Autorevoli statistiche internazionali, quelle vere, sostengono che i commenti (comment form) positivi delle vacanze da parte dei turisti derivano essenzialmente dal viaggio d’arrivo e dall’accoglienza; ben il 51%.
Come a dire che se il viaggio d’approccio al luogo scelto e la gentilezza del personale all’atto dell’accoglimento sono ottimi, ecco che alcune “magagne” vengono dimenticate, a conferma del detto “chi ben comincia è a metà dell’opera”.
Gran parte del successo delle crociere, nonostante la crisi mondiale, deriva appunto dal door to door e dall’eccellente presentazione al momento dell’imbarco sulla nave.
Il door to door vuol dire partire e ritornare a casa senza troppa fatica e questo in Italia è reso possibile grazie alla gran quantità di porti.
In nessun altra nazione europea ci sono, infatti, così tanti luoghi d' imbarco, e le compagnie di navigazione si organizzano, Civitavecchia (1.850.000 passeggeri), Venezia (1.200.000), Napoli (1.100.000), Livorno (840.000), Savona (680.000), Genova (620.000), Palermo (400.000), Bari (460.000) e Messina (240.000), per elencare le maggiori, permettendo di evitare le partenze con aerei, treni eccetera eccetera e quindi eventuali disagi, ritardi e, soprattutto, costi aggiuntivi.
Della situazione italiana dei trasporti e di quella delle infrastrutture infatti è meglio non parlare, poiché nonostante vengano periodicamente elencate come priorità durante tutte le campagne elettorali, ben sappiamo come vanno o dove fanno a finire.
Comunque recentissimi dati confermano, per i primi sette mesi del 2009, un + 15% per Costa Crociere e ben + 20% per MSC di presenze turistiche per le nostre due più grandi compagnie di navigazione.
Altri importanti fattori di questo incremento sono dovuti al servizio medio-alto, l’ottimo rapporto qualità/prezzo, l’offerta di cose da fare una volta saliti a bordo e vale a dire; ristoranti, bars, discoteche, teatri, negozi, casinò, centri benessere, palestre per gli amanti della forma fisica e le immancabili escursioni in posti veramente da favola.
Niente è lasciato al caso e la grande professionalità del direttivo di terra, come quello di bordo fino all’ultimo scalino della scala gerarchica, mantengono una prestazione d’opera eccellente.
Destagionalizzazione (365 giorni all’anno); capacità di pianificare il proprio prodotto con largo anticipo; l’età media delle navi che corrisponde a 3,9 anni contro una media generale di 7,4; la possibilità di assumere personale qualificato internazionale probabilmente a basso costo; l'enorme risparmio ricavato dal food per via dei grandi numeri; la scelta di ridurre le toccate nave (porti d’attracco), dalle 4.288 previste nel 2009 contro le 4.758 effettuate nel 2008 per una variazione al ribasso del -9,88% e quindi notevole risparmio; nonché un regime di tassazione agevolato per la disciplina marittima, sono il contorno a questo buon risultato che permettono prezzi molto concorrenziali.
Da questo deriva però un fattore per nulla trascurabile; l’indotto, ossia l’indotto sui porti, sugli aeroporti, le spese legate al trasporto per raggiungere il porto di imbarco, le spese generali (ovvero la quota parte dei costi a bilancio legata ai fornitori italiani), le tasse e le imposte sul reddito e l’investimento in nuove navi.
Inoltre crea un notevole indotto alle città in termini di impatto sull’industria in generale, alberghiera, della ristorazione (molte persone, infatti, decidono di alloggiare la sera prima dell’imbarco, questo anche grazie alla comodità della location degli alberghi, che sono situati in prossimità del porto), nonché sulle attività presenti all’interno del porto quali il bar, l’edicola e il parcheggio.
Ad esempio i porti di Venezia e di Civitavecchia creano notevoli impatti rispettivamente sulle città di Venezia (quasi 1,8 milioni di euro) e di Roma (oltre 5,6 milioni di euro): l’effetto generato è legato ai passeggeri in transito che scendono dalla nave per fare un’escursione, creando, quindi, un impatto in termini di pasti consumati, trasporto, visite ai musei/chiese, acquisto di souvenir ed molto altro ancora.
Insomma, un gran bel business da dove probabilmente bisognerebbe attingere per migliorare il settore terreno e perché no; quello istituzionale, e non si dica che non sono complementari.
blog di critiche costruttive sul turismo e sulla cultura (dal 1° gennaio 2009)
lunedì 31 agosto 2009
domenica 30 agosto 2009
Le 10 "gaffe" da non fare assolutamente in vacanza all'estero
Un viaggio in paesi stranieri appartiene sicuramente allo stile di vita delle persone che vivono nel 21 ° secolo e anche se viviamo nel cosiddetto mondo globale, le differenze culturali tra i vari paesi esistono ancora. Non c'è quindi da stupirsi di poter fare una gaffe culturale in quelle occasioni e cercherò di elencarvi le 10 maggiori gaffe provenienti da tutto il mondo e da evitare assolutamente.
1 / Pollice alzato in Iran
Nei paesi europei e negli Stati Uniti il pollice alzato significa che tutto è OK (tutto corretto). E’ il segno che ci si sta divertendo, che il tempo è buono o che nulla va storto. Ma questo segno non ha le stesse funzionalità in tutto il mondo, come ad esempio in Iran; qui lo stesso gesto viene chiamato “bilakh” ed è un’indiscutibile insulto. Un altro segno a cui gli occidentali devono prestare molta attenzione è quello complementare di OK, e vale a dire quando s’incontra il pollice e l'indice in un cerchio. In Turchia ed in Brasile, questo gesto, dice all'altra persona si sta confrontando lui o lei ... ehm…nella parte più sporca del corpo umano.
2 / Pacche sulla testa a qualcuno in Thailandia
La testa è considerata sacra nei paesi buddisti, infatti per loro, è la sede dell'anima ed è un insulto “paccarla” anche ad un bambino piccolo. E’ inoltre considerato molto maleducato, per esempio in Malesia, dirigere con l’indice alzato un gruppo di persone. I filippini, per esempio, per indicare un punto spostano gli occhi verso di esso e stringendo le labbra lo indicano con la bocca.
3 / Irlanda - un isola britannica?
Quasi ogni paese ha i suoi tabù che è sempre meglio non affrontare. Aborigeni in Australia; morti per dote in India (morti per dote sono le morti di giovani donne che vengono uccise o costrette al suicidio mediante molestie continue e torture da parte di mariti e suoceri, nel tentativo di estorcere uno dote maggiore); i diritti umani in Cina: sono questi i temi da evitare per non offendere. Gli irlandesi, ad esempio, non amano che la loro isola venga annessa e chiamata “una delle isole britanniche”. Se si inizia a chiacchierare con gli stranieri è sempre meglio iniziare con alcuni argomenti neutri come il cibo e la bellezza del paesaggio; così non si corre il pericolo d’errori madornali.
4 / Barbecue in Argentina in abito gaucho
Qualche turista non può resistere alla tentazione di indossare l’abito locale durante la visita in un paese straniero. Indossare il “batik” dell'Indonesia è assolutamente ben accolto, come pure il “sulu” la gonna da uomo per gli abitanti delle Fiji, mentre in Argentina è una gaffe vestirsi come un gaucho, e ancora più imbarazzante è quello di visitare dei parties e barbecue (asados) vestito così. Ogni volta che si visita un paese straniero è meglio informarsi.
5 / Entrare in un tempio giapponese o in una casa con le scarpe
Non solo in Giappone ma in tutto l'Oriente bisogna togliersi le scarpe e il cappello. I giapponesi sistemano sempre all’ingresso un paio o più di pantofole da infilare dalla porta di casa al soggiorno, che però devono essere rimosse prima di calpestare il tatami (il tappeto rosso). State attenti d’indossare sempre dei calzini puliti.
6 / Mazzo di 12 garofani ad una festa tedesca?
Un.mazzo di fiori è il regalo perfetto per deliziare ad un invito ma in molti paesi possono avere un significato particolare e nascosto i colori e i numeri. I garofani vengono utilizzati per i funerali in Germania, Polonia e Svezia. In Belgio, Italia, Francia, Spagna e Turchia usano crisantemi per lo stesso scopo. In Francia e in Austria le rose rosse indicano interesse romantico, mentre in Messico ed in Cile, le rose gialle, un segno di dolore e separazione. Date sempre un mazzo di fiori “non confezionati” in Germania, Svezia e Polonia, mentre il numero dispari di fiori sono ritenuti sfortunati in Cina e in Indonesia, ma è considerato iellato anche in India, Turchia, Russia e Germania.
7 / Nomi in Cina
I cinesi utilizzano un ordine diverso, da quello normale per gli europei e americani, per scrivere i loro nomi, infatti il cognome inizia per primo seguito dal nome. Così il signor Li Wong Chee non sarà "Mr. Chee” che è la stessa cosa che chiamare il Signor Mario Rossi, “Signor Mario”.
8 / Dare in dono una bottiglia di alcol ai musulmani
L'Islam non permette alle persone di bere alcolici e se i musulmani lo usano bere, non lo fanno di certo pubblicamente. Quindi regalare ad un musulmano una bottiglia di cognac non è una buona idea perché invaderebbe la loro privacy. Cani e maiali sono considerati animali impuri in questi paesi e la gaffe più grande sarebbe quella di omaggiare un prosciutto di cinghiale o affini. E’ considerato un reato gravissimo!
9 / Bere e parlare durante un brindisi in Georgia e Azerbaigian
Nel nord Europa, Russia e nei paesi dell'ex Unione Sovietica, il brindisi è considerato molto seriamente. In Scandinavia e in Germania ci si dovrebbe sempre guardare negli tuoi occhi quando dice Skal o Prost, mentre in Russia si deve bere la vodka in un solo fiato. In Georgia e Azerbaigian i brindisi durano spesso per ore e questi sono orchestrati dal maestro Tamada. È considerato scortese parlare o sorseggiare tra un brindisi e l’altro.
10 / Lasciare le bacchette in posizione verticale in una tazza di riso in Giappone
Più tenete le bacchette lontane dal cibo, più sarete considerati sofisticati e.si dovrebbero tenere con la presa di almeno due terzi sovrastante. Inoltre, dato che i coppini sono posti al centro del tavolo, non ci si deve incrociare mentre ci si serve. La cosa peggiore che puoi fare è quella di mettere le bacchette in posizione verticale o all’interno di una tazza di riso perché questo è un rito funebre giapponese che viene svolto al capezzale del neo defunto.
1 / Pollice alzato in Iran
Nei paesi europei e negli Stati Uniti il pollice alzato significa che tutto è OK (tutto corretto). E’ il segno che ci si sta divertendo, che il tempo è buono o che nulla va storto. Ma questo segno non ha le stesse funzionalità in tutto il mondo, come ad esempio in Iran; qui lo stesso gesto viene chiamato “bilakh” ed è un’indiscutibile insulto. Un altro segno a cui gli occidentali devono prestare molta attenzione è quello complementare di OK, e vale a dire quando s’incontra il pollice e l'indice in un cerchio. In Turchia ed in Brasile, questo gesto, dice all'altra persona si sta confrontando lui o lei ... ehm…nella parte più sporca del corpo umano.
2 / Pacche sulla testa a qualcuno in Thailandia
La testa è considerata sacra nei paesi buddisti, infatti per loro, è la sede dell'anima ed è un insulto “paccarla” anche ad un bambino piccolo. E’ inoltre considerato molto maleducato, per esempio in Malesia, dirigere con l’indice alzato un gruppo di persone. I filippini, per esempio, per indicare un punto spostano gli occhi verso di esso e stringendo le labbra lo indicano con la bocca.
3 / Irlanda - un isola britannica?
Quasi ogni paese ha i suoi tabù che è sempre meglio non affrontare. Aborigeni in Australia; morti per dote in India (morti per dote sono le morti di giovani donne che vengono uccise o costrette al suicidio mediante molestie continue e torture da parte di mariti e suoceri, nel tentativo di estorcere uno dote maggiore); i diritti umani in Cina: sono questi i temi da evitare per non offendere. Gli irlandesi, ad esempio, non amano che la loro isola venga annessa e chiamata “una delle isole britanniche”. Se si inizia a chiacchierare con gli stranieri è sempre meglio iniziare con alcuni argomenti neutri come il cibo e la bellezza del paesaggio; così non si corre il pericolo d’errori madornali.
4 / Barbecue in Argentina in abito gaucho
Qualche turista non può resistere alla tentazione di indossare l’abito locale durante la visita in un paese straniero. Indossare il “batik” dell'Indonesia è assolutamente ben accolto, come pure il “sulu” la gonna da uomo per gli abitanti delle Fiji, mentre in Argentina è una gaffe vestirsi come un gaucho, e ancora più imbarazzante è quello di visitare dei parties e barbecue (asados) vestito così. Ogni volta che si visita un paese straniero è meglio informarsi.
5 / Entrare in un tempio giapponese o in una casa con le scarpe
Non solo in Giappone ma in tutto l'Oriente bisogna togliersi le scarpe e il cappello. I giapponesi sistemano sempre all’ingresso un paio o più di pantofole da infilare dalla porta di casa al soggiorno, che però devono essere rimosse prima di calpestare il tatami (il tappeto rosso). State attenti d’indossare sempre dei calzini puliti.
6 / Mazzo di 12 garofani ad una festa tedesca?
Un.mazzo di fiori è il regalo perfetto per deliziare ad un invito ma in molti paesi possono avere un significato particolare e nascosto i colori e i numeri. I garofani vengono utilizzati per i funerali in Germania, Polonia e Svezia. In Belgio, Italia, Francia, Spagna e Turchia usano crisantemi per lo stesso scopo. In Francia e in Austria le rose rosse indicano interesse romantico, mentre in Messico ed in Cile, le rose gialle, un segno di dolore e separazione. Date sempre un mazzo di fiori “non confezionati” in Germania, Svezia e Polonia, mentre il numero dispari di fiori sono ritenuti sfortunati in Cina e in Indonesia, ma è considerato iellato anche in India, Turchia, Russia e Germania.
7 / Nomi in Cina
I cinesi utilizzano un ordine diverso, da quello normale per gli europei e americani, per scrivere i loro nomi, infatti il cognome inizia per primo seguito dal nome. Così il signor Li Wong Chee non sarà "Mr. Chee” che è la stessa cosa che chiamare il Signor Mario Rossi, “Signor Mario”.
