Tomaso Montanari, professore di Storia dell’Arte, farà parte
dell’ultimo nato Comitato di Massimo Bray, e da lui prendo in prestito la
descrizione che ne ha fatto di questa Commissione sulle pagine del Fatto
Quotidiano (infatti, gestisce un blog su FQ):
Il burocratese ministeriale del comunicato
ufficiale ‘spiega’ che «la Commissione, istituita in base alla disciplina sulla
revisione della spesa, avrà il compito di definire le metodologie più
appropriate per armonizzare la tutela, la promozione della cultura e lo
sviluppo del turismo, identificando le linee di modernizzazione del Ministero e
di tutti gli enti vigilati, con riguardo alle competenze, all’articolazione
delle strutture centrali e periferiche e alla innovazione delle procedure».
Tradotto in italiano, vuol dire che Bray sta provando a trasformare
l’inevitabile scoglio della spending review in
un’occasione per cambiare il suo ministero.
Spiega quindi che i motivi che l’hanno
portato a far parte
di questa commissione sono quattro (ved. qui) … in
verità poi ce ne sarebbe anche un quinto che lui dichiara alla fine del suo
fondo, e che personalmente presumo gli sia il più importante.
Tomaso Montanari è anche uno dei miei “giornalisti” che non di dispiace per niente leggere, infatti, è molto difficile che me ne scappi anche uno solo dei suoi,
e molte cose che scrive le condivido pure ... ma 'sta volta ...
E il mio problema è sempre lo stesso: il
turismo, poiché da quando c’è Bray, non si fa altro che parlare di Cultura
tralasciando quasi completamente l’altra fetta dell’attuale dicastero che appunto
lo contempla.
Non che i predecessori dell’attuale ministro,
pur parlandone in gran quantità (turismo) e molte volte delle quali (sempre) illogicamente
(vedere risultati), abbiano prodotto qualcosa di buono per il comparto, neh!
Tomaso Montanari tempo fa scriveva tutt’altro
nei confronti del ministro, e questo lo faceva, ad esempio in quest’occasione,
riprendendo un fondo di Ernesto Galli Della Loggia che spiegava sul «Corriere della sera» (in un
articolo per lui insolitamente duro ed esplicito) perché la scelta di Bray
appariva infelice. In sostanza, diceva Galli Della Loggia, nessuno avrebbe mai
pensato a Bray per il suo ruolo di direttore editoriale dell’Enciclopedia Treccani: se oggi Bray è ministro dei Beni culturali, è solo perché è
una sorta di super-segretario, factotum e uomo di fiducia di Massimo D’Alema e
Giuliano Amato (l’attuale presidente della Treccani), per i quali dirige Italianieuropei, rivista della loro comune e omonima Fondazione.
Comunque sia, moltissime volte si cambiano
opinione nei confronti dell’altra gente e credo che la cosa sia dimostrazione d’intelligenza
e non altro.
Ma vorrei tanto capire il perché, seppur faccia
parte di una Commissione sulla promozione della Cultura e lo sviluppo del
Turismo, Tomaso Montanari debba pensare e scrivere solo di Cultura.
Infatti, nel suo pezzo la parola "turismo" non appare neanche per sbaglio ... e siamo alle solite, mannaggia!
Infatti, nel suo pezzo la parola "turismo" non appare neanche per sbaglio ... e siamo alle solite, mannaggia!
Ma esaminando il CV di tutti i componenti della
“squadra” di Bray, la cosa è abbastanza comprensibile.
Tomaso Montanari nasce a
Firenze nel ’71 e lì ancora ci vive, studia
il Barocco romano e insegna Storia dell'Arte Moderna all'Università ‘Federico
II’ di Napoli … spero non faccia troppe assenze considerata la lontananza.
Arrivo però al
chiedermi il perché tra tutti quelli non ne sia stato “scelto” uno che di turismo ne abbia masticato
abbastanza e non solo didatticamente.
Assolutamente d'accordo e di ritorno.
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