domenica 29 maggio 2011

Mamma ho perso il turista, ma ahinoi, non la Brambilla & co.


Le voci ufficiali del turismo italiano in questo inizio d'anno glissano sui risultati preoccupanti del settore per quanto riguarda la domanda interna e magnificano le sorti dell'export. Ma le cose non stanno propriamente così: anche i turisti stranieri nel 2010 hanno fatto registrare cali molto consistenti, e perdite economiche misurate in quasi 1,3 miliardi di euro.
Il "mosaico" delle dichiarazioni rilasciate, sia in occasione della Borsa internazionale del turismo che in tutte le altre riunioni che si sono susseguite nel tempo, forniscono invariabilmente un quadro roseo: c'è sempre qualcosa di cui lodarsi.
Ma nonostante i “premi” che queste/i signore/i prendono da qualche “associazione benevolente” i totali nazionali sono impietosi. Abbiamo già visto che nel 2010 si sono "persi" circa 8 miliardi di euro dal solo mercato interno, e le cose sul mercato estero non sono andate tanto bene da compensare queste perdite, anzi.
Il dato della Banca d'Italia al riguardo è molto crudo e parla di una spesa dei turisti stranieri in Italia calata di 1.291 milioni tra il 2009 e il 2010, per effetto combinato del calo di circa 3 milioni di viaggiatori e di 18 milioni di notti. (1)
Fin qui il dato congiunturale, che forse può ispirare commenti speranzosi solo in chi ritiene che peggio non possa andare. Ma bisogna leggere dentro il dato, per capire che cosa sta effettivamente accadendo sul mercato turistico mondiale, e che cosa il futuro riserva al nostro paese.
Se andiamo a scomporre il dato aggregato per continenti, scopriamo innanzi tutto che a "tradirci" sono stati soprattutto i turisti dei paesi dell'Unione Europea, i "cugini", quelli che con un volo low-cost potrebbero raggiungerci in un'ora, e in auto ci mettono  mezza giornata. Francesi, tedeschi, belgi, olandesi: il vero zoccolo duro del nostro turismo tradizionale, quello che riempiva gli hotel vista-mare e i campeggi sui laghi, per intenderci. A cui dobbiamo aggiungere gli svizzeri, che appartengono di diritto alla categoria degli ospiti storici e che sono anch'essi calati del 7 per cento in termini di spesa.
Varrebbe la pena di interrogarsi sui motivi di questo fenomeno strutturale, che potrà anche riguardare un diverso atteggiamento della domanda (i cosiddetti push factors), ma indubbiamente trova spiegazioni profonde anche dal lato dell'offerta del nostro paese a confronto con altre possibili destinazioni (pull factors).
Il cambiamento di scelte implica una analisi della nostra competitività sul mercato turistico, una analisi che però tendiamo spesso a evitare per motivi di opportunità e per la evidente difficoltà a mettere mano ai fattori che la determinano: intanto il valore, inteso come rapporto tra qualità e prezzo, che viene percepito in calo, soprattutto per una dinamica dei prezzi rigida alle tendenze del mercato, e per un loro livello assoluto più alto di quello di molti concorrenti.
Ma considerando il fattore qualità, anche senza entrare nel merito di analisi più dettagliate, è del tutto evidente che il territorio da un lato e i beni culturali dall'altro rappresentino agli occhi dei turisti potenziali altrettanti atout del nostro paese, anche a confronto con altre possibili destinazioni di vacanza.
