Un
mio vecchio post di giugno 2010, trattava di BIIS, Banca Intesa e Infrastrutture
controllata da Intesa San Paolo che valutava in 150 miliardi di euro
l’investimento che dovrebbe cambiare il nostro settore turistico nei prossimi 5
anni; e allora mi balenò una supposizione che poi vedremo di seguito nel post.
Al tempo, a capo di Intesa, c’era
l’attuale ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera, mentre Piero Gnudi,
il ministro del turismo, era nel cda di Unicredit.
Perché dico questo?
Semplice semplice, anche Unicredit, e chissà se c’entra
anche il Banco Santander spagnolo (ma credo proprio di si), stavano
praticamente iniziando ad impegnare dei grossissimi capitali in questo settore …
miliardi a palate.
La supposizione che mi balenò all’improvviso fu che: “ … ma vuoi
vedere che i 34.000 alberghi italiani si assottiglieranno per far posto ai
nuovi arrivati?”.
Ed ebbi l’ardire di darne le possibili modalità che avrebbero
potuto adottare per raggiungere lo scopo, accennando anche al fatto che sia i
sindacati che le Camere di Commercio e bla bla bla, non ne avrebbero di certo
opposto il veto.
I sindacati perché nel qual caso avrebbero di certo molti
più associati e potrebbero rientrare a dettar legge anche in quegli ambienti dove
tuttora non hanno ancora dimora, e vale a dire nelle piccole imprese
alberghiere, mentre le Camere di Commercio … vabbè, fate un po’ voi.
Il primo a parlare di rottamazione alberghiera, se non
ricordo male, fu il Bernabò Bocca nel settembre scorso, a conferma che da li in
poi qualcosa avrebbe di sicuro fatto seguito.
Infatti non passa giorno che qualcuno non accenni alla cosa, fino all'oggi dove …
… Gnudi: “Rottamare gli
alberghi troppo piccoli e vecchi”.
Fra i punti principali del nuovo Piano che dovrà traghettare
il turismo italiano verso il 2020, c’è la riforma dell’Enit che, oltre a
divenire una Spa dovrà puntare sulla commercializzazione, più che sulla
promozione; rottamazione degli alberghi “perché 34mila sono troppi, troppo
vecchi e troppo piccoli”, ha detto il ministro; armonizzazione della tassa di
soggiorno che diventerà una tassa di scopo da applicare in tutta l’Italia.
Il Piano, in 7 linee di intervento e 50 azioni, indica la
strada per fare si che nel 2020 arrivi a creare 500mila posti di lavoro, il
che significa 30 miliardi di euro di contributo al Pil nazionale.
Il piano entro metà novembre passerà all’esame del Consiglio
dei Ministri.
Per quanto riguarda l’Enit, il ministro ha usato parole
morbide: “ Un Enit riformato e potenziato è uno degli architravi del Piano
Strategico”.
Secondo quanto riportato da fonti di stampa, gli esperti
della Boston Consulting Group hanno evidenziato come bacino del Mediterraneo la
crescita del turismo è stata pari al 7,7% tra il 2000 e il 2010, e le
previsioni dicono che crescerà nei prossimi anni del 4,8%.
L’Italia invece è cresciuta solo del 2% nel medesimo
decennio.
Comunque a parte queste considerazioni e percentuali, è
evidente che quei 150 mld di Intesa più quegli altri dell’Unicredit e Santander
abbiano trovato uno … diciamo “sfogo” va.
O no?
Quindi a questi punti è chiaro che sia necessario organizzare
immediatamente una certa qual cosa, anche se con due anni di ritardo.
Che cosa?
Ora, dato che su queste pagine ci viene anche della gente “furbastra”
che si copincolla le idee e poi se le “vende” per farci la sua bella e sporca
figura nonché qualcosa d’altro, s’è deciso che chi eventualmente vuole sapere la
soluzione migliore (credo) per risolvere l’ardua questione (è da più di due
anni che ci stiamo pensando), non ha altro che da richiederla e gli sarà data.
Sei MA-GI-CO
RispondiEliminaCome cacchio fai ???
@Vinc
RispondiEliminaE te lo chiedi ancora?
Ma si svegli buon uomo, che sarebbe anche tosto l'ora!!!!!
;-)
Però me lo chiedo anch'io.
RispondiEliminaTutte le volte che scrivevi e mi parlavi di quei 150 miliardi e del fatto che avrebbero per forza diminuito gli alberghi, non è che ci capivo molto e la situazione non mi sembrava fattibile.
Ora invece è molto semplice.
Perché te si e io invece no?
;-)
Ecatombe in Sardegna
RispondiEliminaDopo il segno meno della stagione 2011, anche l'estate appena conclusa in Sardegna viene vista come non positiva per quasi la meta' degli operatori alberghieri (48%), per il 57% dei campeggi e per quasi la totalita' delle guide turistiche (84,3%). Calo nelle presenze, -57,6% negli alberghi e -4% nei campeggi con quasi il 70% degli albergatori che dichiarano un calo che va dal 10% a oltre il 30%. E' la fotografia della stagione turistica 2012 scattata dalla Confesercenti.
