venerdì 9 dicembre 2011

Lettera chiusa al Ministro del turismo Piero Gnudi


Illustrissimo Ministro del turismo Piero Gnudi,

La prego volermi perdonare la presunzione, ma dopo quarant’anni di amato lavoro nel turismo mi sono permesso di scriverLe qualche suggerimento per il ripristino immediato del turismo italiano, e che sono gelosamente custoditi all’interno di questa lettera.

Una missiva chiusa perché Lei, non avendo mai operato nel comparto di cui attualmente si occupa non potrebbe (forse) mai comprendere; quindi è schiettamente inutile aprirla.
Diciamo che l’è un po’ come s’io leggessi una relazione sull’uso dell’energia elettrica e derivati ... cosa mai potrei capire di quello che l'è scritto all'interno?
Chiaro che ci vorrebbe del gran tempo.

Solo ch’io non sono stato incaricato di “salvare” l’Enel e i suoi dipendenti (e hanno fatto bene), mentre Lei l’è stato per quanto riguarda il turismo nazionale.
Ora, non so se chi l'ha chiamata abbia fatto bene, ma sono certo che ha fatto male (opinione strettamente personale).

P.S.: Mi permetto però ricordarLe che oltre due milioni di persone che lavorano seriamente nel settore aspettano che Lei si faccia vivo.
E magari dopo venti giorni dalla data del suo insediamento … almeno un colpo di tosse, che diamine.

Cordialmente ... ma non troppo.

13 commenti:

  1. non è che non gli arriva?
    è prima ministro degli affari regionali..e il postino conosce solo quella di prima..

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  2. Come al solito ORIGINALE !

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  3. Io fossi in te, per sicurezza ne manderei una copia a... Chi l'ha Visto?

    :-)

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  4. @Jennaro


    Già fatto, e speriamo in bene che almeno loro sappiano dirci dov'è, ma soprattutto il che cosa fa.
    Mah?

    ;-)

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  5. Il contenuto della lettera qual'è?

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  6. La chiacchierata è di buon senso. Non lo sono gli italiani.
    È chiamata “manovra salva Italia”, ma è solo una “manovra salva statali”, e Mariuccio è un miserabile statale. Né un genio, né uno capace perché nessuno lo sa che ha combinato di buono.
    Berlusconi lo designò commissario europeo di quel parlamento dove c’è anche Mastella, un altro genio.
    Segno che i geni non sono tra chi non riesce a combinare nulla se non supportato da qualcun altro.
    Il contrario del più umile imprenditore.

    Tutti sanno che l’Italia è fuori. Da cosa è fuori? Dal mondo, sicuramente dalla normalità.
    Lo Stato brucia il 60& IN PIU’ del PIL dichiarato ossia più del 50% di tutto il PIL compreso il sommerso.
    Significa che l’Italia vive esclusivamente grazie al sommerso e che se venisse alla luce non vi sarebbe più ricchezza da spendere perché per ogni 100 euro prodotte lo Stato ne chiede 120.

    È una nazione? No, è una buffonata. Trascinata dall’inerzia degli scrocconi e dalle palle al cazzo che preferiscono crepare con tutti i filistei.

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  7. complimenti per la trovata.

    questa anche non è male
    http://www.robertamilano.com/2011/11/lettera-aperta-al-ministro-del-turismo-piero-gnudi.html#comment-6a00d83451ec7d69e2015394305fda970b

    lettera aperta al Ministro del Turismo Piero Gnudi
    Egregio Ministro Gnudi, un governo tecnico è quanto molti di noi si aspettavano. La sua nomina sembra facilmente riconducibile all'intento di fare del turismo un'industria, un asset importante per il Paese da approcciare - finalmente - con competenze economiche. Approvo totalmente e su questo non indugio oltre. Mi permetto invece di segnalare brevemente quelli che io considero i nodi più importanti ed urgenti da sciogliere per avviare il settore ad una ripresa.

    1) GOVERNANCE: definire chi fa cosa.

