sabato 24 agosto 2013

Lobby del Turismo. Affari privati. Interesse statale

La concentrazione e internazionalizzazione dei capitali turistici globali è stata accompagnata dallo sviluppo di potenti gruppi di pressione che agiscono sui poteri pubblici.

Non c’è peggiore tirannia di quella che si esercita all’ombra delle leggi e sotto il calore della giustizia (Montesquieu)

Dietro l’industria del turismo globalizzato esiste un meccanismo di attori pubblici, privati ed organismi internazionali. Il lavoro cooperativo fra questi è una condizione necessaria perché l’espansione del turismo dominante possa essere effettiva e proficua. In questa catena di attori, i gruppi di pressione sono il punto d’unione meno visibile, operando al seguito delle multinazionali, all’interno delle istituzioni e alle spalle dei cittadini e dell’opinione pubblica.

Multinazionali: Autori stellari del turismo globale.

Per il suo carattere reticolare e multisettoriale, nel settore turistico internazionale intervengono direttamente e indirettamente imprese private di diversa indole, attività e dimensione. Nonostante, sono le corporazioni multinazionali quelle che mantengono il controllo sugli strumenti chiave dell’affare (infrastrutture, alloggiamenti, trasporti, costruzioni, tempo libero e servizi complementari) e concentrano una fetta di volta in volta maggiore degli ingenti benefici derivati dal suo sfruttamento.

La concentrazione e internazionalizzazione dei capitali, dinamiche conseguenti della globalizzazione economica, caratterizzano anche questa industria. I processi di fusione, acquisizione, integrazione verticale e orizzontale dei grandi operatori sono di volta in volta maggiori e più rapidi. Allo stesso tempo, le multinazionali si espandono per i mercati geografici del sud, de localizzando le destinazioni e diversificando l’offerta turistica, promossa dagli Stati centrali e appoggiata dagli organismi internazionali.
Le principali marche alberghiere mondiali si concentrano in un gruppo ridotto di imprese con sede in Europa e negli Stati Uniti. L’offerta di camere delle 10 principali catene rappresenta il 20% dell’offerta globale, 15 corporazione possiedono circa 35 mila hotel e 4,3 milioni di stanze nel mondo. Contemporaneamente, l’espansione territoriale di queste compagnie è considerevole: per esempio Accor è presente  in 80 paesi, Startwood Hotels & Resort in 95 e Intercontinental Hotel Group in più di 100 (CEPAL, 2008).

Oltre agli hotel, un altro parametro su cui si fonda il turismo sono i mezzi di trasporto. Attorno al 43% dei movimenti turistici internazionali si realizza in aereo (WWF Spagna, 2011). Nel contesto dell’aviazione internazionale, che genera l’8% del PIL mondiale nel 2010, il 10% delle imprese concentra l’84% delle quote di mercato (IATA, 2013). Negli ultimi anni la tendenza di questo settore è il creare alleanze fra le varie multinazionali, dando vita alla creazione di 5 grandi consorzi: OneWorld, Star, Wings, Sky Team e Qualifier.

A partire dal forte processo di internazionalizzazione iniziato negli anni ’90, il turismo spagnolo è uno dei più forti del mondo. Alcuni casi emblematici del settore alberghiero sono Sol Melià, gruppo alberghiero vacanziero più grande del mondo (CEPAL, 2008) e leader in America Latina e nei Caraibi, Barcelò, con più di 150 hotel e oltre 450 agenzie viaggi in 17 paesi, Iberostar, presente in 19 paesi (Consiglio Impresariale per la Competitività, 2012). Rispetto all’aviazione civile nel 2011 il 75% del flusso passeggeri delle aerolinee che operano nel paese si è concentrato in 15 compagnie (Ministero dello Sviluppo, Governo Spagnolo, 2013).
Dietro al potere di queste corporazioni esistono organizzazioni con basso profilo pubblico e una forte presenza nelle istituzioni politiche. I grandi attori privati del turismo globalizzato, oltre a dominare ogni giorno di più lo sfruttamento dell’attività turistica, attraverso le lobby esercitano pressioni sistematiche sugli spazi dove si prendono decisioni.