Lo stato della tutela e della conservazione di queste risorse, la loro protezione giuridica e la loro manutenzione, e infine la possibilità concreta di fruirne in modo piacevole non sono quindi un optional, ma un connotato fondante della capacità del nostro paese di stare sul mercato internazionale con posizioni di preminenza e ottenendo risultati conseguenti.
E da questo punto di vista non è certo facile affermare che l'Italia stia agendo per il meglio, anzi. Ma anche i turisti che ci hanno frequentato con soddisfazione per decenni sembrano essersene accorti.
Ritornando all'analisi dei flussi internazionali, c'è però in Europa un paese in controtendenza: la Russia, i cui turisti in Italia sono cresciuti del 32 per cento in un solo anno. Sono certo una bella speranza, anche se rappresentano ancora meno dell'1 per cento del totale incoming.
E il turismo extraeuropeo? Tutti i continenti in calo, con la piacevole eccezione del Brasile da un lato, e dell'Asia nel suo complesso dall'altro. Asia che, lo ricordiamo per inciso, rappresenta oggi nel complesso “solo” l'1,7 per cento del mercato turistico straniero che si rivolge al nostro paese.
Le prospettive “non” sono quindi eccellenti: siamo ben posizionati nei paesi Bric (Brasile, Russia, India e Cina) e la loro domanda cresce a ritmi sostenuti, ma a mio modestissimo parere, l’aumento non avviene certo come invece dovrebbe, infatti tutti insieme questi paesi nel 2010 non sono riusciti a compensare neppure il calo di turisti dalla sola Germania.
D'altra parte, se invece si confermasse la tendenza al calo della domanda europea verso l'Italia, la prospettiva sarebbe davvero preoccupante per molti dei nostri territori ospitali.
Gli ospiti Bric, infatti, sono sostanzialmente turisti alla prima esperienza, che vogliono condensare il massimo della visita nel minimo del tempo, e quindi tendono a privilegiare le destinazioni di rinomanza mondiale. E su questa considerazione la Brambilla and co. ci marcia, affermando a più riprese che le presenze nelle città d’arte sono aumentate a dismisura (il motivo è più che altro questo). Questi turisti però trascurano invece i richiami “minori", i piccoli talenti italiani, le eccellenze diffuse, la qualità delle mille "terre di mezzo" che fanno oramai l'ossatura dell'offerta turistica italiana: tutte realtà in cui negli ultimi venti anni si sono investite somme ingenti (con i programmi leader, con le varie leggi regionali, eccetera) proprio per dare una prospettiva nuova di sviluppo a territori altrimenti marginali.
Se quindi non riprende alla svelta la domanda nazionale, e non si inverte la tendenza europea, il tempo della crescita numerica e "culturale" del nuovo turismo globale rischia di essere troppo lento: c'è il pericolo di una glaciazione, prima che torni il sole.
Qui dovrebbe agire tempestivamente il marketing pubblico, oggi spezzettato tra i vari soggetti (Enit, Regioni, province, comuni, Stl, eccetera) e impoverito dai tagli alla finanza: altrimenti la sopravvivenza e il mantenimento degli enti preposti è solo una spesa pubblica improduttiva.
Ma in ogni caso il marketing, anche se fosse immediato ed efficiente (e c'è da dubitarne), non sarebbe uno strumento di per sé sufficiente: c'è da mettere mano ai fattori della competitività, anche se ancora non si vede all'orizzonte un soggetto credibile a impegnarsi in un lavoro lungo e faticoso, e che porta pochi risultati di immagine.
Ma del perché non lo si fa e invece si parla tanto; beh, questo ve lo racconto la prossima volta (è già in cantiere con tante belle cosette).
I viaggiatori stranieri in Italia (2010 e confronti con il 2009)