8 / Dare in dono una bottiglia di alcol ai musulmani
L'Islam non permette alle persone di bere alcolici e se i musulmani lo usano bere, non lo fanno di certo pubblicamente. Quindi regalare ad un musulmano una bottiglia di cognac non è una buona idea perché invaderebbe la loro privacy. Cani e maiali sono considerati animali impuri in questi paesi e la gaffe più grande sarebbe quella di omaggiare un prosciutto di cinghiale o affini. E’ considerato un reato gravissimo!
9 / Bere e parlare durante un brindisi in Georgia e Azerbaigian
Nel nord Europa, Russia e nei paesi dell'ex Unione Sovietica, il brindisi è considerato molto seriamente. In Scandinavia e in Germania ci si dovrebbe sempre guardare negli tuoi occhi quando dice Skal o Prost, mentre in Russia si deve bere la vodka in un solo fiato. In Georgia e Azerbaigian i brindisi durano spesso per ore e questi sono orchestrati dal maestro Tamada. È considerato scortese parlare o sorseggiare tra un brindisi e l’altro.
10 / Lasciare le bacchette in posizione verticale in una tazza di riso in Giappone
Più tenete le bacchette lontane dal cibo, più sarete considerati sofisticati e.si dovrebbero tenere con la presa di almeno due terzi sovrastante. Inoltre, dato che i coppini sono posti al centro del tavolo, non ci si deve incrociare mentre ci si serve. La cosa peggiore che puoi fare è quella di mettere le bacchette in posizione verticale o all’interno di una tazza di riso perché questo è un rito funebre giapponese che viene svolto al capezzale del neo defunto.
sabato 29 agosto 2009
10 (usual) things you should not do "absolutely" abroad
1/ Thumb-up sign in Iran
In European countries and in the US a thumb up sign means in fact, that everything is OK (all correct). Showing a thumb-up sign is an easy way how to show, that you are having fun, good time or that nothing goes wrong. But this sign doesn’t work like this everywhere – e.g. in Iran. The same gesture is called bilakh in Iran meaning an unquestioned insult. Literally it means “Sit on this”. Another sign Americans and Europeans have to be careful of is the sign, again meaning OK, when the thumb meets the forefinger in a circle. In Turkey and Brazil this gesture tells the other person you are comparing him or her to the ... ehm ... filthiest part of human anatomy.
2/ Patting someone on the head in Thailand
Head is considered to be sacred in Buddhist countries. Head is in fact the seat of soul and touching it is insulting even for a small child. Another gesture an American or European tourist has to be careful of is pointing with finger. It is considered to be very rude for instance in Malaysia, where the people point with the whole fist and the thumb at the top indicating direction. Filipinos for instance only point to an object by shifting their eyes towards it or pursing their lips and pointing to it with their mout.
3/ Ireland – a British Isle?
Almost every country has its taboo themes. Aborigines in Australia, dowry deaths in India, human rights in China; these are themes to cause offence. The Irish for instance don’t like their Isle to be called one of the British islands. If you start chatting with foreigners it is always better to start with some neutral topics like food and beauty of the landscape. With these topics you can never make a mistake.
4/ Barbecue in Argentina and gaucho dress
Some tourist can’t resist the temptation wearing a local dress while visiting a foreign country. To wear batik in Indonesia is absolutely fine. In Argentina is a faux pas to dress as a gaucho, and even more embarrassing is to visit parties and barbecues (asados) dressed like this. So whenever you visit a foreign country please get informed.
5/ Enter a Japanese temple or home with the shoes on
Not only in Japan but everywhere in the East you should be prepared to remove your shoes and drop your hat of. The Japanese will often give you a pair of slippers to take you from the front door to their living room, where they should be removed before you step on the tatami (the red mat). Be careful, wear always clean socks!
6/ Bunch of 12 wrapped carnations at a German dinner party?
Bunch of flowers seems to be a perfect gift to delight your hostess. In many countries its particular varieties, colors and numbers have its hidden meaning. Carnations are used for funerals in Germany, Poland and Sweden. In Belgium, Italy, France, Spain and Turkey they use chrysanthemums for the same purpose. In France and Austria red roses suggest romantic interest, while in Mexico and Chile are yellow roses a sign for grief and separation. Give a bunch of flowers always unwrapped in Germany, Sweden and Poland! An odd number of flowers are unlucky in China and Indonesia; even number is considered to be unlucky in India, Turkey, Russia and Germany.
7/ Names in China
The Chinese are used to write their names in different order than is normal in Europe and America. The surname goes first followed by the last name. So calling Mr. Li Wong Chee “Mr. Chee” is the same as calling Mr. James Dean “Mr. James”. Not to confuse foreigners the Chinese sometimes reverse their name, which causes nothing else but mess.
8/ Giving a bottle of alcohol to Muslims as a gift
Islam does not allow people to drink alcohol. So if the Muslims drink, they certainly do not do it publicly. To give a Muslim a bottle of cognac, drawing attention to his private love for that drink, is not a very good idea. Dogs and pigs are considered to be unclean animals in Islamic countries, so your faux pas can be even bigger when you give a Muslim alcohol in a handmade pigskin bottle holder. This is then a real offence!
In European countries and in the US a thumb up sign means in fact, that everything is OK (all correct). Showing a thumb-up sign is an easy way how to show, that you are having fun, good time or that nothing goes wrong. But this sign doesn’t work like this everywhere – e.g. in Iran. The same gesture is called bilakh in Iran meaning an unquestioned insult. Literally it means “Sit on this”. Another sign Americans and Europeans have to be careful of is the sign, again meaning OK, when the thumb meets the forefinger in a circle. In Turkey and Brazil this gesture tells the other person you are comparing him or her to the ... ehm ... filthiest part of human anatomy.
2/ Patting someone on the head in Thailand
Head is considered to be sacred in Buddhist countries. Head is in fact the seat of soul and touching it is insulting even for a small child. Another gesture an American or European tourist has to be careful of is pointing with finger. It is considered to be very rude for instance in Malaysia, where the people point with the whole fist and the thumb at the top indicating direction. Filipinos for instance only point to an object by shifting their eyes towards it or pursing their lips and pointing to it with their mout.
3/ Ireland – a British Isle?
Almost every country has its taboo themes. Aborigines in Australia, dowry deaths in India, human rights in China; these are themes to cause offence. The Irish for instance don’t like their Isle to be called one of the British islands. If you start chatting with foreigners it is always better to start with some neutral topics like food and beauty of the landscape. With these topics you can never make a mistake.
4/ Barbecue in Argentina and gaucho dress
Some tourist can’t resist the temptation wearing a local dress while visiting a foreign country. To wear batik in Indonesia is absolutely fine. In Argentina is a faux pas to dress as a gaucho, and even more embarrassing is to visit parties and barbecues (asados) dressed like this. So whenever you visit a foreign country please get informed.
5/ Enter a Japanese temple or home with the shoes on
Not only in Japan but everywhere in the East you should be prepared to remove your shoes and drop your hat of. The Japanese will often give you a pair of slippers to take you from the front door to their living room, where they should be removed before you step on the tatami (the red mat). Be careful, wear always clean socks!
6/ Bunch of 12 wrapped carnations at a German dinner party?
Bunch of flowers seems to be a perfect gift to delight your hostess. In many countries its particular varieties, colors and numbers have its hidden meaning. Carnations are used for funerals in Germany, Poland and Sweden. In Belgium, Italy, France, Spain and Turkey they use chrysanthemums for the same purpose. In France and Austria red roses suggest romantic interest, while in Mexico and Chile are yellow roses a sign for grief and separation. Give a bunch of flowers always unwrapped in Germany, Sweden and Poland! An odd number of flowers are unlucky in China and Indonesia; even number is considered to be unlucky in India, Turkey, Russia and Germany.
7/ Names in China
The Chinese are used to write their names in different order than is normal in Europe and America. The surname goes first followed by the last name. So calling Mr. Li Wong Chee “Mr. Chee” is the same as calling Mr. James Dean “Mr. James”. Not to confuse foreigners the Chinese sometimes reverse their name, which causes nothing else but mess.
8/ Giving a bottle of alcohol to Muslims as a gift
Islam does not allow people to drink alcohol. So if the Muslims drink, they certainly do not do it publicly. To give a Muslim a bottle of cognac, drawing attention to his private love for that drink, is not a very good idea. Dogs and pigs are considered to be unclean animals in Islamic countries, so your faux pas can be even bigger when you give a Muslim alcohol in a handmade pigskin bottle holder. This is then a real offence!
In northern Europe, Russia and the countries of the former Soviet Union drinking toasts is taken very seriously. In Scandinavia and Germany you should always meet your eyes when saying Skal or Prost! In Russia you should drink the vodka in a single gulp. In Georgia and Azerbaijan the toasts often go for hours. They are orchestrated by the tamada or toast master. It is considered to be rude to talk or sip between the toasts.
The more you hold your chopsticks apart from your food, the more sophisticated you are considered to be. You should always hold the chopsticks at least in the two-third up. You shouldn’t cross them over each other, point at people with them or rest them on the opposite side of your plate. The worst thing you can do with them is to put them upright in a bottle of rice. This is a Japanese funeral rite when the chopsticks are left by the bedside of the newly deceased.
venerdì 28 agosto 2009
Premiate Ditte ed Affini
Ho dato mandato all’Avvocatura dello Stato di procedere nei confronti dei proprietari del Passetto di Roma proprio per il gravissimo danno di immagine arrecato all’Italia.
È la prima volta che accade (?)… eccetera eccetera.
Il 31 luglio scorso, esordiva così il Ministro del turismo italiano, Michela Brambilla, riferendosi al caso dei due giapponesi truffati a Roma.
Ma veniamo ai due giornalisti della Repubblica, Franco Vanni e Teresa Monestiroli, che pochi giorni dopo si sono seduti in tavolini diversi del medesimo bar consumando le stesse identiche cose.
Lei con la piantina di Milano alla mano, una rivista francese e un inglese sicuro; l’altro con un quotidiano italiano, il casco e l’aria da milanese rimasto in città a lavorare.
Il risultato?
Tra spremute d’arancia, caffè, acqua minerale, toast e gelati in quattro locali su dieci la “turista” ha pagato molto di più, in un paio di casi addirittura il doppio.
In altri tre casi, il conto era lo stesso, ma alla “straniera” non è stato consegnato lo scontrino fiscale.
E la Brambilla?
Per adesso niente, forse sta valutando se era già successa questa “nuova” cosa in Italia o probabilmente il fatto non sussiste poiché (forse) non ha ricevuto la stessa notorietà mediatica dell’altro caso di Roma e quindi (forse) non c’è stato danno internazionale, oppure considerato (forse) che sono giornalisti di La Repubblica....
Breve storia italiana, forse.
giovedì 27 agosto 2009
C'è posto per te
Graziella, Monica, Luciana, Albano e Alessandro sono cinque ragazzi come tanti e con gli stessi diritti degli altri; ma con disabilità psichiatriche.
Trascorrono buona parte delle loro giornate di inizio estate in un bar all’Isola d’Elba, guidati dal loro assistente sociale e tutto fila tranquillo, finché una mattina il proprietario dell’esercizio li mette alla porta chiedendogli di frequentare il locale in orari meno affollati. “Il Tirreno”, il quotidiano locale che ha parlato della vicenda, ha scritto che il gestore si sarebbe giustificato affermando che, finché c’era poca gente, la loro presenza non disturbava, ma che con la stagione estiva qualche cliente aveva cominciato a lamentarsi con molta insistenza.
Insomma, questi disabili rischiavano di rovinargli gli affari e sembra di capire che l’handicap non ha diritto alle ferie.
Beh, che dire; provengo dal settore turistico anch’io e molteplici volte ho avuto a che fare sia con i portatori d’handicap sia con gli imbecilli che a questi i precedenti danno fastidio.
Ebbene la mia risposta è sempre stata univoca: “Si accomodi che la reception le preparerà immediatamente il conto”.
Non ricordo assolutamente nessuno che abbia poi scelto di andarsene ma invece rammento d’aver ricevuto le scuse da chi aveva proferito la stolta richiesta.
In Italia sono 2.800.000 le persone disabili e solo il 14 per cento delle spiagge e il 10 per cento degli alberghi è attrezzato per accogliere i disabili in vacanza, per il resto spiagge non attrezzate, strade sconnesse, macchine parcheggiate sui marciapiedi, pochi scivoli, poche pedane, bagni inadatti e nessuna possibilità di portare in giro la carrozzina in tranquillità.
Ultimamente la signora Brambilla ha costituito un’ennesima commissione formata da personaggi molto addentro ed informati al problema dell’handicap, ma cosa potranno dire se non le stesse cose che da decenni vanno pregando e che sono già di leggi approvate?
Il tutto mentre la ministra si è freneticamente adoperata alla creazione del portale dei turisti a 4 zampe per poter conoscere i luoghi dove possono trascorrere le vacanze con i “padroni” e la possibilità di prendere il treno.
Per carità tutto giusto ma poi leggo anche in Piemonte la maggior parte dei treni sono inaccessibili ai Disabili, treni Eurostar: viaggi da incubo per i disabili, e così via dicendo.
Ah Brambì, eh!
Trascorrono buona parte delle loro giornate di inizio estate in un bar all’Isola d’Elba, guidati dal loro assistente sociale e tutto fila tranquillo, finché una mattina il proprietario dell’esercizio li mette alla porta chiedendogli di frequentare il locale in orari meno affollati. “Il Tirreno”, il quotidiano locale che ha parlato della vicenda, ha scritto che il gestore si sarebbe giustificato affermando che, finché c’era poca gente, la loro presenza non disturbava, ma che con la stagione estiva qualche cliente aveva cominciato a lamentarsi con molta insistenza.
Insomma, questi disabili rischiavano di rovinargli gli affari e sembra di capire che l’handicap non ha diritto alle ferie.
Beh, che dire; provengo dal settore turistico anch’io e molteplici volte ho avuto a che fare sia con i portatori d’handicap sia con gli imbecilli che a questi i precedenti danno fastidio.
Ebbene la mia risposta è sempre stata univoca: “Si accomodi che la reception le preparerà immediatamente il conto”.
Non ricordo assolutamente nessuno che abbia poi scelto di andarsene ma invece rammento d’aver ricevuto le scuse da chi aveva proferito la stolta richiesta.
In Italia sono 2.800.000 le persone disabili e solo il 14 per cento delle spiagge e il 10 per cento degli alberghi è attrezzato per accogliere i disabili in vacanza, per il resto spiagge non attrezzate, strade sconnesse, macchine parcheggiate sui marciapiedi, pochi scivoli, poche pedane, bagni inadatti e nessuna possibilità di portare in giro la carrozzina in tranquillità.
