Mancanza di copertura finanziaria.
Questo il laconico commento degli Uffici della Camera dei deputati che hanno messo nel cestino dei rifiuti l’emendamento presentato dall’ex ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, Massimo Bray, per eliminare le barriere architettoniche nei luoghi della cultura italiana.
Ritirato.
E non se ne parli più.
Questo il laconico commento degli Uffici della Camera dei deputati che hanno messo nel cestino dei rifiuti l’emendamento presentato dall’ex ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, Massimo Bray, per eliminare le barriere architettoniche nei luoghi della cultura italiana.
Ritirato.
E non se ne parli più.
«La burocrazia avvelena tutto. Un grandissimo numero di beni storici e
artistici – spiega il deputato pd, direttore editoriale della Treccani –
ha barriere architettoniche che rendono impossibile l’accesso a chi è
in condizione di disagio. Avevamo trovato la soluzione. Bastava
aumentare di cinquanta centesimi il prezzo del biglietto per potere
avere i fondi necessari ad aprire le porte a tutti. Sento forte
l’amarezza per un diritto negato».
L’obiettivo, dunque, era quello di proseguire l'opera di abbattimento delle barriere architettoniche nei centri culturali.
«Il Ministero – continua Bray - nell’adozione del piano di rimozione
delle barriere avrebbe potuto avvalersi delle "Linee guida per il
superamento delle barriere architettoniche nei luoghi di interesse
culturale" elaborate dalla commissione ministeriale per l’Analisi delle
problematiche relative alla disabilità nello specifico settore dei Beni e
delle Attività culturali».
Insomma, 50 centesimi e il gioco era fatto. Cinquanta centesimi in più
per ogni biglietto e noi saremmo stati non solo solidali, ma anche e
soprattutto il linea con le direttive europee.
Mezzo euro e avremmo
fatto quello che un Paese civile ha il dovere di fare: consentire a
tutti le pari opportunità. Nell’Italia del Mose, nell’Italia dell’Expo
Milano, nell’Italia delle madonne che si "inchinano" davanti ai mafiosi,
nell’Italia che brucia i rifiuti tossici nelle fertili campagne
campane, nell’Italia degli impuniti e degli impunibili, 50 centesimi
hanno dato scandalo.
Così, le barriere architettoniche restano,
l’emendamento viene ritirato e la disabilità resta un affare privato.
Questa è l’Italia che predica bene e razzola male!
P. S.: L’emendamento presentato alla conversione in legge del decreto-legge 31
maggio 2014, n. 83, recante disposizioni urgenti per la tutela del
patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e il rilancio del
turismo, recitava così: "Dopo l’articolo 11 è aggiunto il seguente 11bis
(Misure urgenti per assicurare l'accessibilità e la visitabilità nei
luoghi della cultura. Punto 1- Al fine di assicurare la possibilità,
anche per persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale,
di visitare i luoghi e gli istituti della cultura, fruendone degli spazi
e delle attrezzature in condizioni di adeguata sicurezza e autonomia,
il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo provvede
alla rimozione delle barriere architettoniche così come definite
dall'articolo 1, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica 24
giugno 1996 n. 503. Punto 2 - Per le finalità di cui al comma
precedente, presso il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e
del Turismo è istituito un apposito "Fondo per la rimozione delle
barriere architettoniche" pari ad euro 2 milioni per l'anno 2014 e 4
milioni ciascuno per gli anni 2015 e 2016. Alla copertura del Fondo si
provvede, per 1,5 milioni di euro per l'anno 2014 e per 3 milioni di
euro ciascuno per gli anni 2015 e 2016 mediante corrispondente riduzione
delle proiezioni dello stanziamento del fondo speciale di conto
capitale iscritto, ai fini del bilancio triennale 2014-2016, nell'ambito
del programma "Fondi di riserva e speciali" della missione "Fondi da
ripartire" dello stato di previsione del Ministero dell'Economia e delle
finanze per l'anno 2014, allo scopo utilizzando l'accantonamento
relativo al medesimo ministero. Il Ministro dell'Economia e delle
finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti
variazioni di bilancio; per 500 mila euro per l'anno 2014 e per 1
milione di euro ciascuno per gli anni 2015 e 2016 mediante incremento
del prezzo del biglietto di ingresso nei luoghi e negli istituti di
cultura per un valore pari a 0,50 centesimi".
Dio mio che pena!
Sei gentile nell'usare espressione -pena-.
RispondiEliminaIo userei un'altra parola meno gentile della tua.
Ciao Bio,
RispondiEliminaincredibile e sono senza parole.
Ma mi riprenderò in fretta ... a tra non molto su queste pagine.
:)
Nota bene (giusto per la precisione):
RispondiEliminai 50 centesimi avrebbero dato copertura finanziaria solo al 25% del fondo.
Per il restante 75% si sarebbe dovuto attingere ai fondi di riserva e speciali (quelli per la gestione emergenze).
Giusto per dire che il titolo della fonte e qui sono leggermente fuorvianti, ad una prima lettura.
Non è per "soli 50 cent".
Detto questo, l'abbattimento delle barriere architettoniche nei luoghi culturali è una mera questione di civiltà (ma anche sicuramente un'opportunità, pensando alle cifre snocciolate da Roberto Vitali in una recente audizione alle X commissioni parlamentari).
@Frap
RispondiEliminaSì sì, certo, avevo notato quel 25%.
Ma penso che anche senza ricorre ai Fondi speciali si poteva già cominciare a fare qualcosa.
:)
Così è il nulla!
@Luciano
RispondiEliminaFinché la cultura sta in piedi, il Turismo sta in piedi. Se crolla la cultura, crolla il Turismo.
E tutto per mancanza di cinquanta... grami, miseri, semplici, centesimi da versare all'ingresso dei Musei, o meglio ancora in tutti i luoghi e gli istituti di cultura e civiltà...
Che ottusità!
@Jennaro,
RispondiEliminaCaro amico, l'Europa ci chiede delle riforme in tutta fretta per poter poi sforare (si spera) il - 3%.
Tra alti e bassi le stanno facendo e su quel DDL per ilt ruismo hanno messo sul tavolo tutto quello che potevano.
Anzi, c'hanno inserito anche soldi che non hanno.
Qundi metterne di più sarebbe stato controproducente.
Sono però sempre più convinto che con quel solo 25% si poteva cominciare a fare qualcosa.
:(
@Jennaro
RispondiEliminaVedi commento di Frap
@Ho letto, Luciano
RispondiEliminama dì pure a Frap che per antonomasia quel 25% rappresenta proprio quelle "persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale", per cui vale molto più del restante 75%...
:-P