Non più di due giorni fa il ministro per gli Affari regionali, il Turismo e lo Sport, Piero Gnudi e il presidente dell’Istat Enrico Giovannini hanno presentato i principali dati del conto satellite del turismo per l’Italia (CST).
Questo è uno strumento che consente, almeno dovrebbe, di valutare la dimensione economica complessiva dell’industria turistica e misurare il reddito interno originato dalla domanda di beni e servizi da parte dei visitatori italiani e stranieri e che nasce dalla collaborazione fra più soggetti istituzionali: Istat, Dipartimento per lo Sviluppo e la Competitività del Turismo, Banca d’Italia, Università di Messina, CISET e Osservatorio Nazionale del Turismo.
Il risultato è che, secondo l’Istat, nel 2010 il valore aggiunto, ovvero "la ricchezza creata nel paese", dalle attività connesse al turismo è stato pari a 82.833 milioni di euro, ovvero il 6% del valore aggiunto totale dell'economia.
Mentre il ministro così affermava: "Il conto satellite conferma la grandissima rilevanza del turismo nella nostra economia, con un'incidenza che varia dal 10,9% al 6% del Pil a seconda dell'ampiezza del perimetro considerato".
Pil o Vat?
Mentre il ministro così affermava: "Il conto satellite conferma la grandissima rilevanza del turismo nella nostra economia, con un'incidenza che varia dal 10,9% al 6% del Pil a seconda dell'ampiezza del perimetro considerato".
Pil o Vat?
Solo che, dopo averci dato un primo sguardo, l’idea che mi sono fatto è che “me pare ‘nu tozzabancone”.
Ma che cos’è il tozzabancone?
Ad litteram: mandare a comprare l'urtabancone o tozzabancone.
Anticamente, quando le famiglie erano numerose, in ogni casa si aggiravano un gran numero di bambini, la cui presenza impediva spesso alle donne di casa di avere un incontro col proprio uomo.
Allora, previo accordo, il bottegaio della zona si assumeva il compito di intrattenere, con favolette o distribuzione di piccole leccornie, i bambini che le mamme gli inviavano con la frase stabilita di accattà 'o tozzabancone.
Altri tempi ed altre disponibilità, ma a quanto pare, per ‘sti qui, non è cambiata una cippa e forse tentano la stessa cosa.
Altri tempi ed altre disponibilità, ma a quanto pare, per ‘sti qui, non è cambiata una cippa e forse tentano la stessa cosa.
Solo che molti di noi non sono più dei bimbi e magari i nostri genitori (chi li ha ancora in vita) hanno ahiloro finito le frenesie.
Per prima cosa ho inviato due mail (cortesi com’è d’abitudine) ai rispettivi dipartimenti (Statistiche Sociali ed ambientali e quello per i Conti nazionali e le Statistiche) per chiedere il perché si sia proceduto a produrre il 2010 e non il 2011 nonostante siano trascorsi ben sei mesi dalla fine di quest’ultimo.
La prima risposta (Dott.ssa Monica Peres) l’ho avuta immediatamente ed è stata questa qua: “Non sono in ufficio, rientrerò il ... La casella di posta non sarà monitorata”.
Beh, finalmente qualcuno che lascia l'avviso che non c'è e che magari è andato in ferie.
Buone vacanze!
Beh, finalmente qualcuno che lascia l'avviso che non c'è e che magari è andato in ferie.
Buone vacanze!
Non meno veloce la seconda da parte della Dott.ssa Ilaria Piscitelli dell’Istat che gradevolissimamente (persona rara nel panorama italiano) m’ha spiegato a più riprese le vie generali per l’attuazione del “1° conto satellite” e molte altre cosette che non mi confacevano e, che a dispetto delle cortesi e soddisfacenti risposte, altre ancora permangono.
Beh, non poteva mica starci tutta la mattina per soddisfare le curiosità del primo venuto (io), e quelle ricevute, personalmente m'hanno dato un esempio di grande professionalità.
Altra cosa assai rara.
(Errata Corrige). Dopo questo post ho ricevuto un'altra mail dalla Dottoressa in questione e la gradevolezza e la gentilezza sono di colpo finite lasciando il posto a pseudo mie "imperiture incompetenze" o "parole randomicamente distribuite sul blog" ... beh; si sa che va a finire sempre così.
Randomicamente?
Non era più semplice usare "casuale"?
Beh, non poteva mica starci tutta la mattina per soddisfare le curiosità del primo venuto (io), e quelle ricevute, personalmente m'hanno dato un esempio di grande professionalità.
Altra cosa assai rara.
