Solo
due giorni fa su queste pagine s'era scritto che
nel periodo 2009-2011 le Regioni, secondo Confartigianato, spendevano
mediamente 939 milioni l’anno (!) per la promozione dell'Italia
turistica.
Che
potrebbe anche starci se solo i risultati fossero adeguati alla
spesa.
In
Spagna, giusto per fare un confronto con un competitor, nello stesso periodo (2010) secondo Hoteltur, le 17 Regioni spagnole avevano un
budget di poco superiore ai 300 milioni di euro.
Una
gran bella differenza, neh!
E
mentre gli iberici, dopo una breve pausa di “riflessione”, si
stanno riprendendo il maltolto con dei numeri attivi da far paura,
noi ci stiamo ancora riflettendo e i numeri vanno sempre più in giù.
Aggiungo
solo, anche se ormai lo sanno anche i sassi, che l'Enit dispone di 18
milioni di euro e qualcosina all'anno per marketizzarci nel mondo, di
cui 16,5 circa se ne vanno per mantenere in piedi i soli costi di
gestione della struttura.
Ed è di due giorni fa la notizia che l'Italia
è a tutta marcia indietro sulla competitività.
Infatti
scivola al 46esimo posto della graduatoria globale dell'Institute for
Management Development di Losanna (mica noccioline, neh!), due
gradini in meno rispetto al 2013.
Finendo
così dietro a Slovacchia e India, in basso ad una classifica che
prende in esame 60 Paesi.
E meno
male che la graduatoria l'hanno fatta solo su 60 Paesi, altrimenti
chissà dove saremmo finiti.
E così
pure il WEF (Wolrd Economic Forum) dice che l'Italia, dove la
competitività è fortemente compromessa da fattori chiave come il
sistema delle norme, la governance in campo turistico e il livello
dei prezzi dell'offerta, viene data come 18esima rispetto alle altre
nazioni europee.
Insomma,
l'Italia non ha ancora un complesso di norme che siano in grado di
promuovere in misura sufficiente (in relazione a quanto fanno gli
altri paesi) l'industria turistica.
Sotto
questo aspetto, normativa generale di riferimento e governance
politico-amministrativa, l'Italia si ritrova addirittura al 100°
posto nel mondo, su 140 posizioni.
Calcolando
poi che il Bel Paese è la nazione più ambita del mondo, beh che
dire …
… ma
basta con i numeri che non fanno altro che farci piangere … dalla
rabbia.
Pertanto
il divario tra il prezzo e la qualità, già evidenziato con i dati
della Banca d'Italia che dichiarano meno pernottamenti ma con più
spesa da parte dei turisti stranieri, non fa altro che ampliarsi sempre di più.
E non è una bella cosa.
Il
buon Dio me ne guardi bene dall'affermare che l'Italia debba abbassare i
suoi prezzi, per carità; d'altronde il nostro Paese, per grazia
ricevuta, è indubbiamente il più bello del mondo e di conseguenza
le cose belle si devono pagare più di quell'altre che non lo sono altrettanto, e
questo si sa.
Ma
dobbiamo aumentare considerevolmente la qualità del ricettivo (e non
solo) che, non raccontiamoci balle, non è adeguata per nulla
all'immenso patrimonio di cui noi disponiamo.
Come
si fa?
Tanto
per cominciare e ben prima della riforma del Titolo V, chi di dovere
dovrebbe sedersi ad un tavolo (di veri professionisti e non di quelli
da un tanto al chilo) e buttare giù una nuova classificazione
alberghiera ma di qualità (ci vogliono circa 10/12 mesi), la quale
possa ampliare a dismisura la digitalizzazione (e non l'inverso) e
una marea di altre “cosette” che possano determinare veramente
tutto il ricettivo, nessuno escluso.
E con
quelle metodologie che davvero possano innalzare la qualità purché
non siano limitate alla sola locazione ma … ma non vorrei
raccontare troppo.
Tutto
il resto verrebbe di conseguenza, e vale a dire il sistema delle
norme che qui in Italia fanno paura, la governance, i prezzi e bla
bla bla che non sono per niente il nostro punto di forza, anzi ...
@Luciano
RispondiEliminaMa non avevi scritto che dovevano chiamarti nei primi giorni di Luglio?
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaL'avevi scritto qui
RispondiEliminahttp://tuttosbagliatotuttodarifare.blogspot.it/2014/06/alla-fine-della-partita-sia-che-si.html
@Vincenzo
RispondiEliminaSì, l'avevo scritto e naturalmente corrisponde al vero.
Ma a tutt'oggi niet!
Però nessun problema poiché l'immaginavo di certo.
Bontà loro ed eventualmente bontà anche mia e di quello che scriverò in merito tra non molto tempo.
:)
Facciamoci due risate va che fa buon sangue.
Diffidate di quelli diffidate brava gente
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