Ultimamente la signora Brambilla ha costituito un’ennesima commissione formata da personaggi molto addentro ed informati al problema dell’handicap, ma cosa potranno dire se non le stesse cose che da decenni vanno pregando e che sono già di leggi approvate?
Il tutto mentre la ministra si è freneticamente adoperata alla creazione del portale dei turisti a 4 zampe per poter conoscere i luoghi dove possono trascorrere le vacanze con i “padroni” e la possibilità di prendere il treno.
Per carità tutto giusto ma poi leggo anche in Piemonte la maggior parte dei treni sono inaccessibili ai Disabili, treni Eurostar: viaggi da incubo per i disabili, e così via dicendo.
Ah Brambì, eh!
Un pezzo alla volta
Saranno comunque i miei tempi che, come sapete, sono abbastanza veloci… così il 4 luglio 2008 esordiva, la signora Michela Brambilla, in merito alla quota di italiani e stranieri che dovevano aumentare nella nostra penisola.
Purtroppo anche in questo caso non è andata come previsto e se l’aumento dei connazionali c’è stato, questo è dovuto alla crisi mondiale e locale che non ha permesso delle vacanze fuori porta ma solo brevi soggiorni entro i confini, mentre per quanto riguarda gli stranieri; beh, i prossimi dati confermeranno l’inesattezza di queste dichiarazioni.
Ma non è di questo che voglio parlare bensì che le sono stati necessari ben 455 giorni per inserire a capo dello staff dirigenziale una persona che “mastichi” di turismo e se questi sono i suoi ottimi tempi; allora chissà quelli più lenti.
Sarà forse per caso ma “Tutto sbagliato tutto da rifare” ha spesso rimarcato questo problema elencando l’inadeguatezza professionale del team ministeriale del turismo mentre altre volte abbiamo notato che quanto da noi descritto, attraverso “critiche costruttive”, è stato poi preso in considerazione attuando dei programmi che riteniamo migliori, e scusate; ne siamo orgogliosi.
I click e l’assidua nonché continua provenienza istituzionale di alcuni importanti IP confermano appunto questa nostra teoria.
A capo dell’organico ministeriale della Brambilla ci sarà di fresca nomina, Eugenio Magnani attuale Direttore Generale dell’Enit, la provenienza non è (opinione personale) delle migliori ma che dispone di un curriculum di tutto rispetto nell’ambito turistico e che finalmente ci darà la possibilità di prendercela “costruttivamente” con qualcuno che di questo settore s’intende; detto sarà anche se coetaneo e coprovinciale.
455 giorni persi e per capire che se di turismo si parla, per forza da questo dipartimento dobbiamo attingere per le responsabilità e non certo dal paranormale, giornalismo, cinema o magistratura, come fin’ora successo.
Pessimo esordio quello della Brambilla; il peggiore che si potesse immaginare e di questo non avevamo dubbi come più volte scritto, come non credo che sia stato scelto il migliore, ma voglio ben sperare.
Buon lavoro Eugenio Magnani ma tantissime altre cose devono per forza cambiare.
Purtroppo anche in questo caso non è andata come previsto e se l’aumento dei connazionali c’è stato, questo è dovuto alla crisi mondiale e locale che non ha permesso delle vacanze fuori porta ma solo brevi soggiorni entro i confini, mentre per quanto riguarda gli stranieri; beh, i prossimi dati confermeranno l’inesattezza di queste dichiarazioni.
Ma non è di questo che voglio parlare bensì che le sono stati necessari ben 455 giorni per inserire a capo dello staff dirigenziale una persona che “mastichi” di turismo e se questi sono i suoi ottimi tempi; allora chissà quelli più lenti.
Sarà forse per caso ma “Tutto sbagliato tutto da rifare” ha spesso rimarcato questo problema elencando l’inadeguatezza professionale del team ministeriale del turismo mentre altre volte abbiamo notato che quanto da noi descritto, attraverso “critiche costruttive”, è stato poi preso in considerazione attuando dei programmi che riteniamo migliori, e scusate; ne siamo orgogliosi.
I click e l’assidua nonché continua provenienza istituzionale di alcuni importanti IP confermano appunto questa nostra teoria.
A capo dell’organico ministeriale della Brambilla ci sarà di fresca nomina, Eugenio Magnani attuale Direttore Generale dell’Enit, la provenienza non è (opinione personale) delle migliori ma che dispone di un curriculum di tutto rispetto nell’ambito turistico e che finalmente ci darà la possibilità di prendercela “costruttivamente” con qualcuno che di questo settore s’intende; detto sarà anche se coetaneo e coprovinciale.
455 giorni persi e per capire che se di turismo si parla, per forza da questo dipartimento dobbiamo attingere per le responsabilità e non certo dal paranormale, giornalismo, cinema o magistratura, come fin’ora successo.
Pessimo esordio quello della Brambilla; il peggiore che si potesse immaginare e di questo non avevamo dubbi come più volte scritto, come non credo che sia stato scelto il migliore, ma voglio ben sperare.
Buon lavoro Eugenio Magnani ma tantissime altre cose devono per forza cambiare.
martedì 25 agosto 2009
Bonus vacanze
Il 22 ottobre 2008 Il Sole 24 Ore apriva con il via libera ai buoni vacanze, per 5mln. di euro poi tramutati in 15 entro il 2010 a favore delle famiglie disagiate da usufruire nell’intero arco dell’anno (esclusi luglio ed agosto e il periodo dal 15 dicembre al 15 gennaio); come a dire che chi è disagiato può tranquillamente scegliere (?) il periodo vacanziero.
Infatti, dopo il parere favorevole della Corte dei Conti, il decreto varato dall’allora sottosegretariato alla Presidenza del Consiglio con delega al turismo, Michela Vittoria Brambilla, dichiarava che era da subito operativo, o almeno così dicevano.
La stessa enunciava che stava elaborando i regolamenti di attuazione di questo decreto in modo che gli strumenti necessari per l'erogazione di questi bonus possano essere esecutivi già dall'inizio del prossimo anno (il 2009), e quanto prima, presso il dipartimento, sarà anche disponibile un numero verde al quale i cittadini potranno rivolgersi per avere tutte le informazioni del caso.
Il numero non l’abbiamo mai visto, ma forse ci sarà scappato.
In definitiva si tratta di alcune centinaia di euro da distribuire a circa 20.000 richiedenti per poter almeno affrontare delle brevi vacanze, in base alla dichiarazione dei redditi ed al numero dei componenti familiari.
Diciamo un aiuto che però non parte dalla medesima che di questo sembra si vanti, ma da un lungo iter iniziato nel 2001, legge 135 art. 10, che come al solito quando è il governo che deve dare, ha delle gestazioni elefantiadi.
Obiettivamente l’idea non è malvagia anche se probabilmente è malamente copiata da quella francese dove invece sono stati stanziati ben 908 milioni di euro!
Beh che dire; una bella differenza e credo che in fondo sia anche una bella presa in giro poichè a chi si augurava di poterne beneficiare nel 2009 nonostante i proclami della Brambilla, è rimasto solamente coll’eventuale depliant da guardare e per poter sognare, mentre è “già” attivo il sito e buona fortuna.
Si, buona fortuna perché è ancor oggi incomprensibile il come faranno a dare una graduatoria delle richieste se queste dovessero superare il bonus...vabbé, lasciamo perdere.
Probabilmente i francesi si sono “dimenticati” di dirlo o forse i "nostri" pensavano di saperlo.
Vedremo
Infatti, dopo il parere favorevole della Corte dei Conti, il decreto varato dall’allora sottosegretariato alla Presidenza del Consiglio con delega al turismo, Michela Vittoria Brambilla, dichiarava che era da subito operativo, o almeno così dicevano.
La stessa enunciava che stava elaborando i regolamenti di attuazione di questo decreto in modo che gli strumenti necessari per l'erogazione di questi bonus possano essere esecutivi già dall'inizio del prossimo anno (il 2009), e quanto prima, presso il dipartimento, sarà anche disponibile un numero verde al quale i cittadini potranno rivolgersi per avere tutte le informazioni del caso.
Il numero non l’abbiamo mai visto, ma forse ci sarà scappato.
In definitiva si tratta di alcune centinaia di euro da distribuire a circa 20.000 richiedenti per poter almeno affrontare delle brevi vacanze, in base alla dichiarazione dei redditi ed al numero dei componenti familiari.
Diciamo un aiuto che però non parte dalla medesima che di questo sembra si vanti, ma da un lungo iter iniziato nel 2001, legge 135 art. 10, che come al solito quando è il governo che deve dare, ha delle gestazioni elefantiadi.
Obiettivamente l’idea non è malvagia anche se probabilmente è malamente copiata da quella francese dove invece sono stati stanziati ben 908 milioni di euro!
Beh che dire; una bella differenza e credo che in fondo sia anche una bella presa in giro poichè a chi si augurava di poterne beneficiare nel 2009 nonostante i proclami della Brambilla, è rimasto solamente coll’eventuale depliant da guardare e per poter sognare, mentre è “già” attivo il sito e buona fortuna.
Si, buona fortuna perché è ancor oggi incomprensibile il come faranno a dare una graduatoria delle richieste se queste dovessero superare il bonus...vabbé, lasciamo perdere.
Probabilmente i francesi si sono “dimenticati” di dirlo o forse i "nostri" pensavano di saperlo.
Vedremo
domenica 23 agosto 2009
Non è colpa mia
Beh, sostenere che il tanto paventato crollo del turismo in Italia non c'è stato elencando un calo del fatturato che varia dal 15 al 18%, è pura follia o perlomeno si presume lo sia.
Il ricavo annuale italiano che deriva da questo settore è calcolato sulla base di 120 miliardi di euro, di cui, se sottraiamo le percentuali sopraddette, avremo una perdita d’entrate monetarie che varia dai 18 ai 21,6 miliardi di euro; che se non sono un crollo, vorrei proprio sapere cos’è?
Mentre se abbiniamo questi dati con le dichiarazioni ottimistiche della signora Brambilla che, non più di due mesi fa, erano incentrate su questi proclami: “In controtendenza con le previsioni e i dati più pessimistici oggi il ministro per il turismo, Michela Vittoria Brambilla, ha annunciato che nei primi cinque mesi di quest’anno il turismo in Italia è cresciuto del 7,8% rispetto al 2008”; oppure l’annuncio subito dopo susseguente: “Sì, nonostante l’attuale congiuntura economica, non abbiamo perso la voglia di viaggiare. Il 76% degli italiani andrà comunque in vacanza, una percentuale che sale di 11 punti rispetto al 2008. Parliamo di 37 milioni di persone, contro i 33,7 della passata estate». Un italiano su 4 resta a casa. L’anno scorso era uno su 3”….
Il definirli una grande presa in giro è sicuramente poca cosa e ben altri aggettivi andrebbero indirizzati a chi si fa gioco di coloro che di questo mestiere ne hanno fatto un sostentamento vitale, a cui va obbligatoriamente collegato il mancato introito derivato dall’indotto e a chi di questo ci vive.
E poco importerà elencare anche le disgrazie altrui per attenuare le nostre; la Francia nonostante la crisi che attanaglia il globo, sta riportando dei dati positivi a dimostrazione che si poteva e si può lavorare meglio, ma questo con “questi” in Italia è impossibile.
Si ripetono gli stessi errori del passato, quei medesimi che ci hanno fatto retrocedere dalla prima posizione mondiale alla quinta (per ora) per cause che non sono affatto pertinenti agli operatori, ma all’ignoranza nel maneggiare questo argomento da parte di persone che non hanno la minima conoscenza del settore ma solo l’arroganza a voler mantenere il proprio posto istituzionale nonostante il notevole danno arrecato al turismo.
Di una cosa sono certo e vale a dire che presto cominceranno le elencazioni da parte della Brambilla & co. sulle responsabilità altrui di questo o quell’altro, ma mai pertinenti alla propria confusione.
Vogliamo scommettere?
Il ricavo annuale italiano che deriva da questo settore è calcolato sulla base di 120 miliardi di euro, di cui, se sottraiamo le percentuali sopraddette, avremo una perdita d’entrate monetarie che varia dai 18 ai 21,6 miliardi di euro; che se non sono un crollo, vorrei proprio sapere cos’è?
Mentre se abbiniamo questi dati con le dichiarazioni ottimistiche della signora Brambilla che, non più di due mesi fa, erano incentrate su questi proclami: “In controtendenza con le previsioni e i dati più pessimistici oggi il ministro per il turismo, Michela Vittoria Brambilla, ha annunciato che nei primi cinque mesi di quest’anno il turismo in Italia è cresciuto del 7,8% rispetto al 2008”; oppure l’annuncio subito dopo susseguente: “Sì, nonostante l’attuale congiuntura economica, non abbiamo perso la voglia di viaggiare. Il 76% degli italiani andrà comunque in vacanza, una percentuale che sale di 11 punti rispetto al 2008. Parliamo di 37 milioni di persone, contro i 33,7 della passata estate». Un italiano su 4 resta a casa. L’anno scorso era uno su 3”….
Il definirli una grande presa in giro è sicuramente poca cosa e ben altri aggettivi andrebbero indirizzati a chi si fa gioco di coloro che di questo mestiere ne hanno fatto un sostentamento vitale, a cui va obbligatoriamente collegato il mancato introito derivato dall’indotto e a chi di questo ci vive.
E poco importerà elencare anche le disgrazie altrui per attenuare le nostre; la Francia nonostante la crisi che attanaglia il globo, sta riportando dei dati positivi a dimostrazione che si poteva e si può lavorare meglio, ma questo con “questi” in Italia è impossibile.
Si ripetono gli stessi errori del passato, quei medesimi che ci hanno fatto retrocedere dalla prima posizione mondiale alla quinta (per ora) per cause che non sono affatto pertinenti agli operatori, ma all’ignoranza nel maneggiare questo argomento da parte di persone che non hanno la minima conoscenza del settore ma solo l’arroganza a voler mantenere il proprio posto istituzionale nonostante il notevole danno arrecato al turismo.
Di una cosa sono certo e vale a dire che presto cominceranno le elencazioni da parte della Brambilla & co. sulle responsabilità altrui di questo o quell’altro, ma mai pertinenti alla propria confusione.
Vogliamo scommettere?
sabato 22 agosto 2009
Se Sherlock Holmes sapesse
Se le sciocchezze facessero luce, dove passa la Brambilla sarebbe sempre giorno e non si riesce proprio a capire come possa mantenere una così alta carica istituzionale a dispetto del niente che finora ha saputo produrre; in giro c’è di meglio, anzi, di molto meglio, che non si dice nella lingua italiana ma rende maggiormente l’idea.
