La prima lezione è qua ma credo che la signora Carla Sibilla l'abbia presa troppo alla lettera.
Infatti i giorni di studio che le consigliavo erano "solo" due settimane circa per fare una determinata cosa ... ma a quanto pare le due settimane non sono bastate e a tutt'ora sono diventate ben nove.
Mah, credevo fosse più lesta.
Comunque giusto per ricordarle che di tempo non ce n'è molto ...
... Genova non sta morendo, Genova è già defunta da tempo, a meno che …
Infatti i giorni di studio che le consigliavo erano "solo" due settimane circa per fare una determinata cosa ... ma a quanto pare le due settimane non sono bastate e a tutt'ora sono diventate ben nove.
Mah, credevo fosse più lesta.
Comunque giusto per ricordarle che di tempo non ce n'è molto ...
... Genova non sta morendo, Genova è già defunta da tempo, a meno che …
… a meno che non s’intervenga subito turisticamente.
E vediamo il perché.
Genova è bella ma è talmente “sporca” e degradata che di aggettivi idonei non ce n’è più.
I peggiori l’hanno usati già tutti che per trovarne di nuovi devi andare a cercarteli in qualche altro idioma.
Quindi se vogliono che il turista ne rimanga ben impressionato (ma l’è dura) adesso lo limitano a poche realtà cittadine, ma anche quelle in verità fanno un po’ pena.
Vedi ad esempio la sua piazza centrale (Piazza De Ferrari) che è stata ripristinata per il G8 agli inizi del secolo in corso e dove nella pavimentazione hanno inserito i sampietrini o bolognini o come cavolo si chiamano quelle pietre squadrate, vabbè; diciamo il pavé, così tutti lo capiscono e lì la finiamo.
Ebbene, sapete cosa succede quando uno o più di questi se ne vanno per la tangente (anche le lastre di pietra) per un motivo o per l’altro?
Null’altro che levare di mezzo quei sampietrini, lastre o bla bla bla che hanno avuto l’ardire di togliersi dalla loro cementata custodia, farci una gettata d’asfalto color nero che più nero non si può, ed il gioco l’è bello che fatto.
Il risultato è che la piazza ha l’effetto visivo che non vale neppure la pena di raccontare.
Bene, questo è il centro, figurati le adiacenze per non parlare delle zone periferiche.
Poi recentemente (ma le stesse cose le leggi anche durante tutto l’arco dell’anno) il quotidiano che qui la va per la maggiore, il SecoloXIX, ha speso pagine e pagine per descrivere l’imbarbarimento delle ville, dei giardini, delle strade, “del dello e della” da tutte le parti ... mentre il verde cittadino è anche peggio.
Topi di una grandezza impressionante che vanno e vengono a loro piacimento, nonché cattivi come legionari in chissà quale missione di guerra; che se per caso hanno la malaugurata sorte di morire per strada, ecco che passano giorni e giorni prima che il cadavere venga rimosso.
Depositi di “rumenta” in ogni dove con l’ovvio contorno di siringhe usate già dal tempo che fu.
E mo la mollo lì sennò facciamo notte.
Che beccare anche una sola piccola strada o una minuta via che non comporti qualche fatiscente situazione è diventata solo una questione di gran botta di culo … poiché e probabilmente è stata appena messa in ordine per questioni di preferenze, che quasi quasi ti chiedi se per caso, in quelle vicinanze, non c’abiti magari qualcuno … vabbè, avete di certo capito.
Chiaro è che di fronte a questo (ma anche per il fatto che la cultura ed il turismo non sanno manco che cosa sia) le varie amministrazioni che si sono succedute al comando di questa città, abbiano pensato (bene?) di dedicarsi all’industria (senza immaginare che il turismo è si un'industria e nel terzo millennio l'andrà per la maggiore ,,, ma non a Genova ma bensì dalle altre parti), e il risultato è stato che … e nonostante …
A Genova, che ormai lo sanno anche i sassi ma dove forse chi di dovere non se lo ricorda, è nata la moderna industria nazionale, con gli stabilimenti dei Perrone e dei Piaggio, con l’impero economico di Gaslini, e poi l’armamento, la cantieristica e la siderurgia.
Genova era capitale dell’Iri, poi dell’industria elettromeccanica, dell’impiantistica, del nucleare, sede delle più importanti società petrolifere, di quelle della produzione dello zucchero, della Vespa e di Calimero.
Aveva il primo porto del Mediterraneo e costituiva con Milano e Torino il famoso triangolo industriale.
Genova era capitale dell’Iri, poi dell’industria elettromeccanica, dell’impiantistica, del nucleare, sede delle più importanti società petrolifere, di quelle della produzione dello zucchero, della Vespa e di Calimero.
Aveva il primo porto del Mediterraneo e costituiva con Milano e Torino il famoso triangolo industriale.
Poi negli anni è tutto completamente finito e le ultime notizie che ci giungono dalla stampa nazionale sono che anche la Parmalat (150 impiegati) porterà via gli “zebedei”, mentre l’Ilva (1.000) per il recente caso di Taranto che è in mano alla magistratura, dovrebbe seguirla a ruota, ma si spera proprio di no.