Lobbycrazia: dietro le multinazionali, dentro le istituzioni..

 

Le lobby sono gruppi collettivi con interessi comuni che esercitano influenza sui centri di decisione politica per fare in modo che le decisione adottate siano favorevoli ai loro interessi. Dall’ombra e in genere in forma settoriale, queste organizzazioni pretendono che gli interessi delle loro corporazioni vadano plasmando nel miglior modo possibile le decisioni dei poteri pubblici. A un maggior potere economico, maggiore capacità di incidenza, dinamica che favorisce dalla politica istituzionale i processi di concentrazione di capitale e la supremazia di interessi privati di gruppi concentrati.

Nel turismo globalizzato la principale lobby è il Consiglio Mondiale di Viaggio e Turismo (WTTC, World Travel & Tourism Council), che riunisce il centinaio di imprese più grandi del settore. Presieduto da David Scowsill e JW Mariot Jr, il WTTC rappresenta i suoi interessi di fronte ai governi di molti paesi e regioni del mondo, oltre a incoraggiare le alleanze pubblico-private per lo sviluppo di questa attività (WTTC, 2013). Nel trasporto aereo, la Associazione Internazionale per il Trasporto Aereo (IATA) rappresenta 240 aerolinee, l’84% del traffico aereo del pianeta (IATA, 2013). Nel 2011, alla nomina come Direttore Generale di questa associazione, Tony Tiler, ex direttore della Swire & Cathay Pacific Airway e John Wire & Son, ha fatto una dichiarazione di intenti più che illuminante: “la mia missione come direttore e CEO di IATA è fare del Mondo, un mondo migliore perché le aerolinee possano fare i loro affari” (Gran Portale dell’Aviazione, 2011).

Nel turismo globalizzato esistono altri gruppi internazionali di pressione:
o                     La Federazione Internazionale delle Associazioni delle Agenzie di Viaggio (FUAAVV) rappresenta la      unificazione delle agenzie di viaggio e tour operator in una federazione  unica a livello internazionale. È composta dalle associazioni nazionali      delle agenzie di viaggio di circa 100 paesi.
o                     La Unione di Federazioni di Agenzie di  Viaggio (UFTAA) procede dalla FUAAVV e ha uno stato consultivo alle Nazioni Unite, rappresenta le agenzie di viaggio e turismo a livello  mondiale davanti agli organismi governativi.
o                     La Associazione Internazionale di Hotel e  Ristoranti (IH&RA) rappresenta gli interessi di circa 300 mila      hotel e 8 milioni di ristoranti in tutto il mondo.
o                     La Associazione Internazionale di Fiere e Congressi (ICCA), formata da 700 membri in 80 paesi, rappresenta le agenzie viaggi di congressi, organizzatori e centri conferenze e congressi.
o                     La Federazione Internazionale dei Tour Operator (IFTO) rappresenta i principali tour operator dei mercati europei.
o                      
Queste strutture di pressione operano inoltre con una decentralizzazione territoriale. Nel turismo spagnolo si incontra Exceltour, Alleanza per una Eccellenza Turistica, membro del WTTC. Presieduta dal 2013 dal direttore del Gruppo Hotusa Amancio Lòpez Seijas, questa associazione riunisce e protegge gli interessi dei 27 attori chiave del settore (hotel e alloggiamento, trasporto, distribuzione, tempo libero e servizi complementari) con attività in oltre 175 paesi. Fra le sue priorità strategiche si evidenzia la necessità di che il turismo sia considerato come un “settore prioritario” per il “recupero” e nel “nuovo modello produttivo”, con un “riflesso nelle voci di spesa del governo” e “i programmi che promuovano le scelte autonome” (Exceltour, 2013).