Le sue recenti dichiarazioni in merito al miglioramento delle presenze turistiche (+7,8%) si stanno pian pianino smontando (non c’era alcun dubbio) e presto purtroppo arriverà la mazzata del suo operato attraverso i dati della Banca d’Italia sugli income turistici, sulle aziende del settore che dovranno chiudere i battenti (Confesercenti ed Ascom) e sulla perdita di forze lavorative del comparto (Inps), comprensivo d’indotto.
Un gran bel risultato e lei cosa fa?
Se la piglia con i ristoratori di Roma che hanno rovinato l’immagine d’Italia perché hanno “rubato” sul conto mentre i vari governi che negli ultimi trenta e passa anni si sono succeduti, ci avevano/hanno abituato a tutt’altra considerazione nei confronti del denaro altrui.
Ma ci “facci” il piacere, ci “facci”!
Scaricare il liquame in mare (Capri) è forse meritorio (?), e che dire della Salerno/Reggio Calabria (piano Iri del 1960), oppure menzionare il passante di Mestre o le infrastrutture in generale, mentre che siamo la nazione più tassata sul turismo è forse un riferimento alla medaglia?
Spreco della spesa pubblica, favoritismi nelle decisioni di funzionari del governo, formazione del personale, norme in materia di investimenti, pratiche di assunzione, costo del lavoro, flessibilità di determinazione del salario, simmetria tra produzione e retribuzione, possibilità di ricerca lavoro qualificato, strategie turistiche, affidamento sulla gestione professionale, fuga di cervelli, flussi di capitale, disponibilità di capitale a rischio, investimenti diretti dall’estero, volontà di delegare, collaborazione università/industria, …e qui mi fermo ma si potrebbe andare ben oltre.
No, questo non conta niente, la responsabilità del turismo nazionale è dei gestori del Passetto, il ristorante romano; intendiamoci, non hanno di certo fatto bene.
Ed ecco l’ultima trovata della Ministra del turismo e vale a dire un’ennesima commissione, questa volta di “Vigilanza” formata anche dalle associazioni di categoria che vigileranno (?) su se stessi.
A parte che questa prerogativa è già di competenza delle Provincie che …vabbé lasciamo perdere, ma costituire una vigilanza sulla vigilanza con a capo quelli che dovrebbero essere controllati è proprio una str…anezza (termine volutamente cambiato in tempi sospetti).
Chi sarà mai quell’imbecille che dichiarerà d’essere in difetto? (In Italia)
Questo è lo scotto che stiamo pagando per l’inesperienza ed il pressapochismo della signora e del suo entourage che provengono, in gran parte, da tutt’altri settori; Angelo Canale, il capo dipartimento, è un’ex vice procuratore della Corte dei Conti ed ex assessore romano al patrimonio; il capo della segreteria tecnica del ministero del turismo, Carlo Modica de Mohac è un magistrato presso il Tar del Lazio; Giorgio Medail è un giornalista studioso di paranormale (e forse c’è né bisogno); Pierluigi Marchetti è un critico cinematografico; Dedè Cavalieri è un’ex direttore di produzione delle news del Biscione e direttrice dei Circoli della libertà.
Insomma tutta gente che non ha mai masticato turismo in vita sua ma che stanno decidendo le sorti ed il futuro di milioni di persone.
No, non ci siamo.
Le sue recenti dichiarazioni in merito al miglioramento delle presenze turistiche (+7,8%) si stanno pian pianino smontando (non c’era alcun dubbio) e presto purtroppo arriverà la mazzata del suo operato attraverso i dati della Banca d’Italia sugli income turistici, sulle aziende del settore che dovranno chiudere i battenti (Confesercenti ed Ascom) e sulla perdita di forze lavorative del comparto (Inps), comprensivo d’indotto.
Un gran bel risultato e lei cosa fa?
Se la piglia con i ristoratori di Roma che hanno rovinato l’immagine d’Italia perché hanno “rubato” sul conto mentre i vari governi che negli ultimi trenta e passa anni si sono succeduti, ci avevano/hanno abituato a tutt’altra considerazione nei confronti del denaro altrui.
Ma ci “facci” il piacere, ci “facci”!
Scaricare il liquame in mare (Capri) è forse meritorio (?), e che dire della Salerno/Reggio Calabria (piano Iri del 1960), oppure menzionare il passante di Mestre o le infrastrutture in generale, mentre che siamo la nazione più tassata sul turismo è forse un riferimento alla medaglia?
Spreco della spesa pubblica, favoritismi nelle decisioni di funzionari del governo, formazione del personale, norme in materia di investimenti, pratiche di assunzione, costo del lavoro, flessibilità di determinazione del salario, simmetria tra produzione e retribuzione, possibilità di ricerca lavoro qualificato, strategie turistiche, affidamento sulla gestione professionale, fuga di cervelli, flussi di capitale, disponibilità di capitale a rischio, investimenti diretti dall’estero, volontà di delegare, collaborazione università/industria, …e qui mi fermo ma si potrebbe andare ben oltre.
No, questo non conta niente, la responsabilità del turismo nazionale è dei gestori del Passetto, il ristorante romano; intendiamoci, non hanno di certo fatto bene.
Ed ecco l’ultima trovata della Ministra del turismo e vale a dire un’ennesima commissione, questa volta di “Vigilanza” formata anche dalle associazioni di categoria che vigileranno (?) su se stessi.
A parte che questa prerogativa è già di competenza delle Provincie che …vabbé lasciamo perdere, ma costituire una vigilanza sulla vigilanza con a capo quelli che dovrebbero essere controllati è proprio una str…anezza (termine volutamente cambiato in tempi sospetti).
Chi sarà mai quell’imbecille che dichiarerà d’essere in difetto? (In Italia)
Questo è lo scotto che stiamo pagando per l’inesperienza ed il pressapochismo della signora e del suo entourage che provengono, in gran parte, da tutt’altri settori; Angelo Canale, il capo dipartimento, è un’ex vice procuratore della Corte dei Conti ed ex assessore romano al patrimonio; il capo della segreteria tecnica del ministero del turismo, Carlo Modica de Mohac è un magistrato presso il Tar del Lazio; Giorgio Medail è un giornalista studioso di paranormale (e forse c’è né bisogno); Pierluigi Marchetti è un critico cinematografico; Dedè Cavalieri è un’ex direttore di produzione delle news del Biscione e direttrice dei Circoli della libertà.
Insomma tutta gente che non ha mai masticato turismo in vita sua ma che stanno decidendo le sorti ed il futuro di milioni di persone.
No, non ci siamo.
venerdì 21 agosto 2009
Premio Nobel per imbelli
Se dessero un Nobel all’imbecillità turistica mondiale e non solo quella, statene certi che qualche connazionale ogni anno si presenterebbe a Stoccolma per il ritirare l’ambito premio.
Infatti non più di due giorni fa, due galantuomini, quasi certamente su “consiglio” di alcuni maggiori educatori ambientalisti, con un lungo e pesante tubo di gomma nera attaccato a un´autobotte che aveva appena svuotato alcuni pozzi fognari, vomitavano direttamente nel golfo le sue acque nere.
Sarà comunque la magistratura a stabilire la verità.
E non in un pezzo di costa qualunque ma a ridosso della Grotta Azzurra, perla di Anacapri.
Il direttore tecnico dell’azienda dichiara che la ditta Ecology è seria e che probabilmente “i due” stavano lavando l’autobotte, ma resta il fatto che quel tubo nero finiva stranamente in mare.
Non più di due mesi e mezzo fa, un’altra “seria” ditta abilitata allo smaltimento delle acque nere, la Aragona, finiva nelle mire delle autorità giudiziarie con otto ordini di custodia cautelare (5 ai domiciliari e 3 obblighi di presentazione) per associazione a delinquere finalizzata al traffico di rifiuti, falso ideologico in atto pubblico e attività di gestione di rifiuti non autorizzata.
In poche parole anche questa volta il liquame finiva in mare.
Ma non è storia d’oggi poiché la Goletta Verde già molti anni prima (primi anni ’90) bocciava regolarmente le acque del luogo per la presenza di sostanze fecali e divideva le acque inquinate in tre diverse fasce: nella prima, la quantità di sostanze dannose supera fino a cinque volte il livello di guardia; nella seconda, da cinque a dieci volte; nella terza, oltre dieci volte, mentre nessuna zona era calcolata in quantità idonea; il tutto nonostante i vari campionamenti svolti dalle autorità sanitarie del posto che davano invece un responso favorevole (?).
In altra occasione (La Repubblica 31 maggio 2000), ad Anacapri, si viene a scoprire che i prelevamenti venivano effettuati con le condotte degli scarichi chiuse e che la Asl calcolò in soli 8 (otto) microrganismi la popolazione di coliformi mentre uno studio privato rilevò ben 1 milione e 650 mila bacilli (!!!).
Si sentiva una puzza insopportabile, c'erano liquami che galleggiavano e alla signora che si lamentava fu detto: c’è il vento, molta corrente e chissà da dove arrivano.
E tutto dopo un pò naturalmente tace...
Infatti non più di due giorni fa, due galantuomini, quasi certamente su “consiglio” di alcuni maggiori educatori ambientalisti, con un lungo e pesante tubo di gomma nera attaccato a un´autobotte che aveva appena svuotato alcuni pozzi fognari, vomitavano direttamente nel golfo le sue acque nere.
Sarà comunque la magistratura a stabilire la verità.
E non in un pezzo di costa qualunque ma a ridosso della Grotta Azzurra, perla di Anacapri.
Il direttore tecnico dell’azienda dichiara che la ditta Ecology è seria e che probabilmente “i due” stavano lavando l’autobotte, ma resta il fatto che quel tubo nero finiva stranamente in mare.
Non più di due mesi e mezzo fa, un’altra “seria” ditta abilitata allo smaltimento delle acque nere, la Aragona, finiva nelle mire delle autorità giudiziarie con otto ordini di custodia cautelare (5 ai domiciliari e 3 obblighi di presentazione) per associazione a delinquere finalizzata al traffico di rifiuti, falso ideologico in atto pubblico e attività di gestione di rifiuti non autorizzata.
In poche parole anche questa volta il liquame finiva in mare.
Ma non è storia d’oggi poiché la Goletta Verde già molti anni prima (primi anni ’90) bocciava regolarmente le acque del luogo per la presenza di sostanze fecali e divideva le acque inquinate in tre diverse fasce: nella prima, la quantità di sostanze dannose supera fino a cinque volte il livello di guardia; nella seconda, da cinque a dieci volte; nella terza, oltre dieci volte, mentre nessuna zona era calcolata in quantità idonea; il tutto nonostante i vari campionamenti svolti dalle autorità sanitarie del posto che davano invece un responso favorevole (?).
In altra occasione (La Repubblica 31 maggio 2000), ad Anacapri, si viene a scoprire che i prelevamenti venivano effettuati con le condotte degli scarichi chiuse e che la Asl calcolò in soli 8 (otto) microrganismi la popolazione di coliformi mentre uno studio privato rilevò ben 1 milione e 650 mila bacilli (!!!).
Si sentiva una puzza insopportabile, c'erano liquami che galleggiavano e alla signora che si lamentava fu detto: c’è il vento, molta corrente e chissà da dove arrivano.
E tutto dopo un pò naturalmente tace...
giovedì 20 agosto 2009
Da Riace agli strani (senza rima, per carità)
Anche quest'anno, come in quasi tutti i settori istituzionali, la mano destra non sa cosa fa quella sinistra e mentre una ti imbocca con deliziosi spuntini, l'altra contemporaneamente ti lava i denti col dentifricio agli streptococchi fecali.
Mi riferisco alle Bandiere Blu assegnate alle spiagge e alle acque d'Italia dalla Foundation for Environmental Education (FEE) che è un'organizzazione non governativa senza scopo di lucro (figuriamoci se lo fosse) e Goletta Verde di Legambiente.
Una dice una cosa mentre l'altra chiaramente l'opposto; vabbé, siamo in Italia.
Nel 2009 le località balneari premiate con la Bandiera Blu sono aumentate di 12 unità rispetto all'anno scorso.
Dopo l'eclatante esempio di Marsala (Bandiera Blu), nonostante i fanghi inquinanti provenienti dal porto di Trapani e depositati durante il lavori della Coppa America lungo un tratto della costa marsalese; chi pensava che qualcosa cambiasse, eccolo servito col Monumento all'insipienza e alla miopia (o voluta cecità completa) politica.
Un lungo processo giudiziario è ancora in corso, e chissà mai quando finirà, ma un buon tratto di costa rimane inquinata ed inutilizzabile.
Per ottenere le Bandiere Blu i Comuni devono iscriversi alla competizione con una specie di autocertificazione sui requisiti di pulizia delle spiagge, delle acque e ai servizi offerti.
Bene, un gran bel mare sarebbe da pensare, sennonché il 17 agosto arrivano i dati della Goletta Verde, non quella Blu, che sottolinea un bilancio tutt'altro che positivo: gravemente inquinati l'81% dei campioni analizzati, mentre oltre i limiti di legge il restante 19%, soprattutto sulle foci dei corsi d'acqua delineando un quadro di emergenza nazionale e fortemente contaminati da coliformi, streptococchi fecali ed Escherichia coli.
Una situazione di cui le principali responsabilità vanno attribuite ai comuni che scaricano i reflui di proprietà nei corsi d'acqua senza effettuare un'adeguata depurazione o senza depurare affatto.
Un quadro confermato dall'imminente avvio della procedura d'infrazione europea per il mancato trattamento delle acque reflue e quindi molto probabilmente saremo costretti ancora una volta a pagare una salatissima multa all'Europa per la negligenza dei nostri politici.
Mentre il recentissimo caso degli scarichi di liquami effettuati a Ischia conferma che il Ministro dell'Ambiente e quello del Turismo, Stefania Prestigiacomo e Brambilla, "qual cosina" di produttivo dovrebbero farlo, soprattutto la seconda che del suo operato si vanta tanto ma elencando una quantità industriale di dati inveritieri che non corrispondono mai alla realtà.
Comunque il caso rende imbarazzante la situazione sull'autenticità delle Bandiere Blu ma specialmente ci da l'esatta immagine del mare dove sguazziamo.
E' la storia d'Italia che da Dante, Leonardo, Marconi attraverso la scoperta a Riace dei Bronzi, siamo finiti in mano agli str ... ani.