In fin dei conti, Genova che attualmente ha gli stessi abitanti del 1933 (persi 250.000 negli ultimi 30anni), dovrebbe ridursi di ulteriori residenti (a migliaia) con una grave perdita sull’indotto e via cantando.
Ma chi canta non siamo tutti, bensì sono sempre gli stessi, che pur stonando a dismisura, su quest’andazzo, per di più, ci guadagnano ancora (ved. … ma è meglio che non lo dico o lo scrivo).
E giusto in fondo vorrei ricordare che qui in questa città c’abbiamo, anzi dovremmo avere, la cultura ed il turismo che praticamente sono rimaste le priorità su cui basare il nostro futuro, anche perché non c’è rimasto altro.
Ora però c’abbiamo un nuovo assessore (cultura e turismo) che finalmente proviene dal settore con prolungati e ottimi risultati nel privato, ma a quanto sembra non è cambiato ancora un picchio (dopo circa 60 giorni) … e che oltretutto tace.
Starà lavorando in silenzio?
Dopotutto il silenzio non si sente … ma manco si vede.
Fine della 2° Lezione
P.S.: Lezione che riassumo in poche parole: “Con l’industria abbiamo visto che fine si fa e 40anni e passa di quest’andazzo dovrebbero averlo in parte spiegato.
Resta il turismo e la cultura, ma per il semplice esempio che non si può vendere una scatoletta di pomodoro se il prodotto al suo interno fa “schifo” (al massimo la massaia lo comprerà una sola volta e poi … ), quindi perché non inserire nella "tin" dei buoni pelati, e vale a dire di ripulire ‘sta benedetta città; poi di conseguenza chiamare i turisti con un eccellente piano di marketing … rimettendo, tanto per incominciare, quel “belin” di pavè in Piazza De Ferrari.
Mentre l’unica “cosa” piacevole e degna di merito vista da sempre (per me) riguardo la pubblicità di Genova, è questo video (ved. sotto), ma non è troppo poco?
P. P. S.: Avrà presente, la Carla Sibilla, che cosa si presenta agli occhi del turista quando qui c'arriva con qualsiasi mezzo di locomozione?
Povera mia cara Genova
RispondiEliminaSic e gran dolore
:-(
Un esempio mondiale sul come si rimette a posto la pavimentazione con poche lire.
RispondiEliminaPensa che a Padova, zona riviere, centro città, da sempre c'era la pavimentazione a sampietrini.
RispondiEliminaPoi han deciso di farci passare il tram, ma non un tram qualsiasi eh, il Translohr, che è monorotaia e che nella zona centrale della città e in Prato della Valle gira con il pantografo abbassato e va avanti a batterie (non ci volevano i pali). In pratica dalla monorotaia si tira su la corrente, ma il tram viaggia su gomma. All'inizio lasciarono la pavimentazione a sampietrini, che regolarmente saltavano e bloccavano il tram.
Poi ebbero la folgorazione di sostituire i sampietrini con due corsie di pietra serena, là dove correvano le ruote.
Lasciando i sampietrini altrove. Compreso fra le corsie e la monorotaia.
Ovviamente con le vibrazioni i sampietrini saltavano ugualmente.
Infine si sono arresi e negli ultimissimi anni hanno asfaltato tutto. Ci sono voluti anni di lavori fatti e rifatti tre-quattro volte.
Una cosa che definire desolante è poco.
Ingegneri, architetti, geometri e genii oppure, col rispetto dovuto, musicisti o cantanti?
RispondiEliminaPerché posso comprendere che se per caso l'incarico lo dessero ad chitarrista, batterista o chissà che della musica country, beh; di certo non sarebbe fatto ad opera d'arte.
Ma sicuramente meglio e con meno cambi e ricambi di quello che si vede adesso.
Per non parlare dei costi che la sua importanza ce l'hanno. Vuoi vedere che la motivazione è proprio questa?
;-)
Ogni popolo ha il governo che si merita,il cambiamento deve essere radicale,non riciclati,e per farlo bisogna costruire partendo dal basso.Uno dopo l'altro per mettere insieme tutti quelli che il cambiamento lo vogliono davvero e ci credono
RispondiElimina@Giacomo
RispondiEliminaC'è qualcosa che non mi quadra.
Dici che noi popolo -il basso- abbiamo quello che ci meritiamo, mentre dopo sostieni che sempre noi -il basso- dobbiamo sostituire quelli che abbiamo messo al comando.
Ma se non capivamo prima, quando ce li abbiamo messi, come possiamo capire adesso per sostituirli?
Per quanto mi riguarda sono convinto che non cambierà mai niente perché siamo troppo -stupidi-
E questo succederà finché ci saranno dei tuttologi che parlano di tutto e di tutto sono campioni.
Quotidianamente tra quelli che definisci -il basso-, sento architetti che sanno tutto sulla sanità e chirurghi che si capiscono perfettamente di dove dev'essere costruita una tal università.
Gli avvocati e i commercialisti poi sanno anche come far arrivare i turisti in questa nazione.
E tutti insieme conoscono la politica nei suoi meandri.
Fenomeni o gente inutile?