sabato 3 dicembre 2011

Genova è la Waterloo italiana dove chi c'è perde e chi non c'è ... pure


Caro amico ti scrivo qui sul mio blog perché ho sentore che quello che sto per scarabocchiare non potrà "mai" trovare spazio sul tuo “Il Giornale” (ma con te non si sa mai), e lo faccio in merito alle similitudini indovinate del tuo fondo di oggi sulla sconfitta francese avvenuta a Waterloo, e sulla viceversa eclatante vittoria dei transalpini ad Austerlitz. Credo però che il problema, o se si preferisce il “peccato originale di Genova, è che l’eventuale disfatta napoleonica, qui si ripercuota perennemente.
In questa città che pian pianino muore politicamente, economicamente, aziendalmente e chissà se anche moralmente.
E dove anche i bagarozzi, non trovando cibo a sufficienza per il loro sostentamento, cercano fughe repentine.

Genova non ha mai uno straccio di vittoria neanche a rubamazzetto (forse se si toglie il "mazzetto") e neanche nel gioco del “muretto”.
Intendo quello fatto con le figurine Panini ancor da quando c’era quella introvabile di Pizzaballa, o del Malatrasi, o di Del Sol; né tantomeno si vinceva/vince manco con le biglie nei percorsi sabbiosi seppur ci metti l’effige di Coppi, Bartali e Magni.
Non c'è niente da fare, Genova non vince mai.

Invece dai tempi che furono (in questa città) c’arrivano un’ecatombe di sconfitte che “bruciano” sempre, e per di più in quel punto del corpo umano che tanto piacere non fa (almeno a me).
In poco meno di trent'anni abbiamo (hanno) perso qualcosa come 250.000 abitanti (quasi un terzo della popolazione degli anni '80).

Però se vai a chiedere a chi ha manovrato e a chi manovra i “pomelli” del comando in questa città nel quinquennio preposto, ecco che d’incanto la sconfitta più cocente e famosa della storia si tramuta (per loro che nel caso diventano anche dei presunti francesi) in tante Austerlitz.

Poi il fatto che Genova abbia gli stessi abitanti del 1933, che l’industria (e non solo) ben sappiamo la fine che qui ha fatto, e con tutto l’ambaradan che n’è conseguito, ebbene; i “professoroni” della politica cittadina, quelli che c’hanno accomodato il proprio (e a volte anche l’altrui “amico”) posteriore su ambite poltrone nel quinquennio in questione, sapranno dunque raccontarti che la colpa non è stata la loro, bensì di quelli che li hanno preceduti, magari del tempo ingeneroso e chissà quant’altro d’inverosimile.
E la storia si ripete ogni cinque anni.

Ma chi avrebbe potuto (se eventualmente eletti) far del bene in questa città?
Gli altri naturalmente, solo che a dirlo sono appunto gli “altri” … quelli dell’opposizione.
Ma chi è l’opposizione per poter dire che loro avrebbero fatto di meglio?

Ma come si può pensare ch’avrebbero fatto di meglio, ma soprattutto come ci si può “fidare” di un’opposizione ch’è riuscita a dividere uno stesso partito in dieci e più correnti in una sola città?
Tizio sparla di Caio mentre Sempronio l’ha con tutti e due, ma questi si guardano bene dal togliere il disturbo (e poi cosa farebbero altrimenti) nonostante non la pensino nella stessa maniera.

Alcuni in verità l'hanno fatto, e chissà che non siano stati i migliori.
Gruppetti di qui e gruppetti di là, che neanche nel più infimo campionato di calcio dell’ultima categoria esistente, italiana e non, questa “diatriba” interna arrecherebbe un solo pareggio (anche giocando sempre in casa, e per di più con l’aiuto “volontario” di un arbitro di parte).

Massimiliano Lussana, amico mio, dimmi la verità!