Mi riferisco alle Bandiere Blu assegnate alle spiagge e alle acque d'Italia dalla Foundation for Environmental Education (FEE) che è un'organizzazione non governativa senza scopo di lucro (figuriamoci se lo fosse) e Goletta Verde di Legambiente.
Una dice una cosa mentre l'altra chiaramente l'opposto; vabbé, siamo in Italia.
Nel 2009 le località balneari premiate con la Bandiera Blu sono aumentate di 12 unità rispetto all'anno scorso.
Dopo l'eclatante esempio di Marsala (Bandiera Blu), nonostante i fanghi inquinanti provenienti dal porto di Trapani e depositati durante il lavori della Coppa America lungo un tratto della costa marsalese; chi pensava che qualcosa cambiasse, eccolo servito col Monumento all'insipienza e alla miopia (o voluta cecità completa) politica.
Un lungo processo giudiziario è ancora in corso, e chissà mai quando finirà, ma un buon tratto di costa rimane inquinata ed inutilizzabile.
Per ottenere le Bandiere Blu i Comuni devono iscriversi alla competizione con una specie di autocertificazione sui requisiti di pulizia delle spiagge, delle acque e ai servizi offerti.
Bene, un gran bel mare sarebbe da pensare, sennonché il 17 agosto arrivano i dati della Goletta Verde, non quella Blu, che sottolinea un bilancio tutt'altro che positivo: gravemente inquinati l'81% dei campioni analizzati, mentre oltre i limiti di legge il restante 19%, soprattutto sulle foci dei corsi d'acqua delineando un quadro di emergenza nazionale e fortemente contaminati da coliformi, streptococchi fecali ed Escherichia coli.
Una situazione di cui le principali responsabilità vanno attribuite ai comuni che scaricano i reflui di proprietà nei corsi d'acqua senza effettuare un'adeguata depurazione o senza depurare affatto.
Un quadro confermato dall'imminente avvio della procedura d'infrazione europea per il mancato trattamento delle acque reflue e quindi molto probabilmente saremo costretti ancora una volta a pagare una salatissima multa all'Europa per la negligenza dei nostri politici.
Mentre il recentissimo caso degli scarichi di liquami effettuati a Ischia conferma che il Ministro dell'Ambiente e quello del Turismo, Stefania Prestigiacomo e Brambilla, "qual cosina" di produttivo dovrebbero farlo, soprattutto la seconda che del suo operato si vanta tanto ma elencando una quantità industriale di dati inveritieri che non corrispondono mai alla realtà.
Comunque il caso rende imbarazzante la situazione sull'autenticità delle Bandiere Blu ma specialmente ci da l'esatta immagine del mare dove sguazziamo.
E' la storia d'Italia che da Dante, Leonardo, Marconi attraverso la scoperta a Riace dei Bronzi, siamo finiti in mano agli str ... ani.
martedì 18 agosto 2009
Statistiche e dati per creduloni
In Italia diamo i numeri per qualsiasi evenienza ed in ogni occasione.
Tutti sono in grado di darli o credono d’esserlo, ma il più delle volte sono str…anezze (termine volutamente cambiato in tempi sospetti).
Le statistiche che sono nate per dare un contributo commerciale agli orientamenti della gente, sono pian pianino diventate un riempitivo per pagine di quotidiani, un’aggiunta ai vari telegiornali e il far vedere che le associazioni, università o istituzioni, qualcosa fanno.
Tutti ci credono quando queste si orientano sulle proprie opinioni ma vengono rifiutate nel caso opposto, e spesso coll’aggiunta di insulti ed il che “.azzo dicono”.
Per non parlare delle statistiche politiche, ognuna pertinente al partito che l’emette, ma in ordine d’apparizione, subito dietro, nel senso di molteplici offerte e quasi mai veritiere, ci sono quelle turistiche, che anziché aiutarti a capire gli indirizzi del turista, da questi ti sviano completamente.
E’ sufficiente chiedere ad uno del settore la propria opinione sulle statistiche e se non ti manda a quel paese è già un buon risultato.
Ma ogni giorno ne escono di nuove, come nel caso recente di quelle della Trivago che è un portale europeo di viaggi e che raccoglie le opinioni su alberghi e attrazioni turistiche scritte dagli utenti stessi, e grazie a un sistema sofisticato compara i prezzi degli hotel da varie fonti.
Le ultime dicono che l’84 per cento degli italiani hanno vissuto un’esperienza spiacevole in hotel durante le proprie vacanze; così suddivise:
15% presenza insetti
13% bagni con sanitari mal funzionanti e vecchi
12% personale alberghiero antipatico
10% vicini rumorosi
7% problemi col cibo non di qualità
7% problemi col booking
5% problemi con avanzi di cibo nella stanza
4% rumori lavori in corso
3% piscina sporca
1% troppo cloro
3% sorprese nel conto
1% intossicazione alimentare
A parte che il totale è di 81 e non 84%, e detto da una chiara dimostrazione dell’attenta disamina (?) nell’assemblare i dati; ma veramente qualcuno può credere che sia realmente così?
E’ molto probabile che chi ha emesso queste statistiche ben poco ne sappia di gestione alberghiera poiché qualsiasi direttore, riportando questi dati, sarebbe già a casa a coltivare tuberi nell’orto, come credo che alla Trivago abbiano poca conoscenza sull’esistenza dei comments form, che se ben gestiti dalla proprietà o direzione generale, danno risultati diametralmente opposti.
Ho sempre pensato che i migliori direttori d’albergo italiani siano quelli che hanno lavorato o lavorano all’estero ma a dire che in casa facciamo così pena; ma non scherziamo.
Resta la considerazione che queste statistiche dovrebbero essere innanzi tutto gestite solo dalle istituzioni, in sintonia con entrambe le maggiori correnti politiche, seriamente però.
Ma quest’ultima parola (seriamente), nella nostra cara penisola, fa già ridere, quindi che serietà è?
Tutti sono in grado di darli o credono d’esserlo, ma il più delle volte sono str…anezze (termine volutamente cambiato in tempi sospetti).
Le statistiche che sono nate per dare un contributo commerciale agli orientamenti della gente, sono pian pianino diventate un riempitivo per pagine di quotidiani, un’aggiunta ai vari telegiornali e il far vedere che le associazioni, università o istituzioni, qualcosa fanno.
Tutti ci credono quando queste si orientano sulle proprie opinioni ma vengono rifiutate nel caso opposto, e spesso coll’aggiunta di insulti ed il che “.azzo dicono”.
Per non parlare delle statistiche politiche, ognuna pertinente al partito che l’emette, ma in ordine d’apparizione, subito dietro, nel senso di molteplici offerte e quasi mai veritiere, ci sono quelle turistiche, che anziché aiutarti a capire gli indirizzi del turista, da questi ti sviano completamente.
E’ sufficiente chiedere ad uno del settore la propria opinione sulle statistiche e se non ti manda a quel paese è già un buon risultato.
Ma ogni giorno ne escono di nuove, come nel caso recente di quelle della Trivago che è un portale europeo di viaggi e che raccoglie le opinioni su alberghi e attrazioni turistiche scritte dagli utenti stessi, e grazie a un sistema sofisticato compara i prezzi degli hotel da varie fonti.
Le ultime dicono che l’84 per cento degli italiani hanno vissuto un’esperienza spiacevole in hotel durante le proprie vacanze; così suddivise:
15% presenza insetti
13% bagni con sanitari mal funzionanti e vecchi
12% personale alberghiero antipatico
10% vicini rumorosi
7% problemi col cibo non di qualità
7% problemi col booking
5% problemi con avanzi di cibo nella stanza
4% rumori lavori in corso
3% piscina sporca
1% troppo cloro
3% sorprese nel conto
1% intossicazione alimentare
A parte che il totale è di 81 e non 84%, e detto da una chiara dimostrazione dell’attenta disamina (?) nell’assemblare i dati; ma veramente qualcuno può credere che sia realmente così?
E’ molto probabile che chi ha emesso queste statistiche ben poco ne sappia di gestione alberghiera poiché qualsiasi direttore, riportando questi dati, sarebbe già a casa a coltivare tuberi nell’orto, come credo che alla Trivago abbiano poca conoscenza sull’esistenza dei comments form, che se ben gestiti dalla proprietà o direzione generale, danno risultati diametralmente opposti.
Ho sempre pensato che i migliori direttori d’albergo italiani siano quelli che hanno lavorato o lavorano all’estero ma a dire che in casa facciamo così pena; ma non scherziamo.
Resta la considerazione che queste statistiche dovrebbero essere innanzi tutto gestite solo dalle istituzioni, in sintonia con entrambe le maggiori correnti politiche, seriamente però.
Ma quest’ultima parola (seriamente), nella nostra cara penisola, fa già ridere, quindi che serietà è?
domenica 16 agosto 2009
Cocci e pattume
Le notizie come le disgrazie non vengono mai sole, e di solito notizie e disgrazie sono la stessa cosa.
Colpo dopo colpo l'Italia sprofonda nella vergogna e nel ridicolo, per non parlare del pattume.
Non so neanche da che parte cominciare e vado a caso, tanto qualsiasi argomento si attaglia al tema di fondo: la tragicommedia.
Nel ministero del turismo si spostano come elefanti in una cristalleria, e quando si muovono fanno tanti danni che nemmeno gli specialisti di Murano riuscirebbero a rimettere insieme i cocci, infatti arrivano le ultime notizie o se preferite disgrazie; l’84 per cento degli italiani hanno vissuto un’esperienza spiacevole in hotel durante le proprie vacanze.
Dopo la notizia del conto truffa da 700 euro presentato da un ristorante romano a una coppia di turisti giapponesi, l'autorevole Asahi Shimbun, il secondo quotidiano del Sol Levante, traccia un quadro fosco dell'ospitalità italica nei confronti dei turisti, con servizi di bassa qualità e prezzi illegali; 6 euro per un cono gelato, mentre il "menù turistico" si rivela una vera trappola.Per non parlare dei furti, della disorganizzazione delle ferrovie e della sporcizia delle strade, mentre un bicchiere di vino spesso viene fatto pagare 5-6 euro, pur non essendo né DOC né IGP.
Tassisti abusivi che riescono quasi a triplicare l’importo della corsa e vale a dire da 40 a 100 ed oltre euro e ombrelloni e lettini più cari d’Europa fanno da contorno a questo eclatante marketing turistico e non va meglio ad un italiano residente a Miami in vacanza da amici a Milano dove cerca una tintoria…614 euro per dieci camicie, sette T-shirt e due paia di jeans; sarebbe stato più economico comprarseli nuovi.Scorriamo velocemente i giornali e scopriamo che oltre 600 tonnellate di alimenti irregolari ed in cattivo stato di conservazione o scaduti, sono stati tolti dal circuito commerciale nelle strutture di interesse turistico, nonché 26.000 litri di latte di ignota provenienza ed è notizia recente che altri sequestri di svariate tonnellate di prodotti alimentari, sono stati effettuati dalle forze dell’ordine.A questo punto ci mancava solo una chiusura per ‘ndrangheta, e infatti viene chiuso il prestigioso Café de Paris, quello della dolce vita e non nuovo a queste; i cibi erano mal conservati, cucine e bagni sporchi all’inverosimile mentre il proprietario è stato anche accusato di tentata violenza nei confronti di una dipendente.Per rimanere in tema, pochi giorni fa, una turista olandese di 18 anni e' stata stuprata in spiaggia davanti agli occhi del fidanzatino da due sconosciuti, ma queste notizie oramai sono di routine. Dulcis in fundo il fallimento della compagnia aerea MyAir seguita a sua volta da quello del tour operator Todomondo, infatti lascia a terra circa 5.000 passeggeri che avevano già pagato le proprie vacanze.Tutto questo in neanche un mese e mentre le testate giornalistiche mondiali si sbizzarriscono nel descriverci, noi perdiamo turisti, considerazione e l’opportunità di ripresa attraverso la più grande azienda italiana; il turismo, lasciando a casa un centinaio di migliaia di lavoratori del settore.
La contromossa del governo è che oltre ai cristalli, continuano a romperci gli “zebedei” dichiarando inopinatamente che il turismo va bene e che molte delle nuove (?) causali sono sotto le “loro” considerazioni; mentre invece scopriamo che già dal 1984 il quotidiano La Repubblica elencava tutte queste identiche cose.
Soluzioni (?), al prossimo giro, forse!
Colpo dopo colpo l'Italia sprofonda nella vergogna e nel ridicolo, per non parlare del pattume.
Non so neanche da che parte cominciare e vado a caso, tanto qualsiasi argomento si attaglia al tema di fondo: la tragicommedia.
Nel ministero del turismo si spostano come elefanti in una cristalleria, e quando si muovono fanno tanti danni che nemmeno gli specialisti di Murano riuscirebbero a rimettere insieme i cocci, infatti arrivano le ultime notizie o se preferite disgrazie; l’84 per cento degli italiani hanno vissuto un’esperienza spiacevole in hotel durante le proprie vacanze.
Dopo la notizia del conto truffa da 700 euro presentato da un ristorante romano a una coppia di turisti giapponesi, l'autorevole Asahi Shimbun, il secondo quotidiano del Sol Levante, traccia un quadro fosco dell'ospitalità italica nei confronti dei turisti, con servizi di bassa qualità e prezzi illegali; 6 euro per un cono gelato, mentre il "menù turistico" si rivela una vera trappola.Per non parlare dei furti, della disorganizzazione delle ferrovie e della sporcizia delle strade, mentre un bicchiere di vino spesso viene fatto pagare 5-6 euro, pur non essendo né DOC né IGP.
Tassisti abusivi che riescono quasi a triplicare l’importo della corsa e vale a dire da 40 a 100 ed oltre euro e ombrelloni e lettini più cari d’Europa fanno da contorno a questo eclatante marketing turistico e non va meglio ad un italiano residente a Miami in vacanza da amici a Milano dove cerca una tintoria…614 euro per dieci camicie, sette T-shirt e due paia di jeans; sarebbe stato più economico comprarseli nuovi.Scorriamo velocemente i giornali e scopriamo che oltre 600 tonnellate di alimenti irregolari ed in cattivo stato di conservazione o scaduti, sono stati tolti dal circuito commerciale nelle strutture di interesse turistico, nonché 26.000 litri di latte di ignota provenienza ed è notizia recente che altri sequestri di svariate tonnellate di prodotti alimentari, sono stati effettuati dalle forze dell’ordine.A questo punto ci mancava solo una chiusura per ‘ndrangheta, e infatti viene chiuso il prestigioso Café de Paris, quello della dolce vita e non nuovo a queste; i cibi erano mal conservati, cucine e bagni sporchi all’inverosimile mentre il proprietario è stato anche accusato di tentata violenza nei confronti di una dipendente.Per rimanere in tema, pochi giorni fa, una turista olandese di 18 anni e' stata stuprata in spiaggia davanti agli occhi del fidanzatino da due sconosciuti, ma queste notizie oramai sono di routine. Dulcis in fundo il fallimento della compagnia aerea MyAir seguita a sua volta da quello del tour operator Todomondo, infatti lascia a terra circa 5.000 passeggeri che avevano già pagato le proprie vacanze.Tutto questo in neanche un mese e mentre le testate giornalistiche mondiali si sbizzarriscono nel descriverci, noi perdiamo turisti, considerazione e l’opportunità di ripresa attraverso la più grande azienda italiana; il turismo, lasciando a casa un centinaio di migliaia di lavoratori del settore.