    CHI: Ministro, Regioni, Province, APT/STL, Comuni, … una giungla di migliaia di enti (13000) che a vario titolo hanno voce in capitolo in materia turistica, una babele impossibile da gestire;
    COSA: quale ruolo ha la Governance ai vari livelli se mancano i fondi (tagli pesantissimi negli ultimi due anni) e mediamente mancano pure le competenze?
    2) Snellire una BUROCRAZIA anacronistica che sembra giustificare solo se stessa. Allunga i tempi e moltiplica i centri decisionali aumentando il gap già ampio che ci separa da altri competitor più bravi e flessibili di noi ad adattarsi alle rapide modifiche dei mercati e della domanda. Ad esempio il web, di cui mi occupo, è diventato fondamentale per il turismo ma è luogo in cui avvengono rapidissime variazioni da parte dei grossi player (google e facebook in primis). Queste determinano altrettanto rapidi cambiamenti dei comportamenti. Occorrono strumenti che consentano di fronteggiare la velocità.

    3) INNOVAZIONE: questo è un tema trasversale a tutto il governo ma che nel turismo impatta direttamente forse più che in altri settori. L’Italia non è messa affatto male lato domanda, è messa malissimo lato offerta. Gli utenti sono molto più preparati di quanto si creda. Molti alberghi, invece, usano ancora il fax. Così cresce lo spazio delle varie OTA straniere (Expedia, Booking.com,…) con il risultato che i profitti del nostro territorio vadano all’estero e l’occupazione nel turismo diminuisca. E non c’è solo l’aspetto dell’e-commerce. Esiste anche il grande tema dell’info-commerce: ancora più impattante e più facilmente risolvibile. Ma la nostra unica risposta (concettualmente sbagliata oltre che molto onerosa) è stata italia.it.

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  8. Investiamo seriamente sul digitale, apriamo anche il turismo agli open data: operazioni culturali prima che tecnologiche. Impossibile reperire dati sulla spesa in promozione e comunicazione delle Regioni. Impossibile conoscere i paesi di provenienza delle visite al portale Italia.it. Tanto per citare due casi in cui mi sono imbattuta in questi anni. Trasparenza e Responsabilità si autoalimentano e farebbero un gran bene al turismo.

    4) STRATEGIA. La tecnologia è solo uno strumento. Senza strategia la tecnologia non si trasforma in innovazione. Questo settore sconta una pesante assenza di strategia. La PA si assuma la responsabilità del proprio ruolo, generi obiettivi e politiche coerenti da declinare nei vari territori e nelle specifiche azioni. Ad esempio, c’è un gran bisogno di formazione. Ma se non è chiaro in che direzione formare e perché, ogni attività in tal senso renderà molto meno rispetto alle potenzialità. Approcciare strategicamente il settore consentirebbe anche notevoli risparmi: non servono grandi investimenti, servono grandi idee e buone menti per realizzarle.

    Mi fermo a questi punti generali e intimamente collegati. Ma approfitto, in conclusione, per invitarla all'imminente convegno Buy Tourism Online, il più importante convegno in Italia, con fama ormai internazionale, che si occupi delle tematiche legate al turismo online e dei temi del complesso rapporto tra le persone e il viaggio (le allego il programma). Non la invito a parlare, la invito ad ascoltare. Spero vorrà scusare la singolarità della cosa. Ovviamente qualunque suo contributo sarebbe molto gradito. Ma quel che le chiedo è principalmente ascolto.

    La prego di non considerarlo un invito virtuale. Sarò lieta di accompagnarla personalmente in questi due intensi giorni di approfondimento.

    21 novembre 2011 a 11:51 nella Marketing turistico

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  9. lettera aperta al Ministro del Turismo Piero Gnudi
    Egregio Ministro Gnudi, un governo tecnico è quanto molti di noi si aspettavano. La sua nomina sembra facilmente riconducibile all'intento di fare del turismo un'industria, un asset importante per il Paese da approcciare - finalmente - con competenze economiche. Approvo totalmente e su questo non indugio oltre. Mi permetto invece di segnalare brevemente quelli che io considero i nodi più importanti ed urgenti da sciogliere per avviare il settore ad una ripresa.

    1) GOVERNANCE: definire chi fa cosa.

    CHI: Ministro, Regioni, Province, APT/STL, Comuni, … una giungla di migliaia di enti (13000) che a vario titolo hanno voce in capitolo in materia turistica, una babele impossibile da gestire;
    COSA: quale ruolo ha la Governance ai vari livelli se mancano i fondi (tagli pesantissimi negli ultimi due anni) e mediamente mancano pure le competenze?
    2) Snellire una BUROCRAZIA anacronistica che sembra giustificare solo se stessa. Allunga i tempi e moltiplica i centri decisionali aumentando il gap già ampio che ci separa da altri competitor più bravi e flessibili di noi ad adattarsi alle rapide modifiche dei mercati e della domanda. Ad esempio il web, di cui mi occupo, è diventato fondamentale per il turismo ma è luogo in cui avvengono rapidissime variazioni da parte dei grossi player (google e facebook in primis). Queste determinano altrettanto rapidi cambiamenti dei comportamenti. Occorrono strumenti che consentano di fronteggiare la velocità.

