Si sa che le Banche pensano in grande, pensano all’Italia,
pensano al futuro e agiscono di conseguenza.
Ma forse è meglio togliere il “pensano all’Italia” lasciando
tutto il resto, poiché più probabilmente, pensano a se stesse.
Chiaro che sia così, ci mancherebbe anche d’altro … e chi
non lo fa?
Ma ora, brevemente, giusto per dare un senso a queste
parole, spiego l’andazzo.
Circa due anni e mezzo fa arrivò la notizia che BIIS (Banca
Intesa più Infrastrutture controllata da Intesa
San Paolo) con a capo Corrado Passera (l’odierno ministro delle Attività
produttive), decisero di “buttare” sul mercato turistico italiano 150 miliardi
di euro.
Subito dopo o poco prima,
anche Unicredit (nel cda c’era Piero Gnudi, l’attuale ministro del turismo) decise
che questo settore poteva essere una buona risorsa di mercato per il futuro e
anche loro ci “buttano” parecchie palanche.
Comunque e "forse"
Banca Intesa San Paolo, Unicredit e bla bla bla, puntavano a una rapida
industrializzazione del nostro prodotto turistico attraverso una
regolarizzazione del settore, con NH Hoteles (Banco Santander?) in primis.
Ma chi è NH Hoteles?
Pochi anni fa la Jolly Hotels
di proprietà della famiglia Zanuso/Marzotto, fu scalata in Borsa da una cordata
formata dal Gruppo bancario Intesa San Paolo, uno dei maggiori in Italia, e
dalla spagnola NH Hoteles, che li ha incorporati nel proprio portafoglio
assieme ai Framon Hotels, catena alberghiera di origine siciliana, fondata
dalla famiglia Franza proprietaria dei prestigiosi alberghi in Sicilia,
Firenze, Roma, Milano e Venezia.
NH Hoteles allo stato attuale risulta la maggiore compagnia alberghiera in Italia con oltre 50 alberghi e 8000 camere, mentre nel mondo, gestisce 349 alberghi con più di 52.793 camere in 22 Paesi di Europa, America e Africa.
Quindi una catena alberghiera con dimensioni industriali, vale a dire con decine di centinaia di alberghi segmentati dal low cost al lusso, e che dovrebbe favorire l’abbattimento dei costi e quindi anche dei prezzi.
In poche parole qui su Tutto
sbagliato tutto da rifare s’è arduamente pensato che presto sarebbe avvenuta
una sostanziale riduzione della presenza degli albergatori privati a vantaggio
delle catene alberghiere.
Diciamo un po’ come è accaduto nell’industria manifatturiera tradizionale, va.
Diciamo un po’ come è accaduto nell’industria manifatturiera tradizionale, va.
Però per l’attuazione del
loro programma sarebbe necessariamente servita qualche Legge adatta allo scopo,
sennò mica lo si può decidere così per i fatti suoi, né!
E allora ecco che Piero Gnudi
incarica la Boston Consulting Group di dirci come dobbiamo fare per migliorare
il turismo nazionale.
Da notare che questi
incarichi alle grandi multinazionali di consulenza di management si stanno
sprecando ultimamente, come a dire che qui, chi lavora in questo settore istituzionalmente,
associativamente eccetera eccetera, non ci capisce una cippa, e detto
nonostante tutti abbiano a suo tempo imparato da noi … vabbè, prendiamolo per
vero.
Infatti non molto tempo fa
anche Confindustria incaricò la pari grado (?) PricewaterhouseCooper,
che alla fin fine sentenziò,
dopo meticoloso e attento studio, ciò che su questo blog avevamo ancora una
volta predetto con esagerata facilità in cinque punti chiave, che poi si
dimostrarono proprio precisi ai loro.
Semplice, che i 34.000 alberghi italiani sono un po’ troppi
e che quindi bisogna “rottamare” quelli troppo vecchi e troppo piccoli!
Come a dire che se chiudono quelli vecchi e piccoli, ecco
che quelli delle grandi catene alberghiere lavorano di più … e non ci voleva
mica una zingara per poterlo capire, né!
In poche parole e riassumendo … le Banche impegnano miliardi
a palate nel settore alberghiero e si comprano delle catene alberghiere, mentre
dopo un po’ esce una specie di Legge che dice che gli alberghi piccoli ce l’hanno
nel paiolo.
