sabato 17 agosto 2013

Libro bianco “Turismo una rinascita competitiva: la visione delle imprese” ... qualcosa di veramente ben fatto

... ed è per quello che nessuno (siamo alle solite) ne parla!

Alla fine ce l’ho fatta e mi sono mangiato (in senso lato) tutte le 1.092 pagine, saltandone ben poche (quelle che non condivido per niente) …

Il presidente Iorio ha spiegato di aver voluto festeggiare Federturismo in un modo particolare, presentando il risultato di un lavoro costruttivo realizzato sul territorio, "che sarà un impegno e che non dovrà finire in un cassetto". Si tratta del Libro Bianco sull'Italia turistica ("Turismo: una rinascita competitiva, la visione delle imprese") che sintetizza i risultati di 15 settimane di lavoro svolto sul territorio, con la consulenza di Joseph Ejarque, Presidente di 4Tourism, coinvolgendo 350 imprenditori del settore, ricercando debolezze, criticità e problematiche e i fattori che frenano la competitività e l'attrattività dei nostri territori, indicando quindi le possibili soluzioni per ridare slancio al settore. In 1100 pagine la Governance, la revisione del Titolo V, il ruolo del Dipartimento Turismo, il rinnovamento dell'offerta, il ruolo strategico del web e i social network fino all'esigenza di un Master Plan Paese.

"Da questo Libro Bianco e dai suoi contenuti può uscire un Master Plan che manca all'Italia - ha detto Ejarque illustrando l'opera che è cosa diversa dal piano strategico nazionale che analizza solo alcuni punti mentre il Master Plan è e deve essere un'analisi a 360 gradi di tutte le sfaccettature del settore turismo: posizionamento turistico internazionale; costruzione del prodotto-destinazione e del portfolio prodotti; collaborazione pubblico-privata; Governance turistica unitaria; commercializzazione e promo commercializzazione; comunicazione e diffusione dei contenuti online".

E con l’aiuto di Frap1964 (ognuno ha letto per conto proprio la parte di preferenza) siamo arrivati alla medesima conclusione, e vale a dire che ci pare davvero molto ben scritto.
C'è un paragrafo anche sul portalone, ma direi che in quel caso l'analisi, purtroppo, è piuttosto inconsistente.

Imponente il lavoro di raccolta dati fatto regione per regione, anche se i dati di riferimento sono sostanzialmente quelli ISTAT e quindi fermi al 2010 (non si capisce il perché non aggiornino più frequentemente e soprattutto ai tempi nostri).
Anche sui ristoranti ci si è limitati a considerare Gambero Rosso e Michelin.
Sul resto si va piuttosto nel dettaglio e con notevole senso pragmatico, direi.
Nel complesso il lavoro fatto appare notevole e sicuramente svolto in modo professionale.

Ho letto anche (inutilmente) la parte di intervento di Celli che avrebbe dovuto/voluto presentare cosa starebbe facendo l'ENIT (poco e niente).
Immaginavo!
Per chi volesse occuparsi seriamente di dare una svolta al comparto turistico di questo Paese, secondo noi il documento è davvero interessante, molto più del piano strategico di Gnudi e della Boston Consulting Group di cui il mondo turistico italiano ne è venuto a conoscenza di una sola parte.

C'è solo da sperare che Iorio lo porti alla famosa commissione di Bray, anche se penso che, visto il parterre, nessuno lo aprirebbe nemmeno.

E nemmeno il web s’è interessato alla cosa, ma è ben difficile trovarlo.
Infatti, i “professoroni” che ci abitano stabilmente non si sono accorti della “cosa”, confermandomi ancora una volta che … lasciamo perdere, va!

E da “innamorato” non corrisposto di questo settore (sì vabbé ma solo in Italia), posso tranquillamente affermare che se avessimo un Ejarque all'ENIT con un budget ragionevole invece che il duo Babbi/Celli ... ma questo lo scrissi già in tempi non sospetti molti mesi prima della loro elezione (ved. qui) e nel blog ce ne sono altri con la stessa mia preferenza.

E sono d'accordo con Ejarque, non c'è solo il turismo culturale.
Il rischio è di puntare solo su quello e in un'ottica di turismo "alto".
Certo quella è una nicchia importante e sicuramente quella che più può contribuire alla tanto auspicata destagionalizzazione, oltre al turismo sportivo e sicuramente a quello congressuale che come si sa (almeno si dovrebbe), è quello che da più indotto di tutti gli altri.

Ma se non si esce da 'sta benedetta crisi economica non credo sarà tanto tanto facile.
Poi occorrerebbero l'intelligenza e l'umiltà di circondarsi di persone capaci e competenti del comparto, con una visione internazionale delle cose e una buona dose di sano pragmatismo e non i soliti cattedratici che … ma che ne sanno!
E invece di sfruttare l'intelligenza collettiva e le professionalità che esistono sul territorio (quelle vere, naturalmente).
Nel campo del turismo non mi pare che Bray l'abbia fatto (ancora), anzi.

E poi quella Giordani che non ispira nessuna fiducia, che se le hanno dato delega al turismo spero gliela tolgano in fretta.
D'altra parte, competenza zero.

Comunque il lavoro commissionato da Iorio mi è parso una cosa abbastanza seria e una buona base di partenza, anche se certamente non esaustiva di tutti gli aspetti e dettagli.

P. S.: Da leggere







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