Da Dagospia a Pier Luigi Celli:
E quanti ne ha licenziati in vita sua?
«Più di diecimila» e «Se licenzio due persone è per salvarne dieci».
Quindi il Celli, a cui piace molto chiacchierare, con una semplice moltiplicazione estratta dal suo ragionamento, ha (o avrebbe, a ben esaminare quello che dice) salvato 50.000 persone dal sicuro licenziamento.
Calcolando ora che una famiglia è mediamente composta di 3,5 prs. (marito, moglie e un figlio e mezzo), Celli ha dato la sopravivenza a tanta gente (175.000) tanto quanta ce n’è ad esempio a Reggio Emilia (170.086), a Modena (184.663) oppure a molti più di quanti vivono in città come Cagliari (156.488), come Foggia (152.747) o come Livorno (161.131).
Altrimenti diciamo come tre città messe insieme, sul tipo di Savona (62.553), Caltanisetta (60.267) e Benevento (62.035), va.
Ma mi faccia il piacere!
Prendendo invece come buona (ovviamente) la sua dichiarazione che ha tagliato 10.000 posti di lavoro nel suo “Comandare è fottere” o se si preferisce nel modo che ha di svolgere l’attività di manager, e usando la medesima operazione matematica di prima; il Celli ha fatto “fuori” tanta gente (35.000) quanti ne abitano in città come … beh, fate un po’ voi e poi ditemi se una “personcina” così può … vabbè, lasciamo perdere che tanto avete capito.
Pier Luigi Celli è unanimemente considerato come un tagliatore di teste (posti di lavoro, bella forza!) e lui stesso se ne vanta.
Infatti nel proseguo di quell’intervista di Dagospia:
Riusciva a dormire sereno dopo aver tagliato tante teste?
«No, ci pensavo sempre. Si dorme male dopo averlo fatto. A meno che non sviluppi il pelo sullo stomaco».
Lei ne avrà messo su una matassa, di pelo...
«A volte sì, l'ho avuto».
Come a dire che ha dormito tranquillamente (la matassa di pelo l’ha protetto dal freddo “coscienzioso”).
Ora non so se il Celli con tutti ‘sti “tagliamenti” abbia portato le aziende che ha diretto all’attivo (spero che frap1964 m’aiuti nella ricerca), di sicuro alla Rai non è successo.
Debito c’era e debito è rimasto!
Di rimando posso tranquillamente affermare che conosco un tale, che chiamerò Ronald per via della privacy, che ha diretto delle grandi aziende (settore turismo), magari non con quelle decine di migliaia di dipendenti, ma qualche migliaio si; ebbene, non ne ha mai licenziato nessuno, manco mezzo.
E le aziende hanno sempre chiuso in attivo nonostante non lo fossero per niente al suo arrivo e in concomitanza di periodi ben più brutti di quelli attuali (ved. Twin Towers e altri).
Ma Ronald è Ronald, mentre Pier Luigi Celli è Pier Luigi Celli e c’ha una matassa di pelo così.
Anche Ronald ce l’ha, ma la usa solo con persone come il Celli e non certo coi suoi subalterni.
Non è necessario anche perchè servono ben altre cose, prima di tutto la conoscenza di quello che sa da fare e il sapere un qualcosa di più per poterlo insegnare a chi deve imparare.
Non l'incontrario!
Però all’Enit ci dovrebbe andare Celli, mentre Ronald, personaggio di cui l’Italia dispone in maniera più che sufficiente, no!
Eh si, Ronald e simili devono andarsene all’estero, proprio come il consiglio (non ancora mantenuto) che il Celli diede al figlio Mattia nella celebre lettera.
P.S.: Non per niente Giovanni Minoli definì Pier Luigi Celli ... "Un manager per caso".
P.P.S.: Poi se non vi basta, qui c'è dell'altro che vale ancora di più.
E quanti ne ha licenziati in vita sua?
«Più di diecimila» e «Se licenzio due persone è per salvarne dieci».
Quindi il Celli, a cui piace molto chiacchierare, con una semplice moltiplicazione estratta dal suo ragionamento, ha (o avrebbe, a ben esaminare quello che dice) salvato 50.000 persone dal sicuro licenziamento.
Calcolando ora che una famiglia è mediamente composta di 3,5 prs. (marito, moglie e un figlio e mezzo), Celli ha dato la sopravivenza a tanta gente (175.000) tanto quanta ce n’è ad esempio a Reggio Emilia (170.086), a Modena (184.663) oppure a molti più di quanti vivono in città come Cagliari (156.488), come Foggia (152.747) o come Livorno (161.131).
