sabato 30 ottobre 2010

Il turismo a bocce ferme

Oggi tutto tace e sul turismo c’è un gran silenzio.
Non è una gran bella cosa ma piuttosto che leggere o sentire le solite “imbecillaggini”, va bene così.
Mi prendo anch’io una mezza festa.
Infatti da quando la Brambilla è scesa in campo (ahimè, due e mezzo anni fa), si contano in una mano (al massimo due) i giorni senza una sua“sentenza”; di quelle dei suoi “compari” o degli eccelsi saccenti.
Oggi siamo senza un “rigonfiamento statistico” o qualcos’altro di simil produttivo per il turismo nazionale, sempre però rivolto al domani.
A quel domani che non si capisce quando avverrà … se mai verrà.
Lei, i luminari, i grandi campioni, i professoroni e professorini, i quelli “io so tutto”, “ e i “io come sono bravo”, oggi stanno zitti, oggi non hanno niente da dire.
E cosa strana, neanche ieri, perché sennò sui quotidiani qualcosa di loro, ora,  ne avremmo letto.
E allora, a bocce ferme, vi voglio parlare della supponenza, che altro non è che l’eccessiva sicurezza o fiducia priva di riscontro nelle proprie capacità, che può portare finanche all'attribuirsi qualità e doti che non si posseggono, che è il riflesso di un'opinione troppo alta o lusinghiera di se stessi.
Che c’entra?
C'entra c'entra, eccome se c’entra; e provo a spiegare il perché.
Prima dell’avvento di questi grandi oratori mugghianti, non è che il turismo nello stivale andasse per la maggiore, per carità.
Francia, Stati Uniti, Spagna, e da poco la Cina ci sopravanzavano in presenze turistiche, e questo nonostante l’Italia fosse ed è, eccetera eccetera.
Le solite cose: un gran Bel Paese ma nessuno che sapesse o sappia che cosa fare.
Molti “guru” che nell’ambito “occupano” delle posizioni strategiche sono sempre gli stessi; parlano, parlano e parlano ancora, e considerando che non sono riusciti a cambiare un bel niente prima, non si capisce il come possano farlo adesso, visto che non va così bene; ma restano lì … “inamovibili”, e guai a dirgli qualcosa.
Mentre quelli nuovi con i “vecchi” hanno in comune ‘ste cose.
1° Parlano, parlano e parlano ancora.
2° I turisti non sono di certo aumentati.
3° Guai a dirgli qualcosa.
4° Sono i più bravi (dicono loro)
Però Francia, Stati Uniti, Spagna e la Cina ci sopravanzano ancora, anzi ...; mentre quelle che c’erano di una spanna dietro, ora stanno arrivando.
Visto che c’entra … la supponenza!

Ah, dimenticavo di dire che i dati e le statistiche che ci davano i “vecchi” sono le stesse che ci danno i “nuovi”: cambiano i numeri ma son sempre balle, mentre il portale www.italia.it è sempre lì, che pur con altri soldi spesi non è cambiato granché.
 Si si, c’entra, eccome se c’entra.

venerdì 29 ottobre 2010

La "brutta" storia del 5% della Thomas Cook (Tour Operator)

