Dopo le dimissioni (Carlo Malinconico) di lui hanno detto:
Mario Monti: “senso di responsabilità dimostrato nell`anteporre l`interesse pubblico ad ogni altra considerazione”.
Lorenzo Cesa: “scelta degna di grande rispetto e considerazione”
Gianni Alemanno: “un segno di stile”
Luigi Bersani: “gesto responsabile da parte di chi ha deciso di far prevalere il pubblico interesse”
… e di certo non sono saranno mancati altri “attestati” di stima e compiacenza da parte dei gentiluomini posti al comando delle istituzioni italiane, a causa della fatica del Malinconico per la decisione presa.
Dulcis in fundo, arriverà anche l’opinione del Piero Gnudi, il nuovissimo ministro del turismo, dello sport e degli affari regionali, che nonostante non abbia “quasi mai” proferito parola per uno dei settori che lui “amministra” da circa due mesi (il turismo), ecco che in questo caso ha parlato (si spera … a meno che non l’abbia scritto su di un bigliettino) e s’è lasciato andare in un bel “''Sono molto dispiaciuto per la vicenda del Sottosegretario all'Editoria e agli Affari regionali, Carlo Malinconico, di cui ho avuto modo di apprezzare, in questo breve periodo, l'intelligenza e la leale collaborazione''.
Beh, non c’è che dire … il Gnudi forse ha un qualcosa da rivedere nelle scelte delle sue disamine.
O molto probabilmente, ci sarebbe da dire che, in quegli ambienti è così che la va?
Comunque il fatto nuovo è che il Malinconico n’ha combinata un’altra delle sue e vale a dire che continua a fare delle cose che non si dovrebbero fare.
L'altro giorno, dopo giorni di furibonde polemiche sulle sue vacanze di lusso pagate da Francesco De Vito Piscicelli, ha pensato bene di fare un bonifico all'esclusivo cinque stelle dell'Argentario che l'aveva ospitato in tre occasioni tra il 2007 e il 2008.
Aveva negato, smentito, sostenuto di non sapere chi avesse pagato quei ricchi soggiorni quando era segretario generale di un presidente del Consiglio che si chiamava Romano Prodi.
Invece ancora ieri, dalle pagine di Repubblica, il costruttore della «cricca» finito in carcere per corruzione in relazione ad alcuni appalti di opere pubbliche tra cui i lavori per il G8 (uno dei processi è in corso), ha ripetuto che «Malinconico sapeva bene che offriva Balducci e io ero l'intermediario con l'albergo».
Angelo Balducci è il funzionario della Protezione civile accusato di essere il perno della «cricca» degli appalti.
Per anni ha ignorato, per settimane ha negato.
Improvvisamente, quando il clima si è fatto così incandescente da scaldargli troppo il sedile della poltrona, il sottosegretario di Mario Monti ha deciso il grande gesto.
Pagherà caro, pagherà tutto. Lunedì ha ordinato di versare 19.876 euro sul conto corrente dell'hotel Pellicano di Porto Ercole aperto nella locale filiale del Montepaschi.
Preciso al centesimo, questo tecnogoverno dei professori.
Causale: «Soggiorni 2007-2008».
Con in tasca la sua bella contabile bancaria con cui pensava di essersi ripulito il curriculum e la coscienza, martedì mattina Malinconico si è presentato a Palazzo Chigi convinto di poter archiviare il caso.
Dopo un faccia a faccia di alcune ore, sappiamo com'è finita: con le dimissioni.
«È stato trememdo, provo molta molta amarezza», ha piagnucolato ieri sul Corriere, che - commosso a sua volta - lo ha dipinto come «un uomo esile, stanco, chiuso nel sobrio cappotto blu abbottonato fino al collo».
Pagare quelle vacanze cinque anni dopo è stato un gesto inutile, un'ammissione di colpa tardiva quanto sterile.
Talmente ridicola che attorno al bonifico si è sviluppato un penoso balletto.
Ho rimborsato tutto, ha assicurato Malinconico dopo le dimissioni.
Non ho ricevuto un soldo, ha ribattuto l'albergatore, Roberto Sciò, precisando che comunque il professore non gli doveva nulla perch´ tutto era già stato pagato all'epoca da De Vito Piscicelli. Guarda che il denaro arriverà, ha insistito l'avvocato.
Ieri mattina la somma si è effettivamente materializzata in banca.
E il padrone del cinque stelle che ha fatto?
Come promesso, l'ha rispedita al mittente.