(Errata Corrige). Dopo questo post ho ricevuto un'altra mail dalla Dottoressa in questione e la gradevolezza e la gentilezza sono di colpo finite lasciando il posto a pseudo mie "imperiture incompetenze" o "parole randomicamente distribuite sul blog" ... beh; si sa che va a finire sempre così.
Randomicamente?
Non era più semplice usare "casuale"?
Una cosa è certa, e vale a dire che per conoscere il dove sta la verità dovrei scartabellare tutto il loro e quello degli altri (WTTC) e che è una cosa impossibile da farsi, essendo certa (di entrambi) l'indisponibilità a fornirli, ma …
… ma cercherò, nei prossimi giorni, di calcolare il perché di queste grandi differenze tra le due fonti.
Altra cosa strana è che quando dalle associazioni estere arrivano dei dati numericamente soddisfacenti per noi, ecco che questi li distribuiscono in grande quantità ai media e via cantando, non dimenticando mai di definirli come saggi e ben concepiti.
Mentre in caso contrario nisba, e naturalmente quell’altri, oltre a non contare niente, sono anche improfessionali nonché fatti da gente che non sa o non ne capisce.
Per prima cosa mi limito a dire che risulta alquanto improponibile affermare che l’incidenza del turismo in Italia (VAT) sul Pil nazionale si attesti sul 6%, nel senso dell’effetto diretto, mentre con l’indotto raggiunga la percentuale del 10,9% (parole di Gnudi), se dalla stessa fonte da lui ricevuta l'informativa (1° Conto Satellite del Turismo per l’Italia) si narra che la Spagna abbia come VAT, anzi come PIL (come si legge a pagina 6) il 6,5% e sia il 10,2% quello che comprende cioè anche gli effetti indiretti (indotto).
In poche parole (secondo loro) in Italia la differenza tra turismo e suo indotto è del 4,9% (da 6 a 10,9%), mentre la stessa in Spagna è del “solo” 3,7% (da 6,5 a 10,2%)... e quell'1,2% tra qui e là, vuol dire qualcosa come 20 mld. di euro circa … mica noccioline.
Mah, staremo a vedere nei prossimi giorni, incominciando dalle seconde case e sulla loro incidenza su quei 114.016 milioni di euro che dicono …
Nel mentre il WTTC dice che il turismo in Italia incide sul 3,3% e con l’indotto arriva all’8,6%, e che comunque (per me) dice delle cose più vicine alla realtà.
Anche per quanto riguarda le altre nazioni.
Anche per quanto riguarda le altre nazioni.
Ciao Luciano, si possono avere i parametri regionali?
RispondiElimina@Francesco
RispondiEliminaMi dicono che lo sviluppo del conto satellite del turismo su base territoriale è uno degli obiettivi futuri.
E questo è buona cosa, anche se arrivarci nel 2012 o nel 2013 tanto buona cosa non è.
Però meglio tardi che mai.
Sull'errata corrige non avevo il minimo dubbio, e credo anche tu.
RispondiEliminaNon ti preoccupare, ma tanto non lo fai di certo, che prima o poi diventano amici per i consigli che gli dai o gli darai.
Certo che misurare il Vat e non il Pil ...........per far crescere i numeri?
Cosa vuoi che ne sappia la gente del valore aggiunto se a malapena conosce il prodotto interno lordo?
;-)
@Vincenzo
RispondiEliminaecco, tu hai capito alla prima, infatti hai scritto: "Cosa vuoi che ne sappia la gente del valore aggiunto se a malapena conosce il prodotto interno lordo".
Altri, anzi altre, no!
;-)
Randomicamente?
RispondiEliminaE come parla?
Non sono un talebano della Crusca, ma certamente preferisco usare l’italiano il più possibile.
Spesso la nostra lingua ha il difetto di essere prolissa.
Ecco perché mi stupisco quando, pur essendoci una parola italiana breve e semplice con lo stesso significato, ci s’incaponisca a preferire l’inglese.
O, peggio, neologismi spaghetti english come “randomico”.
Probabilmente perché riempie la bocca più di “casuale” e aiuta a darti più arie da genio?
Del resto l’inglese è cool, l’italiano è deprecated.
Quando se ouve um cd de forma randômica a sequência das músicas não obedece a mesma ordem de formatação do disco.
RispondiEliminaDiz-se da estatística que foi obtida por um processo de amostragem casual ou acidental.
@Luciano
RispondiEliminaVieni via da quel paese e ritorna qui.
Non sei stufo di quella gente?
Randonicamente che cosa è?