Viaggiatori
(in migliaia)
Pernottamenti
(in migliaia)
Spesa
(in milioni di euro)
Stato
n.
Var. ass.
var.%
n.
var. ass.
var.%
euro
var. ass.
var.%
AFRICA
419
52
14,2
3.800
-779
-17,0
323
-51
-13,6
AMERICA
3.778
0
0,0
37.184
-3.071
-7,6
4.061
-131
-3,1
ASIA
1.394
92
7,1
14.156
225
1,6
1.675
186
12,5
EUROPA - EXTRA UE
15.878
251
1,6
29.864
-884
-2,9
3.689
-40
-1,1
EUROPA - UE
47.593
-3.230
-6,4
205.262
-12.159
-5,6
17.266
-996
-5,5
OCEANIA
641
-2
-0,3
6.291
-1.244
-16,5
737
-73
-9,0










Totale
68.309
-2.929
-4,1
282.401
-18.137
-6,0
26.076
-1.291
-4,7










Fonte: Banca d'Italia
(1) Banca d'Italia, "Viaggiatori stranieri in Italia", febbraio 2011.

Di Stefano Landi e poco poco piano piano … mio.

6 commenti:

  1. Gli albergatori tornano sul piede di guerra e annunciano una doppia mossa per protestare contro la tassa di soggiorno: un'iniziativa a sorpresa per lunedì prossimo e una pioggia di ricorsi contro i comuni che l'applicheranno. L'anticipazione di quanto sta per accadere arriva da Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, alla vigilia di una scadenza importante: entro la settimana prossima, infatti, il Governo avrebbe dovuto convocare la conferenza Stato-regioni per mettere a punto il regolamento legato proprio alla tassa, che verrà applicata a partire dal 6 giugno. Sin qui, però, evidenzia Bocca dalle colonne di Repubblica, non è successo nulla. Per il presidente Federalberghi lo stato attuale delle cose rischia di provocare una situazione di caos, con i Comuni che applicherebbero l'imposta ognuno con modalità differenti. Inoltre, ricorda Bocca, l'intento originario della tassa era di utilizzare gli introiti per migliorare le strutture legate al turismo, mentre ora rischiano di finire nelle casse comunali con altri fini.

    RispondiElimina
  2. @BC

    Iniziativa a sorpresa per lunedì prossimo?

    Mah, forse qualche coccarda negli ingressi alberghieri?

    Quante minaccie che in verità bla bla bla.

    ;-)

    RispondiElimina
  3. Ho verificato i dati di Bankitalia definitivi 2009-2010 (che peraltro avevano già pubblicato) e sono tutti diversi da quelli in tabella, direi.
    Ci sono poi i dati del bimestre gennaio-febbraio 2010-2011.
    E la debacle, nel primo bimestre 2011, naturalmente continua... (sic!)

    Bilancia pagamenti (milioni di euro)
    Mese 2010 2011 diff.
    Gen 115 -47 -162
    Feb 366 164 -202
    -----------------------
    Tot 481 117 -364 (-75,6%)

    Spesa viagg. stranieri in Italia
    Mese 2010 2011 var.%
    Gen 1.598 1.620 +1,4%
    Feb 1.494 1.385 -7,3%
    ------------------------------
    Tot 3.092 3.005 -2.8%

    Spesa viagg. italiani vs Estero
    Mese 2010 2011 var.%
    Gen 1.483 1.667 +12,4%
    Feb 1.128 1.221 +8,3%
    ------------------------------
    Tot 2.611 2.888 +10,6%

    Viaggiatori alle frontiere (stranieri)
    Mese 2010 2011 var.%
    Gen 4.386 4.475 +2,0%
    Feb 4.390 4.193 -4,5%
    ------------------------------
    Tot 8.766 8.668 -1.2%

    Viaggiatori senza pernottamento
    Mese 2010 2011 var.%
    Gen 2.115 2.062 -2,5%
    Feb 1.974 1.947 -1,4%
    ------------------------------
    Tot 4.089 4.009 -2,0%

    Viaggiatori con pernottamento
    Mese 2010 2011 var.%
    Gen 2.272 2.414 +6,2%
    Feb 2.416 2.246 -7,0%
    ------------------------------
    Tot 4.688 4.660 -0,6%

    Pernottamenti
    Mese 2010 2011 var.%
    Gen 16.372 18.239 +11,4%
    Feb 16.197 15.420 -4,8%
    ------------------------------
    Tot 32.569 33.659 +3.4%

    I dati italiani (sintetici) verso estero:
    spesa +10,6%
    viaggiatori -2,4%
    senza pernottamento -7,8%
    con pernottamento +4,3%
    pernottamenti +4,6%

    Calano i viaggiatori stranieri in Italia (tutti),
    pernottano di più,
    spendono meno.
    Calano i viaggiatori italiani vs Estero,
    pernottano di più,
    spendono di più.

