Ora non so quanti topi ci possano essere a Genova, forse qualche milione, e probabilmente è l’unica cosa che è aumentata negli ultimi decenni in questa città, povertà, degrado e delinquenza a parte.
Comunque sia, eccovi un po’ la storia di un topo morto.
Nel capoluogo ligure, come in ogni dove, il piccolo roditore (quello vivo) si guarda ben bene dal farsi vedere in giro, e soprattutto nel centro cittadino.
Di gatti non c’è neanche più l’ombra, se non qualcuno in periferia, e quindi ogni tanto le pantegane più imprudenti decidono di mettersi in mostra nelle zone più prestigiose della città.
Ma sono solo dei pochi attimi poiché in un battibaleno spariscono in qualche cavità per raggiungere la propria salvezza.
Però se per caso ad uno di questi (topi) gli capita la malaugurata sorte di morire per strada, ecco che per ore, giorni e settimane riesce, pur non avendolo mai voluto, a mettersi in vetrina.
Infatti è notizia che da cinque giorni, il ratto ahinoi defunto, giace nel ciottolato della più grande piazza, quella della Vittoria.
Diciamo che giornalmente da lì transitano qualche decina di migliaia di persone, ma manco uno di quelli che dovrebbero toglierlo di mezzo.
Il primo giorno la povera bestiolina non faceva poi così ribrezzo, e mai più ti saresti aspettato di rivederla anche nei giorni a seguire.
Ma adesso è alquanto rinsecchita e l’impressione che puoi ricevere nel vedere il piccolo cadavere è di quelle non augurabili se per caso stai andando a mangiare, ma neanche se l’hai appena fatto oppure perfino se hai già digerito.
In poche parole “fa letteralmente schifo” a tutte l’ore.
E per fortuna che di turisti in questo periodo non ce n’è poi tanti, che poi è la stessa cosa che succede durante tutto l’arco dell’anno (almeno non nella misura che si vorrebbe), quindi e magari la pantegana maldestra riuscirà a rimanerci fino a tempo da destinarsi.
O forse non la si vuole rimuovere per stabilire il nuovo record?
Da queste parti sembra ci sia una tacita gara per far si che in ogni quartiere ci si possa elogiare del fatto.
Infatti, in un tempo recentemente passato, furono necessari ben dieci giorni per rimuovere il cadaverino dell’avo di questo e accadde in un’altra prestigiosa via del bellissimo (anticamente) capoluogo, Corso Italia.
Le cronache riportano che s’era all’11 marzo del 2007 (una domenica), dove all’altezza della discoteca Makò ne apparve uno (grosso, maleodorante e morto), e fu “rimosso” il 21 dello stesso mese, si narra.
Bene, con questi dati se veritieri, ancora cinque giorni ed il record è fatto, e poi voglio proprio vedere se qualche altra città riesce a fare di meglio.
Ma è improbabile.
Però a dire il vero, andando a spulciare nel recente glorioso (per ‘ste cose) passato di questa città, si possono incontrare molteplici casi analoghi, pertanto l’eventuale “record” dovrebbe dapprima passare sotto l’egida di una commissione preposta, naturalmente ben pagata.
Da queste parti s’usa cosi.
E tempo fa, fu anche Franca Brignola, volto noto dell'emittenti locali a denunciare: “Da tre giorni, davanti alla nostra nuova sede di Piccapietra (centro città), c'è un topo morto. Abbiamo avvertito chi di dovere, ma nessuno è ancora venuto a rimuoverlo”, mentre di rimando, probabilmente per non perdere l’eventuale “record” acquisito con tanta fatica da parte di un’altra zona prestigiosa della città, la carcassa di un grosso topo di fogna veniva segnalata sul marciapiede di via Podgora, nella zona della Foce.
E anche in questo caso, nonostante le proteste dei cittadini, non fu preso nessun provvedimento per giorni e giorni.
I dati della sua permanenza sul selciato non sono ancora stati definiti e l’omologazione del record giace come il topo morto di Piazza della Vittoria.
Cosa non si farebbe per prendere il famoso premio del topo morto non più rimosso.
Ma di casi così ce n’è a iosa e preferisco non riportarli più, sennò facciamo notte.
Mò quasi quasi ne prendo uno e lo metto in Via Assarotti, tanto chi vuoi che lo veda; qui la gente deve stare attenta a rimanere in piedi con le condizioni impietose dei marciapiedi e figurati se s’accorge del topo morto.
Così il record diventa il nostro e per un po’ stiamo contenti!
Ah, anche ieri n’è caduto uno, un pensionato di questa parti (un caro amico), e s’è maciullato la testa, ginocchio, gomiti e chissà che altro. E’ andato a far compagnia a quell’altre persone che ogni tanto ci danno di muso … o di mouse; beh, fate un po’ voi.
