Genova è stata descritta in tutti i modi possibili ed esistenti
del Creato, e seppure a volte in un modo non troppo gaudente, Genova è sempre stata
amata da chi ne versato grandi rime o semplici ma meravigliose poesie e sonetti.
Fabrizio De Andrè, Bruno Lauzi, Paolo Conte e chissà quant’altri
che adesso mi sfuggono, l’hanno narrata proprio come Genova è.
Bella, bellissima, magnificente e superba all’inverosimile
ma amministrata che manco cani e gatti randagi c’abitano più.
Resistono però topi, pantegane e sorci in gran quantità,
superati numericamente solo dai “governatori” e loro adepti che con loro intrallazzano,
intralrazzano e itrallallero ‘llero ‘llà come una nenia perenne da far proprio
schifo.
E se Genova ancora resiste seppur agonizzante da decadi e
decadi, questo lo deve esclusivamente alla voglia di non vederla morire della sua gente
che si dispera e mugugna, ma lotta per non farla finire sotto due metri di
terra, e morta la.
Quello che ora vi voglio raccontare nasce in poche parole come
l’uovo di Colombo (beh, per forza siamo a Genova), ma che se non partiva da qualche
cittadino che qui ci vive, campa cavallo.
In altre città italiane ne esistono delle similitudini ma i
risultati non è che siano tanto … vabbé, fate voi.
E mentre questi parallelismi nelle altre locazioni sono
amministrati dalle giunte comunali, vedi Venezia eccetera (ma non Open Source),
qui ce la dobbiamo cavare da soli poiché il Comune, per ora, se ne strabatte, poi
si vedrà..
E ora speriamo che con quest’idea almeno i cittadini si
accorgano dell’opportunità che da il web 2.0, ma d’altronde s’è successo in
Kenia dove di PC non è che ce ne siamo poi molti, può tranquillamente succedere
anche qua, o no?
E che la pubblica amministrazione ci dia uno sguardo adottandolo
quindi per il bene della città.
IL PROGETTO
Enrico Alletto, tecnico, papà e cittadino in rete, ma
soprattutto uno che in queste cose ci macina parecchio, c’ha studiato a lungo e
l’idea nasce …
A cominciare dal nome, che in Swahili significa “testimone”
e sembra già racchiudere tutta la filosofia del progetto.
Ushahidi lavora nell’ambito dei software per la
comunicazione e realizza programmi ad hoc per la mappatura e la visualizzazione
di dati forniti in crowdsourcing, toccando due degli ambiti più dibattuti al
giorno d’oggi per quanto riguarda il giornalismo: il contributo effettivo che
il reporting “dal basso” del citizen journalism può fornire all’informazione e
l’apporto del data-journalism e la sua applicazione tramite infografiche ed
elaborazioni visuali.
La storia di Ushahidi coniuga queste due impostazioni,
fornendo un servizio irrinunciabile in zone del mondo dove la libera
informazione non trova spazi a sufficienza.
La storia inizia nel 2008 in seguito alle elezioni in Kenya del 2007 che videro Mwai
Kibaki eletto presidente in seguito a una competizione elettorale
fortemente controversa.
In quel contestoUshahidi.com venne
messo online come piattaforma cui i cittadini potevano inviare le loro
testimonianze di violenze tramite testi ed e-mail geotaggati su una mappa di
Google Maps embeddata sul sito.
Il software che gestiva la piattaforma si chiamava a sua
volta Ushahidi.
A questo stadio della sua storia, il sito era gestito da un
gruppo di blogger e programmatori volontari guidati da Ory Okolloh, attivista per i diritti umani e
Policy Manager di Google in Africa.
Ushahidi riuscì a raccogliere i contributi di oltre 45mila
citizen journalist in Kenya e si fece notare all’attenzione internazionale fino
a convincere i responsabili del progetto delle possibilità di applicazione del
software ideato, adattabile a scenari politici simili in altre parti del mondo.
Ushahidi ora è un’azienda che ha sede a Nairobi che si sostiene grazie
a finanziamenti filantropici, non statali, e dalla realizzazione e vendita di
software mettendo a disposizione tre prodotti.
Quindi Enrico Alletto, con l’appoggio di Mente Locale, ha
creato il sito Genova Mappe con lo scopo di dare un notevole aiuto a Genova
attraverso i suggerimenti e i consigli di tutti i cittadini.
In questo modo l’amministrazione comunale e non solo, sempre
che si svegli dal lungo letargo, avrà l’opportunità di considerare in pochi
secondi il da farsi per migliorare la vivibilità di Genova, risparmiando
oltretutto innumerevoli “palanche” che male non fa.
Perché è utile al
turismo
Innanzi tutto per il semplice fatto che una città turistica
dovrebbe essere sempre pulita ed accogliente e quindi perché potrebbero essere
messe sotto attenta osservazione delle causali come: distruzione o sporcizia degli
e negli spazi verdi, strade, piazze, porti, stazioni ferroviarie eccetera
eccetera; l’imbrattamento di muri, statue e monumenti culturali; le
infrastrutture turistiche in pericolo di vita; il trash nelle zone turistiche; i
danni ai monumenti naturali; gli abusi di spazi pubblici; i prezzi abusivi e
tantissime altre cosette che per ora mi tengo per me.
Si sa mai.