Altra lobby spagnola è la Associazione Impresariale Tavola del Turismo, formata dai principali impresari del settore ed il cui fine è il “coordinamento privato e la divulgazione della funzione del turismo nell’ottica dell’economica di mercato come fattore essenziale dello sviluppo economico e sociale”. Presieduta dall’ex ministro ed imprenditore Abel Matutes, la Tavola possiede due linee di azione, sul potere politico e sull’opinione pubblica, e fra i suoi obiettivi si evidenzia “reclamare ai poteri pubblici il rango politico ed economico che corrisponde al turismo” (Tavola del Turismo, 2013).
Fra i settori connessi, si trova il G-14, Immobiliarie per Eccellenza, ed il Club di Esportatori ed Investitori. Il G-14, creato nel 2007, è un “gruppo organizzato per la difesa dei propri interessi impresariali e lo sviluppo di tutti i tipi di accordi e misure che portino alla difesa delle attività” (G14 Immobiliarias, 2007), raggruppa le principali immobiliarie spagnole e il suo presidente è il direttore del Grupo Sacyr Vallehermoso (G14 Immobiliarias, 2013). Il Club di Esportatori e Investitori salvaguarda gli interessi dei capitali internazionalizzati, investitori all’estero ed esportatori, e “mantiene una contatto permanente con la Amministrazione spagnola, rappresentando e agendo in difesa degli interessi dei soci” (Club degli Esportatori ed Investitori, 2013).

Pur trattandosi di gruppi che incidono in maniera opaca sulle regole del gioco democratico, la loro regolamentazione è tiepida od inesistente. Nella UE nel 2008 si è creato un registro pubblico per dotare di una minima trasparenza a queste organizzazioni e la loro gestione nelle istituzioni europee (Parlamento Europeo e Omissione Europea, 2012). Nello stato spagnolo ad oggi non esiste una regolamentazione alcuna delle lobby.

“Un mondo migliore…. per gli affari”

Alcuni esempi possono servire per illustrare il funzionamento delle lobby.
In primo luogo la legislazione sul clima e le azioni necessarie per limitare il cambio climatico nella UE. Nel 2005, tenendo conto che la aviazione è una delle attività umane che genera maggiori emissioni di CO2, IATA ha posto in marcia una “strategia per affrontare il problema del cambio climatico”, giudicata dalla organizzazione Transport and Anvironment (T&E) come completamente “lontana dalla verità”.nel 2008 questa lobby esercitò pressioni sulle istanze competenti della UE per escludere la aviazione dal Sistema di Commercio delle Emissioni. Nel settembre 2009  IATA annunciò durante una riunione delle Nazioni Unite sul Cambio Climatico una supposta riduzione del 50% delle emissioni nel settore dell’aviazione previsto per il 2050. questo annuncio fu giudicato come il “trucco” dalle organizzazioni ecologiste e considerato “irreale” dato che si basa su dati chiaramente manipolati. I suoi obiettivi erano escludere questo settore dalla Conferenza delle Nazioni Unite sul Cambio Climatico che si sarebbe tenuta a Copenhagen due mesi dopo, ridurre le crescenti critiche sugli impatti ambientali ed evitare nuove imposte sull’aviazione.

Un caso più vicino è la modifica della Legge Costiera spagnola del 2013, non inclusa nel programma elettorale del Partito Popolare. In questo caso, la Tavola del Turismo denominò “apporto di idee e suggerimenti per la promulgazione di una nuova Legge Costiera” (Tavola del Turismo, 2013) supponendo di fatto che nelle modifiche a questa legge sarebbero prevalsi gli interessi del settore rispetto a quelli dei cittadini e della conservazione dell’ambiente naturale.
La nuova Legge, considerata “conservazionista” dalla Tavola del Turismo (Nexotur, 2012) e che “privatizza e toglie protezione alla costa” per i gruppi di opposizione (Publico, 2013), permette di mantenere una gran quantità di edificazioni turistiche che nella norma precedente sarebbe stato necessario demolire. La misura fu giudicata dalle organizzazioni ecologiste come “una delle peggiori notizie ambientali degli ultimi tempi” e “aprirà la porta ad un sacco di amici che tengono gli occhi puntati sugli ultimi tratti di costa senza costruzioni” (Greenpeace, 2013); “darà briglia sciolta alla privatizzazione” e “ via libera per l’occupazione del 75% della costa, facilitando una nuova ondata di edificazione sul litorale” (Ecologistas en Accion, 2013), o che risponde “alle pressioni di interessi privati; però sulle coste dovrebbero prevalere gli interessi comuni” (WWF) (Cerrillo, 2012).