    Allegria !!
    Vai Brambi, continua così.

    link: http://www.bancaditalia.it/statistiche/rapp_estero/altre_stat/turismo-int

    RispondiElimina
  4. @frap
    A parte i dati negativi 1° del bimestre del 2011 la nota della B d'I sono questi:
    Si diffondono i dati definitivi relativi all'anno 2010. La bilancia dei pagamenti turistica ha presentato nel periodo GENNAIO-DICEMBRE 2010 un saldo netto positivo di 8.841 milioni di euro, pari a quello registrato nello stesso periodo del 2009. Le spese dei viaggiatori stranieri in Italia, per 29.257 milioni di euro, sono aumentate dell'1,4 per cento rispetto all'anno percedente; quelle dei viaggiatori italiani all'estero, per 20.416 milioni di euro, sono aumentate del 2,0 per cento.

    Nel mese di GENNAIO 2011 si è registrato un saldo netto negativo di 47 milioni di euro, a fronte di uno positivo di 115 milioni di euro nello stesso mese dell'anno precedente. Le spese dei viaggiatori stranieri in Italia, per 1.620 milioni di euro, sono aumentate dell'1,4 per cento; quelle dei viaggiatori italiani all'estero, per 1.667 milioni di euro, sono aumentate del 12,4 per cento.

    RispondiElimina
  5. La bilancia dei pagamenti turistica ha presentato nel mese di FEBBRAIO 2011 un saldo netto positivo di 164 milioni di euro, a fronte di uno di 366 milioni di euro nello stesso mese dell'anno precedente. Le spese dei viaggiatori stranieri in Italia, per 1.385 milioni di euro, sono diminuite del 7,3 per cento; quelle dei viaggiatori italiani all'estero, per 1.221 milioni di euro, sono aumentate dell'8,3 per cento.

    RispondiElimina
  6. Ecco... rendiamoci conto appunto di come si sintetizzano i dati del bimestre (sic!)

    Nel periodo GENNAIO-FEBBRAIO 2011 si è registrato un avanzo di 117 milioni di euro, a fronte di uno di 481 milioni di euro nello stesso periodo dell'anno precedente. Le spese dei viaggiatori stranieri in Italia, per 3.005 milioni di euro, sono diminuite del 2,8 per cento; quelle dei viaggiatori italiani all'estero, per 2.888 milioni di euro, sono aumentate del 10,6 per cento.

    E meno male che sul turismo invernale andavamo forte... nel bimestre tutti i dati son negativi e l'avanzo è sceso del 75,6%.

    Serie storica del bimestre dal 2007

    Spesa stranieri in Italia
    Mese 2007 2008 2009 2010 2011
    Gen 1.551 1.699 1.545 1.598 1.620
    Feb 1.602 1.613 1.420 1.494 1.385
    -------------------------------------
    Tot 3.153 3.312 2.965 3.092 3.005

    Spesa italiani all'Estero
    Mese 2007 2008 2009 2010 2011
    Gen 1.499 1.511 1.539 1.483 1.667
    Feb 1.236 1.328 1.310 1.128 1.221
    -------------------------------------
    Tot 2.735 2.839 2.849 2.611 2.888

    Saldo
    Mese 2007 2008 2009 2010 2011
    Gen 52 188 6 115 -47
    Feb 366 285 110 366 164
    -------------------------------------
    Tot 418 473 116 481 117


    E' il secondo peggior risultato degli ultimi 5 anni. Praticamente siamo ai livelli del 2009.
    E però, mi raccomando, continuiamo a pensare ai cani sulle spiagge ed altre cazzate simili per migliorare le performance, eh...

    RispondiElimina

Visualizzazioni totali