sabato 2 marzo 2013

Turismo: Quelli che la fanno o la buttano sopra i ventilatori



So bene che quel nomignolo di “shit cleaner”  che all’estero mi porto dietro dal tempo che fu, è più che altro dovuto a quei “galantuomini e galantdonne” che hanno come ambizione preferita quella di buttare “The shit hits the fan”.
Attività che usano per raggiungere i personali usi e consumi.

E quando assumevo le direzioni di nuove realtà del turismo, che per demerito di questi “pelandroni” non l’andavano più per la maggiore, ebbene; prima di prenderne la responsabilità m’armavo e m’armo di tutti i possibili prodotti e arnesi utili al caso.
Baygon compreso e anche in gran quantità.

Chiaro è che per i primi tempi, il mio scopo principale fosse quello di rintracciarne il capo, l’artefice primordiale di tanto malessere e di conseguenza i suoi adepti.
Cosa che solitamente veniva risolta in poco tempo, poiché lui e quindi anche loro, per poterla lanciare sui ventilatori, la dovevano e devono per forza maneggiare, lasciando un’indelebile scia e un gran olezzo di quella cosa la.

Ma chi o cosa rende il GM o l’AD ansioso, amareggiato, sfiduciato e gli toglie la voglia di sorridere?
Verrebbe istintivo pensare che i responsabili di questa situazione siano le cattive notizie, i problemi con i clienti, le difficoltà gestionali e finanziarie, la concorrenza….
In realtà queste sono componenti naturali del mondo dell’impresa, dell’ente, del partito, dell’associazione e via cantando, ma non sono la causa principale dello stato d’animo del responsabile.
La causa principale risiede invece nella presenza di alcune persone, all’interno dell’azienda, che  definiamo “The shit hits the fan”.

Gli “The shit hits the fan” sono coloro che attivamente “remano contro” l’azienda o bla bla bla, sono scarsamente cooperativi, sono spesso polemici e in disaccordo con le decisioni, sempre pronti a evidenziare quello che non funziona, con l’innata capacità di colorare a tinte fosche qualsiasi situazione così da renderla più difficile da affrontare e risolvere.
Non hanno mai delle soluzioni e quando le hanno, lo fanno per inserirti qualcosa nel retto.
In poche parole ... avete capito!
Essi sono gli specialisti del PROBLEM CREATING per motivi strettamente personali.
Qualche volta, questi motivi sono solo politici o solo monetari, mentre sempre lo sono per entrambe le ragioni.

Verrebbe istintivo identificare lo “The shit hits the fan” con una persona poco produttiva o scarsamente competente.
Ma non è così.
Molti di loro sono individui capaci e tecnicamente preparati.
Però pensano solo ai fatti loro e a quelli di chi lì ce l’hanno messi.

E questo è un enorme danno per un’azienda o bla bla bla, perché il successo è sempre e soltanto un’attività di gruppo.
Chi comprende questo concetto lavora in comunità di intenti con i propri colleghi, cerca di aiutare gli altri e crede nei valori della condivisione e della partecipazione.
Lo “The shit hits the fan” invece lavora per dividere, crea barriere tra le persone, spesso mette zizzania, è un individualista orientato al proprio interesse personale e non alla collaborazione, né al successo dell’azienda, anche se spesso afferma il contrario.
Quindi il criterio per distinguere un collaboratore da uno “The shit hits the fan” non è il livello di produttività e/o di competenza tecnica, ma la capacità di creare relazione.
Questi poi fanno tra loro comunella rendendo ancora più difficile la soluzione.

Una persona di valore per l’azienda o l’ente o bla bla bla, è disposta a comunicare e a condividere idee, capacità e know how con gli altri membri del gruppo; una persona di scarso valore allontana le altre persone, le mette in soggezione, rende difficile la comunicazione e lo scambio, non condivide e non trasferisce le proprie conoscenze.
E fa di tutto per farti sbagliare per poi prendersi il merito “dell’io te l’avevo detto”.