In questo caso vanno inoltre aggiunte le “porte girevoli” per cui è transitato l’attuale Ministro dell’Agricoltura, Alimentazione ed Ambiente ed il suo entourage. Arias Cañete, uno dei politici dal più grande patrimonio, è coinvolto con le imprese costruttrici, promotrici ed immobiliarie, fabbricanti di cementi, petroliferi e altre: “… un ministro con una peculiare sensibilità ambientale e dove potrebbero essere possibili conflitti di interesse. Da lì la sua peculiare visione di quello che dovrebbe essere la costa e la Legge Costiera, una struttura più simile alla regolarizzazione del suolo urbano e dei beni immobiliari” (Greenpeace, 2012).
Questi due casi contribuiscono a comprendere come questi gruppi di pressione promuovano alcuni interessi minoritari che vanno a deteriorare il benestare di tutta la popolazione e la preservazione dell’ambiente naturale. Utilizzando, giustamente, alcune istituzioni nazionali o regionali la cui finalità dovrebbe essere conseguire l’interesse generale ed il bene comune, che sono molto di più della somma di singoli interessi privati.

Una larga ombra di antidemocrazia

“Per ciascun europarlamentare(…) ci sono più di 20 rappresentanti di interessi il cui lavoro è condizionare le sue decisioni politiche”, con “accreditamento per lavorare da dentro la sede del Parlamento Europeo e la Commissione e condividono la vita con funzionari ed incaricati politici” (Sanchez, 2010). Questa stretta relazione e convivenza fra gruppi di pressione e poteri politici sono condizioni necessarie per approfondire un modello turistico insostenibile, disegnato in posizioni di interesse monetario e di breve termine dalle corporazioni del settore.
Dietro alle multinazionali, dentro alle istituzioni politiche e alle spalle dei cittadini, i gruppi di pressione pretendono fare dei loro affari privati una priorità statale. Con grande opacità e un maggiore dispiegamento di risorse per potenziare la loro capacità lobbista, le multinazionali vanno guadagnando miglioramenti costanti delle loro condizioni affaristiche.

Queste pratiche e attori costituiscono una ampia ombra di antidemocrazia. Lalobbycrazia, lontana da qualunque forma di regolamentazione effettiva, suppone un assalto sistematizzato del potere economico alle istituzioni pubbliche, una investitura illegittima dei settori dominanti sulla sovranità popolare ed i suoi ipotetici rappresentanti. In definitiva, questi gruppi si incaricano di tradurre ed operare nelle istituzioni politiche le domande di privilegi del grande imprenditore, con un fine inequivocabile: “fare del Mondo, un mondo migliore per (…) gli affari”.

A questo punto, sembra pertinente tornare a incidere sugli interessi che salvaguardano attualmente le istituzioni politiche di questa democrazia. Se una piattaforma cittadina che difende i diritti fondamentali porta al Congresso un Disegno di Legge Popolare appoggiata da 1.5 milioni di firme, se un’altra aggiunge in una settimana un altro milione di firme esigendo le dimissioni del Presidente del Governo e la cupola del suo partito per casi di corruzione e incompimento del programma elettorale, ed entrambe sono democraticamente ignorate. Quante firma sono necessarie alle lobby della industria più grande e nociva della globalizzazione economica per essere ascoltati, compresi e appoggiati dai poteri dello Stato?




Di: Rodrigo F. MIRANDA
Traduzione: Riccardo SOLI










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