Alla fin fine ce l’ho fatta e sono finalmente riuscito a capirli (Piero Gnudi e Pier Luigi Celli), rispettivamente ministro del turismo e presidente dell'Enit.
Il trucco?
Due o tre gotti di sciacchetrà ed il gioco è fatto.
E magari bevendone ancora di più si capisce anche meglio, ma preferisco non provarci poiché si corre il rischio di parlare ... come loro.
Infatti l’arduo dilemma è stato risolto subito dopo aver involontariamente trangugiato il magnifico vino.
Poi i fumi, inebriandomi la mente, hanno dato il “la” alla “sola” (assolo) permettendomi di comprendere in un batti baleno l'introvabile (sul web) traduzione del "Drink" ... l'idioma del caso.
Il trucco?
Due o tre gotti di sciacchetrà ed il gioco è fatto.
E magari bevendone ancora di più si capisce anche meglio, ma preferisco non provarci poiché si corre il rischio di parlare ... come loro.
Infatti l’arduo dilemma è stato risolto subito dopo aver involontariamente trangugiato il magnifico vino.
Poi i fumi, inebriandomi la mente, hanno dato il “la” alla “sola” (assolo) permettendomi di comprendere in un batti baleno l'introvabile (sul web) traduzione del "Drink" ... l'idioma del caso.
Per Bacco!
Pier Luigi Celli al minuto 10 e 10 secondi: “… bisogna ragionare certamente di dei bisogni nel senso che è difficile imporre un prodotto eee ci sono dei prodotti che creano dei bisogni ma è più facile que intercettare i bisogni che vedere se ci sono come dei prodotti che siano a a a adeguati fiu. Su questa cosa qui ci srà c’è cioè c’è nprocesso è un piano che ragiona soprattutto su questa cosa, qu quali sono i bisogni che emergono a livello internazionale perché non sono tutti stesso tipo e non sono tutti proveniente dallo stesso aaaa dallo stesso fonte territoriale, come si qualificano e come si incrociano coi prodotto che noi in questo momento offriamo o coi prodotto che potremmo offrire se facessimo alcune cose …”.
Piero Gnudi al minuto 1 e 06 secondi: “ … macommen sza bobbo non so ssecco singolarmente mmam questo lo llll lle eeeee … llll’obbiettivo del Convenssscion burrò è sicuramente uno ombiettivo condivisibile”.
Se poi volete capire anche voi, beh; o provate con un goccio di sciacchetrà (ma dateci dentro, sennò … ) che però è quasi introvabile.
Oppure provate con una Bonarda, un Dolcetto o un buon Chianti.
Oppure provate con una Bonarda, un Dolcetto o un buon Chianti.
Malvasia, Canaiuolo o Trebbiano?
Boh, fate voi!
P. S.: E chissà se riescono a capirsi o se usano il mio stesso sistema?
Ora ci provo con il Lambrusco amabile.
RispondiElimina;-)
La cosa è molto seria anche se qui è simpaticamente ridicola.
RispondiEliminaClaudio Velardi lo sapeva o l'aveva immaginato?
RispondiEliminaSe ci fai caso non è più al suo posto.
;-)
@Sergio
RispondiEliminaEh già.
Il buon Claudio poco prima aveva l'espressione di uno che sta pensando "ma che stà a dì 'sto qua?" ... poi, l'esperienza l'ha fatto sorridere.
Almeno sembra così.
;-)
Pazzesco!
RispondiEliminaCredevo che fosse una facoltà del solo Piero Gnudi......
Per me questo qui è un venditore di tozzabancone...
RispondiElimina:-)
Per chi non lo sa: IL TOZZABANCONE
RispondiEliminaMannà a accattà 'o ttozzabancone.
Ad litteram: mandare a comprare l'urtabancone.
Anticamente, quando le famiglie erano numerose, in ogni casa si aggiravano un gran numero di bambini, la cui presenza impediva spesso alle donne di casa di avere un incontro col proprio uomo.Allora, previo accordo, il bottegaio della zona si assumeva il compito di intrattenere, con favolette o distribuzione di piccole leccornie, i bambini che le mamme gli inviavano con la frase stabilita di accattà 'o tozzabancone.
Altri tempi ed altre disponibilità!
Grazie Jennaro m'hai dato una bella idea per uno dei prossimi post ...