Ma guarda un po’ e che combinazione!
… e dopo due anni e un tocco dalle prime avvisaglie, anche i
capi delle associazioni cominciano ad accorgersi che qualcosa non va e perciò gridano allo scandalo.
Accorgersene prima, neanche a parlarne, vero?
E se non se ne sono accorti … che ci stanno a fare a
presiedere quelle associazioni a tutela del settore e della piccola e media
impresa turistica?
Ma della loro “bravura” ed eventuale veggenza, vi parlerò la
prossima volta, perché la cosa mica la finisco qui.
Ma vi racconterò anche come risolvere il fastidioso problema ... qui non si dorme come probabilmente dall'altre parti.
@Luciano
RispondiEliminaCi dai dentro, neh, e nulla al caso!
;-)
“Condividiamo l’impostazione generale del Piano strategico nazionale presentato dal ministro Gnudi ed apprezziamo il suo impegno per il turismo italiano". E' soddisfatto Armando Cirillo, responsabile turismo del Pd, della strada che il turismo sembra aver intrapreso. "Dopo anni di attesa, grazie al Governo Monti l’Italia avrà un documento programmatico adeguato. Adesso ci auguriamo che, entro la fine della legislatura, si approvi la riforma dell'Enit e si trasformi la tassa di soggiorno in contributo di scopo per il turismo. Il Partito Democratico chiede che vengano estese alle strutture ricettive le agevolazioni fiscali previste per le ristrutturazioni edilizie delle abitazioni private, e venga introdotto in Italia il sistema dei Buoni vacanze come quello francese, per sostenere il turismo domestico in profonda crisi. Chiediamo, inoltre, che venga istituito un Fondo nazionale per le piccole imprese turistiche. Servono risposte di breve periodo, da approvare d’intesa con le Regioni, per il rilancio del turismo italiano".
RispondiElimina@Luciano
RispondiEliminaSo che sei molto deluso da Mario Monti e che stai seriamente pensando di cambiare questo blog da critiche costruttive sul turismo a critiche non costruttive nei suoi confronti.
Naturalmente la penso come te e se può aiutarti nella decisione, di seguito l'ultima uscita del 1° ministro italiano.
"Ci sono stati limiti alla nostra azione, abbiamo compiuto errori". Lo ha detto il premier Mario Monti da Riva del Garda. "Non mi riferisco a nulla di preciso, sono orgoglioso delle politiche fatte, ma sarebbe sciocco non ammettere che ci sono stati errori e so che, se avessimo avuto più tempo, avremmo fatto meglio"
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RispondiEliminaQuesti i dati sugli esercizi dal sito ISTAT (risalgono al 2010)
RispondiElimina----------------------------------------------------------------------------
CATEG. E TIPI ESERCIZIO Numero Letti __ Camere _Bagni
----------------------------------------------------------------------------
Alberghi 5 * e 5 * lux___ 362 __ 61.484 __ 28.679 __ 29.584
Alberghi 4 * __________ 5.083 _ 706.383 _ 336.937 _ 342.018
Alberghi 3 * _________ 15.217 _ 971.273 _ 485.105 _ 492.529
Alberghi 2 * __________ 6.764 _ 220.001 _ 115.866 _ 115.350
Alberghi 1 * __________ 3.837 __ 89.287 __ 48.116 __ 41.078
Residenze turis-alberg. 2.736 _ 204.914 __ 80.629 __ 71.712
----------------------------------------------------------------------------
Esercizi Alberghieri _ 33.999 2.253.342 1.095.332 1.092.271
Campeggi e villaggi ___ 2.610 _1.353.729
Alloggi in affitto ___ 71.130 __ 560.368
Alloggi agro-turistici 16.639 __ 215.707
Ostelli per la gioventù _ 456 ___ 27.176
Case per ferie ________ 2.222 __ 126.948
Rifugi alpini _________ 1.035 ___ 32.638
Altri esercizi ricettivi _372 ___ 11.735
Bed & breakfast ______ 21.852 __ 117.209
---------------------------------------------------------------------------
Es.Comp./Bed&breakfast 116.316 2.445.510
---------------------------------------------------------------------------
TOT. ESERC. RICETTIVI 150.315 4.698.852
---------------------------------------------------------------------------
Ci sono anche tutti i dati ripartiti per provincia, regione, tipologia, ecc. ecc..