Ma come fa un GM o l’AD a difendersi dagli “The shit hits the fan”?
Il suo sistema immunitario deve imparare a riconoscere questo “virus” e a sviluppare gli “anticorpi”.
Sulla base della mia esperienza, ho più volte constatato che il sistema immunitario dell’imprenditore nei confronti del virus “The shit hits the fan” rimane efficiente fino a quando il livello di competenza tecnica di quest’ultimo non è particolarmente elevato.
Ossia, se uno “The shit hits the fan”  non è tecnicamente preparato l’imprenditore riesce facilmente a riconoscere in lui una persona problematica e improduttiva e a intraprendere delle azioni efficaci per rimuoverlo dall’ambiente.
Ma a volte questa cosa non si può per vari motivi (ved. contratti di lavoro).

In questo caso, gli anticorpi riconoscono un elemento inadeguato (individuo incapace e poco produttivo) e lo espellono in maniera quasi indolore (allontanamento dall’azienda o ricollocamento in posizioni poco rilevanti).
Il virus viene catalogato sotto la voce CCC: costo che cammina!
Esistono invece diversi casi in cui il sistema immunitario risulta inefficiente:
- “The shit hits the fan” dotati di competenze e know how molto rilevanti per l’azienda e non facilmente  reperibili sul mercato
- “The shit hits the fan”  che conoscono tutto (anche i segreti) dell’azienda e non sono facilmente sostituibili perché potrebbero rivelare informazioni riservate
- “The shit hits the fan” che lavorano in azienda da molto tempo e che non è facile allontanare a causa di legami personali, questioni affettive o partitocratiche.
Sovente quest’ultime la vanno per la maggiore.

Pur riconoscendoli come elementi inadatti, gli anticorpi non riescono a eliminarli e il GM o l’AD si ammala della “sindrome del ricatto”.
Nei confronti degli “The shit hits the fan”, egli si trova in una condizione estremamente vincolata: non ha piena libertà di manovra, deve stare attento a non inimicarsi o scontentare tali persone, non può allontanarle dall’azienda perché teme che andandosene potrebbero lasciarlo in difficoltà, diventare concorrenti o utilizzare ciò che sanno per danneggiarlo.
Come individuare un GM o un AD che è vittima della “sindrome del ricatto”?

Ecco quali sono i sintomi classici di questa malattia:

-         SINTOMO DELLA FILA: Il GM o l’AD si ritrova costantemente, fuori dalla porta dell’ufficio, la fila di collaboratori che si lamentano; passa molte ore del suo tempo a dover gestire i problemi delle persone che, interagendo di routine o incidentalmente con lo “The shit hits the fan”, sono state trattate a pesci in faccia o hanno avuto attriti o diverbi.

-         SINTOMO DELLA SUOCERA: ogni volta che il GM o l’AD ha a che fare con lo “The shit hits the fan”, deve stare super attento a come si esprime, quali parole usa, che idee propone, cercando in tutti i modi di non creare malcontento o di non esporsi a potenziali critiche; ogni iniziativa o proposta deve essere “filtrata” per non offendere o creare risentimento allo “The shit hits the fan”, che comunque non sarà d’accordo.

-         SINTOMO DEL DISCO ROTTO: il GM o l’AD si ritrova costantemente a dover gestire sempre gli stessi disaccordi con la stessa persona (che, ovviamente, è uno “The shit hits the fan”); spiega, spiega e rispiega, il disaccordo sembra gestito… e invece no, tutto riemerge ancora una volta, e ancora, e ancora…. Sempre le stesse discussioni. Sempre gli stessi problemi.

-         SINTOMO DELL’OSPITE IN CASA PROPRIA: il GM o l’AD, temendo di essere abbandonato da uno “The shit hits the fan” competente e produttivo, evita in ogni modo di entrare nel suo “territorio”; accetta a scatola chiusa le scelte e i punti di vista dello “The shit hits the fan” (idee e convinzioni non dimostrabili basate sulla “sua esperienza”, decisioni riguardo a cosa può essere fatto e cosa no, fattibilità dei progetti, tempi di realizzazione) e si rimette al suo insindacabile parere; così facendo evita di entrare nel merito e addirittura nell’ufficio dello “The shit hits the fan”, sentendosi estraneo in casa propria.