Roba da matti e da non credere.
Da circa un mese gira una voce che adesso sembra prendere sempre più consistenza e che con poche parole cercherò di riassumervi.
Il Tour Operator inglese Thomas Cook fa “il pasticcio”, e vale a dire una autoriduzione del 5% nel pagamento di quanto dovuto per le prestazioni rese dagli alberghi nel corso dei mesi di agosto e settembre 2010.
Inoltre si ipotizza che il T. O. minacci di non sottoscrivere nuovi contratti con gli eventuali contestatori.
Beh, personalmente credo che le cose siano due; o sono dei genii o dei “grandi ladroni”.
C’è anche una terza possibilità, ma la tengo per dopo.
La “loro” causale” o spiegazione è che la decisione è stata presa per compensare i mancati guadagni a seguito di un anno difficile, nel settore del turismo, poiché hanno dovuto vendere i pacchetti vacanza a prezzi inferiori a quelli normali; e il movente è che ci sono state meno prenotazioni.
Di botta mi verrebbe da dire: “problemi tuoi”, ma è sempre meglio prima capirne il perché e il percome, per poi …
La società inglese dà la colpa ai problemi causati dalla nube di cenere vulcanica dell’Islanda, all'incertezza che ha circondato le elezioni politiche britanniche e il bilancio di emergenza, la Coppa del Mondo, e il tempo buono soprattutto in Gran Bretagna che hanno messo le persone alla larga dall’effettuare dei viaggi.
Si vabbeh, ma sono situazioni che hanno riscontrato anche tutti gli altri T. O., albergatori e quant’altro che in questo ambito ci marcia o ci gira.
Quindi perché tu si … e gli altri no?
Un portavoce della compagnia dichiara d’essere molto soddisfatto dalla risposta che ha ricevuto dagli albergatori in Turchia, Grecia, Cipro, Egitto e altre destinazioni vacanza importanti.
In questo caso spunta la mia terza possibilità (ricordate?), e vale a dire “un abuso di posizione predominante”.
Gran brutta cosa e soprattutto un gran “brutto esempio”; nella speranza che non venga emulato da altri, che approfittandosi del “potere” raggiunto, possano intraprendere la stessa strada.
E perché no, a questo punto potrebbe essere anche prerogativa dei T. O. medio/piccoli (ma loro non fanno paura).
E sarebbe proprio un bel casino.
Personalmente questi “galantuomini” potrebbero tranquillamente andare a quel paese (con la P minuscola), ma credo che ancora una volta, i riceventi, caleranno le braghe.
E che dopo le prime avvisaglie di denuncia da parte di Federalberghi presso gli organi competenti, si arriverà al solito compromesso; magari non il 5% ma qualcosa che li s’avvicina.
E alè, via alla prossima.

Thomas Cook threatened by hoteliers with legal action

Hotel owners in Spain are threatening Britain's second largest holiday company with legal action.
Thomas Cook plans to make a unilateral 5% cut on its August and September accommodation invoices for hotels across Europe and the Caribbean.
The cut means all hoteliers who provided accommodation to Thomas Cook's UK customers will get 5% less than the agreed room price.
Thomas Cook said it had been talking to hoteliers to come up with solutions.
Manuel Moncada, from the Hoteliers Association in Benidorm and Costa Blanca (HOSBEC), warned that the association would seek legal advice if the holiday firm went ahead with the plan."We cannot possibly accept such an action," he said.
"It is the first time in over 40 years I have been in this business that a company of the size and standard of Thomas Cook has taken such a decision, to unilaterally cut and reduce the cost of something which is already signed and sealed in a contract - and is legally binding for both of us."
'Concerns' Thomas Cook said the decision was taken to make up for lost earnings following a difficult year in the tourism industry.
It said it had to sell holiday packages at lower than normal prices this summer because fewer people were booking holidays.
The company blamed that on the disruption caused by the volcanic ash cloud from Iceland, the uncertainty surrounding the General Election and emergency budget, the World Cup, and the especially good weather in the UK putting people off travelling.
The Caribbean Hotel and Tourism Association (CHTA) has also said it was rejecting Thomas Cook's move, and was promising a "strong collective stand" against the action.
A spokesperson for Thomas Cook said: "We are delighted by the response we have received from hoteliers in Turkey, Greece, Cyprus, Egypt and our other important holiday destinations.
"In the last few days we have been in contact with hoteliers in Spain and we are encouraged by the majority of feedback we have received.
"Clearly hoteliers were initially concerned, but having entered into dialogue with us we are pleased that, with flexibility on both sides, we are reaching satisfactory results."
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giovedì 28 ottobre 2010

Ma quanti sono 'sti benedetti cinesi che per turismo vengono in Italia?