Si possono anche "rottamare" gli alberghi più piccoli, ma mi pare che ci sia un gran numero di B&B e alloggi agro-turistici, anche se con un numero di camere mediamente + ridotto e che continuerebbero a costituire comunque un elemento di concorrenza per un certo target di prezzo degli alloggi.
Senza contare gli alloggi in affitto.
Ma son troppi 'sti 4,7 milioni di letti secondo te, Luciano, rispetto al potenziale turistico di questo Paese?
@Frap
RispondiEliminaSi che sono troppi, e se non ricordo male, in base alla popolazione italiana, siamo quelli che nel turismo hanno più posti letto al mondo.
Secondo dovrebbe essere il Giappone o gli USA ... o viceversa.
Però credo che questa rottamazione ricadrà su quelli in prossimità delle grandi catene alberghiere. Per questo ho chiesto un confronto con le istituzioni regionali affinché si affrettino (se non sono eventualmente d'accordo con le multinazionali, banche e via dicendo) a costituire quella famosa squadra di controllo (seria) che ti accennavo tempo fa.
Lo scopo era soprattutto questo.
;-)
La provincia di Bolzano, seguita da Rimini, ha il record di numero alberghi:
RispondiEliminaBolzano
Alberghi 4.254 Letti 151.187 (35,6)
Rimini
Alberghi 2.275 Letti 145.445 (63,9)
Seguono e superano il migliaio solo le provincie di Trento, Roma e Venezia:
TRENTO
Alberghi 1.553 Letti 95.250 (61,3)
ROMA
Alberghi 1.385 Letti 129.810 (93,7)
VENEZIA
Alberghi 1.197 Letti 94.279 (78,8)
Tutte le restanti provincie sono sotto i 1000 alberghi.
Superano il migliaio solo la metà delle Regioni:
TRENTINO-AA 5.807 _ 246.437 (42,44)
EMILIA-RO _ 4.499 _ 298.698 (66,39)
VENETO ____ 3.054 _ 209.700 (68,66)
TOSCANA ___ 2.879 _ 193.647 (67,26)
LOMBARDIA _ 2.979 _ 202.687 (68,04)
LAZIO _____ 2.003 _ 164.233 (81,99)
CAMPANIA __ 1.684 _ 114.152 (67,79)
LIGURIA ___ 1.571 __ 73.784 (46,97)
PIEMONTE __ 1.545 __ 84.641 (54,78)
SICILIA ___ 1.306 _ 124.019 (94,96)
Il solo Trentino-Alto Adige copre il 17,1% del numero di alberghi totale (33.999), l' 11% dei letti (2.253.342) e delle camere totali(1.095.332).
Ha un numero di alberghi pari a quasi 6 delle 10 Regioni rimanenti. Con un numero di letti medio poco sopra i 40 e con una media di 21 camere per albergo.
Il resto lo fa l'Emilia.
Risulta che il Trentino-AA abbia problemi di turismo con la dimensione alberghi/camere attuale?
Perché, a occhio, si dovrebbe cominciare da lì, o no?
Ma siam davvero sicuri che il problema sia questo e non sia invece la ns. forza, grazie ad una dimensione di accoglienza più "umana"?
Poi certo immagino che sul piano delle economie di scala e dei costi la cosa sia ben differente...
E se invece gli alberghi si consorziassero ottenendo magari condizioni più favorevoli dai vari fornitori?
Mah...
Piuttosto curioso il seguito dei dati:
RispondiEliminaPROVINCIA - Alberghi - Letti - (Letti/Albergo)
-------------------------------------------------------------
NAPOLI - 939 - 68.245 - (73)
BRESCIA - 764 - 42.990 - (56)
SAVONA - 669 - 32.518 - (49)
VERONA - 649 - 41.645 - (64)
MILANO - 634 - 77.367 - (122)
FIRENZE - 572 - 45.032 - (79)
RAVENNA - 562 - 42.047 - (75)
TORINO - 560 - 38.840 - (69)
FORLI'-CESENA - 519 - 43.655 - (84)
SALERNO - 517 - 31.571 - (61)
VALLE D'AOSTA - 489 - 22.929 - (47) << Regione
PERUGIA - 468 - 24.965 - (53)
LUCCA - 445 - 24.164 - (54)
UDINE - 440 - 25.150 - (57)
BELLUNO - 440 - 20.388 - (46)
SIENA - 430 - 29.662 - (69)
SONDRIO - 402 - 19.031 - (47)
MESSINA - 399 - 30.299 - (76)
GENOVA - 396 - 18.750 - (47)
LIVORNO - 366 - 29.007 - (79)
COSENZA - 338 - 39.932 - (118)
BOLOGNA - 334 - 25.855 - (77)
TERAMO - 324 - 20.287 - (63)
FOGGIA - 323 - 26.348 - (81)
CUNEO - 315 - 13.620 - (43)
PESARO E URBINO - 310 - 22.657 - (73)
Le restanti provincie sono tutte sotto i 300 alberghi.
