martedì 4 dicembre 2012

Ma in che Paese di Web 2.0 viviamo?


Ciò che è il Web 2.0 ormai lo dovrebbero sapere anche i tassi (dire sassi m’è diventato noioso), quindi i tassi  che oltretutto mi sono anche particolarmente simpatici per via della battuta sulle tasse (beati loro), ma ancora qualcuno che non lo conosce; ebbene c’è.

E allora vorrei raccontarlo alla maniera da principe degli ignoranti, alla moda dell’io speriamo che me la cavo.

Il Web 2.0 non è una legge esatta, e tanto meno ha una paternità nata in un preciso momento da un solo cervello, ma fa parte di un insieme di scienze tecnologiche, di modi d’essere e di un comunicare totalmente nuovo rispetto all’Internet al quale c’eravamo abituati.

Si tende ad indicare come Web 2.0 l’insieme di tutte quelle applicazioni online che permettono uno spiccato livello di interazione sito-utente (blog, forum, chat, sistemi quali Wikipedia, Youtube, Facebook, Myspace, Twitter, Gmail, WordPress, Tripadvisor eccetera eccetera).

In poche parole e tanto per darci un taglio, il Web 2.0 ha permesso l’interazione tra il media e le persone oltre che viceversa.
Ad oggi Wikipedia è l’enciclopedia più letta del pianeta, ed è fatta dagli utenti. YouTube è il secondo motore di ricerca più usato ed il più grande bacino di video di tutti i tempi, ed è fatto dagli utenti.

Quindi il Web 2.0 porta l’utente al centro della scena rendendo Internet un Media innovativo che ormai non ha più niente a che fare con i vecchi mass media.
Infatti le Web application come Gmail (il client di posta di Google che si usa online senza dover essere installato) o i portali come Twitter che non hanno bisogno di software per interagire con il portale stesso, ne sono l’esempio migliore.

E nel turismo?
Il settore del turismo è sicuramente uno dei più dinamici nel saper cogliere le innovazioni proposte dalla Rete, e si candida a essere un vero e proprio modello di e-business.
Gli utenti di Internet ormai considerano naturale utilizzare la Rete per decidere e pianificare i propri viaggi, confinando i canali tradizionali a un ruolo sempre più marginale, anche se personalmente non disprezzerei per nulla cosa al mondo le care e amate ADV  (Agenzie di Viaggio).

E per care e amate intendo solo ed esclusivamente quelle che hanno saputo rinnovarsi e che danno i consigli migliori a vantaggio del proprio cliente … e non all’elitario beneficio personale.
Poi se si considera che l'uso di Internet entra ormai in quasi tutte le case, si può facilmente dedurre che nel giro di pochi anni la stragrande maggioranza del movimento turistico ruoterà attorno al Web, come già oggi avviene per il traffico aereo.

Questo successo è targato in gran parte Web 2.0.
Gli aspetti di collaborazione e condivisione sono un elemento essenziale del viaggio fin da prima della nascita di Internet: amicizie occasionali, compagni di viaggio, socializzazione sono elementi portanti di qualsiasi tipo di viaggio.
I diari di viaggio diventano blog, i contatti a vacanza finita sono tenuti da e-mail e messenger, le diverse opinioni su un certo luogo si misurano nei forum, i consigli prima di partire si leggono online, le occasioni e gli sconti si sfruttano stando seduti davanti al Pc.
Tutto questo spesso finisce in un'organizzazione come una rete sociale, un social networking, capace di offrire anche molto altro da un unico sito, influenzando i clienti, spostando il tiro del business e determinando i successi di un'azienda piuttosto che un'altra.

Quindi tutto questo per dire che il Web 2.0 pubblicizza la migliore qualità di questo settore (il turismo) ... o dovrebbe farlo, e quindi, dunque, pertanto e perché ...

... a buon intenditore poche parole!

P. S.: Chi profetizza la qualità degli altri, anche lui la deve dire, dare, fare, amare, baciare, lettera e testamento ... poche balle e camminare.




10 commenti:

  1. Se c'è una cosa che ho capito in questi miei pur pochi anni in cui mi sono affacciato al Web come blogger, è che Internet è tale e quale la vita reale ... solo la qualità paga e questa esce fuori solamente se si ha passione per ciò che si vuole dire o fare. A volte occorre dedicarci molto tempo e pazienza per preparare un buon lavoro, ma poi i risultati si vedono... (*) a buon intenditore poche parole ...

    :-)

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  2. A chi sa capire non servono grandi spiegazioni.

    :-D

    Però credo che non bastino.






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  3. L’isola d’Ischia, che riunisce i sei comuni isolani, è il primo distretto turistico d’Italia. “Un ringraziamento particolare va al presidente della regione Campania Stefano Caldoro ed al presidente della Camera di Commercio di Napoli Maurizio Maddaloni che dal primo momento hanno creduto in questa opportunità storica per la nostra isola – ha detto Benedetto Valentino, direttore operativo del distretto – Un grazie di cuore anche ai sindaci ed agli imprenditori isolani che con determinazione hanno consentito questo risultato storico per la nostra comunità che rappresenta il primo esempio in Italia. La costituzione di un distretto turistico ci consente non solo agevolazioni fiscali, amministrative e creditizie per le nostre imprese, paragonando per la prima volta il turismo all’industria, ma è anche il viatico per far competere Ischia sul mercato globale sia in termini di qualità dell’offerta che promozionale”. L’isola d’Ischia rappresenta un terzo dei posti letto della Campania e produce un terzo del Pil dell’intera Regione.

