E poi dicono: “Largo ai giovani”.
Il “diversamente giovane” ministro del turismo, Piero Gnudi, che oramai ha spento le 73 candeline (a maggio 74), vuole mettere l’altro “diversamente giovane” Pier Luigi Celli alla presidenza dell’Enit, che di candeline, il prossimo luglio, ne spengerà 70.
E manco a dirlo, nessuno dei due, ha mai svolto alcunché in quel settore (turismo) di cui occupano (per ora solo il Gnudi, ma presto … ) le poltrone più ambite ed importanti per il ripristino di quel comparto che, in verità, avrebbe invece tanto bisogno di giovani senza il “diversamente”, e di gente con due balle così (comprovate) nel settore.
Sia ben chiaro che non ho nulla, ma proprio nulla, con coloro che hanno superato una certa età, anzi, solitamente sono una grande fonte di saggezza e tranquillità (cose di cui c’è un esagerato bisogno), e con loro mi ci trovo che l’è una bellezza.
Solo che a quell’età è difficilissimo imparare un nuovo mestiere, ed è più comprensibile che oltre a non produrre una benemerita mazza, si verifichino contrariamente dei danni irreparabili.
E’ anche vero che vi siano (ahinoi) presenti sul suolo nazionale delle persone che pur essendo ancora giovani (vedi Brambilla), il turismo l’hanno bistrattato, ma anche in questo caso le conoscenze erano un po’ così così (poco più di niente); poi ci s’è messa la sua presunzione del saper fabbricare e tante altre belle cosine che si possono leggere nei 1.000 post precedenti a questo … e non ci fu niente da fare.
Infatti è di oggi che è un po’ da tutte le parti che in Italia la va così e …
Secondo i dati dell’Osservatorio su ‘Gli italiani, la scienza e le tecnologie digitali’ contenuti nella nuova edizione dell’Annuario Scienza e Società 2011 (ed. Il Mulino), i docenti con più di 50 anni di età nel nostro Paese sono il 55 per cento. Certo, non è la loro età anagrafica a decretarne l’eventuale incapacità, ma a detta degli esperti questo dato ha sicuramente ripercussioni sui risultati della ricerca e sul livello di innovazione del nostro sistema universitario.
Non è una novità che alcuni docenti a fine carriera tendano a perdere la loro spinta al superamento delle frontiere, ma il sistema bloccato produce anche conseguenze su chi anziano non è. “C’è un rischio di scoraggiamento delle nuove generazioni” conferma Massimiano Bucchi, professore di Scienza Tecnologia e Società all’Università di Trento e tra i curatori dell’Annuario.
Il dato sull’aspettativa rispetto alla occupabilità degli scienziati evidenzia proprio come ormai dal mondo accademico non si esige più la possibilità di trovare lavoro. Solo nel 47 per cento dei casi infatti si è convinti che un giovane appassionato di scienza abbia più chance di trovare un lavoro, contro una media europea del 58% e un picco del 73 per cento in Svezia.
D’altro canto in Italia, su 1.000 occupati coloro che svolgono l’attività di ricercatore sono 4, in Finlandia quattro volte di più (16) e nei 27 Paesi Ue una madia di 6,6 occupati in ricerca su mille. E come spesso accade la percentuale italiana vede una prevalenza degli occupati nel Lazio, dove si concentrano le sedi nazionali delle istituzioni di ricerca, con un tasso di ricercatori in enti pubblici di ricerca del 40%. Un altro 20% si concentra in Lombardia e il 40% restante è distribuito in 18 regioni.
Per fortuna l’Annuario su italiani e scienza coglie anche qualche aspetto che fa ben sperare, come i buoni risultati ottenuti dalla ricerca del Belpaese nell’accedere ai fondi stanziati dall’European research council. I 23 progetti finanziati, infatti, collocano l’Italia dopo la Gran Bretagna, che guida la classifica, e dopo Germania e Francia, che seguono a pari merito. Ma guardato in filigrana, anche questo successo ha un suo risvolto negativo: se infatti si sottraggono i finanziamenti ottenuti da ricercatori italiani che lavorano all’estero per istituzioni straniere, l’Italia scende al sesto posto in classifica.
Mentre già nel 2008 si diceva che … e non è cambiata una cippa!
Succederà la stessa cosa anche nel turismo?
Si riempiono la bocca con queste frasi
RispondiElimina"Diritto al futuro", è un insieme di azioni del Dipartimento della Gioventù rivolte alle nuove generazioni, sui temi del lavoro, della casa, della formazione e dell'autoimpiego. Costituisce parte integrante dell'opera più vasta svolta dal Governo in favore dei giovani. "Diritto al futuro" è la fiducia in una generazione che non è fatta di "bamboccioni", ma di giovani uomini e donne determinati a costruire il proprio futuro e quello dell'Italia.
Tante parole che rimangono tali.
di turismo non posso parlare per manifesta ignoranza;ma di matusalemme ne so qualcosa visto che appartengo alla categoria;e vi assicuro che per esperienza vissuta,laddove si ha la fortuna di imbattersi in GIOVANI SVICCI le cose procedono alla grande.
RispondiElimina@Brancadoria
RispondiEliminaSvicci?
SVC?
E' mezz'ora che ci penso ... help me, please!
@vinc
RispondiEliminasviccio sta per intelligente e molto sveglio(genovese decadente)
@Brancadoria
RispondiEliminaFiuuuuu, per un attimo avevo creduto che .......
:-D
@vinc
RispondiEliminacreduto cosa?sono curioso
@Brancadoria
RispondiEliminaCredevo che SVICCI fosse una terminologia che indica una qual cosa che ti scivola dalle mani, tipo le anguille.
E fosse abbinata al fatto dell'inutilità del nostro lavoro sul blog.
Tutto qui!
Poi ho riletto il commento ed ho capito che avevo sbagliato il mio giudizio.
Il fatto è che le dita di Vincenzo sono più veloci della testa.
RispondiElimina:-X
considero questo blog molto interessante e stimolante e il
RispondiEliminalavoro in esso dibattuto niente affatto inutile(anche se purtroppo
di turismo non ne so niente)
@Luciano
RispondiEliminaGrrrrrr
:-)
E di Genova e della politica e del turismo ?
RispondiEliminaNon ci dice niente Ardoino?
So che ieri sera era ad ascoltare Musso, e cosa ne pensa?
come si chiamano queste, aiutatemi, lobby?
RispondiEliminaciao cipollino
ma su, dai, ormai con l'allungamento della vita...anche per gli uomini...un settantenne è ancora un giovane...e dopo i 90 che si inizia a non essere più giovani...in italia...
RispondiEliminacerto, se poi i giovani che avanzano sono i ministri che danno degli sfigati ai nostri poveri figli...chi è meglio?