Di questo primato di Brescia, Savona e Verona su Milano, Firenze e Torino non avrei mai detto (anche se il numero letti è più basso rispetto a Milano e Firenze)!
Genova non è messa granché bene (sarebbe terz'ultima quanto a posti letto medi).
Curiosa la situazione di Cosenza, che appare similare a quella di Milano, quanto a numero di letti/medio per albergo.
Un momento.
RispondiEliminaIl mio troppi precedente è dovuto al TROPPI NON IN QUALITA' (e le Banche l'hanno capito in fretta molti anni fa), che l'eventuale "squadra" potrebbe limitare o migliorare.
In poche parole, se non segui le regole sei fuori ed è meglio così per l'intero comparto.
Un pò quello che dovrebbe esistere anche nella ristorazione e invece ...
Effettivamente però negli ultimi anni si sono andate a creare numerose nuove entità alberghiere che non hanno fatto altro che creare una concorrenza troppo spietata e disomogenea.
Questo è stato un notevole danno per la qualità, ma qui subentrano molteplici fattori (cani e porci, tasse da fantascienza e bla bla bla, che a spiegarli tutti facciamo notte, si ma una del 2020.
E credo che la responsabilità sia da attribuire alle associazioni che credo non abbiamo in verità mai fatto gli interessi di chi avrebbero dovuto.
Sia perché non ci capiscono una cippa, sia perché probabilmente gli è convenuto così ... a loro stessi.
Infatti Albonetti non può capirlo solo adesso che la "rottamazione" era nell'aria già da qualche anno e fare la parte di quello che è caduto dalle nuvole.
Suvvia!
Perché se nel caso fosse ... che diamine ci sta a fare a presiedere una associazione se non prevede 'ste cose qua?
Per quanto riguarda il consorziare gli alberghi ... beh; credo che cosa più impossibile non esista ed è come il mettere tutti d'accordo nelle riunioni condominiali.
L'unica carta da giocare è la qualità con REGOLE ferree, ma più che altro INTELLIGENTI.
Due cose difficili da fare ma non impossibili.
Ottimo lavoro Frap
RispondiElimina:)
Tutte le Regioni:
RispondiEliminaTRENTINO-AA - 5.807 - 246.437 - (42)
EMILIA-RO - 4.499 - 298.698 - (66)
VENETO - 3.054 - 209.700 - (69)
TOSCANA - 2.879 - 193.647 - (67)
LOMBARDIA - 2.979 - 202.687 - (68)
LAZIO - 2.003 - 164.233 - (82)
CAMPANIA - 1.684 - 114.152 - (68)
LIGURIA - 1.571 - 73.784 - (47)
PIEMONTE - 1.545 - 84.641 - (55)
SICILIA - 1.306 - 124.019 - (95)
-------------------------------------------------------
PUGLIA - 997 - 90.618 - (91)
MARCHE - 932 - 66.555 - (71)
SARDEGNA - 916 - 106.547 - (116)
CALABRIA - 848 - 104.251 - (123)
ABRUZZO - 821 - 50.987 - (62)
FRIULI-VG - 749 - 40.921 - (55)
UMBRIA - 574 - 29.455 - (51)
VALLE D'AOSTA - 489 - 22.929 - (47)
BASILICATA - 238 - 22.698 - (95)
MOLISE - 108 - 6.383 - (59)
Prendiamo il caso Sardegna, che dopo la Calabria è la regione con il numero letti/albergo medio più alto d'Italia.
Risulta che questo abbia forse favorito una diminuzione dei costi dei soggiorni, a parte il fatto dell'estrema stagionalità del turismo sardo e della particolare conformazione geografica della Regione?