La contromossa del governo è che oltre ai cristalli, continuano a romperci gli “zebedei” dichiarando inopinatamente che il turismo va bene e che molte delle nuove (?) causali sono sotto le “loro” considerazioni; mentre invece scopriamo che già dal 1984 il quotidiano La Repubblica elencava tutte queste identiche cose.
Soluzioni (?), al prossimo giro, forse!
sabato 15 agosto 2009
Sempre più sofficemente
A vedere quanti soldi si buttano dalla finestra viene un attacco di bile.
Non soldi privati, intendiamoci, ma pubblici cioè dei cittadini italiani martirizzati dal fisco.
Lo Stato da circa quarant’anni si è specializzato nelle operazioni più fantasiose di spreco e questo è noto.
Ma un conto è parlarne per sentito dire, un altro è costatare cifre alla mano (tabelle ufficiali) con quanta disinvoltura e incoscienza i governanti hanno triturato risorse strappate al nostro lavoro.
Una crisi finanziaria ed economica epocale si è abbattuta sul mondo ed evitare gli sperperi dovrebbe essere un imperativo categorico ma soprattutto le “palanche” andrebbero spese per produrre e non per favorire l’uno, l’altro, o forse per sistemare e contraccambiare l’amico del parente in posizioni lavorative di pregio che non si meritano ma soprattutto, che non sanno fare.
E che soluzioni può adottare una persona che si trova lì, se non inventarsi qualche dichiarazione per sviare gli stolti o probabilmente a caldeggiare a sua volta chissà quali interessi?
Suvvia!
Affermazioni come nel recente caso dove le più alte autorità del turismo nostrano e vale a dire Ministro, presidenti di associazioni, assessori, professoroni universitari, capi di qua o capi di là, che continuamente ci fanno due maroni così nel dire che la tipologia o la durata delle vacanze sta cambiando, che i turisti stanno scegliendo le seconde case o che ci sono troppi casi di ladrocinio nei confronti del turista e che bisogna finalmente far fronte a questi nuovi problemi per risollevare il settore.
Nuovi (?) una benemerita “mazza”, andate a vedervi cosa scriveva la Repubblica l’8 luglio 1984 (venticinque anni fa), in merito alla durate delle vacanze…: “E' il trionfo della vacanza veloce, non più ferie lunghe ma periodi ridotti, possibilmente abbinati a festività, per non perdere troppi giorni e questo è il nuovo criterio seguito dagli italiani per il periodo estivo”.
Oppure leggetevi la nota del 15 luglio dello stesso anno sulle seconde case, low cost e destagionalizzazione…: “Anno del trionfo per il turismo da week-end, 33 voli charter che tra ieri e oggi atterrano all' aeroporto di Miramare di Rimini e si sono invece riempite le seconde case”.
Mentre in merito alle truffe c’è l’articolo del 15 agosto 1984…: “Così ti derubo il turista che ne è uscito un "libro bianco" sui soprusi piccoli e grandi che si subiscono in questo scorcio d' estate 1984 lungo migliaia di chilometri di coste, in montagna o ai laghi”.
Beh, che dire; venticinque e più anni che ci propinano le stesse cose e le raccontano come nuove, mentre delle soluzioni non se ne parla, d’altronde cosa ne sanno; sono lì per "merito".
Non soldi privati, intendiamoci, ma pubblici cioè dei cittadini italiani martirizzati dal fisco.
Lo Stato da circa quarant’anni si è specializzato nelle operazioni più fantasiose di spreco e questo è noto.
Ma un conto è parlarne per sentito dire, un altro è costatare cifre alla mano (tabelle ufficiali) con quanta disinvoltura e incoscienza i governanti hanno triturato risorse strappate al nostro lavoro.
Una crisi finanziaria ed economica epocale si è abbattuta sul mondo ed evitare gli sperperi dovrebbe essere un imperativo categorico ma soprattutto le “palanche” andrebbero spese per produrre e non per favorire l’uno, l’altro, o forse per sistemare e contraccambiare l’amico del parente in posizioni lavorative di pregio che non si meritano ma soprattutto, che non sanno fare.
E che soluzioni può adottare una persona che si trova lì, se non inventarsi qualche dichiarazione per sviare gli stolti o probabilmente a caldeggiare a sua volta chissà quali interessi?
Suvvia!
Affermazioni come nel recente caso dove le più alte autorità del turismo nostrano e vale a dire Ministro, presidenti di associazioni, assessori, professoroni universitari, capi di qua o capi di là, che continuamente ci fanno due maroni così nel dire che la tipologia o la durata delle vacanze sta cambiando, che i turisti stanno scegliendo le seconde case o che ci sono troppi casi di ladrocinio nei confronti del turista e che bisogna finalmente far fronte a questi nuovi problemi per risollevare il settore.
Nuovi (?) una benemerita “mazza”, andate a vedervi cosa scriveva la Repubblica l’8 luglio 1984 (venticinque anni fa), in merito alla durate delle vacanze…: “E' il trionfo della vacanza veloce, non più ferie lunghe ma periodi ridotti, possibilmente abbinati a festività, per non perdere troppi giorni e questo è il nuovo criterio seguito dagli italiani per il periodo estivo”.
Oppure leggetevi la nota del 15 luglio dello stesso anno sulle seconde case, low cost e destagionalizzazione…: “Anno del trionfo per il turismo da week-end, 33 voli charter che tra ieri e oggi atterrano all' aeroporto di Miramare di Rimini e si sono invece riempite le seconde case”.
Mentre in merito alle truffe c’è l’articolo del 15 agosto 1984…: “Così ti derubo il turista che ne è uscito un "libro bianco" sui soprusi piccoli e grandi che si subiscono in questo scorcio d' estate 1984 lungo migliaia di chilometri di coste, in montagna o ai laghi”.
Beh, che dire; venticinque e più anni che ci propinano le stesse cose e le raccontano come nuove, mentre delle soluzioni non se ne parla, d’altronde cosa ne sanno; sono lì per "merito".
Unica fermata?
Mettiamoci pure il cuore in pace perché qui in Italia non cambierà mai niente mentre se qualcosa muta, sarà sempre in peggio e ci stiamo andando tutti...
Infatti da paese di Santi, poeti e navigatori siamo diventati una nazione da spaghetti, pizza, mafia e mandolino e se pensiamo che quelli là a governare ce li mettiamo noi; beh, qualche problema lo dobbiamo avere.
Se poi rovistiamo tra gli eletti scopriamo che i peggiori vanno sempre a finire lì, a presiedere istituzionalmente la maggiore azienda italiana; il turismo.
D’altronde dell’altro m’intendo poco e quindi scrivo del settore che più conosco; lo facessero anche gli altri, ma vabbé.
Che la crisi mondiale avrebbe limitato le vacanze dei residenti era una cosa semplice da capire ma non per la Brambilla ed il suo entourage, né tanto meno, probabilmente, l’hanno capito le 10.000 e uno associazioni del turismo, gli 8,000 ca. assessori al medesimo, professoroni e via dicendo, con giornalisti inclusi.
Nessuno l’ha detto.
E neppure uno l’ha scritto che fior di quattrini spesi per pubblicizzare (a noi) il nostro paese sarebbe risultato uno spreco; lo fanno già le singole regioni ed i proprietari delle locazioni stesse e l’hanno capito anche i tedeschi.
Ed è appunto scorrendo il Sueddeutsche Zeitung (SZ), il maggiore quotidiano nazionale, che pubblica i risultati di uno studio in base al quale quest'anno 43,4 milioni di tedeschi, su una popolazione di 82 milioni, sceglierà come meta delle vacanze il proprio Paese, in particolare le spiagge del Baltico e del Mare del Nord, con un incremento del 3,4 per cento rispetto all'anno passato.
Per chi invece e' deciso ad andare all'estero, la destinazione privilegiata rimane sempre la Spagna, seguita da Grecia, Turchia e solo 4a l’Italia.
I tedeschi pretendono sicurezza, spiega la "SZ", soprattutto per quanto riguarda la qualità e la spesa per le vacanze, come dichiarato da Susanne Stuenckel, portavoce di Tui, il maggiore tour operator mondiale.
Mentre la Brambilla ci riempie di nuovo con le solite str…anezze e vale a dire che per quanto riguarda i flussi turisti internazionali verso il nostro Paese, è possibile affermare che, ad esempio riguardo alla Germania, l'Italia stia rimontando interessanti quote di mercato rispetto allo scorso anno e che la campagna di comunicazione "Italia Muchmore", da noi realizzata (e profumatamente pagata) ha visto la trasmissione di numerosi spot nelle principali emittenti televisive Europee, che dopo tre anni di silenzio, ha contribuito a stimolare nuovamente i flussi turistici verso il nostro Paese
Ma come, i tedeschi dicono l’incontrario, o forse la signora sa fare meglio i conti, in casa loro?
Balle!
Ma soprattutto soldi sprecati e che sarebbero stati utili per migliorare la qualità turistica nazionale.
Ferma, voglio scendere!
Infatti da paese di Santi, poeti e navigatori siamo diventati una nazione da spaghetti, pizza, mafia e mandolino e se pensiamo che quelli là a governare ce li mettiamo noi; beh, qualche problema lo dobbiamo avere.
Se poi rovistiamo tra gli eletti scopriamo che i peggiori vanno sempre a finire lì, a presiedere istituzionalmente la maggiore azienda italiana; il turismo.
D’altronde dell’altro m’intendo poco e quindi scrivo del settore che più conosco; lo facessero anche gli altri, ma vabbé.
Che la crisi mondiale avrebbe limitato le vacanze dei residenti era una cosa semplice da capire ma non per la Brambilla ed il suo entourage, né tanto meno, probabilmente, l’hanno capito le 10.000 e uno associazioni del turismo, gli 8,000 ca. assessori al medesimo, professoroni e via dicendo, con giornalisti inclusi.
Nessuno l’ha detto.
E neppure uno l’ha scritto che fior di quattrini spesi per pubblicizzare (a noi) il nostro paese sarebbe risultato uno spreco; lo fanno già le singole regioni ed i proprietari delle locazioni stesse e l’hanno capito anche i tedeschi.
Ed è appunto scorrendo il Sueddeutsche Zeitung (SZ), il maggiore quotidiano nazionale, che pubblica i risultati di uno studio in base al quale quest'anno 43,4 milioni di tedeschi, su una popolazione di 82 milioni, sceglierà come meta delle vacanze il proprio Paese, in particolare le spiagge del Baltico e del Mare del Nord, con un incremento del 3,4 per cento rispetto all'anno passato.
Per chi invece e' deciso ad andare all'estero, la destinazione privilegiata rimane sempre la Spagna, seguita da Grecia, Turchia e solo 4a l’Italia.
I tedeschi pretendono sicurezza, spiega la "SZ", soprattutto per quanto riguarda la qualità e la spesa per le vacanze, come dichiarato da Susanne Stuenckel, portavoce di Tui, il maggiore tour operator mondiale.
Mentre la Brambilla ci riempie di nuovo con le solite str…anezze e vale a dire che per quanto riguarda i flussi turisti internazionali verso il nostro Paese, è possibile affermare che, ad esempio riguardo alla Germania, l'Italia stia rimontando interessanti quote di mercato rispetto allo scorso anno e che la campagna di comunicazione "Italia Muchmore", da noi realizzata (e profumatamente pagata) ha visto la trasmissione di numerosi spot nelle principali emittenti televisive Europee, che dopo tre anni di silenzio, ha contribuito a stimolare nuovamente i flussi turistici verso il nostro Paese
Ma come, i tedeschi dicono l’incontrario, o forse la signora sa fare meglio i conti, in casa loro?
Balle!
Ma soprattutto soldi sprecati e che sarebbero stati utili per migliorare la qualità turistica nazionale.
Ferma, voglio scendere!
venerdì 14 agosto 2009
Ma se ghe pensu
Eh si, Disneyland aveva "quasi" scelto Genova senonché ...
Non ricordo più quale famoso cervellone ha coniato questa frase destinata a diventare un tormentone per molto tempo, e vale a dire: "per rovinare una nazione o una città la stupidità non è indispensabile, ma aiuta".
Si era infatti nel 1984 e, se non ricordo male, l'allora presidente della Walt Disney, Ron Miller, venne a Genova dove si incontrò con il presidente degli industriali di Genova, Riccardo Garrone, attuale presidente della Sampdoria, che accompagnato dallo stratega Vittorio Uckmar, massimo esperto tributario italiano, stabilirono le basi e non solo per la costruzione della Disneyland europea.
Posso assicurarvi che questi due quando si muovono per uno scopo difficilmente non arrivano alla meta, figuriamoci se insieme.
Per circa un anno nella mia amata città non si parlò d'altro poiché dopo la crisi del suo modello di sviluppo, con la siderurgia in ginocchio, la cantieristica priva di prospettive e il porto sempre più preda nella concorrenza di Livorno e La Spezia , questa opportunità sarebbe risultata una notevole boccata d'ossigeno; anzi, qualcosa di molto, di molto di più.
Infatti l 'Investimento iniziale per Disneyland, 1500 miliardi di lire per seimila addetti diretti e un 'occupazione indotta di oltre trentamila unità, sarebbe stato in grado di rilanciare l'economia locale.
Con un 'affluenza di dieci milioni di visitatori all'anno, tanti quanti a Tokio, la spesa complessiva si sarebbe dovuta aggirare intorno ai 2500 miliardi e produrre lavoro, reddito e profitto per alberghi, ristoranti, centri commerciali, servizi di trasporto e attività terziarie.
Insomma, la manna dal cielo.
Inutile elencarvi le varie diatribe tra chi lo voleva (in maggioranza industriali) e chi no (in maggioranza politici) fino all'ultima decisione del sindaco di allora, Fulvio Cerofolini che suonò, sempre che non ricordi male, un pò così: Non saremo mai la città dei camerieri!