Benjamin Disrael diceva che ci sono tre tipi di bugie: quelle normali, quelle spudorate e le statistiche.
Vero!
E Benjamin Disraeli, che forse ai più resta un emerito sconosciuto, non era affatto uno scemo, ma colui che nel 1875 acquistò da Ismail Pascià i 9/20 delle azioni del canale di Suez, aprendo in tal modo alla penetrazione britannica nell'Africa Orientale e Settentrionale.
Certamente una cosa di non poco conto.
Di seguito nel 1876 fece proclamare la regina Vittoria imperatrice delle Indie e durante la guerra turco russa del 1877-1878 impedì all'imperatore Alessandro II di occupare Costantinopoli.
Dulcis in fundo, al Congresso di Berlino, riuscì a far rivedere il trattato di Santo Stefano annullando tutti i vantaggi conseguiti dalla Russia e aumentando l'influenza britannica in Turchia dalla quale si fece cedere Cipro.
Beh, basta e c’avanza per dire che la sua descrizione sulle bugie sia attendibile, e quindi a farla breve, il buon Benjamin, dava le statistiche come promotrici di tutte le altre.
Ed è così che quando “qualcuno” vuole infilarci le braghe dalla testa, ecco che ne tira fuori (di statistiche) in grande quantità; tutte, guarda caso, a proprio favore.
Non so se La Brambilla e il Marzotto conoscano o meno il Disraeli, ma di certo sanno tutto sull’arte di dare delle statistiche che “forse” non corrispondono mai alla realtà.
Infatti, tra le altre che qui sul blog ho giornalmente inserito, ultima ma non certo (ahinoi) la definitiva, è quella sulle presenze cinesi (2010) nel Bel Paese.
Chi segue questo settore (turismo) e che sono in molti milioni perché lì ci lavorano, sa che le nuove (dati o statistiche) del trio (Brambilla, Marzotto e Rubini) che c’hanno omaggiato con grande loro auto soddisfazione, denigrando altresì l’operato delle altre nazioni europee che hanno incrementato (a loro dire) del solo 2%, sono le seguenti: “Crescita (ettepareva) delle presenze turistiche straniere sulla base del 5,3% per l’anno in corso”, con particolari percentuali che qui ho già trattato e “dimostrato” come “probabilmente” sballate, alle cui s’è aggiunta quella dei cinesi definita dal “trio” sul milione di persone che hanno fatto visita al Bel Paese (sempre per quanto riguarda il 2010).
Leggo invece su Quotidiano Travel (pag. 42) che a firma di Gaia Gallota, il direttore dell’ente turismo cinese in Italia, Xiong Shanua, dichiara che le presenze del suo Paese nei confronti del nostro, sono passate dal migliaio del 1970 alle 400.000 attuali.
Ma come, non erano un milione?
Non resta che informarmi e sul sito cinese del China Daily, il più autorevole quotidiano di quei posti, dove per conto del China Tourism Academy, stimano in ben 54 milioni le persone che usciranno (nell’anno in corso) dai confini per le varie forme di turismo.
E, vedi vedi, trovo che nel 2010 i cinesi che sono usciti dai propri confini saranno ben 54 milioni, che se comparati percentualmente con i 400.000 del direttore dell'ente turismo della Cina fanno .. ben poco.
Quindi anche quello dal “trio” “denigrato” in un povero + 2% per quanto riguarda le altre nazioni europee a noi concorrenti, diventa per Italia, un neanche miserrimo + 0,8%, che sommato allo + 0,00 e qualcosa degli statunitensi (e qui descritto), che invece la Brambilla, il Marzotto e il Rubini hanno stimato in un + 35% … vabbeh, come si fa a credere a quel totale di + 5,3% che hanno detto?
In definitiva credo che questi dati, che appaiono come “più sparati lì che ottenuti”, in Italia non sia poi così difficile ottenerli; magari con gente che parla di meno, aziona di più e che se ne capisca, possibilmente.
Poi, per quanto riguarda i dati e le statistiche, consiglierei d’incominciare a programmarle seguendo  
le normative europee, o ancora meglio, usando quelle della semplice logica … si, ma che sia seria e che aiuti veramente a capirci qualcosa, poiché le statistiche dovrebbero servire agli operatori del turismo, e non al politico o tecnico di turno per fare la sua bella figura … “impropriamente”.

mercoledì 27 ottobre 2010

La Brambilla "Chairman" dell'Organizzazione Mondiale del Turismo, forse per caso?

