Di Lidia Marongiu
Condividendo logiche e valori del bollino Timu per l’imformazione in rete dichiaro subito che Il turismo che vorrei in Liguria è un progetto ideato dallo Studio Giaccardi & Associati (di cui sono socia) per l’Assessorato al Turismo della Regione Liguria. Detto questo vi racconto di cosa si tratta.
Si fa un gran parlare del web 2.0 come luogo di ascolto, condivisione e partecipazione. Ma poi con queste finalità non sono tanti ad usarlo e tanto meno le istituzioni. Per questo credo sia una bella notizia il fatto che un assessore al turismo abbia la volontà e il coraggio di usare il web come luogo di ascolto aperto e trasparente dove far convergere idee, proposte e suggerimenti per elaborare il piano turistico triennale della sua regione (cioè un documento programmatico in cui si pianificano azioni, obiettivi, risorse per lo sviluppo turistico di un territorio).
L’assessore in questione è quello della Regione Liguria e si chiama Angelo Berlangieri: coraggio e volontà, dicevo, perché se metti a disposizione uno spazio aperto al confronto è ovvio che ti esponi pubblicamente anche alle critiche. Ma chi conosce le logiche del web 2.0 sa bene che se critiche devono essere almeno che avvengano dentro uno spazio “presidiato” dove cioè ci sono persone pronte ad ascoltare e rispondere. Per questo dietro al blog Il turismo che vorrei in Liguria c’è un comitato di Redazione composto da tecnici e dirigenti dell’assessorato al turismo organizzato in modo che, ognuno per le proprie competenze, risponde o propone nuovi argomenti di confronto.
Il blog, online da qualche giorno, è una piattaforma partecipativa dove è possibile contribuire in due modi:
- pubblicando una proposta/idea su sette categorie tematiche
- commentando le idee espresse nei post pubblicati dagli altri.
La partecipazione al blog richiede la registrazione ma è aperta a tutti: operatori del turismo, rappresentanti di enti e istituzioni, cittadini e turisti. Tutti possono esprimere la loro opinione, commentare quelle degli altri nel rispetto di un insieme di regole che non sono nient’altro che quelle di civile confronto. Per qualche dettaglio in più pubblico anche le slide con le quali abbiamo presentato il progetto il 23 novembre a Genova all’incontro del turismo con operatori e istituzioni.
Pur senza approfondire (mica che vi voglio tediare!) val la pena segnalare che il blog è parte di un più ampio progetto che va sotto il nome di Liguria Turismo Bottom-up che ha l’obiettivo di “sviluppare qualità, innovazione e competitività dell’offerta turistica ligure”: lo dico giusto perché non si confonda lo strumento con il fine che nel caso del progetto che ci vede coinvolti è quello di produrre senso e sviluppo del turismo facendo leva sulla partecipazione dal basso e la responsabilizzazione di operatori e cittadini.
Condividendo logiche e valori del bollino Timu per l’imformazione in rete dichiaro subito che Il turismo che vorrei in Liguria è un progetto ideato dallo Studio Giaccardi & Associati (di cui sono socia) per l’Assessorato al Turismo della Regione Liguria. Detto questo vi racconto di cosa si tratta.
Si fa un gran parlare del web 2.0 come luogo di ascolto, condivisione e partecipazione. Ma poi con queste finalità non sono tanti ad usarlo e tanto meno le istituzioni. Per questo credo sia una bella notizia il fatto che un assessore al turismo abbia la volontà e il coraggio di usare il web come luogo di ascolto aperto e trasparente dove far convergere idee, proposte e suggerimenti per elaborare il piano turistico triennale della sua regione (cioè un documento programmatico in cui si pianificano azioni, obiettivi, risorse per lo sviluppo turistico di un territorio).