-         SINTOMO DEL “NON SI PUÓ FARE”: il GM o l’AD si sente frustrato dai continui “non è possibile”, “è difficile”, “bisognerebbe cambiare tutto” che, quando provengono da uno “The shit hits the fan” competente, vengono accettati come pareri autorevoli ed erodono la carica positiva del GM o dell’AD.

Che effetto ha tutto ciò?
Generalmente….smette di imprendere!!!!!!!
Il GM o l’AD, infatti, anche se quasi inconsapevolmente, inizia a limitare le proprie iniziative e a restringere la propria zona d’influenza, lasciando che in azienda permangano persone problematiche e aree non controllate.
In questo modo scende a compromessi con i propri valori e i propri sogni, nel contempo perde credibilità nei confronti degli altri collaboratori, che non si capacitano del perché stia tollerando tali situazioni.
Di conseguenza, le sue energie non sono più dedicate alle attività di gestione dell’azienda, ma vengono assorbite dalla costante necessità di dover far fronte ai problemi creati dagli “The shit hits the fan”: attriti fra il personale, clienti insoddisfatti, disaccordi verso l’azienda, l’ente o bla bla bla.

La maggior parte del suo tempo rimane intrappolata in queste attività, fino al punto in cui il GM o l’AD ritiene che trascorrere le giornate a organizzare incontri per chiarire disaccordi, risolvere problemi e rimediare ai danni commessi sia la normalità, il suo lavoro principale.
Col passare del tempo, poiché la sua forza vitale e il suo buon umore vengono in gran parte consumati dal fatto di avere a che fare con gli “The shit hits the fan”, il GM o l’AD si trova, paradossalmente e senza rendersene conto, a “colpire” le persone valide e collaborative, che si ritrovano a essere vittime dei suoi sfoghi.

Nel tentativo di scaricare le sue frustrazioni, risulta demotivante proprio con coloro che lo stanno aiutando e che non gli stanno creando problemi.
Quasi tutti i GM o l’AD, prima o poi si trovano in questa situazione, poiché, soprattutto nei momenti di crescita dell’azienda, dell’ente o bla bla bla, è fisiologico che si sviluppi il “virus “The shit hits the fan”.
Di conseguenza diventa fondamentale conoscere la cura e mantenere gli anticorpi in funzione.

Il nuovo business dell’imprenditore sarà il miglioramento progressivo delle risorse umane: da un lato identificare e allontanare gli “The shit hits the fan”, dall’altro inserire in azienda persone di talento.
Nel prossimo futuro sarà proprio su questo terreno che si giocherà la nuova partita.
Il GM o l’AD si trova ad affrontare una nuova sfida, a muoversi all’interno di un territorio sconosciuto, che diventa uno dei campi principali su cui dovrà essere impegnato e che determinerà l’espansione della sua azienda, ente o bla bla bla, o ne decreterà il fallimento. 

Tutto il giorno con quattro ‘nfamoni
briganti, papponi, cornuti e lacché
tutte ll’ore co’sta fetenzia
che sputa minaccia e s’à piglia cummé
ma alla fine m’assetto papale
mi sbottono mi leggo ò giurnale

e affinché non si disperda
arriva sempre, chi pulisce la merda.




Di Flavio Cabrini e un po’ di me




4 commenti:

  1. @Luciano

    The shit hits the fan
    so' uommene 'e cellofan
    so' fiaccole senza cannela
    so' bastimienti senza vela
    so' cuorpe senza core
    so' perzone senza ammore
    so' terreni sicche ed asciutti
    so' arberi ca nun danno frutti

    :-)

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  2. @Jennaro

    ... e camini senza fuoco ... ma con tanta legna da ardere.

    :)



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