Qualcuno che la pensa come noi c'è
RispondiElimina“Rottamare i piccoli alberghi? No, grazie.”. E’ quanto il presidente di Assoturismo-Confesercenti Claudio Albonetti, manda a dire al Ministro del Turismo Piero Gnudi, autore della proposta nel corso dell’audizione davanti alla Commissione Attivita’ Produttive della Camera, con cui ha suggerito di rottamare molti degli alberghi italiani perché‚ “troppi, troppo vecchi e troppo piccoli”.
“Le dichiarazioni del ministro Gnudi, che vorrebbe vedere ‘rottamati’ gli hotel di minori dimensioni, ci lasciano fortemente perplessi – attacca Albonetti – Innanzitutto perché‚ la rete dei piccoli alberghi è funzionale all’Italia; ma anche perché è il mercato a decidere il successo o l’insuccesso di un’attività imprenditoriale, pure nel caso della ricezione turistica. Meglio ragionare sulla qualità e non sulle dimensioni”.
Sul tema della qualità, Albonetti si dice in sintonia con il ministro: “Siamo più che disponibili a lavorare sul tema, che la nostra associazione ha sempre ritenuto centrale; così come ribadiamo la nostra piena collaborazione con l’Esecutivo su molte altre questioni fondamentali per il turismo. Ma l’idea di rottamare gli hotel in base a criteri dimensionali e non qualitativi ci lascia invece basiti”.
Al Governo, il presidente di Assoturismo fa notare che certe decisioni sono piuttosto figlie del mercato. “Ci preme sottolineare – aggiunge Albonetti – il fondamentale valore della rete dei piccoli alberghi, che è funzionale alla vocazione turistica italiana, che si estende a tutto il territorio, ed è in grado di intercettare tutti i turismi, non solo quelli d’elites. Non si possono costruire giganti della ricezione in ogni angolo d’Italia: sarebbe antieconomico e un grave danno per il nostro splendido Paese. Se l’obiettivo è il rinnovamento della rete alberghiera italiana lo Stato ci aiuti piuttosto a reperire le risorse necessarie che, in questo clima di crisi, non possono certo essere messe in campo dalle sole imprese. Sarebbe un intervento, questo, cui non potremmo che plaudire”.
@Luciano
RispondiEliminaSei un mostro, nel senso buono, del turismo.
Quale sistema useranno per chiuderli?
@Francesco
RispondiEliminaOvviamente (?) ne "spariranno" di più nelle zone dove sono presenti le "loro" grandi catene alberghiere o dove hanno intenzione di impegnarsi.
;-)
E poi tutti i sistemi saranno buoni!
RispondiElimina:(
@Sergio
RispondiEliminaE che ne so?
;-)
@Luciano
RispondiEliminaPertanto la scelta sarà pilotata?
Luciano, se hai un piano B vuol dire che non ci scommetti molto su quello A!?
RispondiElimina:-)
@Jennaro
RispondiEliminaLo stavo appunto studiando da circa due anni poiché immaginavo che avrebbero "rottamato" quelli che più gli faceva comodo.
Era facilmente immaginabile, ma come al solito, quando le cose sono semplici semplici, nessuno le vuole considerare ... a parte sto blog.
La mia soluzione è al loro piano A per accontentare tutto e tutti.
:)
Poi vedremo se mi daranno retta ... almeno in questa Regione.
RispondiEliminaDi solito quando comincia uno, gli altri seguono. Vedremo!
@B.C.
RispondiEliminaAlbonetti?
Concordo sulla ricerca della qualità, ma mi chiedo il perché a parte questo blog, nessuno dei professoroni stipendiati si sia accorto che prima o poi sarebbe finita così.
Di conseguenza non abbiano fatto qualcosa per la qualità.
Troppo facile parlare dopo a bocce ferme.
:(
@Luciano
RispondiEliminaBeh, allora credo che gli interessati farebbero bene a sbrigarsi a contattarti. Il tempo passa e si sa ... le banche vivono di interessi ...
;)
@Jennaro
RispondiEliminaGià fatto ...
:)
Molto interessante! Solo un appunto: non è stato Bocca a pensare alla rottamazione per primo. La prima idea per quanto risulta a me è di Nomisma (1998), poi ripresa dallo Studio Ambrosetti una decina di anni dopo. Ho cercato di ricostruire la vicenda qui: http://storify.com/giancarlodallar/rottamare-i-piccoli-alberghi-la-stravagante-tesi-d/edit
RispondiEliminaTemo però che se non troveremo alleati l'idea andrà avanti
@Giancarlo
RispondiEliminaOttimo appunto il tuo.
M'ero limitato all'ultimo anno e per il poco tempo a disposizione ho evitato di fare una indagine più accurata.
Grazie!
Per quanto mi riguarda ho chiesto un confronto con le istituzioni regionali (le mie) per via di una certa ideuzza che ho da tempo, e vale a dire da quando s'era preannunciata questa possibilità.
Non appena ricevuto l'invito la notizierò sul blog.
... e speriamo bene.
@Giancarlo
RispondiEliminaIl link che hai inserito è sbagliato e da errore 404