L’assessore in questione è quello della Regione Liguria e si chiama Angelo Berlangieri: coraggio e volontà, dicevo, perché se metti a disposizione uno spazio aperto al confronto è ovvio che ti esponi pubblicamente anche alle critiche. Ma chi conosce le logiche del web 2.0 sa bene che se critiche devono essere almeno che avvengano dentro uno spazio “presidiato” dove cioè ci sono persone pronte ad ascoltare e rispondere. Per questo dietro al blog Il turismo che vorrei in Liguria c’è un comitato di Redazione composto da tecnici e dirigenti dell’assessorato al turismo organizzato in modo che, ognuno per le proprie competenze, risponde o propone nuovi argomenti di confronto.
Il blog, online da qualche giorno, è una piattaforma partecipativa dove è possibile contribuire in due modi:
- pubblicando una proposta/idea su sette categorie tematiche
- commentando le idee espresse nei post pubblicati dagli altri.
La partecipazione al blog richiede la registrazione ma è aperta a tutti: operatori del turismo, rappresentanti di enti e istituzioni, cittadini e turisti. Tutti possono esprimere la loro opinione, commentare quelle degli altri nel rispetto di un insieme di regole che non sono nient’altro che quelle di civile confronto. Per qualche dettaglio in più pubblico anche le slide con le quali abbiamo presentato il progetto il 23 novembre a Genova all’incontro del turismo con operatori e istituzioni.
Pur senza approfondire (mica che vi voglio tediare!) val la pena segnalare che il blog è parte di un più ampio progetto che va sotto il nome di Liguria Turismo Bottom-up che ha l’obiettivo di “sviluppare qualità, innovazione e competitività dell’offerta turistica ligure”: lo dico giusto perché non si confonda lo strumento con il fine che nel caso del progetto che ci vede coinvolti è quello di produrre senso e sviluppo del turismo facendo leva sulla partecipazione dal basso e la responsabilizzazione di operatori e cittadini.
Mi sembra una buona idea
RispondiElimina:-)
@Vincenzo
RispondiEliminaLo credo anch'io.
Dipenderà dalla gestione e dalla presenza delle risposte ai suggerimenti.
:)
Dal suo -protetto-
RispondiElimina"Non si risolve il problema delle perdite d’esercizio cancellando l’ente,bensì dandogli una governance più credibile, dotandolo del necessario supporto strategico e consultivo, e verificando,nel merito e non strumentalmente, in cosa consistono i costi sostenuti". E' il commento del Presidente di Federcongressi&eventi Paolo Zona in una nota diffusa il 19 gennaio 2012 in ordine alle voci che darebbero imminente la liquidazione di Convention Bureau Italia. Zona ribadisce che Federcongressi&eventi e' contraria a qualsiasi progetto di messa in liquidazione dell'Ente i cui costi dovrebbero essere considerati alla stregua di investimenti effettuati per promuovere la meeting industry italiana nel mondo.Il comunicato di Zona si chiude con una richiesta di intervento da parte del Ministro Piero Gnudi "Chiediamo al Ministro - dice Zona - di darci udienza prima di assumere qualsivoglia decisione sulla soppressione del CB Italia: riteniamo che per noi sia un dovere, prima ancora che un diritto, esporgli il nostro punto di vista e illustrargli nel dettaglio le ragioni che difendiamo ".