Non ho nemmeno voglia di cercarla su internet perchè non me ne frega niente.
@CptC
RispondiEliminaMah?
;-)
@Luciano
RispondiEliminaGiuro che non ti capisco.
Qui hai il mondo che ti circonda, ti ama e ti rispetta mentre li sei come uno straniero e in più, se cerchi di aiutarli, ti offendono pure.
Fammi sapere che in cinque minuti preparo tutto.
Ciao
@CptC
RispondiEliminaUn posto per me?
:-D
N.B. Siamo in cinque
@CptC e Sergio
RispondiEliminaMa finitela un pò!
;-)
Finale di campionato europeo.
RispondiEliminaPrima della partita.
«Sono venuto io a dare il sostegno del governo italiano alla squadra». Possibile che quest'uomo non riesca a farne una buona?
ahahahha
RispondiEliminaRandomicamente non dico niente.
"Crediamo che questa iniziativa dei corner all'interno delle nostre navi rappresenti sia per noi sia per la distribuzione una grande opportunità per anticipare le prenotazioni".
RispondiEliminaÈ affidata ad Andrea Tavella, direttore commerciale e marketing Italia di Costa Crociere, la replica alle critiche della distribuzione sulla recente iniziativa della compagnia a bordo delle navi. Una mossa vista come un tentativo di bypassare le agenzie, critica però che Costa rimanda al mittente spiegando: "Le vendite a bordo, già in essere presso altre società del nostro gruppo, così come presso altre compagnie concorrenti – prosegue Tavella - permettono di aumentare, nel totale rispetto del lavoro del trade, la fidelizzazione dei clienti attraverso un'offerta esclusiva, effettuata in un contesto positivo e di massima soddisfazione del cliente".
Il direttore commerciale parla inoltre di un test che avrà la durata di tre mesi, proprio per valutarne l'efficacia, mentre "le agenzie di viaggi avranno la possibilità di lavorare su un cliente che ha già preso un impegno a rinnovare la fiducia nell'agenzia stessa e in Costa Crociere. In sintesi, anticipare le prenotazioni è un vantaggio comune e permette di distribuire le vendite nell’arco dell’anno rispetto a dover gestire i picchi dell’ultimo minuto, garantendo quindi maggior serenità nel nostro lavoro".
@Sergio
RispondiEliminaDi la verità, andresti?
;-)
@luciano
RispondiEliminaCon te in capo al mondo!
Famiglie annesse!
;-)
Ma dove andate senza di me
RispondiEliminaPerchè hanno fatto il conto satellite sul vat e non sul pil?
RispondiEliminaMarina
Luciano,
RispondiEliminaperò con una connivenza così sfacciata del bottegaio, togliamo ogni innocenza alla gradevole incombenza per cui la mamma "mànna accattà 'o ppepe" al figlio. In pratica è più o meno ciò che succedeva nelle famiglie cui sopra, però si usava allontanare il "soggetto incomodo" mandandolo in un negozio a comprare una qualsiasi sciocchezza di poco costo (tipo un ago particolare o magari un astuccio di cotone di un dato colore in vendita solo in quel "lontano" negozio). Da qui, la frase: mannà accatta 'o ppepe, cioè, allontanare con una scusa momentaneamente qualcuno. Diverso è invece il: "mannà accattà 'o tozzabancone", una merce inesistente, ma che ha una diversa funzione. Oltre ad essere un mero gioco o scherzo, ha la pretesa di "smaliziare" il bambino un po' più ingenuo...
Mi sono permesso perché so che gradisci una spiegazione più approfondita di questo modo di dire tutto napoletano e ... poi anche perché sono il 3° di 7 fratelli. Va da se che sono andato quattro volte accattà 'o ppepe, e pe' jonta 'e ruoto, pure o nonno mio, 'nu juorno me mannaje accattà 'o tozzabancone...
:-)
Ma certo Jennaro, adoro queste usanze dei tempi addietro, e soprattutto quando non le conosco.
RispondiEliminaE ovviamente con un particolare "occhio" a quelle napoletane per colpa dei grandi della prosa delle tue parti che le hanno distribuite in tutto il mondo.
;-)
I numeri del CTS (Tav. 5) dimostrano che il famoso refrain brambillesco "per ogni euro speso in soggiorno ce ne sono altri tre spesi in altri servizi" è oggettivamente un'emerita str...nezza.
