossero son sempre una bella cifretta.Comunque arachidi o no, al fin della fiera, l’AD così dice: “ Suggerisco ai cronisti che con troppa baldanza parlano di flop, di andare a vedere come vanno le cose nel resto d’Europa”.
Spero non me ne voglia se invece rispondo io, e senza andare a cercare nel resto del Mec, prendendo come esempio le più recenti e importanti in Italia, che poi sono quelle che contano: Bit di Milano e Vinitaly di Verona.Bit di Milano: 153.800 presenze nel 2010, mentre quest’anno (17-20 febbraio) sono state 200.000 (100mila presenze complessive in fiera, e le altre 100mila per il Fuori Bit).
Vinitaly di Verona: 152.000 presenze nel 2010 e 156.000 nel2011.
Come la mettiamo con queste cifre, signor AD della Fiera di Genova?
E poco vale il: “E’ un procedimento complesso, ci sono molti parametri che vanno valutati e posso già anticipare che anche i dati ufficiali che daremo domani (oggi per chi legge) sono provvisori e che ci sarà bisogno ancora di un po’ di tempo per darne un’interpretazione coerente”.
Eh no, i pochi dati già parlano bene e il risultato dell’Euroflora è stato un flop pazzesco.
E a ben poco serve imputare le responsabilità di questa debacle alla concomitanza della Santa Pasqua (in quei giorni non c’è forse stato l’afflusso più consistente degli altri?) o alla beatificazione di Papa Paolo Giovanni II che è avvenuta a oltre 500 chilometri di distanza.
Già che ci siamo perché non incolpare anche la Fiera di Detroit o quella di Melbourne (se ci sono state)?
Altre risposte alquanto “strane” arrivano dalla Patrizia De Luise, presidente di Confesercenti, che oltre a dare la colpa del calo alla Pasqua (ettepareva), chiede dei pacchetti che invoglino i visitatori a soggiornare in città.
Beh, in questo caso la risposta la lascio a voi che mi leggete e aggiungo solo che “forse” erano cose da dire e da programmare qualche decennio fa, ma come si diceva una volta; non è mai troppo tardi.
Ma per piacere.
Parere positivo alla manifestazione florovivaistica arriva anche da Paolo Odone, il presidente della Camera di Commercio della città, che c’informa che poteva andare anche peggio o forse meglio; che di manifestazioni così ce n’è di bisogno e che la strada è quella giusta (bontà sua).
Beh, oltre alla vittoria o alla sconfitta mancava solo che dicesse che si poteva anche pareggiare; ma se aspettiamo qualche giorno son quasi certo che … e poi dice che c’è la crisi che chissà perché “tocca” sempre ai genovesi, ma non ai milanesi o ai veronesi.
Di Angelo Berlangieri, l’assessore regionale al turismo, non dico niente; per lui è un buon risultato (- 100.000) con questa crisi, e non ci penso neanche a rispondere ad una str…anezza così.
E passo adesso all’unica cosa sensata (per me) che ho letto o sentito nel merito, e mi riferisco a Enrico Montolivo, l’AD di Giglio Bagnara, che chissà perché, la giusta disamina, non proviene da istituzioni, associazioni o compagnia bella, ma dal “privato”.
Da quel “ramo” che se non porti dei dati (palanche) postivi sei praticamente “fregato”, e dove puoi “carotare” fin che vuoi che la porta la trovi sempre aperta; si, ma per uscire.
Il Montolivo dice che la “pietra” (flop) lanciata nello stagno è bella grossa perché la sua speranza è che adesso si devono smuovere le acque dello stagno immobile di una città che non “sembra” capace di fare accoglienza, e che se non riusciamo a fare eventi fuori salone e accoglienza straordinaria, che ci sia qualcuno che gli spieghi il perché facciamo una fiera così.
E già che ci siamo mi auguro che qualche buon uomo/donna, lo spieghi pure anche a me.
Dalle sue parole (il Montolivo) arriva però una “stonata”, e vale a dire che sia la Fiera che il Comune di Genova hanno lavorato benissimo.
Beh, ma allora la colpa di chi è?
Di certo non è la mia, o forse è la tua?
Anzi, non “eccoci” ancora, perché a sentire Roberto Urbani, l’AD della medesima, ci vorrà del tempo, “lui” ci deve pensare.
Insomma per avere delle risposte sul calo dei visitatori e sul come s’intenda intervenire per drenare l’emorragia delle presenze, il “buon” Urbani dice che bisognerà aspettare i “carotaggi” per avere un quadro il più preciso possibile.
Che voglia cercare il petrolio nei pressi della Fiera di Genova con il suo “carotaggio”, o che cerchi nel sottosuolo qualche risposta plausibile a quei centomila che mancano?