Amen!
C'è anche da dire che difficilmente nella politica industriale le decisioni le prende una sola persona, ed è quindi probabile che quella scellerata (imho) scelta fu presa dal team che a quei tempi regnava sulla città.
Conoscevo Fulvio Cerofolini, e parte il rispetto che nutrivo per la persona, beh; non reputo che l'avesse pensata proprio così.
Stessa sorte si ebbe anche quando gli americani sembravano decisi a sbarcare a Genova non solo con Topolino e Paperino col progetto per la "Disneyland europea", ma anche nell 'ambito dell' informatica.
Si sarebbe ottenuto qualche altro migliaio di posti lavorativi, eccetera eccetera.
Le basi per i primi accordi operativi furono fatte nel corso di una visita a Genova, dal professore Steve Cohen, ex direttore del Centro Studi "di Berkeley, in California, uno dei" cervelli "di Silicon Valley e che fu ospite dell ' ex presidente degli industriali di Riccardo Garrone, si, ancora lui; uno dei pochissimi che vede oltre l'angolo nella mia città.
Ma anche questo sogno finì così com'era cominciato.
E la storia continua.
giovedì 13 agosto 2009
Se io fossi il Ministro del turismo italiano
Se io fossi il Ministro del turismo italiano organizzerei la settimana “Se io fossi il Ministro del turismo italiano”.
Inutile dirlo, la mia è una provocazione, perché dalla data del mio recente rientro in Italia credo d’aver seguito molto attentamente le dichiarazioni dei “Guru” nostrani in merito a questo settore e mai, ripeto mai, a mio modesto parere, ho ascoltato delle innovazioni, novità di un certo interesse o quant’altro di produttivo per ripristinare l’azienda che è il maggior produttore del Pil nazionale.
Viceversa, confrontandomi e curiosando attraverso il web, ho ascoltato e letto, da parte di persone del mestiere ma non inserite in direttivi (molto spesso per proprio volere), molte idee di un certo spessore produttivo e logistico nei confronti del turismo; ma, ahimè, rimaste inascoltate.
Quindi perché non fornire la possibilità, a chi mai l’ha avuta, di elencare i propri concetti in presenza dei responsabili del turismo, ministro compreso?
Mi si verrà a dire che in ogni regione esistono gli stati generali del turismo che sono preposti allo studio di questa materia, ma avendone fatto parte a livello direttivo, posso probabilmente assicurare che a nulla servono se non per elencare le stesse cose delle decadi passate o forse per usare l’arte del lecchinaggio nei confronti dell’autorità politica presente, istituzionale o aziendalmente parentale di maggior spicco.
Motivo per cui ho fatto in fretta ad uscirne.
In politica e non solo si usa così; dipende dai “veri attributi” di chi comanda o presiede.
Innanzi tutto si avrebbe un valido incremento di presenze nella località prescelta e una precedente scrematura porterebbe a dei validi suggerimenti, a patto che a parlare non siano i soliti rappresentanti delle varie associazioni, istituzioni, università ed altro che logorroicamente negli anni in corso, come in quelli passati, ci hanno omaggiato di discorsi improduttivi (i risultati mi sembra lo confermino); ma magari tacere ed ascoltare.
Albergatori, Tour Operator, B&B, agroturismo, balneare ed il resto scremato a priori e finalmente si potrebbe parlare di cenni di meritocrazia; si quella “strana cosa” tanto elencata prima delle votazioni, ma subito dopo, mai seguita.
Sicuramente questa cosa farà sorridere o qualcuno addirittura si sganascerà dalle risa; almeno fino a quando non lo vedremo attuato in un altro paese, ma come sopraddetto; la mia è solo una provocazione.
Una storia italiana.
mercoledì 12 agosto 2009
E no che non ci credo
Abbiamo capito come andrà a finire, in niente…e chi pensa ad una imminente pulizia generale per far fronte a cose come la recente di Todomondo, s’illude.
Nessuno (quelli che possono) ha voglia di aprire gli armadi perché tutti, chi più chi meno, hanno degli scheletri nascosti.
Non ho notizie ma sensazioni, forse le stesse che hanno tutti.
Ho letto e riletto le causali del disastro perpetrato da quel tour operator a danno di qualche migliaio di persone che si sono trovate in braghe di tela per causa di una malandrinata, e non c’ho capito nulla.
Tutti riversano la colpa sugli altri; ma questi son compiti della magistratura, se vorrà capirci.
I malandrini (il serpente) sono sempre esistiti fin dai tempi di quei pirloni di Adamo ed Eva, ma non avevano avuto nessuno a consigliarli e forse per questo li scuso, ma s’intende, non troppo.
Nel caso Todomondo credo che la responsabilità, oltre che quella dei disonesti, sia da attribuire a coloro che dovevano vigilare e vale a dire quegli enti pubblici che, designati al controllo, hanno omesso di svolgere il compito loro assegnato; le Provincie.
Tutto questo nonostante l’associazione italiana degli agenti di viaggio (Autotutela), già dal marzo scorso, avesse più volte sollecitato i preposti alla vigilanza affinché venissero chiarite dubbie posizioni su licenze, polizze assicurative, elementi contrattuali vessatori, richieste e modalità di pagamento difformi dai dettati di Legge, ecc. ecc.; ma né la Provincia di Varese, né quella di Milano li hanno voluto considerare.
Che dire; meglio non dire, si aprirebbero delle voragini molto profonde, ma una cosa la dico…ma che ci stanno a fare?
Dulcis in fundo, la Michela Brambilla, che probabilmente non era a conoscenza del caso (forse che i tour operator non facciano parte del dicastero del turismo?), attiva subito il Fondo di Garanzia (dove dicono non vi sia deposto neanche un euro) a favore dei turisti colpiti dal crack di Todomondo.
Personalmente, e me ne dispiace veramente, ritengo non sia giusto rimborsare quelli che hanno acquistato alcuni pacchetti Todomondo tramite internet poichè l’art 712 del Codice Penale che tratta del reato di “incauto acquisto”, e vale a dire quando il compratore acquista o riceve cose che, per la loro qualità o la condizione di chi le offre, o il prezzo, possano far sospettare che provengano da reato.
D’altronde il Fondo di Garanzia non è nato per concedere “lasciapassare” ai truffatori o agli illusi ma per intervenire in gravi situazioni, cosa che la vicenda Todomondo certo non è.
Conclusione (la mia), troppi cani che si mordono la coda da soli e gira gira probabilmente finirà nel solito nulla; altri eclatanti casi sono accaduti negli anni addietro, e poi eccoli riapparire di nuovo ogni benedetta estate.
I furfanti sono sempre esistiti, le istituzioni preposte al controllo lasciamo perdere, mentre il ministro del turismo; vabbé.
Siamo uomini di mondo e consapevoli che qualcuno pronto ad andare in soccorso di chi è in difficoltà non manca mai.
Si intende, non gratis.
“Do ut des”, io do una cosa a te e tu ne dai una a me.
E la storia continua...
Nessuno (quelli che possono) ha voglia di aprire gli armadi perché tutti, chi più chi meno, hanno degli scheletri nascosti.
Non ho notizie ma sensazioni, forse le stesse che hanno tutti.
Ho letto e riletto le causali del disastro perpetrato da quel tour operator a danno di qualche migliaio di persone che si sono trovate in braghe di tela per causa di una malandrinata, e non c’ho capito nulla.
Tutti riversano la colpa sugli altri; ma questi son compiti della magistratura, se vorrà capirci.
I malandrini (il serpente) sono sempre esistiti fin dai tempi di quei pirloni di Adamo ed Eva, ma non avevano avuto nessuno a consigliarli e forse per questo li scuso, ma s’intende, non troppo.
Nel caso Todomondo credo che la responsabilità, oltre che quella dei disonesti, sia da attribuire a coloro che dovevano vigilare e vale a dire quegli enti pubblici che, designati al controllo, hanno omesso di svolgere il compito loro assegnato; le Provincie.
Tutto questo nonostante l’associazione italiana degli agenti di viaggio (Autotutela), già dal marzo scorso, avesse più volte sollecitato i preposti alla vigilanza affinché venissero chiarite dubbie posizioni su licenze, polizze assicurative, elementi contrattuali vessatori, richieste e modalità di pagamento difformi dai dettati di Legge, ecc. ecc.; ma né la Provincia di Varese, né quella di Milano li hanno voluto considerare.
Che dire; meglio non dire, si aprirebbero delle voragini molto profonde, ma una cosa la dico…ma che ci stanno a fare?
Dulcis in fundo, la Michela Brambilla, che probabilmente non era a conoscenza del caso (forse che i tour operator non facciano parte del dicastero del turismo?), attiva subito il Fondo di Garanzia (dove dicono non vi sia deposto neanche un euro) a favore dei turisti colpiti dal crack di Todomondo.
Personalmente, e me ne dispiace veramente, ritengo non sia giusto rimborsare quelli che hanno acquistato alcuni pacchetti Todomondo tramite internet poichè l’art 712 del Codice Penale che tratta del reato di “incauto acquisto”, e vale a dire quando il compratore acquista o riceve cose che, per la loro qualità o la condizione di chi le offre, o il prezzo, possano far sospettare che provengano da reato.
D’altronde il Fondo di Garanzia non è nato per concedere “lasciapassare” ai truffatori o agli illusi ma per intervenire in gravi situazioni, cosa che la vicenda Todomondo certo non è.
Conclusione (la mia), troppi cani che si mordono la coda da soli e gira gira probabilmente finirà nel solito nulla; altri eclatanti casi sono accaduti negli anni addietro, e poi eccoli riapparire di nuovo ogni benedetta estate.
I furfanti sono sempre esistiti, le istituzioni preposte al controllo lasciamo perdere, mentre il ministro del turismo; vabbé.
Siamo uomini di mondo e consapevoli che qualcuno pronto ad andare in soccorso di chi è in difficoltà non manca mai.
Si intende, non gratis.
“Do ut des”, io do una cosa a te e tu ne dai una a me.
E la storia continua...
martedì 11 agosto 2009
Volare, oh oh
Ahi ahi ahi, arieccoci ma soprattutto aridaie.
Lo scorso 2 agosto, per dare una parvenza di credibilità alla dichiarazione sull’incremento (?) del 7% dei turisti, la signora ministro Michela Brambilla, ha affermato che molti di questi si orientavano su soluzioni diverse preferendo seconde case, agriturismi e bed & breakfast attraverso il last minute che notoriamente avviene in gran parte per mezzo di voli aerei.
In quanto agli agriturismi avevamo già avuto modo di confutare i suoi dati per mezzo della dichiarazione del Presidente di Agriturist (Confagricoltura), Vittoria Brancaccio, che dichiarava praticamente l'opposto, mentre l’occupazione media dei posti letto negli agriturismi sarebbe decisamente da crisi.
Per i B&B è innegabile che l’aumento ci sia, considerato che questa tipologia turistica ha raggiunto in pochissimi anni il numero di circa 20.000 locazioni (+300%).
Quindi per avere almeno un riscontro a queste affermazioni restavano i voli last minute, che però ancora una volta, per ironia della sorte, non trovano conferma nelle sue teorie, anzi.
Infatti, a rinfrescarci le idee ci pensa la Iata, l’associazione mondiale delle compagnie aeree che rappresenta circa 230 compagnie, ovvero il 93% del traffico internazionale di linea e The Association of European Airlines (AEA) che ha dichiarato che il traffico intra-europeo è stato del -6,3%; il Nord Atlantico è stato a meno 7,% mentre il più colpito è stato il mercato tra l'Europa e l'Estremo Oriente, a -10,7.
Giovanni Bisignani, l’amministratore delegato della Iata, ha spiegato che questa crisi, che il mondo intero sta attraversando, non ha alcun precedente storico, si tratta di una situazione addirittura peggiore rispetto a quella che si era venuta a creare all’indomani dell’11 Settembre 2001 dove il fatturato della compagnie aeree subì un calo del 7% mentre ora si parla di una perdita del 15%.
Quindi com’è possibile un incremento turistico di quelle proporzioni (+7%) basandosi in gran parte sui last minute se questi invece...?
Mi e ci consenta; capiamo l’ottimismo ma la presa per il fondo, quella no!
Arlecchino o Pulcinella
Mentre noi c’inquietiamo in questo allegro paese governato o da Arlecchino o da Pulcinella, chi vuole aprire un centro estetico deve farlo gestire per legge da un estetista, chi vuol aprire una palestra deve avere un gestore con la laurea in scienze motorie, chi un centro massaggi un laureato in massofisioterapia, chi uno studio legale un avvocato, commercialista laurea in economia, eccetera, eccetera, per non parlare poi dei notai.
E fin qui siamo in perfetto accordo.
Qualunque persona invece può aprire un ristorante (esiste un tesserino per il cuoco?) o una qualsiasi struttura turistica (addirittura in casa propria), chiunque può fingere di gestire un resort o un albergo, chicchessia può fare le parole crociate nelle pro-loco, negli uffici del turismo, negli istituti di cultura.
Mentre il mondo ci deride ed ha sempre considerato il nostro dipartimento turistico un ricovero per trombati politici, nullafacenti ed incompetenti, contemporaneamente godono del nostro declino irreversibile e a nulla valgono i molteplici inutili ed irrealizzati proclami e gli pseudo buoni propositi di quel politico o quel presidente, di quella università o centro studi, che quei fiumi di finanziamenti da destra a sinistra su progettini o progettoni, iniziative e osservatori, consulenze e piani di sviluppo, cambino davvero le cose.
Come il continuo spreco di tempo e denaro o dalle forze lobbistiche che da sempre hanno costretto al silenzio questo settore impedendogli una crescita degna di una grande paese a vocazione turistica.
Quanti esempi ne abbiamo!
Scorriamo il curriculum di chi dovrebbe tutelare la prima azienda nazionale e scopriamo commercialisti o architetti, avvocati o ingegneri, giornalisti o professoroni in vattelapesca.
Ma che cosa ne sanno?
Mi chiedo allora cosa fanno tutti quei professionisti che hanno una esperienza consolidata nello sviluppo turistico, cosa sono quell’esercito di giovani che sono formati e si formano alle problematiche di sviluppo turistico, sostenibile e non, nelle università italiane.
Se non servono a niente, perché esistono?