    3) INNOVAZIONE: questo è un tema trasversale a tutto il governo ma che nel turismo impatta direttamente forse più che in altri settori. L’Italia non è messa affatto male lato domanda, è messa malissimo lato offerta. Gli utenti sono molto più preparati di quanto si creda. Molti alberghi, invece, usano ancora il fax. Così cresce lo spazio delle varie OTA straniere (Expedia, Booking.com,…) con il risultato che i profitti del nostro territorio vadano all’estero e l’occupazione nel turismo diminuisca. E non c’è solo l’aspetto dell’e-commerce. Esiste anche il grande tema dell’info-commerce: ancora più impattante e più facilmente risolvibile. Ma la nostra unica risposta (concettualmente sbagliata oltre che molto onerosa) è stata italia.it.

    prima c'era questo da http://www.robertamilano.com/2011/11/lettera-aperta-al-ministro-del-turismo-piero-gnudi.html#comment-6a00d83451ec7d69e2015394305fda970b

    non male, sia aperta che chiusa, ma quella chiusa è davvero partita per il destinatario?

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  10. continua sempre da http://www.robertamilano.com/2011/11/lettera-aperta-al-ministro-del-turismo-piero-gnudi.html#comment-6a00d83451ec7d69e2015394305fda970b

    Investiamo seriamente sul digitale, apriamo anche il turismo agli open data: operazioni culturali prima che tecnologiche. Impossibile reperire dati sulla spesa in promozione e comunicazione delle Regioni. Impossibile conoscere i paesi di provenienza delle visite al portale Italia.it. Tanto per citare due casi in cui mi sono imbattuta in questi anni. Trasparenza e Responsabilità si autoalimentano e farebbero un gran bene al turismo.

    4) STRATEGIA. La tecnologia è solo uno strumento. Senza strategia la tecnologia non si trasforma in innovazione. Questo settore sconta una pesante assenza di strategia. La PA si assuma la responsabilità del proprio ruolo, generi obiettivi e politiche coerenti da declinare nei vari territori e nelle specifiche azioni. Ad esempio, c’è un gran bisogno di formazione. Ma se non è chiaro in che direzione formare e perché, ogni attività in tal senso renderà molto meno rispetto alle potenzialità. Approcciare strategicamente il settore consentirebbe anche notevoli risparmi: non servono grandi investimenti, servono grandi idee e buone menti per realizzarle.

    Mi fermo a questi punti generali e intimamente collegati. Ma approfitto, in conclusione, per invitarla all'imminente convegno Buy Tourism Online, il più importante convegno in Italia, con fama ormai internazionale, che si occupi delle tematiche legate al turismo online e dei temi del complesso rapporto tra le persone e il viaggio (le allego il programma). Non la invito a parlare, la invito ad ascoltare. Spero vorrà scusare la singolarità della cosa. Ovviamente qualunque suo contributo sarebbe molto gradito. Ma quel che le chiedo è principalmente ascolto.

    La prego di non considerarlo un invito virtuale. Sarò lieta di accompagnarla personalmente in questi due intensi giorni di approfondimento.

    21 novembre 2011 a 11:51 nella Marketing turistico, Territorio, Turismo | Permalink
    Tag Technorati: governance, innovazione, ministro, Piero Gnudi, strategia, turismo

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  11. http://www.robertamilano.com/2011/11/lettera-aperta-al-ministro-del-turismo-piero-gnudi.html#comment-6a00d83451ec7d69e2015394305fda970b

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  12. @Anonimo

    Ah la BBB amicona?

    La Brava, Buona e Bella nonchè cara Roberta?

    Ho letto la sua lettera e se ci si fa caso, avevo anche inserito un mio commento sul blog della Roberta Milano su di quel post.

    Il testo è validissimo ma la BBB dovrebbe aver ormai capito che lor signori non danno retta a nessuno, e specialmente se non si usa un pò di ... diciamo "critiche costruttive un pò funny".

    Un saluto al commento di un tal MARCO sul blog della Roberta Milano.

    ;-)

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