L'Italia è il Paese con il maggior
numero di cultura e bla bla bla, ma è anche quello che in Europa le tassa di
più.
E’ la capitale europea della
pressione fiscale sul turismo, con una imposizione che, considerate Iva e tassa
di soggiorno, dal 2007 al 2011 è passata al 12,5% (dal 10).
E questo senza contare che l’Italia,
in generale, è la nazione più tassata d’Europa, anche se da queste escludiamo
il settore del turismo.
Nel settore turistico, come in
tutti gli altri, vi sono problemi che nel corso degli anni, al posto di
risolversi sono andati aggravandosi.
L’Italia è stata per lungo tempo
la prima potenza mondiale nella ricezione alberghiera, grazie anche alla grande
varietà che vi si può trovare.
Tuttavia nel corso degli anni,
tale di “tutto” è servito a poco di fronte all’incapacità del nostro paese nel
continuare ad attrarre flussi di turisti stranieri.
Nel 2011 il livello di tassazione
italiano risulta essere il più elevato del campione in analisi, considerando
anche la tassa di soggiorno che è stata introdotta nelle principali mete
turistiche nel nostro paese.
Rispetto agli anni precedenti,
dunque, l’Italia ha peggiorato la sua situazione competitiva, dato che si è
registrato un miglioramento nell’unico paese in cui il livello di tassazione
era superiore a quello italiano, la Francia.
Francia che già ci dava delle “mazzate”
in fatto di presenze turistiche … figurati adesso!
Infatti, il grado di correlazione
tra tassazione e sviluppo del settore turistico, inteso come numero di
pernottamenti in hotel, è molto elevato e arriva al 77 per cento.
Da cosa deriva questa perdita di competitività?
In primo luogo, uno dei problemi
italiani è l’elevata tassazione nel settore turistico … poi ci sarebbero anche
dell’altre cosette, come la qualità (per me anche troppo scadente) se rapportata
al prezzo, che obbligatoriamente per mantenere in vita la propria attività, raggiunge
delle cifre consistenti se paragonate ad altre nazioni.
Si pensi alla poca pulizia dei
siti o al quasi inesistente ripristino delle località (eccezioni a parte) di
villeggiatura.
Ai trasporti che ci vedono nella
stessa dimensione di molte decine di anni fa … e giù una marea di cose che è
meglio finirla qua per evitare di fare notte.
Non ultima l’esagerata dispersione
dei preposti al marketing e l’utilizzo dei soldi della comunità per produrre
cose che non servono a niente, se non per interessi strettamente personali che
ben poco hanno a che fare con il turismo.
In merito a ciò (tasse turistiche),
è interessante analizzare il livello medio di tassazione nel 2011 in Italia
e nei suoi principali paesi
competitor.
Nell’analisi sono stati presi i paesi del Mediterraneo e
confinanti: Spagna, Francia, Croazia, Austria e Slovenia.
C’è inoltre da notare che l’Italia
è il paese tra quelli considerati che ha avuto il minore aumento di
pernottamenti.
Il tasso di crescita annuo è stato
dello 0,5 per cento, dato che nel complesso l’aumento dei
pernottamenti è stato del 6,5 per cento in 12 anni, contro il 2 per cento di incremento
annuale registrato in Spagna.
Per quanto riguarda il numero di pernottamenti degli stranieri
l’incremento è stato superiore al 15 per cento, mentre si denota una caduta del numero di
pernottamenti dei residenti.
Nessun paese a parte la Croazia ha avuto un risultato
peggiore riguardo al numero di notti dei turisti residenti.
Il dato si spiega in gran parte
che in Croazia la tassazione per questa categoria di clienti è superiore al 22 per cento.
Ovunque la crescita del numero di
pernottamenti è stato superiore che in Italia.
Si registrano tassi che vanno dal
12 per cento della Francia, fino al 31 per cento della Slovenia.
In Spagna, l’aumento è stato di
oltre il 25 per cento, vale a dire 20 punti percentuali in più che in Italia.
Quindi non cadiamo in quelle statistiche
o dati che ogni tanto qualcuno ci propina per far vedere che lor signori sono
bravi a produrre turismo … perché sono (quasi) tutte menzogne.
E il grado di correlazione tra
tassazione e sviluppo del settore turistico, inteso come numero di
pernottamenti in hotel, è molto elevato e arriva al 77 per cento come è
evidenziato nel grafico seguente.
L’analisi, comprendente l’Italia e
i paesi concorrenti, evidenzia un dato in maniera chiara.
Laddove la tassazione è più
elevata, il turismo tende a svilupparsi molto meno.
La curva dimostra questa relazione
in maniera univoca ed evidenzia anche il punto di debolezza italiano.
