venerdì 14 agosto 2009

Ma se ghe pensu



Eh si, Disneyland aveva "quasi" scelto Genova senonché ...
Non ricordo più quale famoso cervellone ha coniato questa frase destinata a diventare un tormentone per molto tempo, e vale a dire: "per rovinare una nazione o una città la stupidità non è indispensabile, ma aiuta".
Si era infatti nel 1984 e, se non ricordo male, l'allora presidente della Walt Disney, Ron Miller, venne a Genova dove si incontrò con il presidente degli industriali di Genova, Riccardo Garrone, attuale presidente della Sampdoria, che accompagnato dallo stratega Vittorio Uckmar, massimo esperto tributario italiano, stabilirono le basi e non solo per la costruzione della Disneyland europea.
Posso assicurarvi che questi due quando si muovono per uno scopo difficilmente non arrivano alla meta, figuriamoci se insieme.
Per circa un anno nella mia amata città non si parlò d'altro poiché dopo la crisi del suo modello di sviluppo, con la siderurgia in ginocchio, la cantieristica priva di prospettive e il porto sempre più preda nella concorrenza di Livorno e La Spezia , questa opportunità sarebbe risultata una notevole boccata d'ossigeno; anzi, qualcosa di molto, di molto di più.
Infatti l 'Investimento iniziale per Disneyland, 1500 miliardi di lire per seimila addetti diretti e un 'occupazione indotta di oltre trentamila unità, sarebbe stato in grado di rilanciare l'economia locale.
Con un 'affluenza di dieci milioni di visitatori all'anno, tanti quanti a Tokio, la spesa complessiva si sarebbe dovuta aggirare intorno ai 2500 miliardi e produrre lavoro, reddito e profitto per alberghi, ristoranti, centri commerciali, servizi di trasporto e attività terziarie.
Insomma, la manna dal cielo.
Inutile elencarvi le varie diatribe tra chi lo voleva (in maggioranza industriali) e chi no (in maggioranza politici) fino all'ultima decisione del sindaco di allora, Fulvio Cerofolini che suonò, sempre che non ricordi male, un pò così: Non saremo mai la città dei camerieri!
Amen!
C'è anche da dire che difficilmente nella politica industriale le decisioni le prende una sola persona, ed è quindi probabile che quella scellerata (imho) scelta fu presa dal team che a quei tempi regnava sulla città.
Conoscevo Fulvio Cerofolini, e parte il rispetto che nutrivo per la persona, beh; non reputo che l'avesse pensata proprio così.
Stessa sorte si ebbe anche quando gli americani sembravano decisi a sbarcare a Genova non solo con Topolino e Paperino col progetto per la "Disneyland europea", ma anche nell 'ambito dell' informatica.
Si sarebbe ottenuto qualche altro migliaio di posti lavorativi, eccetera eccetera.
Le basi per i primi accordi operativi furono fatte nel corso di una visita a Genova, dal professore Steve Cohen, ex direttore del Centro Studi "di Berkeley, in California, uno dei" cervelli "di Silicon Valley e che fu ospite dell ' ex presidente degli industriali di Riccardo Garrone, si, ancora lui; uno dei pochissimi che vede oltre l'angolo nella mia città.
Ma anche questo sogno finì così com'era cominciato.
E la storia continua.

8 commenti:

  1. credo che tu sbagli sia sindaco che luogo infatti non era Genova ma bensì Civitavecchia e ti dico anche il sito dove era previsto e precisamente adiecente all'aqua parch
    bisogna informarsi prima di accusare i sindaci di qualunque parte politica sia

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  2. @Anonimo
    Le tue conoscenze in merito sono un po miserrime.
    Niente per la quale, per amor del cielo, ma quello di cui ho scritto nel post ha un riscontro nelle documentazioni delle varie assemblee comunali della mia città.
    In questo caso sarebbe meglio fossi tu ad informarti prima di emettere delle sentenze.
    ;-)

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  3. Confermo quanto citato da Luciano. Anche a me risulta esattamente cosi', incluso il geniale commento
    di Cerofilini cui segui' quello altrettanto sagace di un sindacalista (di cui non ricordo pero' il nome) che disse "e cosa divrebbero fare gli operai, vestirsi da Topolino?"
    No, possono sempre fare i disoccupati in una
    citta' avvelenata dal polverino di coke. Il problema dei comunisti (cioe', uno dei tanti) e' quello di non viaggiare.

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  4. e non sapere quale enorme giro di lavoro pulito, cioe' non da lasciare la salute davanti a convertitori o siviere lavorando notte e giorno, generi un parco tematico, quali opportunita' dia ai giovani in termini di lavoro nello spettacolo grazie ai teatri posti all'interno del parco. ma chi ha una noce al posto del
    cervello liquida tutto con un Topolino. Eppure Genova produce cantanti, cantautori, attori, cabarettisti, registi, scenografi, sceneggiatori molto meglio di quanto ormai non produca lamiere. Ma l'operaio se non ha una chiave inglese un fischietto, uno striscione ed un tamburo non si sente realizzato.

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  5. Si e' tutto vero, anche io non dimentichero' mai le parole di quel mascalzone di cerofolini: ''non siamo una citta di camerieri''. Io come altri 250.000 genovesi abbiamo incominciato da allora grazie a questa banda di comunisti maledetti a migrare. Cerofolini e tutti i suoi compagni che brucino all'inferno per sempre. Anonimo perche' non sai stai zitto se non sai.!!!

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  6. io ho fatto uno studio sulla Disneyland di Genova e sentito il resposabile ufficio stampa alla Disney di Milano ed è proprio andata così, oltre al fatto che ho intervistato garrone in persona (un anno prima della sua morte) e mi raccontò come sono andati i fatti... Genova è una città morta e sta morendo grazie a gente come cerofolini e tutti i comunisti di merda che la governano e affossano da anni, mentalità chiusa e ottusa! ora non abbimao certo i 14.000 camerieri che lavorano a disneyland paris (senza considerare l'indotto), maa le acciarieie chiuse e una marea di disoccupati e cassaintegrati1 Garrone era lungimirante, ma voi continuate a votare sti scemi visto che evidentemente vi va bene così!

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  7. Ho trovato questo articolo del 1984 di Repubblica.
    http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1984/12/12/si-chiama-disneyland-il-sogno-di-genova.html
    Mi sa che ha ragione il Sig. Luciano. Belin..
    Ciao

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  8. Eh già.

    Anche perché quando se ne parlò nella mia città, in quel periodo lavoravo proprio là e lessi su di un giornale locale (credo il NYT) della cosa, ma non ricordo bene.

    :) belin

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