Comunque sia, eccovi un po’ la storia di un topo morto.
Nel capoluogo ligure, come in ogni dove, il piccolo roditore (quello vivo) si guarda ben bene dal farsi vedere in giro, e soprattutto nel centro cittadino.
Di gatti non c’è neanche più l’ombra, se non qualcuno in periferia, e quindi ogni tanto le pantegane più imprudenti decidono di mettersi in mostra nelle zone più prestigiose della città.
Ma sono solo dei pochi attimi poiché in un battibaleno spariscono in qualche cavità per raggiungere la propria salvezza.
Però se per caso ad uno di questi (topi) gli capita la malaugurata sorte di morire per strada, ecco che per ore, giorni e settimane riesce, pur non avendolo mai voluto, a mettersi in vetrina.
Infatti è notizia che da cinque giorni, il ratto ahinoi defunto, giace nel ciottolato della più grande piazza, quella della Vittoria.
Diciamo che giornalmente da lì transitano qualche decina di migliaia di persone, ma manco uno di quelli che dovrebbero toglierlo di mezzo.
Il primo giorno la povera bestiolina non faceva poi così ribrezzo, e mai più ti saresti aspettato di rivederla anche nei giorni a seguire.
Ma adesso è alquanto rinsecchita e l’impressione che puoi ricevere nel vedere il piccolo cadavere è di quelle non augurabili se per caso stai andando a mangiare, ma neanche se l’hai appena fatto oppure perfino se hai già digerito.
In poche parole “fa letteralmente schifo” a tutte l’ore.
E per fortuna che di turisti in questo periodo non ce n’è poi tanti, che poi è la stessa cosa che succede durante tutto l’arco dell’anno (almeno non nella misura che si vorrebbe), quindi e magari la pantegana maldestra riuscirà a rimanerci fino a tempo da destinarsi.
O forse non la si vuole rimuovere per stabilire il nuovo record?
Da queste parti sembra ci sia una tacita gara per far si che in ogni quartiere ci si possa elogiare del fatto.
Infatti, in un tempo recentemente passato, furono necessari ben dieci giorni per rimuovere il cadaverino dell’avo di questo e accadde in un’altra prestigiosa via del bellissimo (anticamente) capoluogo, Corso Italia.
Le cronache riportano che s’era all’11 marzo del 2007 (una domenica), dove all’altezza della discoteca Makò ne apparve uno (grosso, maleodorante e morto), e fu “rimosso” il 21 dello stesso mese, si narra.
Bene, con questi dati se veritieri, ancora cinque giorni ed il record è fatto, e poi voglio proprio vedere se qualche altra città riesce a fare di meglio.
Ma è improbabile.
Però a dire il vero, andando a spulciare nel recente glorioso (per ‘ste cose) passato di questa città, si possono incontrare molteplici casi analoghi, pertanto l’eventuale “record” dovrebbe dapprima passare sotto l’egida di una commissione preposta, naturalmente ben pagata.
Da queste parti s’usa cosi.
E tempo fa, fu anche Franca Brignola, volto noto dell'emittenti locali a denunciare: “Da tre giorni, davanti alla nostra nuova sede di Piccapietra (centro città), c'è un topo morto. Abbiamo avvertito chi di dovere, ma nessuno è ancora venuto a rimuoverlo”, mentre di rimando, probabilmente per non perdere l’eventuale “record” acquisito con tanta fatica da parte di un’altra zona prestigiosa della città, la carcassa di un grosso topo di fogna veniva segnalata sul marciapiede di via Podgora, nella zona della Foce.
E anche in questo caso, nonostante le proteste dei cittadini, non fu preso nessun provvedimento per giorni e giorni.
I dati della sua permanenza sul selciato non sono ancora stati definiti e l’omologazione del record giace come il topo morto di Piazza della Vittoria.
Cosa non si farebbe per prendere il famoso premio del topo morto non più rimosso.
Ma di casi così ce n’è a iosa e preferisco non riportarli più, sennò facciamo notte.
Mò quasi quasi ne prendo uno e lo metto in Via Assarotti, tanto chi vuoi che lo veda; qui la gente deve stare attenta a rimanere in piedi con le condizioni impietose dei marciapiedi e figurati se s’accorge del topo morto.
Così il record diventa il nostro e per un po’ stiamo contenti!
Ah, anche ieri n’è caduto uno, un pensionato di questa parti (un caro amico), e s’è maciullato la testa, ginocchio, gomiti e chissà che altro. E’ andato a far compagnia a quell’altre persone che ogni tanto ci danno di muso … o di mouse; beh, fate un po’ voi.