Ma sinceramente speri di vincere con i vari Matteo Rosso, colui che nonostante si vanti di “scoprire” le spese più “pazze” dei “regnanti liguri” di turno e scrivendoci anche dei testi (che a semplice parer mio) scoperchia laddove sarebbe sufficiente l’uso di una sola buona segretaria per l’eventuale disamina e buttare giù un qualcosa … ma che solo per caso scoprì (osservando la trasmissione televisiva di Rai 2 “L’ultima parola”) che la Regione Liguria aveva stanziato 179.000 eurini per la salvaguardia dell’ululone (una rana) dal ventre giallo; che oltretutto con i suoi continui ululati rompe alquanto gli “zebedei”, e che magari sarebbe anche meglio che vada definitivamente estinta.
Ma il Matteo non “lavora” proprio come consigliere regionale dove la cosa fu decisa e ... ?
O forse intendi quel Matteo Rosso che quando si parla di quello che non l’aggrada , sbatte i piedi come un ragazzino a cui hanno portato via il pallone, e si appropinqua offeso alla porta? (vedi in quella riunione di Savignone dove tutti e tre eravamo presenti, per il "banale" motivo che un Senatore menzionò il solo nome di Enrico Musso come possibile ed unico candidato Sindaco di una coalizione).

Oppure vincere con Roberto Cassinelli che dichiarò, in un meeting delle “teste pensanti” (ero presente), che Genova non è turistica perché i vecchi ristoratori genovesi (città dove al massimo ce ne saranno quattro o cinque ) non accettano più i turisti per il motivo che sono diventati ricchi?

O magari con la Lilli Lauro da te menzionata nella tua "particolare" lista dei papabili a Sindaco, e che è (attualmente) consigliera comunale nonchè membro delle Commissioni III (Urbanistica, Assetto del Territorio, Lavori Pubblici); IV (Bilancio); V (Servizi Sociali, Piano Regolatore Sociale, Sanità, Politiche abitative, Politiche dell'immigrazione, Politiche della sicurezza); VI (Aziende e Società Controllate, Città Digitale, Politiche del Lavoro); VII (Infrastrutture, mobilità e Traffico, Polizia Municipale; Demanio e Affari Portuali) di cui è vice presidente; VIII (Cultura, Promozione della Città, Sport e Tempo Libero, Politiche educative, scolastiche, giovanili) … e chi è, forse Mandrake?

Gran lunga lista dove (ma come cavolo si fa a “seguirli bene” tutti?) da come si può ben vedere, NON è rappresentato il turismo … e indovina su che cosa ha coordinato il programma del PDL per le prossime amministrative?
Naturalmente il turismo.

Ma per piacere.
Se poi vuoi far altri nomi di possibili candidati del PDL, ben contento di dire la mia.
E se poi non dovessero neanche andare al ballottaggio … rimarrebbero uno o due consiglieri comunali e niente più; che per una città come Genova è sicuramente ben poca cosa.
Non dimenticare che in questo periodo la Lega nazionale non va tanto d’accordo col PDL nazionale, e che quindi potrebbe correre per conto suo, e se poi ci metti i voti di Grillo (Beppe), beh; fai un po’ tu.
A me suona tanto come quell'uomo che se lo tagliò per il solo gusto di far dispetto alla propria moglie.

Ma veniamo a noi e al mio dente dolente che in tutto questo c’entra, eccome se c’entra: il turismo a Genova.

E già la seconda volta che il Corriere della Sera pubblica articoli fotocopia sul fatto che Banca Intesa Sanpaolo, che controlla NH Hoteles Italia (ex Jolly Hotels) assieme alla holding spagnola, propone un piano per spendere 150 miliardi di euro nel turismo nei prossimi 5 anni.
E’ l’Intesa con Costa Crociere per l’acquisto di una branchia di Alpitour?
Che dire poi di Unicredit che ha appena legato il suo marchio con l’MSC di Gianluigi Aponte per l’acquisto di un altro grosso Tour Operator nazionale (Blu Holding), e che programma svariati miliardi (e dico miliardi in gran quantità) da “spendere” nell’oro del terzo millennio, e vale a dire il turismo?