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  4. Dal web

    Finalmente la Corte dei Conti ha dato il via libera ad Andrea Babbi come direttore generale dell'Enit. Potevano metterci un po' di più! Che so, 5 o 6 mesi, tanto per ammazzare il tempo.

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  5. Una destinazione che riesce a resistere anche sotto i colpi della crisi. Gli Stati Uniti si sono rivelati, negli ultimi tempi, una garanzia di successo per le agenzie di viaggi, in grado di macinare numeri anche quando l'outbound è in affanno. Che si tratti dei tour o di un New York con estensione mare, il fascino a stelle e strisce resiste nel tempo.
    Lo dimostrano le cifre (ancora sostenute dopo il record dello scorso anno) e i commenti dei tour operator, che confermano il richiamo di una meta intramontabile.
    Sul fronte dei collegamenti con l'Italia, i tagli agli operativi da parte delle compagnie aeree Usa non spaventano il mercato. Per i network, infatti, la disponibilità è ancora sufficiente a garantire i flussi dalla Penisola. I dubbi, ancora una volta, sono sui prezzi e sulla difficoltà di costruire soluzioni in linea con le richieste dei clienti.

    Non c'è crisi che li faccia vacillare. Nell'inverno più difficile per il turismo italiano, gli Stati Uniti resistono nell'immaginario collettivo e continuano a intercettare flussi in arrivo dall'Italia di tutto rispetto. Anche in un periodo di ristrettezze in cui i budget si alleggeriscono, e nonostante la riduzione dei voli nello schedule invernale dei vettori, gli operatori confermano gli States come la vera cassaforte del long range tricolore.
    segue ......

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  6. "Il mito del viaggio negli Usa, anzi in America, resiste". Gianluca Resmini, responsabile tour operating de i Grandi Viaggi, riassume in una frase il successo del "lungo raggio più richiesto". Merito di un gioco di alleanze tra compagnie aeree che favorisce la competitività del mercato, "permettendo di combinare qualsiasi itinerario alle condizioni e tariffe migliori usando vettori diversi nello stesso viaggio", sottolinea il direttore operativo di Marcelletti, Rosy Anselmi. Se si parla poi del fascino costante esercitato sull'immaginario collettivo, "gli Usa sono uno spot continuo per noi italiani, basta accendere la tv", commenta Mariangela Candiani, responsabile prodotto per Gastaldi 1860. A conferma della solidità del prodotto arrivano i dati registrati da Hotelplan: "Quest'anno abbiamo registrato il sold out per il Capodanno a New York già a metà ottobre - dichiara Alessandra Rosati, contract manager Usa di Hotelplan -: è un prodotto che abbiamo sempre venduto, ma fino all'anno scorso si arrivava a metà dicembre con ancora alcuni posti da riempire".
    Il merito principale di questo successo va comunque alla tenuta di un target considerato la gallina dalle uova d'oro del turismo: i viaggi di nozze. Una fascia solitamente dotata di un budget consistente e più propensa a concedersi un'estensione mare. Anche perché, ricorda Silvia Brunetti, responsabile prodotto Eden Made, "gli italiani chiedono spesso un soggiorno balneare alla fine di un viaggio negli States".
    Della stessa opinione Liberato Esposito, responsabile team Stati Uniti, Messico e Caraibi di Idee per Viaggiare: "La formula più richiesta è il classico New York con estensione mare: concentra il 40 per cento delle vendite, delle quali metà in Riviera Maya e il restante nelle isole di Aruba, Antigua, Repubblica Dominicana e Turks & Caicos". I combinati, rileva il direttore tecnico di La Fabbrica dei Sogni, Laura Baccanelli "vanno molto bene, soprattutto per i neosposi: oltre a Caraibi e Messico, abbiamo buoni numeri su Bermuda, Hawaii e, per i più sofisticati, la Polinesia".
    Le Hawaii, dicono gli operatori, richiedono un'analisi più approfondita: "Non sono facili da vendere - sottolinea Consuelo Cerri, responsabile prodotto Nord America della divisione Premium di Alpitour -, perché sono isole molto diverse tra loro e vanno costruite sotto forma di itinerario". Il successo dei combinati sta conquistando anche operatori finora concentrati sulla destinazione secca: "Non abbiamo mai proposto le estensioni mare dagli Usa - afferma Jenni Nessi, responsabile prodotto Usa di Boscolo -. Per il 2013 pensiamo a Messico, Bahamas e Repubblica Dominicana".
    Gli Stati Uniti tengono, dunque, anche se le difficoltà economiche influiscono sulla scelta della sistemazione alberghiera. "Le strutture che vanno di più sono hotel di categoria 4 stelle e centrali - dice Roberto Morgi, sales manager di Auratours -: registriamo però anche richieste di motel, in special modo quando si tratta di lunghi soggiorni itineranti".
    Oriana Davini

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  7. @B.C.

    Scioccante la storia delle ADV statunitensi.

    Mi dai il link?

    :)

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  8. Le proposte di Iorio (Federturismo): «dotare l'Enit delle giuste risorse, completare la banda larga, rottamare gli hotel». Rottamare gli hotel?Ma chi crede d'essere?Matteo Renzi?

    Preso dal web

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  9. @Sergio

    http://www.ttgitalia.com/stories/tour_operator/82428_stati_uniti_la_sicurezza_di_agenzie_e_tour_operator/

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