E farei la stessa cosa (il puccio) nello Sciacchetrà, nel
soffritto dello stoccafisso alla ligure, nell’impasto della torta Pasqualina, e
addirittura anche dentro le trentatre sfoglie, anche se ormai non le fa più nessuno a Genova con questa quantità.
Però adesso ci do un taglio sennò facciamo notte.
Ma questo è per dire che l’enogastronomia è un fattore molto
importante per il nostro turismo, la nostra cultura e non solo qui.
Qui in Liguria una volta ne potevano andare
fieri, ma adesso è ancora così?
E parlo, anzi scrivo in senso generale, neh!
Come in generale si potrebbe discutere sull’accoglienza per
cui siamo veramente i più famosi nel mondo ... si ma nella scontrosità.
E lo siamo anche nell’ostinazione che alcuni hanno nel voler cambiare il nostro modo di fare che è tale dal tempo che fu, e che per me è invece un’eccezionale prerogativa,
che forse andrebbe pubblicizzata così come l’è.
Diciamo che si può affinare e morta la.
Mentre, per quanto concerne la qualità alberghiera, in
verità ci sarebbe qualcosa (anche molto) da dire, cose che però non si possono nemmeno
pronunciare per non urtare la suscettibilità di quei professoroni che sanno già
tutto, qualità che invero io non riesco a vedere.
Peculiarità che non vedi nemmeno col lanternino in qualsiasi
parte della città, e quindi all’arrivo dei turisti nelle stazioni, per non parlare
del Porto, per non dire dell’aeroporto, per non menzionare … ma si, basta la
che tanto s’è capito.
Eppure lo sanno già tutti (anche qui?) che questi due
fattori sono l’oro del terzo millennio, ma pare che dalle nostre parti la cosa
non sia granché apprezzata, sempre che sia risaputa.
Di marketing e 2.0 sorvoliamo che tanto sono con la testa tra le nuvole.
E poi il turismo senza cultura non esiste anche perché la
stessa parola vuol dire “coltivare”, e se non coltivi una cippa di niente, qualcuno
mi potrà mai dire come si possono raccoglierne i frutti (presenze turistiche) senza
fare un’adeguata cultura?
Quindi cultura e turismo vanno di pari passo, o almeno
dovrebbero.
C’è poi la cultura nel senso stretto della parola, e vale a
dire l’arte in generale e sotto tutti gli aspetti che i grandi avi c’hanno
tramandato.
L’arte di saper fare bene le cose, i monumenti che manco noi
che abitiamo in questa meravigliosa città, sappiamo bene il dove essi siano; e
poi la poesia, i dipinti e tutto quello che comprende
il suo significato più sublime.
Infatti l'arte comprende ogni
attività umana creativa di espressione estetica, priva di qualsiasi pregiudizio
da parte dell'artista (o del gruppo di artisti) che compie l'opera rispetto
alla situazione sociale, morale, culturale, etica e religiosa che le masse del
suo tempo stanno invece subendo. L'arte indica l'espressione estetica della
propria interiorità; in questo senso non v'è concetto di bellezza.
Cultura è idee, azioni, simboli e disposizioni, senza però
dimenticare che questa immensa parola che darebbe degli indubbi benefici
intellettuali e monetari (cose che di ‘sti tempi tanto schifo non fanno) nel
qual caso venga finalmente intesa anche come una risorsa; vuol dire pulizia, decoro
e anche Legge.
Strano, neh, ma l’è proprio così.
Turismo e cultura dei simboli (intesi come linguaggio),
delle azioni, delle idee, delle innovazioni e delle disposizioni che
probabilmente ai più (quelli che ordinano e comandano) sono quasi totalmente disconosciute
e completamente rinnegate nei confronti di chi eventualmente qualcosa più di
loro ne sa, visti i risultati che lor signori hanno prodotto.
Genova è pigra, indolente, Genova è tremendamente svogliata,
ed in più è una città dove si fa solo del fumo, mentre chi ha l’arrosto non
viene neanche ascoltato.