Altrimenti diciamo come tre città messe insieme, sul tipo di Savona (62.553), Caltanisetta (60.267) e Benevento (62.035), va.
Ma mi faccia il piacere!
Prendendo invece come buona (ovviamente) la sua dichiarazione che ha tagliato 10.000 posti di lavoro nel suo “Comandare è fottere” o se si preferisce nel modo che ha di svolgere l’attività di manager, e usando la medesima operazione matematica di prima; il Celli ha fatto “fuori” tanta gente (35.000) quanti ne abitano in città come … beh, fate un po’ voi e poi ditemi se una “personcina” così può … vabbè, lasciamo perdere che tanto avete capito.
Pier Luigi Celli è unanimemente considerato come un tagliatore di teste (posti di lavoro, bella forza!) e lui stesso se ne vanta.
Infatti nel proseguo di quell’intervista di Dagospia:
Riusciva a dormire sereno dopo aver tagliato tante teste?
«No, ci pensavo sempre. Si dorme male dopo averlo fatto. A meno che non sviluppi il pelo sullo stomaco».
Lei ne avrà messo su una matassa, di pelo...
«A volte sì, l'ho avuto».
Come a dire che ha dormito tranquillamente (la matassa di pelo l’ha protetto dal freddo “coscienzioso”).
Ora non so se il Celli con tutti ‘sti “tagliamenti” abbia portato le aziende che ha diretto all’attivo (spero che frap1964 m’aiuti nella ricerca), di sicuro alla Rai non è successo.
Debito c’era e debito è rimasto!
Di rimando posso tranquillamente affermare che conosco un tale, che chiamerò Ronald per via della privacy, che ha diretto delle grandi aziende (settore turismo), magari non con quelle decine di migliaia di dipendenti, ma qualche migliaio si; ebbene, non ne ha mai licenziato nessuno, manco mezzo.
E le aziende hanno sempre chiuso in attivo nonostante non lo fossero per niente al suo arrivo e in concomitanza di periodi ben più brutti di quelli attuali (ved. Twin Towers e altri).
Ma Ronald è Ronald, mentre Pier Luigi Celli è Pier Luigi Celli e c’ha una matassa di pelo così.
Anche Ronald ce l’ha, ma la usa solo con persone come il Celli e non certo coi suoi subalterni.
Non è necessario anche perchè servono ben altre cose, prima di tutto la conoscenza di quello che sa da fare e il sapere un qualcosa di più per poterlo insegnare a chi deve imparare.
Non l'incontrario!
Però all’Enit ci dovrebbe andare Celli, mentre Ronald, personaggio di cui l’Italia dispone in maniera più che sufficiente, no!
Eh si, Ronald e simili devono andarsene all’estero, proprio come il consiglio (non ancora mantenuto) che il Celli diede al figlio Mattia nella celebre lettera.
P.S.: Non per niente Giovanni Minoli definì Pier Luigi Celli ... "Un manager per caso".
P.P.S.: Poi se non vi basta, qui c'è dell'altro che vale ancora di più.
Questa è proprio una guerra!
RispondiEliminaSpiacente Luciano, ma non ti aiuterò in nessuna ulteriore ricerca su Celli.
RispondiEliminaNon mi interessa se abbia portato in passivo o in attivo le aziende che ha +/- diretto.
O quante teste abbia tagliato nella sua (secondo lui tardiva) carriera di responsabile delle risorse umane.
Il punto è che non ha il profilo professionale e la competenza specifica per fare il presidente di ENIT. Punto.
Se poi scrive
Incapperai nei destini gloriosi di chi, avendo fatto magari il taxista, si vede premiato - per ragioni intuibili - con un Consiglio di Amministrazione, o non sapendo nulla di elettricità, gas ed energie varie, accede imperterrito al vertice di una Multiutility.
…
Questo è un Paese in cui nessuno sembra destinato a pagare per gli errori fatti; figurarsi se si vorrà tirare indietro pensando che non gli tocchi un posto superiore, una volta officiato, per raccomandazione, a qualsiasi incarico.
Potrei continuare all’infinito, annoiandoti e deprimendomi.
almeno che sia coerente, oppure eviti di fare la morale e le paternali a vanvera.
Finché il suo stipendio lo pagano i benestanti che sborsano 8mila euro e più l'anno di tasse alla Luiss, non c'è alcun problema.