Io che la frequento ormai da oltre 10 anni, direi proprio di no (anzi... direi l'esatto contrario).
Circa il consorziarsi... considera ad es. il caso delle mele trentine della Val di Non.
RispondiEliminaPer anni ed anni ciascuno ha fatto per sé.
Poi han capito che non conveniva a nessuno, che finivano a vendere le mele sottocosto.
Han creato un brand forte (Melinda) e hanno ottenuto la DOP.
Guarda come funziona.
E' considerato uno degli esempi meglio riusciti nel settore agro-alimentare.
Per me la strada da seguire è quella lì.
Brand (politiche di marketing centralizzate) + qualità. Altro che ridurre gli alberghi... sarà semmai il mercato a farti fuori.
Si certo, è un buon esempio.
RispondiEliminaBisognerebbe girarlo a Federalberghi.
Comunque sulla rottamazione Giancarlo Dall'Ara mi ha girato questo suo post che trovo molto valido sotto tutti i punti di vista.
Non ricordavo quelle cose anche perché non le avevo mai viste, anche perché risalgono a quando ero ancora all'estero e su quello che succedeva qui ...
link Giancarlo Dall'Ara
Non riesco però a trovare tutti i link del pezzo.
Cioè fammi capire bene... risulta che a Rimini ci siano +/- 1250 alberghi di varie categorie (nella provincia un po' meno del doppio) e la discussione nel 2007 era se farne fuori 48, ovvero meno del 4%.
RispondiEliminaE questo dovrebbe salvare il turismo nazionale alberghiero?
Mah... ho i miei bravi dubbi.
Secondo te la riduzione in termini percentuali su numero alberghi e numero letti di che ordine dovrebbe essere?
Mi correggo: il solo Trentino ha un numero di alberghi pari a quasi 7 delle 10 Regioni con meno di 1000 alberghi.
RispondiEliminaPUGLIA - 997
MARCHE - 932
SARDEGNA - 916
CALABRIA - 848
ABRUZZO - 821
FRIULI-VG - 749
UMBRIA - 574
Ha in effetti il numero letti/albergo medio più basso di tutte le altre Regioni: 42.
Solo Liguria e Valle d'Aosta, con 47 letti/albergo sono sotto i 50.
Eppure non si sente parlare di crisi del modello alberghiero trentino/altoatesino a differenza del modello emiliano che ha un numero letti/albergo decisamente + alto: 66.
Qualcuno forse dovrebbe anche spiegare 'sta cosa...
E notare che la dimensione media decisamente più bassa in Regione è in realtà imputabile all'Alto-Adige e non al Trentino.
RispondiEliminaCome mai stanno in piedi 'sti alberghi?
Come fanno ?
Sussidi dalla provincia autonoma?
Provincia - Alberghi - Letti - (Letti/Albergo)
------------------------------------------------------------
BOLZANO - 4.254 - 151.187 - (36)
TRENTO - 1.553 - 95.250 - (61)
Vediamo chi ha invece i valori medi più alti
Regione - Alberghi - Letti - (Letti/Albergo)
------------------------------------------------------------
CALABRIA - 848 - 104.251 - (123)
SARDEGNA - 916 - 106.547 - (116)
SICILIA - 1.306 - 124.019 - (95)
BASILICATA - 238 - 22.698 - (95)
PUGLIA - 997 - 90.618 - (91)
Non mi pare siano Regioni ove il turismo sia particolarmente florido. E allora dobbiamo trarne una qualche conclusione?
Credo che nei piani della "rottamazione" ci siano molti più alberghi di quel circa 4%, come nel caso di Rimini.
RispondiEliminaSulla riduzione, sempre nel qual caso dovessero decidere di farla a tutti costi, ho già detto che ipotizzo si svolgerà laddove siano presenti degli alberghi delle grandi catene alberghiere. Altrimenti dove è intenzione di costruirne degli altri.
In poche parole il numero dei letti dovrebbe rimanere invariato.
E infatti ...
RispondiEliminaCALABRIA - 848 - 104.251 - (123)
SARDEGNA - 916 - 106.547 - (116)
SICILIA - 1.306 - 124.019 - (95)
BASILICATA - 238 - 22.698 - (95)
PUGLIA - 997 - 90.618 - (91)
;-)
Comunque mi saranno molti utili questi dati dell'Istat per spiegarlo a chi di dovere.
RispondiElimina;-)