Se ci riesco vi spiego i "ricchi premi e cotillons" che la Brambilla ha appena ricevuto; il perchè, il percome e a quello che servono.
Sono queste le parole che si leggono sul sito dell’Organizzazione Mondiale del turismo e che “purtroppo” vanno verosimilmente in totale disaccordo con le eclatanti dichiarazioni della Brambilla, che col fare di chi ha raggiunto chissà quale pregiata onorificenza o premio, così ci dice: “In considerazione del ruolo determinante svolto nell’ultimo anno, l’Italia è stata oggi eletta alla Presidenza del consiglio Esecutivo dell’Organizzazione Mondiale del Turismo … all’unanimità e per acclamazione, oggi, durante l’89a sessione del Consiglio sull’isola di Kish (Iran) ed eserciterà il suo mandato, rinnovabile, per tutto l’anno 2011.”
Unanimità ed acclamazione decché, se è stata proprio la “Sciura” a presentare la Sua candidatura, che molto facilmente è rimasta unica e sola?

Vabbeh, niente di nuovo e della serie “fumo negli occhi” (stra milionesima puntata), e chissà se la recente cena a Lecco (quella che c’è costata ben 150.000 euro e che ha bloccato per quasi un giorno intero il centro della città) a cui hanno aderito molti ministri del turismo internazionale e varie personalità del comparto, non sia stata effettuata in relazione, o per “sfiancarli” a questa nomina?
E’ solo un’ipotesi per carità, ma si sa bene che tutto fa!
Quindi come detto, la Brambilla si troverà a fare in Chairman dell’UNTWO per tutto il 2011 … rinnovabile.
Di primo acchito ho anche sperato che in quel di Madrid ci si potesse fermare per sempre, ma chi vive sperando muore … di conseguenza.
Dopodichè sono andato subito a verificare la "risonanza" di chi l’ha preceduta, poiché non ricordo nomi eclatanti alla presidenza del ramo del turismo nel WTO.
Un momento, ho molto rispetto di quell’organizzazione, soprattutto per il Millennium Development Goals, anche se credo che si possa fare di più, ma lo stesso non posso dire a favore di chi la presiede o presieduta, perché credo che quelli "buoni" ne hanno per l'anima di 'ste cose.
Come spesso, dal WTO, ho tratto delle buone informazioni che m'hanno aiutato parecchio nel mio lavoro. 
Però non risultano delle nomine (dal 1976, data della nascita dell’Untwo) appartenenti a Paesi che hanno una valida nonché radicata formazione turistica, come Francia, Spagna, Inghilterra, Germania eccetera eccetera.
Che non gliene freghi granchè a questi Stati della posizione di Chairman dell'UNTWO, preferendo dedicare maggior attenzione al proprio lavoro?
Mentre quelle Nazioni che hanno ottenuto questo "prestigioso" incarico, di grande esperienza ne hanno ben poca ... al confronto.
Per l’appunto si trovano Paesi come il Nepal, Cameroon, Algeria, Venezuela, Colombia, Rep Korea, Sri Lanka, India fino alla penultima nomina di un rappresentante del Costa Rica (2009/2010).
In definitiva l’incarico è stato richiesto dalla medesima e non per acclamazione, mentre chi l’ha preceduta probabilmente non era certo un “campione” del turismo.
Che abbiano scelto la Brambilla per lo stesso motivo?

martedì 26 ottobre 2010

Caro Vittorio Feltri, questa volta l'hai fatta fuori dal vasino (?)

