... oggi su proposta del Presidente del Consiglio e del Ministro per gli affari regionali, il turismo e lo sport Piero Gnudi, si da l’avvio della procedura per la nomina del dottor Pier Luigi CELLI a Presidente dell’Agenzia nazionale del turismo ...
E sarà quindi compito delle due decime Commissioni di Camera e Senato di darne l’eventuale approvazione.
Bene, anzi malissimo, per i seguenti motivi.
1) Il Prof. Pier Luigi Celli non ha la minima esperienza del comparto turismo.
2) Il Prof. Pier Luigi Celli è l’autore di una famosa missiva al figlio finita addirittura sulle prime pagine del quotidiano La Repubblica, e dove l’Italia viene descritta come:
a) … non è più un posto in cui sia possibile stare con orgoglio.
b) … una Società divisa, rissosa, fortemente individualista, pronta a svendere i minimi valori di solidarietà e di onestà, in cambio di un riconoscimento degli interessi personali, di prebende discutibili; di carriere feroci fatte su meriti inesistenti. A meno che non sia un merito l'affiliazione, politica, di clan, familistica.
c) … Questo è un Paese in cui, se ti va bene, comincerai guadagnando un decimo di un portaborse qualunque; un centesimo di una velina o di un tronista; forse poco più di un millesimo di un grande manager che ha all'attivo disavventure e fallimenti che non pagherà mai.
d) … se ti guardi intorno e se giri un po', non troverai molte ragioni per rincuorarti. Incapperai nei destini gloriosi di chi, avendo fatto magari il taxista, si vede premiato - per ragioni intuibili - con un Consiglio di Amministrazione, o non sapendo nulla di elettricità, gas ed energie varie, accede imperterrito al vertice di una Multiutility.
e) … Questo è un Paese in cui nessuno sembra destinato a pagare per gli errori fatti; figurarsi se si vorrà tirare indietro pensando che non gli tocchi un posto superiore, una volta officiato, per raccomandazione, a qualsiasi incarico.
f) … Per questo, col cuore che soffre più che mai, il mio consiglio è che tu, finiti i tuoi studi, prenda la strada dell'estero. Scegli di andare dove ha ancora un valore la lealtà, il rispetto, il riconoscimento del merito e dei risultati.
g) … questo è un Paese che non ti merita. Avremmo voluto che fosse diverso e abbiamo fallito. Anche noi. Tu hai diritto di vivere diversamente, senza chiederti, ad esempio, se quello che dici o scrivi può disturbare qualcuno di questi mediocri che contano, col rischio di essere messo nel mirino, magari subdolamente, e trovarti emarginato senza capire perché.
h) … mi dirai che è tutto vero, che le cose stanno proprio così, che anche a te fanno schifo …
A cui rispose lo stesso Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
E quando gli fu richiesto del perché avesse scritto una lettera così, egli rispose che l’aveva fatto perché “voleva solo far parlare del futuro dei giovani”.
Infatti il Prof. Celli, che ha settant’anni, accetterà di buon grado (sono già d’accordo?) il difficile incarico per premiare appunto i giovani.
E come quel taxista menzionato nella lettera apparsa su Repubblica due anni or sono, accederà imperterrito al vertice di una Multiutility.
C’è anche da ricordare che entrambi (Gnudi e Celli), hanno lavorato sia per l’Enel che per l’Unicredit in posizioni di notevole rilievo (simultaneamente?).
Si potrebbe anche sostenere che queste grandi conoscenze nel settore del turismo non siano del tutto necessarie per una posizione che sembra più immaginaria che produttiva, ma proviamo invece a supporne una dotta competenza, beh; non credo che questa potrebbe risultare poi un gran male, anzi.
Quindi perché non inserirne “uno” che già sappia quel che c’è da fare?
Non si risparmierebbe quel tempo (anni) necessari forse al Celli per cominciare a capirne qualcosa, e magari evitando dei (certi?) banali o gravi errori con i soldi dei contribuenti?
E se nel caso, da più parti ipotizzato che l’Enit in futuro diventi una S.P.A., non è forse meglio averci già messo qualcuno che l’abbia già programmata come un’azienda?
E allora perché non inserire Daniel John Winteler (ottima scelta) alla presidenza anziché alla direzione generale del medesimo, mentre quest’ultimo incarico destinarlo a chi la questione del “marketing” la conosce già a menadito?
Josep Ejarque, uno su tutti che ha un’esperienza grande così tanto per fare un esempio!
E dulcis in fundo, cominciare a pagare sta gente … bene (anche molto bene, perché no?), ma a risultato raggiunto o conseguito.
E mi sia concesso ancora dire che la mancanza dei valori della meritocrazia è la causa del declino della nostra economia e della spaventosa mancanza di equità della nostra società, che ha un gap tra ricchi e poveri analogo agli Stati Uniti, ma non ha la mobilità sociale americana.
Siamo la società sviluppata che ha il più rapido declino economico e la maggior ineguaglianza sociale.
La società italiana è ancora preda del “familismo amorale”, che prospera grazie all'assenza di uno Stato in grado di dare fiducia ai cittadini.
Senza meritocrazia non è nata quella classe dirigente eccellente che in altri paesi è stata capace di creare opportunità per tutti i cittadini; i migliori.
Meritocrazia nel settore pubblico non vuole dire “licenziare i fannulloni” (pratica peraltro quanto mai encomiabile), ma far emergere una nuova classe dirigente eccellente nella Pubblica amministrazione e non; Enit compresa.