La Croazia, per quanto riguarda la
clientela straniera, la Spagna e la Slovenia dimostrano come un grado di
tassazione meno elevato possa aiutare a sviluppare il settore del turismo.
Ovviamente il livello di
tassazione non è l’unica variabile che un Governo debba tenere in considerazione, ma è forse una
delle più importanti.
Esistono altri fattori di
criticità, come già detto ma il fisco occupa senza dubbio una posizione centrale
nel tentativo di spiegare il perché di una performance così deludente a fronte di
una potenziale offerta turistica senza pari nel mondo.
E la “Curva di Laffer” checchesenedica
(ved. Premio
Nobel per l'economia (2001) Joseph E. Stiglitz che l’ha definì: “una
teoria scarabocchiata su di un pezzo di carta) ha
dimostrato con i fatti, durante il periodo Reaganiano, che oltre una certa
tassazione non si può proprio andare.
Infatti, i risultati della “curva
di Laffer” furono che … quando il tetto massimo
dell'aliquota fiscale scese dal 70% al 31%, mentre le entrate continuarono ad
aumentare ogni anno dal 1980 (8858 miliardi di dollari) al 1990 (1.93 trilioni
di dollari). Secondo i dati storici forniti dalla CBO (Congressional Budget
Office) le entrate governative in percentuale sul PIL aumentarono dal 31.8% nel
1980 al 33.2% nel 1989.
Di Andrea Giuricin e un po’ di me.
P. S.: Ma che ci vuole a capirlo? …
o non lo si vuole capire?
Non ricordo chi la cantava, credo Bobby Solo, ma faceva così: non c'è più niente da fare è stato bello sognare
RispondiElimina@Vinc
RispondiEliminamai arrendersi o gettare la speranza
:-)
http://www.lastampa.it/2013/07/02/blogs/allacciate-le-cinture/ryanair-idea-cinque-nuove-basi-per-rilanciare-il-turismo-in-italia-AOs5ScW3osq2skp3mmEpaJ/pagina.html
RispondiEliminaDal Corriere della Sera, sezione Italians di Beppe Severgnini.
RispondiEliminaDedicato a chi ancora si illude.
Caro Bsev,
ho un problema. Lavoro per conto mio: ho la partita IVA. Nel 2012, è arrivato, finalmente, lavoro in abbondanza. Io lavoro esclusivamente per aziende: tutto viene fatturato.
Alle correnti tariffe di mercato ho prodotto un reddito lordo di circa 50.000 euro. Per me, abituato come ero abituato, non è male.
Il commercialista mi ha appena comunicato quanto dovrò versare da qui a novembre, tra saldo e anticipo: 22.900 euro tra imposte e contributi previdenziali. Questo dopo che, sul fatturato, è già stato versato il 20% di ritenuta d’acconto: che fanno altri 12.000: 34.900.
In percentuale sul lordo, fa 69,8%. Per mettere insieme 50.000 euro ho lavorato sabati, domeniche, alcune notti, ho fatto trasferte paurose. Lo stato, per mantenere vizi e stravizi dei vari Trota, Batman, Formigoni e Minetti, se ne porta via più di due terzi.
Per inciso: non potrò pagare, ovviamente. Sto ancora arrancando dietro imposte e contributi dell’anno scorso, poi ho una rata da 250 euro mensili con Equitalia; ed ho una rata da oltre 300 euro con una finanziaria, per un finanziamento chiesto ed ottenuto per pagare le tasse di 5 o 6 anni fa, non ricordo.
Sono professionista (faccio il programmatore di computer): non posso fallire, non posso delocalizzare. L’unica cosa che potrei fare, e che probabilmente farò, sarà vendere l’appartamento di città dove vivono due figli venticinquenni e la ex moglie (io vivo in affitto), vendere la casetta di montagna ereditata da mio padre due anni fa, e sparire in uno di quei paesi dove si vive con pochissimo.
Severgnini, lei dice, ai bravi ragazzi volenterosi che vogliono emigrare, di non farlo, e, se lo fanno, di tornare presto; io dico loro: “Andate fino a che siete in tempo. Quando avrete 50 anni (io ne ho 55), vi morderete le mani per non averlo fatto. L’Italia è un paese perduto. Lasciate i Trota, i Batman, i Formigoni e le Minetti al loro destino, e costruitevi una vita dignitosa altrove. L’Italia è morta”.
Cordiali saluti,
Aldo Marchioni, aldo@aldomarchioni.it
@B.C.
RispondiEliminagrande verità
:(
Un vincitore è solo un sognatore che non si è arreso.
RispondiEliminaNelson Mandela
@Anonimo
RispondiEliminaA ri grande verità
:)