Egregio o Caro Vittorio Feltri, è dai tempi della Berta, si quella che filava per intenderci, che La/ti leggo assiduamente.
Vado sul "tu" sperando d’essere perdonato di tanta sfrontatezza, ma è da così tanto tempo che macino e seguo i tuoi scritti e le tue parole, che quasi quasi credo d’esserti amico.
Una tua prerogativa che mi ha sempre affascinato, è che sai far capire il concetto di ciò che vuoi dire con la metà delle parole (se non addirittura di meno)  invece necessarie a molti dei tuoi esimi colleghi, per arrivare alla meta.
Magari ne fossi io altrettanto capace.
Ad onor del vero e per quanto mi riguarda, sei in buona compagnia, poiché amo anche leggerne altri, e questo a prescindere da qualsivoglia fede politica.
Chi sa scrivere e dare un piacere alla lettura non è una prerogativa unicamente di destra o tantomeno solo di sinistra.
Tutto questo prefazio per dire che nell’ultimo tuo editoriale su Il Giornale del 26 ottobre 2010, l’hai fatta fuori dal vasino (?); almeno per me.
Non mi permetto d’entrare nel merito; non sono cose di cui mi capisco anche se una certa mia idea per l’ovvietà io l’ho, e che non è granchè distante dalla tua.
Ma quello che ha fatto traboccare il vaso (?), ahimè stracolmo, è questa frase: “La gente non riesce neppure a sfruttare la miniera d’oro del turismo, le meraviglie naturali, i paesaggi incantevoli, il mare più bello del mondo, il clima migliore del globo, figuriamoci se è in grado di eccetera eccetera.”
La gente?
Caro Vittorio, è si colpa di quella gente che di turismo ne parla un tanto al chilo e te ne vende un due per tre (frasi a te tanto care), ma non credi che altrettanta colpa, se non di più, sia da imputare alla Brambilla e a quei “signorotti” che l’hanno preceduta?
O forse ti riferivi all’entourage, all’Enit, alle associazioni, ai sindacati e a tutto quel “ben di Dio” che in mille anni in questo comparto, non ha combinato una benemerita mazza?
Vabbè che la "Signora" è una tua “protetta”, e dimostrazione in più si è avuta da quando le hai regalato l’asino Ugo che adesso lì, può fare la coppia.
Hei, un momento; non intendo con la Sciura Michela, ma coppia con l’asina che credo lei abbia da tempo.
E poi La ministra non è certo il Marchionne; magari.
Che cavolo d’esempio c’hai fatto?
Ma non importa poiché sono certo che è stato un lapsus e di questo te ne sei già pentito.
A presto e a domani… sempre se scrivi.

lunedì 25 ottobre 2010

La Riforma Brunetta e il Protocollo d'intesa con l'Enit

Si era sul finire dell’anno scorso (dicembre 2009) e il Ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione Renato Brunetta con il Ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla firmarono a Palazzo Vidoni un Protocollo d’intesa (valido fino al 31 dicembre del 2010 e prorogabile per sei mesi previo accordo tra le parti) per favorire una efficace e tempestiva attuazione della “Riforma Brunetta”.
Altro non era che le strutture sottoposte alla vigilanza del Ministero del Turismo avrebbero dovuto adottare dei progetti mirati per migliorare le proprie performance organizzative per assicurare agli utenti una migliore qualità dei servizi erogati.
E naturalmente oltre a sancire una stretta collaborazione per il cambiamento della cultura della performance, della trasparenza e del miglioramento dei servizi nel settore del turismo.
Quindi anche le statistiche e i dati di pertinenza dell’ente, come le presenze turistiche in arrivo dall’estero, avrebbero dovuto essere divulgati con trasparenza, nonché cultura della performance; che credo voglia semplicemente dire: “il come si sono ottenuti ‘sti benedetti dati”.
La Brambilla, il Marzotto e il Rubini (Ministro, Presidente e GM dell’Enit) però, ancora una volta, li hanno buttati lì, limitandosi a dire che risultavano ancora ufficiosi e che provenivano da T. O. internazionali.
Però, questi dati pur ufficiosi, ai tre risultavano utili (ma guarda un po’) per potersi auto lodare con argomentazioni che potete ben immaginare e che non sto qui a ripetere.
Se nonché tra gli altri, che reputo di discutibile veritiera fattibilità, spiccava un bel +35% per quanto riguarda gli arrivi dagli USA del primo semestre 2010 comparati con quello (1° semestre) dell’anno precedente.
E qui cadde l’asino.
Infatti pur non disponendo dell’entourage di quell’ente che dispone di centinaia di persone che vi lavorano, e così famoso nel passato per essere considerato un “carrozzone” (mentre ora?), mi attuavo per ottenere le stesse statistiche o dati, ma questa volta “ufficiali”, ricevendoli dopo cortese richiesta, dall’organizzazione governativa statunitense che assembla con estrema facilità questi numeri in partenza per l’Italia e per ogni dove.
Non si capisce il perché non lo si possa fare anche noi; o forse lo capisco ben bene per via delle possibilità che da l’ufficiosità.
Sta di fatto che la maggior parte di questi dati, in Italia, sono fatti più o meno con interviste o indagini; quindi abbastanza lungi dall’essere veramente precisi, ed è probabile che qualcuno ci marci.
Comunque quanto ricevuto dall’Otti (Office of Travel and Tourism Industries) era completamente discordante da quello offerto dal “trio”, e quel +35% si tramutava in un bel + 0,0 eccetera.
Inutile dire che anche gli altri dati potrebbero seguire la stessa sorte, ma questo basta e c’avanza per immaginarne la veridicità.
Quello che è seguito poi tra me e l’Enit è aria fritta o acqua passata che non macina più, so solo che a seguito di tutto questo, il colloquio tra le parti non è stato certamente svolto in qualità, tra professionisti del comparto e non voglio dire altro.
Alla faccia della trasparenza, della cultura della performance e dell’assicurare agli utenti una migliore qualità dei servizi erogati.
Ma per piacere, e sarebbe questo il primo Ente a misurare il Protocollo d’intesa sulla Riforma Brunetta (?); figurati gli altri.

