Dimenticate il
dramma delle centinaia di morti avvolti nelle lenzuola nelle moschee, dei
massacri nelle piazze, dei soldati saltati in aria ieri nel nord del Sinai.
C’è una tragedia
ben più seria e devastante che si è abbattuta sull’Egitto in queste giornate
violente e convulse, una tragedia che non può rimanere sepolta dalla valanga di
notizie trascurabili che ci arrivano dal paese dei faraoni: la tragedia degli
italiani che hanno dovuto interrompere le vacanze in Egitto o, peggio, che sono
rimasti bloccati lì qualche giorno in più del previsto.
Davvero scandaloso
che Papa Francesco, durante l’angelus domenicale, abbia invitato gli italiani a
pregare per la pace in Egitto e non per le vacanze in santa pace degli italiani
in Egitto.
Fortuna che c’è il
Codacons.
Già, perché nel
caso vi fosse sfuggito, nel caso in cui vi foste preoccupati di sapere cosa
stia accadendo ai Fratelli musulmani e non a quelli italiani, i nostri turisti
costretti a tornare in Italia in anticipo da Sharm per colpa di questi
scassaballe di manifestanti che a Ferragosto, anziché fare una bella guerra di
gavettoni a Formentera come tutti, si sono messi a fare una guerra civile,
hanno deciso di chiedere un risarcimento di 5000 euro di danni per
famiglia alla Farnesina.
Basta andare sul
suo sito e appare «il modulo pre-adesione per l’azione da vacanza rovinata
contro la Farnesina».
Si chiama proprio
così. «Modulo da vacanza rovinata», come se il problema fosse stato una
dissenteria da pollo al curry avariato.
Più in basso, il
Codacons spiega meglio le ragioni del dramma: «La Farnesina doveva bloccare
prima i viaggi in Egitto, ora porta la responsabilità di 19000 italiani
prigionieri e costretti a rientrare a casa con la vacanza completamente
rovinata.
Come stabilito
dalla Cassazione in questo caso si ha diritto a un indennizzo: se i turisti
avessero avuto prima il comunicato, quando era ovvio e doveroso farlo essendo
in corso una guerra sanguinosa in tutto il Paese, avrebbero avuto diritto a
cambiare destinazione o al rimborso.
Ora la Farnesina
che ha lasciato partire tanti italiani in piena guerra civile deve risarcirli
con il costo del viaggio e almeno 5.000 euro a famiglia a seconda del numero
dei giorni di vacanza rovinata».
Insomma, la
Farnesina non solo deve rimborsare il viaggio, ma dare pure 5.000 euro alle
famiglie per ragioni non del tutto chiare.
Per il disturbo?
Il danno
psicologico?
Per la storia
d’amore interrotta precocemente con l’istruttore di sub?
È saltata la cammellata
al tramonto in spiaggia?
No, molto di più.
Sono saltate le
sacrosante vacanze degli italiani, di alcuni italiani che, come scrive il
Codacons commettendo un autogol non indifferente, sono partiti per andare in un
Paese che era nel-pieno-di-una-guerra-civile.
Una-guerra-sanguinosa.
E allora ve la
dico tutta, la mia opinione.
La Farnesina ha
sicuramente aspettato troppo a diramare il comunicato d’allarme.
Molti Paesi
europei l’hanno fatto con svariati giorni d’anticipo (cosa che avrebbe dovuto
allarmare gli italiani in partenza per quelle destinazioni, tra l’altro), ma
«alla Bonino che non sapeva» dovremmo essere già abituati.
So anche che se
non c’è il comunicato della Farnesina, non c’è il diritto al rimborso del
viaggio. Detto questo, se decido che in quel momento l’idea di perdere mille
euro sia ben più dolorosa dell’idea di mettermi in un gran casino o, peggio, di
rischiare la vita, sono affari miei.
Ma non diventano
affari della Farnesina se la situazione precipita ulteriormente e neanche se la
Farnesina non è stata lungimirante, perché il punto è un altro.
Il punto è, mio
caro italiano che hai deciso di partire per Sharm in questi giorni, che sia che
tu abbia prenotato last minute, sia che tu abbia prenotato un mese fa, non te
lo doveva neppure dire la Farnesina di non partire.
Te lo stavano
gridando i tg di tutto il mondo di startene a casa o di cambiare meta.
Non serviva che
scendesse la Bonino ancora in pigiama in spiaggia per dirti che non era il caso
d'andare a fare snorkeling o il giretto in quad nel deserto in un Paese in cui
è in atto una guerra civile.