Ma all'ENIT il suo stipendio lo pago pure io e mi dispiace, ma non mi sta bene.
Tutto il resto sono dettagli che contano veramente poco, imho.
I dipendenti ENIT saranno contenti. Lo Stato ha trovato qualcuno che dirà loro : "carissimo collaboratore, grazie per quello che ha fatto sinqui per noi e per il turismo italiano. Noi non abbiamo più bisogno di Lei". ... E in tanti usciranno da Via Marghera con gli scatoloni come succede negli USA o in GB? :-X
RispondiEliminaDai, che era uno scherzetto!
RispondiEliminaSto invece macinando nul web parecchie altre "notiziuole" che danno l'esatta conoscenza delle parole di Minoli quando sostenne di Celli ... "un manager per caso".
@Anna
RispondiEliminaInfatti lo scopo dovrebbe appunto essere quello (immagino) per il passaggio di Enit in una SPA.
Chissà poi che cosa ci sarà sotto con l'Ice?
:(
Leggo con piacere che qualcuna, del settore, pensa e dice le cose che penso anch'io (che del settore non sono) e che sono poi nient'altro che manifestazioni di mero buonsenso.
RispondiEliminaSino a che i rappresentanti del comparto non cominceranno ad incazzarsi, ma ad incazzarsi veramente, invece di fare la melina, le dichiarazioni di circostanza e le gare a tiro della giacchetta di turno, nella speranza di raccattare qualche briciola, il turismo italiano non farà il minimo passo avanti.
E allora comincino con la Presidenza ENIT e abbandonino semplicemente il CdA se non viene eletto un valido tecnico del settore al posto di un incompetente del "solito giro".
Signori, alzate la voce!
Cinzia Renzi for President ... a meno che non sia una delle solite dichiarazioni politiche.
RispondiEliminaPerò è meglio crederci (ottimismo?) e confidare che altri seguano FINALMENTE la strada del NON SE NE PUO' PIU'.
Mò le scrivo!
:)
@Luciano
RispondiEliminaE' vero che non è la prima volta che leggiamo quelle parole contro le istituzioni di turno ma la speranza è ultima a morire.
Perchè non ci fai un post su quelle dichiarazioni della Renzi?
@Vincenzo
RispondiEliminaBeh, se ci fai caso, sembra che la Renzi se la sia presa per il fatto che non è stata neanche interpellata.
Un pò come l'altra volta (http://tuttosbagliatotuttodarifare.blogspot.com/2010/11/le-cannonate-della-cinzia-renzi.html) che s'è messa a "tuonare" contro la Brambilla perchè ...
Invece Bocca è stato chiamato da Gnudi a quanto sembra.
RispondiEliminahttp://www.ilgiornaledelturismo.com/enti-del-turismo/bocca-ministro-gnudi-e-fermo-sostenitore-dellenit/
@anonimo
RispondiEliminail problema è per quel motivo.
Federalberghi si
Fiavet no
@Annasirolo
RispondiEliminaTerrore che sia proprio così.
Non mi sembra che la Renzi ne faccia una questione personale.
RispondiEliminaDopo tre anni di MVB ti arriva, nel governo dei "tecnici", uno Gnudi ultrasettantenne che ti ripropina le favole di sempre e ricomincia, sulle nomine, con le medesime logiche di sempre...
Ma meno male che la Renzi ha detto quel che si doveva dire.
E con chiarezza.
Pare che in quel convegno si sia volati proprio basso, ma quasi rasoterra.
Poi rileggetevi le dichiarazioni di Iorio, Albonetti e Bocca sulla paventata nomina di Celli: tanto per capire come il problema degli "inchini" non sia solo quello delle navi da crociera.
Iorio, Albonetti e Bocca ... a volte (sempre) mi chiedo come abbiano fatto a diventare "capi" delle loro associazioni.
RispondiEliminaMa credo di saperlo.
@frap1964
RispondiElimina:-D
Non le avevamo già sentite queste cose dalla Brambilla?
RispondiEliminaDarsi una mossa e lavorare in coordinamento. Questi gli avvertimenti del neo ministro del turismo Gnudi che, partendo dal "noto" concetto che il settore turismo può essere la chiave di volta dello sviluppo economico del paese, e premettendo di far parte di un Governo a tempo e con pochissime risorse, anzi nulle, ha voluto dare un segnale di tempestività .....
Cambiano gli attori ma il copione è sempre lo stesso.