sabato 23 ottobre 2010

Bernabò Bocca nominato Vice-presidente del CNEL ... per quali meriti e per che cosa?

Che Bernabò Bocca sia stato inserito alla vice presidenza del CNEL, a molti non importerà un bel fico secco.
E a me poco di più.
Ad onor del vero, quando due o tre giorni fa ne ho appreso la notizia, la prima reazione è stata quella di sorridere che poi, di secondo in secondo, si è tramutata in una sonora solitaria risata (senza offesa, per carità), mentre il primo pensiero è stato; beh, siamo in Italia.
Costa allo Stato più di venti milioni di euro, dà lavoro a circa settanta dipendenti pubblici e a centosedici consiglieri. È un organo di rilevanza costituzionale con funzioni, in materie economiche e sociali, consultive e di iniziativa legislativa, anche se dal 5 gennaio 1957 – giorno in cui è stato istituito – a oggi, ha presentato al Parlamento soltanto sedici disegni di legge.
Come a dire che ne hanno presentati 1 (uno) ogni tre anni e un po’, e che oltretutto, a conti fatti, quell'uno ci costa dai 60 ai 70 milioni di euro; quindi un solo "disegno" di legge corrisponde a 120 miliardi di vecchie lirette.
Ma il vero nodo è sulla nomina dei centoventi consiglieri (anche se oggi nel parlamentino del Cnel ne siedono “solo” centosedici, perlopiù – salvo alcune eccezioni – ex sindacalisti, industriali e politici che sono rimasti senza poltrona).
Sono molti i nomi che ambiscono a un posto da consigliere Cnel. Far parte del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro garantisce per cinque anni una retribuzione mensile di circa 1.500 euro netti, all’unica condizione di partecipare alle assemblee che si tengono una volta al mese.
Se un consigliere non può, o non ha voglia di recarsi ogni trenta giorni circa al parlamentino di Villa Lubin, non perde stipendio: gli viene semplicemente detratta una somma pari al quindici per cento dell’indennità a cui ha diritto, riceverà regolarmente (anche se ha disertato la mensile sessione di lavoro) una “busta paga” di 1.275 euro.
Dagli ultimi dati disponibili (quelli relativi al bilancio assestato 2009 e di previsione per il 2010), risulta che il Cnel spende per i circa settanta dipendenti (da non confondere con i 120 consiglieri) più di sette milioni di euro. Per l’indennità del presidente, i vicepresidenti e i consiglieri lo Stato eroga annualmente 3,6 milioni di euro. Somma cospicua a cui vanno aggiunte le spese per le missioni in Italia (85mila euro), all’estero (220mila euro), e rimborsi spese per 1,2 milioni di euro. Più 2,7 milioni di euro di consumi elettrici, idrici, telefonici, riscaldamento, acquisto materiale vario, eccetera.
E questo al 20 luglio 2010.
Vi basta?
Perché se non basta o non è sufficiente potrei scrivere anche dell’altro.
Comunque, esaminando il motivo di questa nomina, ho fatto un salto all’indietro (per voi, io purtroppo lo sapevo già bene) e ho trovato che il Bernabò Bocca fu nominato presidente di Federalberghi nel 2000, e dopo altalenanti incrementi o meno delle presenze turistiche nel settore da lui “presieduto” in Italia, ho cominciato ad esaminare quelle che partono dal 2006.
Solitamente e per poter capire la necessaria preparazione nonché il possibile “merito” lavorativo del candidato, sono infatti gli ultimi 4 o 5 anni che vengono vagliati per giustificare se il “premiato” può essere utile alla nuova attività.
Ho trovato che nel 2006 i turisti che negli alberghi italiani, sotto la guida dell'associazione del Bocca, si ebbero 242 milioni di presenze complessive (notti), mentre nel 2009 sono state 240,4 milioni.
Ben 1 milione e seicentomila presenze in meno.
Beh, in questo caso può darsi che l’incremento per dare una causale a questa “nomina” sia avvenuta per merito di enormi introiti turistici nell’anno in corso; vediamo.
No, niente, la stessa Federalberghi da in calo le presenze turistiche nel Bel Paese per il 2010 sulla base del – 0,2%.
Ma allora?
Ah, ho capito!