Propendo per la seconda ipotesi, ma leggendolo non scarterei neanche la prima, con ‘sta gente non si sa mai, e a quanto pare s’irrita pure nello rispondere ai giornalisti che naturalmente vorrebbero saperne qualcosa di più; il 20% in meno delle presenze non sono mica noccioline, e che se anche lo fossero son sempre una bella cifretta.Comunque arachidi o no, al fin della fiera, l’AD così dice: “ Suggerisco ai cronisti che con troppa baldanza parlano di flop, di andare a vedere come vanno le cose nel resto d’Europa”.
Spero non me ne voglia se invece rispondo io, e senza andare a cercare nel resto del Mec, prendendo come esempio le più recenti e importanti in Italia, che poi sono quelle che contano: Bit di Milano e Vinitaly di Verona.Bit di Milano: 153.800 presenze nel 2010, mentre quest’anno (17-20 febbraio) sono state 200.000 (100mila presenze complessive in fiera, e le altre 100mila per il Fuori Bit).
Vinitaly di Verona: 152.000 presenze nel 2010 e 156.000 nel2011.
Come la mettiamo con queste cifre, signor AD della Fiera di Genova?
E poco vale il: “E’ un procedimento complesso, ci sono molti parametri che vanno valutati e posso già anticipare che anche i dati ufficiali che daremo domani (oggi per chi legge) sono provvisori e che ci sarà bisogno ancora di un po’ di tempo per darne un’interpretazione coerente”.
Eh no, i pochi dati già parlano bene e il risultato dell’Euroflora è stato un flop pazzesco.
E a ben poco serve imputare le responsabilità di questa debacle alla concomitanza della Santa Pasqua (in quei giorni non c’è forse stato l’afflusso più consistente degli altri?) o alla beatificazione di Papa Paolo Giovanni II che è avvenuta a oltre 500 chilometri di distanza.
Già che ci siamo perché non incolpare anche la Fiera di Detroit o quella di Melbourne (se ci sono state)?
Altre risposte alquanto “strane” arrivano dalla Patrizia De Luise, presidente di Confesercenti, che oltre a dare la colpa del calo alla Pasqua (ettepareva), chiede dei pacchetti che invoglino i visitatori a soggiornare in città.
Beh, in questo caso la risposta la lascio a voi che mi leggete e aggiungo solo che “forse” erano cose da dire e da programmare qualche decennio fa, ma come si diceva una volta; non è mai troppo tardi.
Ma per piacere.
Parere positivo alla manifestazione florovivaistica arriva anche da Paolo Odone, il presidente della Camera di Commercio della città, che c’informa che poteva andare anche peggio o forse meglio; che di manifestazioni così ce n’è di bisogno e che la strada è quella giusta (bontà sua).
Beh, oltre alla vittoria o alla sconfitta mancava solo che dicesse che si poteva anche pareggiare; ma se aspettiamo qualche giorno son quasi certo che … e poi dice che c’è la crisi che chissà perché “tocca” sempre ai genovesi, ma non ai milanesi o ai veronesi.
Di Angelo Berlangieri, l’assessore regionale al turismo, non dico niente; per lui è un buon risultato (- 100.000) con questa crisi, e non ci penso neanche a rispondere ad una str…anezza così.
E passo adesso all’unica cosa sensata (per me) che ho letto o sentito nel merito, e mi riferisco a Enrico Montolivo, l’AD di Giglio Bagnara, che chissà perché, la giusta disamina, non proviene da istituzioni, associazioni o compagnia bella, ma dal “privato”.
Da quel “ramo” che se non porti dei dati (palanche) postivi sei praticamente “fregato”, e dove puoi “carotare” fin che vuoi che la porta la trovi sempre aperta; si, ma per uscire.
Il Montolivo dice che la “pietra” (flop) lanciata nello stagno è bella grossa perché la sua speranza è che adesso si devono smuovere le acque dello stagno immobile di una città che non “sembra” capace di fare accoglienza, e che se non riusciamo a fare eventi fuori salone e accoglienza straordinaria, che ci sia qualcuno che gli spieghi il perché facciamo una fiera così.
E già che ci siamo mi auguro che qualche buon uomo/donna, lo spieghi pure anche a me.
Dalle sue parole (il Montolivo) arriva però una “stonata”, e vale a dire che sia la Fiera che il Comune di Genova hanno lavorato benissimo.
Beh, ma allora la colpa di chi è?
Di certo non è la mia, o forse è la tua?
P.S.: Dimenticavo ... il prezzo di 20 euro (per me) era quello giusto, che poi credo sia stata l'unica cosa ... giusta.
Perfetto e ben scritto, bravo.
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:)