Nel mentre a Genova che cosa si fa?

Lasciamo pure perdere quello che fa e dice il Gianni Vassallo, l’assessore comunale preposto al turismo della città, che non è neanche menzionabile (almeno per me); ma gli altri (l’opposizione) quali grandi fragranze hanno elencato?

Nel loro più recente programma del turismo (ben 5 paginette e mezzo) studiato, pensato e redatto in compagnia di 27 persone che “probabilmente” si sono dichiarate dei “professionisti” di questo settore, c’è praticamente scritto che “bisogna uscire dal tunnel”, (abbè, si bè, ma il Re?).
In poche parole, nulla sul come, ma “str ... anezze” strarisapute da qualche millennio.
Mi si perdoni la poco ortodossia nel descrivere così il "grande evento" ma quando ce vò ce vò, e in queste cose (il turismo) mi c’incazzo non poco.

E se poi pensiamo che Giovanni Calvini, il presidente Confindustria Genova, la parola turismo (in tre anni) gli è “scappata” una sola volta e magari anche per sbaglio…

O forse vuoi vedere che Banca Intesa SanPaolo, Unicredit, Banco Santander e compagnia bella, sono dei fessacchiotti perché buttano via tempo, studio e dei miliardi d’euro al vento per niente … o siamo noi dei fessacchiotti ... anzi, loro e gli altri?

Manco li cani!

3 commenti:

  1. @Luciano

    E' tutto fondamentalmente vero!!!!!!!!!!!!!!

    Terribilmente vero!!!!!!!!!!!!!!!

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  2. Prende sempre più corpo il progetto toscano di promozione turistica per il mercato cinese Tourist Experience Design (Ted), elaborato da Toscana Promozione insieme a InnovAction. Nel corso della BTO – Buy Tourism Online in corso a Firenze, si è tenuto infatti il primo incontro informale tra i vertici del settore turismo dell’Agenzia e i 18 tour operator toscani che hanno, fino ad ora, manifestato il loro interesse ad unirsi in rete per costituire il Super T.O. che, secondo le previsioni di Toscana Promozione, dovrebbe diventare una realtà entro marzo. Il progetto Ted punta a creare, in stretta collaborazione con gli operatori turistici toscani, un’offerta dal forte valore esperienziale in grado di conquistare quella fascia di mercato cinese attualmente non soddisfatta dal turismo tradizionale. Si tratta, in primo luogo, dei 960mila nuovi ricchi che abitano le grandi città cinesi e che, al momento, non hanno l’Italia tra le loro mete di viaggio. La Toscana vuol provare a conquistare dunque parte del bacino di 132 milioni di potenziali viaggiatori cinesi, offrendo loro la possibilità di una vacanza memorabile, fatta su misura e basata sul cosiddetto ”turismo esperienziale”.

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  3. Non si arresta l'incremento dei flussi inbound in Turchia. Secondo i dati del Ministero della Cultura e del Turismo turco, nei primi dieci mesi del 2011 i turisti internazionali sono stati 28.665.052, con un incremento medio del 10,4% rispetto allo stesso periodo del 2010. Si confermano in ascesa anche i risultati dei flussi dall'Italia che, da gennaio a ottobre 2011, hanno registrato, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, una progressione di 12,5 punti percentuali, per un totale di 672.655 unità. Un trend in ascesa che conferma l'andamento della stagione estiva, conclusasi con un incremento di arrivi dalla Penisola del 31% a luglio, del 17,3% ad agosto e del 10,6% a settembre rispetto agli stessi mesi del 2010. "Il mercato italiano - sottolinea Enis Ugur, vicedirettore dell'Ente del turismo della Turchia - è un bacino molto importante, che offre ancora molte potenzialità di crescita".

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