venerdì 22 ottobre 2010

Silenzio c'è la Brambilla che parla.

Beh, allora in questo caso dovremo stare zitti per sempre, visto che non si ferma mai di dire str...anezze.
Sarà, ma continuo a pensare che dire con cento parole quello che si può esprimere con dieci sia un delitto e non un merito.
Sicché anche oggi vado per le spicce.
Questa “colpa” preferisco lasciarla ai grandi parlatori del turismo, che un tanto al chilo dicono sempre che tutto va bene Madama la Marchesa, e ai “fessi” di turno che se le bevono a ettolitri.
Il 21 giugno del 2008, a Riva del Garda c'ero, ma non certo per oltre mezz'ora, il tempo necessario per capire che l’andazzo non sarebbe cambiato; anzi.
Dissero che Governo e Regioni avevano raggiunto un accordo e di quel piano strategico promesso due anni fa, infatti non è stato scritto nemmeno un rigo.
Dopo di che non è successo null'altro che i soliti proclami, a cui ha fatto seguito l’immobilismo per la preparazione di un piano globale.
Il problema principale era E RIMANE la governance, poiché nel groviglio delle competenze di regioni, enti locali e governo alla fine non si sa chi deve fare questo o quell’altro.
Esistono nel Parlamento disegni di legge che potrebbero aiutare ad attribuire le giuste competenze a Governo ed enti territoriali, ma non c’è la volontà politica di portarli avanti.
Questo non aiuta di certo il federalismo turistico che appunto non funziona e non ci si capisce una benemerita mazza.
Mentre i “fatti” si vedono “solo” per delle nomine importanti che gridano tuttora “vendetta” e per inserire delle nuove tasse.
Vedi quella del soggiorno che il sindaco di Roma ha appena istituito e che sarà certamente imitata da altri comuni, mentre la pressione fiscale è rimasta immutata.
E’ stato istituito inoltre il Comitato permanente di coordinamento, che va bene, per carità, ma a distanza di anni dalla data dell'annuncio non si è ancora riunito.
E chissà quando verrà convocato.
Come un annuncio è, e probabilmente resterà, il recentissimo Codice del turismo (parole condivisibili, ma si limiterà unicamente ad essere solo fiato) con l’equiparazione delle imprese del settore, perché si tratta di un decreto legislativo e non di un decreto legge.
E poi il dire che sia stato “studiato e preparato” con l’apporto delle associazioni preposte e che in verità questi signori l’hanno appreso soltanto attraverso i giornali; mi suona più come una nota stonata, l’ennesima di una canzone che nessuno vuole più sentire.
E a voi che leggete, il giudizio.