Che non è
opportuno fotografare pesci pagliaccio nei villaggi mentre la gente, in quel
Paese, s’ammazza.
Poi qualcosa va
storto e chiedi 5.000 euro alla Farnesina. (Farnesina che poi saremmo noi
italiani che siamo rimasti a casa o abbiamo scelto altre mete, tanto per fare
un po’ di demagogia grillina). Non fa una grinza.
Però, con questo
ragionamento, noi e la Farnesina dovremmo chiedere risarcimenti agli italiani
che ogni tanto dobbiamo andarci a riprendere (non sempre vivi) perchè si sono
infilati in qualche guaio in Paesi in cui la Farnesina sconsiglia di andare a
fare il viaggetto avventuroso.
Ma non mi fermo
qui e vado oltre.
Chiederei ai tg di smetterla di dedicare
servizi insopportabili sul dramma degli italiani costretti a cambiare meta.
Verranno risarciti, andranno in un altro bel villaggio in Tunisia o a Otranto e
se la sbrigheranno.
Hanno un biglietto
aereo da rifare, mica un figlio morto in piazza.
E infine.
L’anno scorso io
in questi giorni d’agosto ero a Sharm felice con mio figlio. Lo portai a vedere
la barriera corallina a Ras Mohamed, ma scelsi di non andare in centro e di
evitare passeggiate serali. Ci sono Paesi, quando viaggio con il bambino, in
cui ho qualche prudenza in più.
Specie in quei
Paesi che so bene essere paradisi solo sui depliant delle agenzie di viaggio.
Avevo scritto un
pezzo da lì per Libero, in cui tra il serio e il faceto, raccontavo stupefatta
di come mi fossi resa conto che molti italiani in vacanza a Sharm non avessero
la minima idea di dove andare a cercare Sharm sul mappamondo.
Molti pensavano
che il Sinai fosse sulla costa, sotto Hurghada.
La verità è che
tanti, troppi connazionali partono come caproni pensando che Sharm sia solo la
Disneyland dei coralli e dei narghilè, ignorando totalmente la realtà, le
contraddizioni e l'instabilità politica del paese in cui la Disneyland del
corallo sorge.
Costa
poco - La verità è che
molta gente sceglie il villaggio a Hurghada sul catalogo o su lastminute perché
lì una settimana di mare ad agosto la paghi meno che in Puglia e di quale costa
del mondo bagni quel mare neppure gli interessa.
Tanto nei villaggi
al massimo ti prendi una gomitata per il gioco aperitivo, mica ti sparano.
Che poi va quasi
sempre così, è chiaro, però non si può non sapere che Sharm non è Riccione.
(Tra l’altro, anche se stiamo parlando di questioni diverse, gli attentati a
Sharm e Dahab sono di sette e otto anni fa, mica sono passati secoli).
Non date sempre la
colpa al nostro governo brutto e cattivo.
Non vi
deresponsabilizzate esattamente come fa da una vita chi ci governa.
Cercate di capire
voi, da soli, cosa sta accadendo, prima ancora di capire se nel villaggio vi
daranno il braccialetto all inclusive.
Perché l’all
inclusive in certi Paesi, vuol dire che è tutto compreso: il pranzo, la cena,
le bibite e pure il rischio di un bel po’ di sangue nelle piazze.
Altrimenti sapete
che succede?
Che la prossima
volta i tour operator e la Farnesina si faranno furbi: scattata l’emergenza a
Sharm, vi imbarcheranno su un volo, vi faranno fare un paio di giretti in aria
sull’Aspromonte e infine vi molleranno in un bel villaggio all inclusive a
Rocella Jonica.
Tanto basteranno
due prugne nel pollo speziato, un cammello spelacchiato prestato dallo
zoosafari di Fasano e una palla di vetro con la neve sulle piramidi nel negozio
souvenir e non vi accorgerete di niente.
Tutte 5 le risposte
RispondiElimina;-)
Ci sarebbe da aggiungerne ma sai com'è!
RispondiElimina:)
"La verità è che tanti, troppi connazionali partono come caproni"
RispondiElimina@Luciano
D'accordo, lo ammetto, è vero, però abbiamo tante altre qualità ... la furbizia per esempio...
:-D
@Jennaro
RispondiEliminaVero!
Infatti saranno in molti a richiedere il rimborso.
Ma chi paga?
;-)
Dal web
RispondiEliminaNon è certo colpa sua, ma scaraventato nel rutilante mondo del turismo, il ministro Bray è andato un po’ alla cieca. Ma se è andato un po’ alla cieca, perché non lo chiamiamo Braille invece che Bray?