Per lui, la vicenda si è chiusa da anni.
E anche l'amicizia con Piscicelli, che pure gli procurava clienti importanti e incassi sicuri, è archiviata da tempo.
E allora mi ritornano in mente le belle frasi di quei gentiluomini scritti all’inizio di questo post.
Complimentoni, non c’è che dire, neh, dott. Piero Gnudi e via cantando?
Di Stefano Filippi e un pò di me
Mario Monti: “senso di responsabilità dimostrato nell`anteporre l`interesse pubblico ad ogni altra considerazione”.
Lorenzo Cesa: “scelta degna di grande rispetto e considerazione”
Gianni Alemanno: “un segno di stile”
Luigi Bersani: “gesto responsabile da parte di chi ha deciso di far prevalere il pubblico interesse”
… e di certo non sono saranno mancati altri “attestati” di stima e compiacenza da parte dei gentiluomini posti al comando delle istituzioni italiane, a causa della fatica del Malinconico per la decisione presa.
Dulcis in fundo, arriverà anche l’opinione del Piero Gnudi, il nuovissimo ministro del turismo, dello sport e degli affari regionali, che nonostante non abbia “quasi mai” proferito parola per uno dei settori che lui “amministra” da circa due mesi (il turismo), ecco che in questo caso ha parlato (si spera … a meno che non l’abbia scritto su di un bigliettino) e s’è lasciato andare in un bel “''Sono molto dispiaciuto per la vicenda del Sottosegretario all'Editoria e agli Affari regionali, Carlo Malinconico, di cui ho avuto modo di apprezzare, in questo breve periodo, l'intelligenza e la leale collaborazione''.
Beh, non c’è che dire … il Gnudi forse ha un qualcosa da rivedere nelle scelte delle sue disamine.
O molto probabilmente, ci sarebbe da dire che, in quegli ambienti è così che la va?
Comunque il fatto nuovo è che il Malinconico n’ha combinata un’altra delle sue e vale a dire che continua a fare delle cose che non si dovrebbero fare.
L'altro giorno, dopo giorni di furibonde polemiche sulle sue vacanze di lusso pagate da Francesco De Vito Piscicelli, ha pensato bene di fare un bonifico all'esclusivo cinque stelle dell'Argentario che l'aveva ospitato in tre occasioni tra il 2007 e il 2008.
Aveva negato, smentito, sostenuto di non sapere chi avesse pagato quei ricchi soggiorni quando era segretario generale di un presidente del Consiglio che si chiamava Romano Prodi.
Invece ancora ieri, dalle pagine di Repubblica, il costruttore della «cricca» finito in carcere per corruzione in relazione ad alcuni appalti di opere pubbliche tra cui i lavori per il G8 (uno dei processi è in corso), ha ripetuto che «Malinconico sapeva bene che offriva Balducci e io ero l'intermediario con l'albergo».
Angelo Balducci è il funzionario della Protezione civile accusato di essere il perno della «cricca» degli appalti.
Per anni ha ignorato, per settimane ha negato.
Improvvisamente, quando il clima si è fatto così incandescente da scaldargli troppo il sedile della poltrona, il sottosegretario di Mario Monti ha deciso il grande gesto.
Pagherà caro, pagherà tutto. Lunedì ha ordinato di versare 19.876 euro sul conto corrente dell'hotel Pellicano di Porto Ercole aperto nella locale filiale del Montepaschi.
Preciso al centesimo, questo tecnogoverno dei professori.
Causale: «Soggiorni 2007-2008».
Con in tasca la sua bella contabile bancaria con cui pensava di essersi ripulito il curriculum e la coscienza, martedì mattina Malinconico si è presentato a Palazzo Chigi convinto di poter archiviare il caso.
Dopo un faccia a faccia di alcune ore, sappiamo com'è finita: con le dimissioni.
«È stato trememdo, provo molta molta amarezza», ha piagnucolato ieri sul Corriere, che - commosso a sua volta - lo ha dipinto come «un uomo esile, stanco, chiuso nel sobrio cappotto blu abbottonato fino al collo».
Pagare quelle vacanze cinque anni dopo è stato un gesto inutile, un'ammissione di colpa tardiva quanto sterile.
Talmente ridicola che attorno al bonifico si è sviluppato un penoso balletto.
Ho rimborsato tutto, ha assicurato Malinconico dopo le dimissioni.
