All’inizio
dell’anno in corso si venne a sapere che mentre tutta l’organizzazione che
ruotava intorno all’Expo 2015 era ancora in alto mare, qui su queste pagine del
blog s’incominciò a dare qualche suggerimento del tipo “dateci ‘na mossa”,
“poche balle” e "finitela di perdere tempo".
Infatti c’era
chi si dimetteva (Pisapia), che poi veniva reinvestito (addirittura dal Monti)
in una simil posizione manlevandosi da alcuni incarichi, ex presidenti di
provincia che nonostante le “cosette” sapute e risapute di cui s’aspetta
l’esito della magistratura e il normale seguito dell’indagine che l’andrà
“presumibilmente” ancora per le lunghe tra corsi e ricorsi, viali e caruggi,
piazze e ripiazzamenti da qualche altra parte … e dove qui continuano polemiche
insulse, rimpiattini tra Pisapia, Formigoni e la burocrazia.
Mentre loro al di là del confine, metodici, precisi ed efficienti ci lasciano la “D” su quest’ultima parola.
Insomma un’ambaradan
(il nostro) che non dà granché buoni segnali, mentre (il loro) si può
riassumere in una sola parola: “Svizzeri”.
Ebbene, i vicini
svizzeri invece cominciavano già a farla rendere come business.
E il tutto alla luce del sole, coinvolgendo anche il
Comune di Milano.
Di che cosa
si trattava?
Gli operatori turistici della confederazione,
coordinati tra di loro dalle autorità turistiche federali, stavano mettendo a
punto pacchetti volo-soggiorno-visite da vendere ai clienti del medio ed
estremo Oriente, a cominciare da Cina, India e Indonesia, ma anche di Stati
Uniti e Brasile.
Una bella
operazione commerciale e organizzativa: infatti saranno venduti insieme il volo
aereo per Zurigo (in prima fila, ovviamente, c'è Swiss, la compagnia svizzera
del gruppo Lufthansa), i pernottamenti nel Ticino, l'area elvetica più vicina
all'Italia, i trasferimenti in treno per Milano e l'Expo, poi, volendo, un tour
per le città d'arte italiane e il ritorno con partenza da Roma (o, in
alternativa, il rientro in Svizzera e il volo da Zurigo).
Non risultava,
allo stato, che organizzazioni italiane si stessero muovendo in tal senso, se
non per iniziative marginali.
Ed è chiaro che
l'attivismo svizzero si basa naturalmente sui numeri.
Le stime dicono
che l'Expo attende circa 22 milioni di visitatori in sei mesi, il che equivale
a circa 120 mila al giorno, quando il sistema alberghiero di Milano dispone di
circa 70mila posti letto. Il Ticino mette dunque a disposizione le sue risorse
di ospitalità, pari a circa 30 mila posti letto, che salgono a 240mila
nell'intera Svizzera.
Passano i mesi,
e mentre da noi non cambia una benemerita mazza (almeno non ho letto da nessuna
parte la benché minima novità), anzi qui continuano polemiche insulse,
rimpiattini e bla bla bla in gran quantità, mentre loro al di là del confine,
metodici, precisi ed efficienti ci lasciano la “D” su quest’ultima parola.
Pardon, questo
l'ho già detto, ma volevo solo ricordarlo.
Così la
compagnia di bandiera elvetica, Swissair, sta già vendendo pacchetti viaggio
più soggiorno in Asia e in America per incoraggiare i turisti che nel 2015
verranno a visitare l’Expo milanese.
Voli, alberghi e
ristoranti svizzeri ringraziano.
L’indotto
italiano invece resta all’asciutto.
Genova poi ...
ma lo racconterò la prossima volta perché c’è troppo da dire.
Comunque sia,
gli svizzeri, approfittando dei nostri ritardi e della scarsa capacità
previsionale, tirano diritto per la loro strada attraverso l’ente federale che
come missione ha la promozione turistica del Paese.
Noi?
Interpellato
l’Enit, il nostro ente che su queste pagine abbiamo già descritto a più non
posso e non certamente come “efficiente come dovrebbe”, ammette che: “Non ci
risulta che ci siano ancora progetti approvati”.
Nemmeno nella
Federviaggio, l’associazione degli imprenditori della filiera turistica, hanno
notizia che tra i propri membri ci siano iniziative in corso.
Abbè!
Non si ha
notizia, allo stato, che enti, organizzazioni o compagnie aeree italiane stiano
lavorando con piani altrettanto articolati.
Anche Alitalia
dice che è un po’ presto, i tempi non sono ancora maturi.
???
Mentre in
Svizzera è stato già avviato un programma di aumento e miglioramento
dell’ospitalità, sempre in vista del 2015, che per questa nazione sembra ed è
un appuntamento strategico.
Va ricordato,
per inciso, che la Confederazione ha confermato l’investimento di 33 milioni di
franchi (circa 27,5 mln di euro) per il proprio padiglione nazionale alla
rassegna universale: è stato, riferiscono orgogliosamente a Svizzera Turismo,
il primo Paese a firmare il contratto.
Per quanto
riguarda la compagnia aerea Swiss, il direttore per l’Italia, Luca Graf,
conferma che il nostro Paese, con 16,5 voli al giorno da e per la Svizzera, è
strategico per la compagnia, con un flusso di passeggeri tra i due Paesi che
nel 2011 è stato di 940mila persone (in aumento del 10% sul 2010).
Ecco quindi che
cosa vuol dire “fare sistema”.
E a Genova il
“sistema” al massimo se lo giocano ai cavalli o al lotto … credo.
... forse perché
non ci capiscono "un'ombra".