Questa notizia vi farà piacere
RispondiEliminaUn nuovo presidente, un nuovo direttore generale e forse una nuova governance per l’Enit: alcune insistenti indiscrezioni indicano in Pier Luigi Celli il futuro nuovo presidente dell’Agenzia nazionale del turismo, mentre il nome del nuovo direttore generale potrebbe essere quello di Daniel John Winteler, ex presidente di Federturismo-Confindustria. Ma secondo alcune voci il Governo starebbe prendendo in considerazione anche l’idea di trasformare l’Enit in Società per azioni a maggioranza pubblica e Winteler ricoprirebbe, in questo caso, l’incarico di amministratore delegato della nuova S.p.A. Ad oggi, l’Ente nazionale del turismo è commissariato, un commissariamento che risale all’estate del 2009. Attuale commissario è Matteo Marzotto. Esattamente un anno prima, nel giugno 2008, lo stesso Marzotto era stato nominato, dal Governo Berlusconi, presidente dell’Enit. Dalla scorsa estate, invece, l’Ente è stato dotato di un nuovo Consiglio di amministrazione, formato da 4 membri più il presidente, che in sette mesi è stato convocato due sole volte, tra le proteste delle associazioni del mondo del turismo. Un pasticcio, insomma, che il nuovo ministro del Turismo e degli Affari regionali, Piero Gnudi, si appresterebbe a risolvere con la nomina di un nuovo presidente che potrebbe essere appunto Pier Luigi Celli, attuale direttore generale dell’Università Luiss Guido Carli e, nel 1998, direttore della Rai. “Abbiamo avuto un ottimo rapporto di collaborazione con Marzotto e stimiamo la figura di Celli – spiega Claudio Albonetti, presidente di Assoturismo-Confesercenti – ma, per quanto riguarda il direttore generale, chiediamo che non sia un’altra persona vicina a Confindustria. Pur essendo Winteler un caro amico, è evidente che la sua figura è di area Confindustria, come quella di Celli. Gradiremmo, insomma, che l’Enit restasse un ombrello aperto su tutte le rappresentanze del turismo nazionale”. Albonetti è anche convinto che vadano potenziate e valorizzate le 25 sedi estere dell’Enit nel mondo e che il connubio tra Enit ed Ice, di cui si vocifera da qualche tempo, “possa vedere una sinergia esclusivamente di condivisione di strutture, non di altro: esportare manufatti – spiega – non è infatti come produrre emozioni”.
Il nome di Celli “è alto prestigio, sensibilità cultura e capacità” anche secondo il presidente di Federturismo-Confindustria, Renzo Iorio, per il quale, tuttavia, è ancora più importante che “ci sia una vera volontà di rilancio dell’Enit. Credo – dice – che il ministro Gnudi, avendo anche la competenza degli Affari regionali, possa sbloccare la situazione attuale”. Iorio propone che dei 350 milioni di euro che ogni anno le Regioni spendono in promozione, la metà sia gestita dall’Enit, per promuovere unitariamente l’Italia all’estero, e la parte restante rimanga alle Regioni per promuovere la qualità del territorio. Intanto proprio il Pd, come spiega il responsabile Turismo, Armando Cirillo, ha rilanciato in questi giorni un vecchio disegno di legge con il quale si vuole trasformare l’Enit in società per azioni, a maggioranza pubblica, per la promozione e la commercializzazione dei prodotti turistici in Italia ed all’estero, che dovrebbe coinvolgere Regioni, grandi vettori nazionali e tour operator che potranno entrare a far parte del capitale sociale. “A noi l’attuale conformazione dell’Agenzia del turismo ci soddisfa e la sua trasformazione in S.p.A deve avere una motivazione – osserva il presidente di Confturismo-Confcommercio e di Federalberghi, Bernabò Bocca – e soprattutto, se la motivazione è di tramutarla in ente commerciale, bisogna essere sicuri dei ricavi”. Quello di Bocca, in sostanza, non è un ‘no’, “ma la questione – spiega – va approfondita in termini di costi e ricavi: se un ente pubblico deve far pagare ai privati tutti i servizi che mette in campo, poi le imprese decidono chi scegliere”. Insomma, l’Enit si metterebbe sul mercato. Quanto ai nomi di presidente ed amministratore delegato, Bocca è risoluto: “Sulla presidenza Celli, nulla da dire. Per quanto riguarda l’amministratore delegato, noi preferiremmo una figura neutra o interna all’Enit”. Winteler, avendo lasciato da poco tempo la presidenza di Federturismo-Confindustria, non sarebbe, per le altre organizzazioni di categoria del settore, la figura più adatta, perché inevitabilmente di parte.
RispondiEliminazona su convention bureau....ma mi faccia il piacere...
RispondiEliminama non è che ci stiamo a rin...tin tin tutti? ;)
per progetto liguria, non male, chi conosce i costi effettivi?
@Anonimo
RispondiEliminaHo appena contattato un consigliere regionale della Liguria che me lo farà sapere a breve.
E appena lo so lo scrivo.
@Anonimo
RispondiEliminaIl costo generale si aggira sui 60 mila euro.