Non ho ricevuto un soldo, ha ribattuto l'albergatore, Roberto Sciò, precisando che comunque il professore non gli doveva nulla perch´ tutto era già stato pagato all'epoca da De Vito Piscicelli. Guarda che il denaro arriverà, ha insistito l'avvocato.
Ieri mattina la somma si è effettivamente materializzata in banca.
E il padrone del cinque stelle che ha fatto?
Come promesso, l'ha rispedita al mittente.
Per lui, la vicenda si è chiusa da anni.
E anche l'amicizia con Piscicelli, che pure gli procurava clienti importanti e incassi sicuri, è archiviata da tempo.
E allora mi ritornano in mente le belle frasi di quei gentiluomini scritti all’inizio di questo post.
Complimentoni, non c’è che dire, neh, dott. Piero Gnudi e via cantando?
Di Stefano Filippi e un pò di me
Una parolina sul turismo, no ? Ha parlato di calcio scommesse , ha parlato dei problemi delle regioni, di turismo manco una parola. Ho anche questo non ci capisce un tubo, o ci è.
RispondiElimina@Plinio il Giovane
RispondiEliminaChe "ci è" non credo, quindi resta la prima ipotesi ... non ci capisce un tubo!
:)
@Luciano
RispondiEliminaHai notizie su Alpitour?
Ciao e grazie
Gianni
@Gianni
RispondiEliminaE' appena uscito questo ma qualcosina l'avevo già anticipata in un precedente.
Cambio ai vertici per Alpitour. Dopo l'acquisto del gruppo da parte della cordata guidata dai fondi Wise Sgr Spa e J. Hirsch & Co, l'azienda ha annunciato la nomina a presidente di Enrico Vellano, chief financial officer di Exor. Una decisione presa "in attesa del perfezionamento dell'annunciato cambio di proprietà", precisa Alpitour in una nota. Secondo le previsioni, l'operazione dovrebbe essere conclusa nel primo trimestre dell'anno in corso. Il consiglio di amministrazione, riunitosi oggi per prendere in esame i risultati del 2011 "prende atto che il presidente e a.d. Daniel John Winteler e il direttore generale Fabrizio Prete hanno lasciato il Gruppo". Lasciano il tour operator, dunque, i due manager che avevano traghettato l'azienda durante gli ultimi anni, portando i risultati in terreno positivo. Ora "la piena operatività aziendale è garantita dal comitato esecutivo, già insediatosi con l'obiettivo di garantire la continuità di tutte le attività ordinarie e straordinarie".
In attesa del bilancio
La nuova nomina viene annunciato al mercato pochi giorni prima dell'approvazione da parte del cda dei risultati di bilancio al 31 ottobre 2011. Un anno che, in base a quanto anticipato dall'azienda stessa, si è chiuso con risultati positivi. "Il Gruppo - afferma Alpitour - chiuderà il bilancio 2010/2011 migliorando i propri risultati: redditività.
Un colpo di intelligenza e lealtà mica da poco, quello di fare un bonifico a distanza di soli cinque anni. E poi tutto a posto !
RispondiElimina:-D
A volte mi chiedo come certa gente possa essere arrivata in quelle "pregiate" posizioni lavorative.
RispondiEliminaInfatti qualsiasi persona dotata di una normale intelligenza, e contornata da anche una minima lealtà verso se stessi, non avrebbe mai (e ripeto mai) cercato di "lavare" quell'inghippo dopo cinque anni.
Se poi ci mettiamo che neanche avrebbe dovuto concedere quei pagamenti a terzi ...
Ma chi ce li metti questi a comandare nelle stanze dei bottoni?
E poi ci lamentiamo che l'Italia va male?
Beh, per forza, con quella manica di sapientoni da quattro soldi, anzi da 19.876 euro ... i soli che per ora si sono "trovati", poi vedremo se ne escono degli altri.
Ho appena visto questa notizia
RispondiEliminaCarlo Malinconico è stato direttore generale dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas (2001-2002).
Piero Gnudi è stato presidente del consiglio di amministrazione dell'Enel dal maggio 2002 all'aprile 2011.
E il Gnudi dichiara che: "...di cui ho avuto modo di apprezzare, IN QUESTO BREVE PERIODO, l'intelligenza e la leale collaborazione" ?
Vuoi vedere che quando il Gnudi è andato all'Enel, Malinconico non era più all'autorità per l'energia elettrica.
;-)
Pertanto e di conseguenza il Malinconico e Gnudi si conoscevano già?
RispondiElimina....in questo breve periodo .....
;-)