La Ministro del turismo è laureata in filosofia e si occupava di pesce congelato; il responsabile della commissione eno-gastronomica, PierLuigi Rocchetti, è un giornalista cinematografico; il capo della segreteria tecnica del ministero del turismo, Carlo Modica de Mohac, che doveva essere nominato commissario delegato per il ripristino turistico dell’Abruzzo ma poi stoppato per intervento di Bertolaso, è un Magistrato presso il TAR Lazio; Angelo Canale, il capo dipartimento, è un’ex vice procuratore della Corte dei Conti ed ex assessore romano al patrimonio; poi tanti altri che col turismo…forse le settimane bianche o qualche nuotata al lago o al mare.
E qui mi fermo perché non voglio perdere altro tempo a cercare chi è questo o chi è quello; non mi e non ci interessa; i risultati che possono estrapolare l’immaginiamo e li vediamo.
Ma per produrre qualcosa dovranno, e quindi dovremo, pagare degli esperti, ma su che base potranno capire quello che è giusto e produttivo per il nostro paese in un'ambito che non conoscono?
E’ come se io dovessi occuparmi di medicina e dovessi ascoltare numerosi luminari con teorie discordanti; chi dirà la cosa giusta?
Probabilmente loro si affideranno all’intuito, alla simpatia del narratore, all’amicizia o qualcosa d'altro di...boh (?), e la storia continua.
Arlecchino o Pulcinella?
E fin qui siamo in perfetto accordo.
Qualunque persona invece può aprire un ristorante (esiste un tesserino per il cuoco?) o una qualsiasi struttura turistica (addirittura in casa propria), chiunque può fingere di gestire un resort o un albergo, chicchessia può fare le parole crociate nelle pro-loco, negli uffici del turismo, negli istituti di cultura.
Mentre il mondo ci deride ed ha sempre considerato il nostro dipartimento turistico un ricovero per trombati politici, nullafacenti ed incompetenti, contemporaneamente godono del nostro declino irreversibile e a nulla valgono i molteplici inutili ed irrealizzati proclami e gli pseudo buoni propositi di quel politico o quel presidente, di quella università o centro studi, che quei fiumi di finanziamenti da destra a sinistra su progettini o progettoni, iniziative e osservatori, consulenze e piani di sviluppo, cambino davvero le cose.
Come il continuo spreco di tempo e denaro o dalle forze lobbistiche che da sempre hanno costretto al silenzio questo settore impedendogli una crescita degna di una grande paese a vocazione turistica.
Quanti esempi ne abbiamo!
Scorriamo il curriculum di chi dovrebbe tutelare la prima azienda nazionale e scopriamo commercialisti o architetti, avvocati o ingegneri, giornalisti o professoroni in vattelapesca.
Ma che cosa ne sanno?
Mi chiedo allora cosa fanno tutti quei professionisti che hanno una esperienza consolidata nello sviluppo turistico, cosa sono quell’esercito di giovani che sono formati e si formano alle problematiche di sviluppo turistico, sostenibile e non, nelle università italiane.
Se non servono a niente, perché esistono?
La Ministro del turismo è laureata in filosofia e si occupava di pesce congelato; il responsabile della commissione eno-gastronomica, PierLuigi Rocchetti, è un giornalista cinematografico; il capo della segreteria tecnica del ministero del turismo, Carlo Modica de Mohac, che doveva essere nominato commissario delegato per il ripristino turistico dell’Abruzzo ma poi stoppato per intervento di Bertolaso, è un Magistrato presso il TAR Lazio; Angelo Canale, il capo dipartimento, è un’ex vice procuratore della Corte dei Conti ed ex assessore romano al patrimonio; poi tanti altri che col turismo…forse le settimane bianche o qualche nuotata al lago o al mare.
E qui mi fermo perché non voglio perdere altro tempo a cercare chi è questo o chi è quello; non mi e non ci interessa; i risultati che possono estrapolare l’immaginiamo e li vediamo.
Ma per produrre qualcosa dovranno, e quindi dovremo, pagare degli esperti, ma su che base potranno capire quello che è giusto e produttivo per il nostro paese in un'ambito che non conoscono?
E’ come se io dovessi occuparmi di medicina e dovessi ascoltare numerosi luminari con teorie discordanti; chi dirà la cosa giusta?
Probabilmente loro si affideranno all’intuito, alla simpatia del narratore, all’amicizia o qualcosa d'altro di...boh (?), e la storia continua.
Arlecchino o Pulcinella?
sabato 8 agosto 2009
Il gigante e la bambina
Silvio Berlusconi l’ha definita una che non molla la presa, un’ira di Dio, una rompiballe che quando ti azzanna …ma questa volta si è scontrata con un caterpillar, Guido Bertolaso.
Ma chi è Guido Bertolaso che si è “permesso” di bloccare l’ordinanza ministeriale della Michela Brambilla che l’aveva redatta soli due giorni prima?
Nasce nel1950 e si laurea in medicina all'Università La Sapienza di Roma, consegue il Master of Science in Public Health presso la Liverpool School of Tropical Medicine. Alla fine degli anni '70 svolge attività di ricerca nel campo delle malattie tropicali in Africa ed è chiamato a dirigere la costruzione di ospedali in zone di guerra. Dal 1982 al 1990 coordina tutti i progetti sanitari, di emergenza e di assistenza umanitaria nei paesi in via di sviluppo.Nel 1990 viene nominato capo del Dipartimento e tre anni dopo capo di gabinetto del Ministero per gli Affari sociali. Sempre nel 1993 viene nominato vice direttore esecutivo dell'Unicef a New York mentre nel 1996 è capo del dipartimento della Protezione civile della presidenza del Consiglio dei ministri (governo Prodi I). Nel 1998 è vice commissario vicario per il "Grande Giubileo" dell'anno 2000. Dal settembre 1998 al dicembre 2002 è direttore generale dell'Ufficio nazionale per il Servizio civile mentre il 7 febbraio 2001, durante il governo Amato torna a capo della Protezione civile e gestore ufficiale del vertice Fao. Nel 2001 è chiamato a dirigere i grandi eventi: cerimonie di Stato, vertici internazionali, raduni di massa e Bertolaso si ritrova dunque in un ruolo nevralgico che spazia dalle epidemie alle alluvioni e persino alle parate dei capi di Stato. Tra il 2003 e il 2004 è nominato Commissario straordinario del governo per la prevenzione da rischi Sars poi commissario straordinario all'emergenza rifiuti in Campania, sottosegretario della Repubblica, Cavaliere di Gran Croce, Ordine al Merito della Repubblica italiana.
Insomma uno che può amministrare parecchi soldini senza intercessione alcuna e di cui sembra che molti si fidino.
Alcune considerazioni legali e giuridiche sono in corso ma di questo non voglio occuparmi, troppo complicato e non sono assolutamente in grado di dare alcuna opinione o presunta sentenza; c’è chi lo fa sicuramente meglio di me, ed oltre a tutto mi è anche simpatico poichè è persona che ama risolvere i problemi ed anche bene.
Della Brambilla non vorrei dire nulla che fosse antecedente alla sua nomina di responsabile del dicastero turistico, anche in questo caso non mi interessa; ma per il dopo, certamente si. Probabilmente 14 mesi di nullità, un buon portale per i 4 zampe (costo?) (non ce n'era già un'altro di Federalberghi) ... che però non è stata preceduta da un'informativa per i comuni o Capitanerie di Porto per permettere ai "cari amici" di fare un bagnetto,.... e poi il niente, solo parole, parole, parole e neanche ben dette, mentre il confronto professionale o l’esperienza tra i due non sussiste proprio.
Comunque lo scontro si verifica il 13 luglio scorso e vale a dire quando Bertolaso leggendo la Gazzetta ufficiale scopre che la Brambilla, con uno strumento eccezionale usato solo per calamità o grandi eventi, definisce 12 contratti a termine con i soldi occorrenti per il ripristino delle zone terremotate.
Il braccio destro del ministro del turismo, Carlo Modica de Mohac, veniva nominato commissario delegato, con una maggiorazione di stipendio del 25 per cento mentre lo stesso benefit viene erogato per tutti i dirigenti della Brambilla coinvolti. In più l'ufficio, per rilanciare il turismo in Abruzzo avrebbe assunto quattro consulenti giuridici con un'indennità di 30 mila euro l'anno. Il decreto parla anche di campagne pubblicitarie, scritturazione di registi e attori, appalti per mostre e concerti.
Il continuo della storia è quì
Comunque Bertolaso finisce di leggere, chiama Berlusconi, e il decreto viene abrogato. Personalmente comprendo l’utilità per il rilancio turistico della zona abruzzese ma credo che le priorità siano ben altre in questo momento, mentre per i vari benefit ai dirigenti della medesima, infatti La Michela Brambilla non parlava/parla sempre di meritocrazia ed il de Mohac cosa ne sa di turismo?
Vabbé!
venerdì 7 agosto 2009
Che gran divertimento
Ma si, divertiamoci un po’.
Infatti non passa giorno che non si riunisca qualche associazione di varia natura, assessorato, istituzione e chi più ne ha più ne metta, dove non si cerchi di risolvere i problemi del turismo nazionale.
In Italia esistono anche circa 8.000 assessori del turismo regionale, provinciale e comunale a cui si sommano anche quelli dei piccoli municipi cittadini, persone che nella quasi totalità non provengono dal settore turistico, ma se li senti parlare e non sei del mestiere ti incantano, mentre l’unica esperienza nel comparto l’hanno dalla settimana bianca fatta l’anno scorso o i 10 giorni trascorsi in qualche spiaggia tropicale.
E poi ci sono i Guru delle Università del turismo, a mio avviso i più pericolosi che sommati ai sopraddetti politici imprestati al settore, producono una poltiglia di un colore così sgradevole che sembra anche maleodorante.
Ebbene, si riuniscono e scrivono delle relazioni; sempre precise, puntuali e molto professionali mentre elencano dati e statistiche che lasciano i lettori estasiati da cotanta saggezza.
I titoli sono sempre gli stessi: Nasce un nuovo modo di fare turismo; Riunito il tavolo tecnico del turismo; Nuova forma di turismo sostenibile; Formazione turismo; Nuova associazione turismo; Progetto per il rilancio del turismo e inventatevi pure qualche altra frase che sicuramente è stata già scritta e detta.
Ma avete mai letto una relazione in merito?
E dai primi passi del Paperino di Walt Disney che scrivono le stesse identiche cose; il paragrafo tre è diventato il 5° e magari il 6° è stato messo al 1°, cambiano le date e le firme in calce (non tutte) ma il succo è sempre lo stesso.
Il nulla condito dal niente e prova ne è che nonostante siano stati usati fiumi di inchiostro, noi stiamo retrocedendo pur disponendo di una Ferrari di ultima generazione e perdendo il confronto con delle utilitarie di scarsa cilindrata.
Quale nazione è bella come la nostra e dispone del nostro patrimonio artistico - culturale al mondo?
Un piccolo esempio?
Semplice, il passante di Mestre; e vale a dire che se da cinque corsie ti immetti in solo due, per forza si crea un ingorgo.
10.001 associazioni per il turismo, 8.000 assessori al turismo ed i famosi Guru universitari del turismo, questa semplice cosa non l’hanno mai scritta?
Tutto questo succedeva prima, mentre adesso è anche peggio, c’hanno messo la Michela Brambilla e non so per quanto ci potremo divertire ancora, sicuramente gli altri paesi se la ridono; eccome se la ridono.
Ah dimenticavo ... gli ultimi dati sul turismo di oggi 7 agosto 2009 danno un -3,4% nei pernottamenti alberghieri (tra italiani e stranieri).
A questi dati va aggiunto, sempre a luglio, il -5,2% di lavoratori occupati (nel dettaglio dei quali il -5,9% a tempo indeterminato ed il -4,6% a tempo determinato).
Infatti non passa giorno che non si riunisca qualche associazione di varia natura, assessorato, istituzione e chi più ne ha più ne metta, dove non si cerchi di risolvere i problemi del turismo nazionale.
In Italia esistono anche circa 8.000 assessori del turismo regionale, provinciale e comunale a cui si sommano anche quelli dei piccoli municipi cittadini, persone che nella quasi totalità non provengono dal settore turistico, ma se li senti parlare e non sei del mestiere ti incantano, mentre l’unica esperienza nel comparto l’hanno dalla settimana bianca fatta l’anno scorso o i 10 giorni trascorsi in qualche spiaggia tropicale.
E poi ci sono i Guru delle Università del turismo, a mio avviso i più pericolosi che sommati ai sopraddetti politici imprestati al settore, producono una poltiglia di un colore così sgradevole che sembra anche maleodorante.
Ebbene, si riuniscono e scrivono delle relazioni; sempre precise, puntuali e molto professionali mentre elencano dati e statistiche che lasciano i lettori estasiati da cotanta saggezza.
I titoli sono sempre gli stessi: Nasce un nuovo modo di fare turismo; Riunito il tavolo tecnico del turismo; Nuova forma di turismo sostenibile; Formazione turismo; Nuova associazione turismo; Progetto per il rilancio del turismo e inventatevi pure qualche altra frase che sicuramente è stata già scritta e detta.
Ma avete mai letto una relazione in merito?
E dai primi passi del Paperino di Walt Disney che scrivono le stesse identiche cose; il paragrafo tre è diventato il 5° e magari il 6° è stato messo al 1°, cambiano le date e le firme in calce (non tutte) ma il succo è sempre lo stesso.
Il nulla condito dal niente e prova ne è che nonostante siano stati usati fiumi di inchiostro, noi stiamo retrocedendo pur disponendo di una Ferrari di ultima generazione e perdendo il confronto con delle utilitarie di scarsa cilindrata.
Quale nazione è bella come la nostra e dispone del nostro patrimonio artistico - culturale al mondo?
Un piccolo esempio?
Semplice, il passante di Mestre; e vale a dire che se da cinque corsie ti immetti in solo due, per forza si crea un ingorgo.
10.001 associazioni per il turismo, 8.000 assessori al turismo ed i famosi Guru universitari del turismo, questa semplice cosa non l’hanno mai scritta?
Tutto questo succedeva prima, mentre adesso è anche peggio, c’hanno messo la Michela Brambilla e non so per quanto ci potremo divertire ancora, sicuramente gli altri paesi se la ridono; eccome se la ridono.
Ah dimenticavo ... gli ultimi dati sul turismo di oggi 7 agosto 2009 danno un -3,4% nei pernottamenti alberghieri (tra italiani e stranieri).
A questi dati va aggiunto, sempre a luglio, il -5,2% di lavoratori occupati (nel dettaglio dei quali il -5,9% a tempo indeterminato ed il -4,6% a tempo determinato).
Iscriviti a:
Post (Atom)