Che è poi quello che oggi manca.
Grazie!
PRESIDENTE
E sarà quindi compito delle due decime Commissioni di Camera e Senato di darne l’eventuale approvazione.
Bene, anzi malissimo, per i seguenti motivi.
1) Il Prof. Pier Luigi Celli non ha la minima esperienza del comparto turismo.
2) Il Prof. Pier Luigi Celli è l’autore di una famosa missiva al figlio finita addirittura sulle prime pagine del quotidiano La Repubblica, e dove l’Italia viene descritta come:
a) … non è più un posto in cui sia possibile stare con orgoglio.
b) … una Società divisa, rissosa, fortemente individualista, pronta a svendere i minimi valori di solidarietà e di onestà, in cambio di un riconoscimento degli interessi personali, di prebende discutibili; di carriere feroci fatte su meriti inesistenti. A meno che non sia un merito l'affiliazione, politica, di clan, familistica.
c) … Questo è un Paese in cui, se ti va bene, comincerai guadagnando un decimo di un portaborse qualunque; un centesimo di una velina o di un tronista; forse poco più di un millesimo di un grande manager che ha all'attivo disavventure e fallimenti che non pagherà mai.
d) … se ti guardi intorno e se giri un po', non troverai molte ragioni per rincuorarti. Incapperai nei destini gloriosi di chi, avendo fatto magari il taxista, si vede premiato - per ragioni intuibili - con un Consiglio di Amministrazione, o non sapendo nulla di elettricità, gas ed energie varie, accede imperterrito al vertice di una Multiutility.
e) … Questo è un Paese in cui nessuno sembra destinato a pagare per gli errori fatti; figurarsi se si vorrà tirare indietro pensando che non gli tocchi un posto superiore, una volta officiato, per raccomandazione, a qualsiasi incarico.
f) … Per questo, col cuore che soffre più che mai, il mio consiglio è che tu, finiti i tuoi studi, prenda la strada dell'estero. Scegli di andare dove ha ancora un valore la lealtà, il rispetto, il riconoscimento del merito e dei risultati.
g) … questo è un Paese che non ti merita. Avremmo voluto che fosse diverso e abbiamo fallito. Anche noi. Tu hai diritto di vivere diversamente, senza chiederti, ad esempio, se quello che dici o scrivi può disturbare qualcuno di questi mediocri che contano, col rischio di essere messo nel mirino, magari subdolamente, e trovarti emarginato senza capire perché.
h) … mi dirai che è tutto vero, che le cose stanno proprio così, che anche a te fanno schifo …
A cui rispose lo stesso Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
E quando gli fu richiesto del perché avesse scritto una lettera così, egli rispose che l’aveva fatto perché “voleva solo far parlare del futuro dei giovani”.
Infatti il Prof. Celli, che ha settant’anni, accetterà di buon grado (sono già d’accordo?) il difficile incarico per premiare appunto i giovani.
E come quel taxista menzionato nella lettera apparsa su Repubblica due anni or sono, accederà imperterrito al vertice di una Multiutility.
C’è anche da ricordare che entrambi (Gnudi e Celli), hanno lavorato sia per l’Enel che per l’Unicredit in posizioni di notevole rilievo (simultaneamente?).
Si potrebbe anche sostenere che queste grandi conoscenze nel settore del turismo non siano del tutto necessarie per una posizione che sembra più immaginaria che produttiva, ma proviamo invece a supporne una dotta competenza, beh; non credo che questa potrebbe risultare poi un gran male, anzi.
Quindi perché non inserirne “uno” che già sappia quel che c’è da fare?
Non si risparmierebbe quel tempo (anni) necessari forse al Celli per cominciare a capirne qualcosa, e magari evitando dei (certi?) banali o gravi errori con i soldi dei contribuenti?
E se nel caso, da più parti ipotizzato che l’Enit in futuro diventi una S.P.A., non è forse meglio averci già messo qualcuno che l’abbia già programmata come un’azienda?
E allora perché non inserire Daniel John Winteler (ottima scelta) alla presidenza anziché alla direzione generale del medesimo, mentre quest’ultimo incarico destinarlo a chi la questione del “marketing” la conosce già a menadito?
Josep Ejarque, uno su tutti che ha un’esperienza grande così tanto per fare un esempio!
E dulcis in fundo, cominciare a pagare sta gente … bene (anche molto bene, perché no?), ma a risultato raggiunto o conseguito.
E mi sia concesso ancora dire che la mancanza dei valori della meritocrazia è la causa del declino della nostra economia e della spaventosa mancanza di equità della nostra società, che ha un gap tra ricchi e poveri analogo agli Stati Uniti, ma non ha la mobilità sociale americana.
Siamo la società sviluppata che ha il più rapido declino economico e la maggior ineguaglianza sociale.
La società italiana è ancora preda del “familismo amorale”, che prospera grazie all'assenza di uno Stato in grado di dare fiducia ai cittadini.
Senza meritocrazia non è nata quella classe dirigente eccellente che in altri paesi è stata capace di creare opportunità per tutti i cittadini; i migliori.
Meritocrazia nel settore pubblico non vuole dire “licenziare i fannulloni” (pratica peraltro quanto mai encomiabile), ma far emergere una nuova classe dirigente eccellente nella Pubblica amministrazione e non; Enit compresa.
Che è poi quello che oggi manca.
Grazie!
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