Premio Nobel e turismo

Al di là di tutto ciò che ultimamente sta accadendo sul blog (continue e-mail e altrettante frequenti telefonate da gente che “conta” ma che non sa contare, e che sembrano più contestazioni campate in aria che cortesi e gentili ricerche della verità), nonchè della mia cocciuta volontà di voler continuare a dare qualche consiglio “non richiesto, oggi mi sono preso una “vacanza” (ma non del tutto) e mi sono letto assiduamente della consegna dei Nobel.
No, non quelli famosi, ma i premi Ig Nobel che altro non sono che quelli assegnati, come ogni anno, alle ricerche che "fanno prima ridere e poi pensare".
Per chi non li conosce, posso garantire che sono una cosa spassosa.
Quella di quest’anno è la 20esima edizione, e il premio semiserio è organizzato dalla rivista Annals of Improbable Research e da diverse organizzazioni studentesche di Harvard.
Alla cerimonia di consegna dei premi, tenuta nel Sanders Theater dell'università americana, hanno come al solito partecipato alcuni Nobel "veri": Roy Glauber, Frank Wilczek e Sheldon Glashow (premiati per la Fisica rispettivamente nel 2005, nel 2004 e nel 1979), James Muller (Pace, 1985) e William Lipscomb (Chimica, 1976).
Quest’anno poi l’organizzazione si è superata, e per la prima volta, i premiati hanno ricevuto anche un riconoscimento in denaro.
Saranno ben tremila miliardi di dollari ciascuno.
Purtroppo però, si tratta di dollari dello Zimbabwe che nel 2009, a causa dell'inflazione, la Banca centrale del Paese aveva emesso banconote fino a un valore di centomila miliardi di dollari.
Beh, siamo sicuramente nel tema della manifestazione e ci fossero anche nel settore del turismo cose così.
Scusate ci stavo ricadendo, oggi non voglio parlare di turismo; se ci riesco.
E l’Italia s’è fatta onore anche quest’anno.
Infatti nel campo delle ricerche improbabili, tre studiosi dell'Università di Catania, Alessandro Pluchino, Andrea Rapisarda e Cesare Garofalo, hanno vinto il premio per la Gestione aziendale per aver dimostrato che un'organizzazione è più efficiente se promuove i dipendenti a caso invece di affidarsi al merito.

Questa loro ricerca prende lo spunto dal cosiddetto principio di Peter reso famoso da un libro del 1969 di Laurence J. Peter, secondo il quale in una gerarchia ciascun dipendente viene promosso fino a raggiungere il suo livello di incompetenza.
Da questo deriva, spiega Andrea Rapisarda, che ciascuna posizione nella gerarchia tende a essere occupata da una persona inadatta a svolgere il proprio lavoro o mansione.
A questo paradosso, i tre che l’hanno ideata, hanno trovato una soluzione altrettanto paradossale. Simulando al computer le dinamiche di un'azienda con 160 dipendenti, hanno scoperto che un'organizzazione in cui i dipendenti vengono promossi a caso, o in cui vengono promossi una volta i migliori e una volta i peggiori, è più efficiente di quelle in cui le promozioni sono basate solo sul merito.
Questo accade perché, spiegano, niente garantisce che una persona capace nel proprio lavoro sarà altrettanto brava, una volta promossa, a svolgere le nuove mansioni.
Mentre il sistema delle promozioni casuali aumenta le probabilità di raggiungere una maggiore efficienza complessiva.
Infatti se qualcuno è davvero bravo, è meglio dargli delle gratificazioni economiche senza cambiarlo di posto, poiché un bravo medico non sarà necessariamente un buon direttore di ospedale.
Vicendevolmente se uno gestisce un’azienda che per anni va male, è meglio promuoverlo.
Vabbè, quattro risate oggi non me l'ha tolte nessuno, neanche quelli che tirano i fili del turismo, e comunque ...
Comunque per parlare d'altro (?), oggi il Presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, è stato eletto Vice Presidente del CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro).
.................. hei, embè, come mai questo silenzio?
No scusate, è che mi sono messo a ridere e non riuscivo più a scrivere niente.
Toh, proprio come per i premi Ig Nobel.
Vabbè, non mi resta altro che fare i complimenti a Bernabò Bocca e gli auguri all’Italia.
Ma se non mi fermo di ridere, non riesco a pensare ... perdiana.

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