Dare ragione a Bernabò Bocca non m'è
proprio d'uso ma quando ce vò, ce vò … giusto per la precisione.
Infatti, deciso no di Federalberghi
alla destrutturazione della rete estera dell’Enit e
quel suo bellissimo: “Siamo
favorevoli a una razionalizzazione ma non allo smantellamento”.
E poi quell'ultima frase che mi fa
impazzire non poco di gioia: “Il mio sogno sarebbe quello di vedere
all’estero un Palazzo Italia, che contenga il meglio della moda,
dell’enogastronomia e delle eccellenze del nostro Paese”.
Beh, in merito a questa cosa è molto
che ci penso fin dai tempi che lavoravo in una data città estera nei
primi anni '80, per poi immaginare la stessa cosa anche in altri
luoghi che mi hanno visto per non brevi periodi lavorativi, poiché
nessuno al mondo ha ciò che abbiamo noi in merito alle eccellenze
sopra citate
Vabbeh, passiamo oltre e stavolta uno
“speriamo” lo scrivo ben volentieri anche se chi vive sperando …
Per quello che può contare la mia
opinione sono d'accordo con Bernabò Bocca per quanto riguarda
l'ipotesi “maldestra”delle chiusure delle sedi estere dell'Enit
(ah, il nome non va cambiato ed Enit deve rimanere) e che è stato
scritto nell'ultimo DDL per il turismo.
Per l'occasione faccio solo due esempi
di altre nazioni che reputo i più pertinenti poiché sono proprio
quelle con noi maggiormente concorrenziali; Spagna e Francia.
Seggitur, l'ente di promozione
turistica spagnola dispone di 33 sedi sparse per il mondo, mentre
l'Atout francese è presente in 31 nazioni.
Quindi non riesco proprio a comprendere
da chi e da dove provenga questa “sparata” senza alcun senso.
L'unica ipotesi possibile è che, in
previsione futura, qualcuno ha impropriamente pensato che convenga
chiuderle tutte per poi riaprirle a giochi fatti e vale a dire
all'atto dell'approvazione del Titolo V che toglierebbe di fatto, tra
l'altro, la responsabilità delle Regioni in questo comparto.
Titolo V che approvo quasi totalmente.
E non completamente perché ritengo che
due o tre cose debbano essere lasciate alle Regioni.
Attualmente l'Enit comprende 23 sedi all'estero che credo debbano essere addirittura aumentate per
portarle a numeri simili ai competitors … altro che chiuderle.
Chiaro è che una razionalizzazione non
ci starebbe mica male, neh!
Chiudere le nostre Sedi all'estero, mentre i nostri competitors sono presenti più che mai, significherebbe ignorare una delle più elementari strategie di influenza del mercato turistico. Ma forse, carissimo Luciano, "i nostri" sono talmente delle brave persone che non vogliono "rubare" la loro quota di mercato...
RispondiElimina^_^
@Jennaro
RispondiEliminaNon lo faranno ... non lo possono fare se non vogliono che tutto il mondo rida di loro.