RispondiEliminaIl pezzo forte mi pare comunque questo (pag. 6):
Sulla base di questa prima stima del CST per l’Italia il nostro Paese si confronta, in termini di rilevanza della domanda turistica sull’attività produttiva, piuttosto bene con la Spagna. Le statistiche disponibili per la Spagna, relative al 2010, mostrano che il turismo svolge un ruolo importante con un impatto finale (che comprende cioè anche gli effetti indiretti) sul PIL del 10,2%, ma che si ridimensiona al 6,5% se si considera solo l’effetto diretto, confrontabile quindi con quello qui stimato per l’Italia. Inoltre, la Spagna trae un forte contributo dal turismo straniero, che incide per il 44% sul totale, rispetto al 25,7% dell’Italia.
Relativamente ad altri importanti paesi europei si registra che la rilevanza del comparto turistico, sempre misurata in termini di incidenza del VAT, si attesta al 4,0% in Francia, 3,8% nel Regno Unito, 3,2% in Germania e 5,4% in Austria. La quota turistica più alta in termini di valore aggiunto si osserva per Cipro con l’8,7% (3)
Ora il bello viene sulla nota (3):
Le incidenze del turismo dei paesi citati sono tratte da Tourism Satellite Accounts in the European Union – Vol. 2, Eurostat.
Gli anni a cui si riferiscono le percentuali dei vari paesi possono essere diversi.
Eeeehhh ???
Cioè stiamo confrontando le patate con le carote?
Poi il confronto con la Spagna che caspita significa in termini percentuali ?
A me pare che l'incidenza percentuale del turismo straniero abbia un significato sin troppo ovvio (da noi è tutto + caro).
Dati del WT&TC negli ultimi 5 anni (Economic Data Search Tool)
RispondiElimina--------------------------------------------------------------------------------
Travel & Tourism Direct Contribution to GDP
-------------2007-----2008-----2009-----2010-----2011-----2012
Italy
US$ bn 73.207 - 75.283 - 66.461 - 65.976 - 71.551 - 65.515
% share -- 3.4 ----- 3.2 ------ 3.1 ------ 3.2 ------ 3.2 ------ 3.2
--------------------------------------------------------------------------------
Spain
US$ bn 80.866 - 87.440 - 75.641 - 72.763 - 80.193 - 73.219
% share -- 5.6 ----- 5.4 ------ 5.1 ----- 5.2 ------- 5.3 ------ 5.3
--------------------------------------------------------------------------------
--------------------------------------------------------------------------------
Travel & Tourism Total Contribution to GDP
-------------2007------2008------2009------2010------2011------2012
Italy
US$ bn 199.382 - 202.772 - 176.775 - 175.961 - 189.506 - 172.333
% share -- 9.3 ------- 8.7 -------- 8.3 -------- 8.5 --------- 8.6 -------- 8.5
--------------------------------------------------------------------------------
Spain
US$ bn 224.641 - 248.674 - 223.339 - 204.917 - 222.607 - 202.665
% share - 15.5 ----- 15.5 ------ 15.2 ------ 14.6 ------- 14.8 ------ 14.7
--------------------------------------------------------------------------------
Non mi pare ci sia molto da dire...
@Frap
RispondiEliminaAppunto!
Che cippa c'entra il paragone con la Spagna (PIL) se stanno valutando il VAT.
E poi, perchè valutare il VAT quando non si conosce ancora bene l'incidenza del turismo sul PIL, in considerazione del fatto che i numeri che ci omaggiano sono sempre discordanti tra loro?
Smoke gets in your eyes?
Senza dimenticare che la parola PIL l'ha tirata fuori Gnudi quando ha esternato su questi dati del CTS che trattano il VAT.
Ma il Gnudi non ha un'affermato studio di commercialisti in quel di Bologna?
E com'è possibile che non conosca la differenza tra VAT e PIL?
O sono io che sbaglio?
Nella misura in cui definiamo:
RispondiEliminail PIL come il valore della produzione dei beni e dei servizi realizzati all'interno di un Paese, aumentato delle imposte indirette sulle importazioni e al netto dei consumi intermedi. Il periodo di tempo di riferimento è l'anno;
e
Il VALORE AGGIUNTO (ai prezzi di mercato) come la misura dell'incremento di valore che si verifica nell'ambito della produzione e distribuzione di beni e servizi grazie all'intervento dei fattori produttivi, capitale e lavoro;
mi pare evidente che non si parli proprio della stessa cosa.
OK
RispondiEliminaPerò alla fine dei conti avrei voluto solo rilevare che avevano scritto qualcosina di sbagliato in quelle solo 6 pagine.
E se in sei pagine fanno tutti quegli errori, come posso pensare che altri non accadano nei vari conteggi?
That's all ... mica noccioline, nè!
... o pistacci
RispondiElimina;-)